Il professore terrorista
Abbiamo ancora due speranze. Una è la magistratura: l’unico potere che ancora non si piega all’esecutivo di Berlusconi, per questo motivo oggetto di un’aggressione che sarebbe sospetta anche se non fosse prevista in ogni suo punto programmatico dal Piano di Rinascita Democratica.
La seconda speranza è la scuola. Noi apparteniamo alla generazione dei telelavati. Avevamo un cervello. Forse avremmo avuto anche qualche sporadica buona idea, nella nostra vita, se le radiazioni di Propaganda Due non lo avessero sterilizzato. Abbiamo chiesto a gran voce soglie di assorbimento massimo per tutte le emissioni elettromagnetiche nocive, dai telefonini ai forni microonde, ma abbiamo lasciato fuori quelle più pericolose di tutte: le frequenze dei ripetitori televisivi.
Le nuove generazioni hanno ancora qualche chance. Per questo bisogna stroncarle subito, prima che sviluppino sufficiente senso critico da non essere più manipo-labili. La Gelmini ce la sta mettendo tutta, ma bisogna capirla: abbiamo una cultura millenaria che fastidiosi insegnanti comunisti si ostinano a voler tramandare a tutti i costi. D’altronde è normale che i comunisti allevino i bambini, prima di mangiarli.
Uno di questi pericolosi insegnanti sovversivi, cui sarà presto messo il bavaglio, si chiama Paolo D’Aquino. Ha instillato un destabilizzante senso di insicurezza nei giovani polli da batteria – i nostri figli –, costringendoli a riflettere.
Prima ha chiesto loro “Secondo te gli omicidi a scopo di rapina effettuati dalla criminalità non organizzata sono aumentati o diminuiti?”. La risposta unanime dei teneri virgulti è stata “aumentata”.
Incalzati dal professore terrorista a quantificare, hanno esibito una granitica certezza che tali episodi si fossero addirittura triplicati. Più che giusto: si era in pieno tam-tam mediatico sull’emergenza immigrazione.
Non contento, l’indomito cospiratore ha chiesto se i furti di auto fossero aumentati nel corso degli ultimi 20 anni. Inutile dilungarsi su quale sia stata la risposta. Analogo risultato alla domanda “secondo te gli scippi dall’84 ad oggi sono aumentati o diminuiti?”.
Fin qui tutto bene: la lezione si svolgeva in un perfetto clima tranquillizzante, stile Porta a Porta. Mancava solo il plastico di Cogne, ma questo è ovvio: la scuola non ha fondi per queste cose! E del resto non era ancora disponibile la lavagna interattiva: presto il ministero potrà inondare di plastici virtuali tutte le aule dello stivale, facendo persino a meno dei professori.
Pareva quindi il più classico degli indottrinamenti, sembrava cioè di assistere ad un’edizione del TG4, quando ecco perpetrarsi l’atto criminoso. Il fazioso sobillatore mostra un rapporto stilato niente di meno che dalla Polizia – dunque una cosa affidabile – che illustra come i tre indici siano in realtà diminuiti, se non addirittura dimezzati.
Ecco che il software di virtualizzazione della realtà si fa instabile nelle giovani menti. Il loro sistema operativo sembra non rispondere a ripetute pressioni della Gelmini sul tasto ENTER. E’ qui che il docente hacker intuisce che può resettare la simulazione. Approfittando della vulnerabilità appena aperta, chiede ai ragazzi che posto occupa l’Italia in una ipotetica classifica riguardante la presenza di zingari. Subito i sistemi di backup Maroni 2.0, pensati per reggere l’infrastruttura di controllo in casi di emergenza, suggeriscono una sola risposta alla maggior parte degli studenti: “il primo posto”. Una piccola mente open source, nella quale batte un cuore Linux, grida “al quattordicesimo!”, ma viene immediatamente marcata come inattendibile e disconnessa dalla rete. L’abile insegnante deprogrammatore comprende che è il momento giusto per assestare il colpo finale, e presenta la più grande associazione che si occupa di zingari in Italia, l’Opera Nomadi, in carico dell’elaborazione dei dati sulla presenza Rom in Italia. Siamo al quattordicesimo posto!
E’ finita! Le pupille dei ragazzi, da fisse e dilatate che erano, divengono reattive e dinamiche. Subito gettano nella pattumiera i diari colmi di ritagli di Amici, e prendono a scambiarsi opinioni su come operare il risveglio sugli studenti delle classi adiacenti. Le idee circolano liberamente e il calcio scompare dalle loro conversazioni. Una pericolosa cellula di kamikaze è pronta a farsi saltare, imbottita di informazioni, durante una puntata di Matrix.
Chiunque abbia visto il professor Paolo D’Aquino, o abbia creduto di vederlo, deve recarsi immediatamente al Ministero della Pubblica Istruzione e fornire tutti i dati di cui dispone per la sua localizzazione.
Ripeto: un pericolosissimo professore terrorista si aggira libero tra le aule dei nostri figli. Dobbiamo prenderlo, vivo o morto!
Canevaro: la Gelmini sfascia la scuola |
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