le intuizioni ovvie di claudio messora

mercoledì 29 ottobre 2008

P2, via libera al piano Cossiga: spranghe a Roma, la polizia lascia fare.

Francesco Cossiga
come massacrare studenti e maestre


La P2 al governo getta la maschera e rende finalmente manifesto il programma dal quale sta attingendo per sovvertire l'ordine democratico del paese: il Piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli.

"Cosi’ e’ evidente che le forze dell’ordine possono essere mobilitate per ripulire il paese dai teppisti ordinari e pseudo politici e dalle relative centrali direttive soltanto alla condizione che la Magistratura li processi e condanni rapidamente inviandoli in carceri ove scontino la pena senza fomentare nuove rivolte o condurre una vita comoda."

Per un piduista, la democrazia è un fastidioso inconveniente cui porre immediato e drastico rimedio. Così Cossiga pochi giorni fa, dall'alto della sua senile impunità, manualetto di Licio Gelli alla mano, detta la strategia da seguire: infiltrare gruppi di facinorosi armati che creino scompiglio innescando una spirale di violenza, sotto l'indifferenza delle forze dell'ordine conniventi. Poi, una volta che gli organi di propaganda informativa, anch'essi conquistati secondo la roadmap del venerabile maestro di Villa Wanda, abbiano diffuso immagini di inusitata violenza e creato consenso popolare, é sufficiente riversare nelle vie e nelle piazze orde di celerini scatenati per picchiare e mandare all'ospedale maestre e studenti. Quando non direttamente al cimitero.
In un paese civile Cossiga sarebbe stato processato e condannato. In questo paese, i suoi compagni di merende al governo gli lasciano dire qualsiasi cosa. Forse sono addirittura loro a suggerirgli cosa dire: lo usano come un ambasciatore, come un corriere dello zar. Solo che lo zar è il grande piduista.

Oggi, mercoledì 29 ottobre, abbiamo avuto la conferma che le parole di Cossiga non sono state pronunciate invano, ma hanno avuto seguito. Qualcuno dall'alto ha recepito il suo messaggio e lo ha tradotto in un ordine militare. Ecco cosa dichiara Curzio Maltese in una telefonata fatta alla redazione di Repubblica online.

"Ho visto cose che francamente mi imbarazzano. Se non l'avessi viste francamente stenterei a crederci. La realtà è che questo gruppo non di studenti, perchè poi l'ho visti bene, è arrivato con un camion di spranghe, e armi verso le 11, e dopo aver circondato e picchiato per strada un paio di ragazzi - sto raccontando tutte cose che ho visto, non sentito dire - sono arrivati qua, non voglio dire scortati ma ignorati dalla polizia e hanno incominciato a provocare, attaccare e picchiare degli studenti che erano qua, al grido "Duce! Duce". Un gruppo di studenti e di insegnanti di liceo è andato a protestare col funzionario di polizia addetto alla sicurezza, e questo gli ha detto "ma quelli sono di sinistra". Poi subito dopo - come è di moda - a me che gli ho chiesto spiegazioni ha smentito. Mi sembra una cosa molto sospetta, molto negativa. Mi dispiace anche che si debba parlare di queste cose, perchè inevitabilmente domani si parlerà solo degli incidenti mentre qui c'erano molti buoni motivi. Gli incidenti sono stati provocati. Gli incidenti non vengono dai manifestanti. Sono stati provocati ad arte, temo. Stento a credere a quanto ho visto, ma la polizia ha sistematicamente usato manganellate sugli studenti che non avevano armi e ignorato gli altri, e alla fine poi certo qualcuno è stato fermato. Ma devo dire che la scena mi ha ricordato per certi versi i momenti peggiori del G8. Spero che non sia una strategia su larga scala. Spero che sia un errore dei funzionari che erano chiamati a proteggere questa parte della città e che hanno fatto molto male il loro lavoro."

Al G8 di Genova, lo stesso senatore Nando Dalla Chiesa aveva visto con i suoi occhi in quale ferocia kossovara si possano trasformare gli ordini fascisti trasmessi ai bracci armati che occupano il potere esecutivo. Ecco la testimonianza che Byoblu.Com aveva catturato dalle sue stesse parole: Inferno Bolzaneto, la verità di Nando Dalla Chiesa.

Questo abominio deve essere fermato. Stasera e nei prossimi giorni i telegiornali diranno che gli studenti che manifestano sono solo vandali terroristi. Non permettete che il virus dell'informazione strumentalizzata venga inoculato ai telelavati accasciati sul divano col telecomando in mano. Non lasciateglielo fare. Ripeto: non lasciateglielo fare! Staccate tutte le televisioni, raccontate voi ad amici e parenti cosa sta succedendo. Cominciate adesso, subito, prima che l'Italia si trasformi un una terra di zombie senza altro antidoto che una pallottola d'argento in piena fronte.

Tenete l'ultimo proiettile per voi stessi, nel caso veniate sopraffatti...


video allegati

Inferno BolzanetoIl Discepolo 1816

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martedì 28 ottobre 2008

Costantini: la riforma della scuola è un disastro!

Regionali d'Abruzzo - Byoblu incontra Costantini
seconda parte


Il balletto delle alleanze elettorali in Abruzzo volge al termine. Dopo piroette scenografiche e definitivi divorzi, il grande regista che si muove dietro alla politica ha finalmente svelato il gran finale. Come avevo pronosticato nel post Quanto costano le mele in Abruzzo?, è un lieto fine: Italia Dei Valori e Partito Democratico si alleano per dare vita a una giunta regionale all'insegna della trasparenza e della chiarezza: Carlo Costantini presidente e nessun indagato nelle liste. Ha vinto la linea Di Pietro. Tutto si può dire del buon Tonino, ma non che non sia un osso duro. Quando addenta, è impossibile fargli aprire le mascelle. Dall'altra parte c'è Gianni Chiodi, PDL, nominato nientepopodimeno che dal monarca di Arcore, con tanto di investitura regale sussurrata all'orecchio - come fanno gli innamorati -. Sulla sua testa pende la spada di damocle della richiesta di rinvio a giudizio per i seguenti capi di imputazione: attività di gestione dei rifiuti non autorizzata, inquinamento dell’aria, crollo colposo e falso materiale, nel quadro del crollo della discarica La Torre. L'udienza preliminare il 27 novembre: proprio tre giorni prima delle elezioni. Potrebbe trattarsi di un atto d'ufficio, ma dopo il crollo verticale della credibilità politica in Abruzzo, a sinistra Di Pietro si è battuto per l'esclusione di candidature scomode, come quella di Di Matteo - PD -, indagato per l'acqua inquinata di Bussi. Berlusconi evidentemente non ritiene di dover inviare lo stesso segnale di limpidezza. Francamente non mi sarei aspettato niente di meno.

Pubblico oggi la seconda parte dell'intervista che mi ha rilasciato Carlo Costantini, uscita anche sul suo blog. Si parla di scuola, sicurezza, propaganda... Insomma: non ci siamo fatti mancare niente! Per chi si fosse perso la prima parte, eccola qui: In Abruzzo mettiamoci la faccia!

Byoblu: "Carlo, parliamo di scuola. In Abruzzo, in particolar modo, molte scuole potrebbero chiudere grazie alle modifiche che sta introducendo il Ministro della Pubblica Istruzione. Nel caso tu diventassi Presidente della Regione Abruzzo, come intenderesti affrontare la questione?"

Costantini: "Guarda, io innanzitutto vorrei sottolineare l'andamento schizofrenico del centrodestra a livello nazionale. Da una parte si parla di federalismo fiscale e di autonomia delle regioni, dall'altra parte si pretende di calare sul territorio decisioni inaccettabili. Quello che ha fatto la Gelmini sulla scuola è esattamente questo. E' stato un taglio indiscriminato, che nel momento in cui è stato operato non ha per nulla considerato i riflessi, le conseguenze del taglio stesso sul territorio. Noi stiamo analizzando in questi giorni i riflessi concreti che questo taglio produrrà sulla Regione Abruzzo. Si parla della chiusura di 100, 150 plessi scolastici, della perdita del lavoro per 1000, 1200 insegnanti. I dati non sono stati ancora definiti ma certamente c'è l'impoverimento di una regione che poggia tutte le possibilità di riscatto e di rinascita sul sistema dei comuni, delle autonomie locali. Qui ci saranno comuni che perderanno le scuole, e la perdita della scuola per un comune è un disastro. E' un disastro perchè il comune dovrà occuparsi del trasporto del bambino in una scuola che probabilmente sarà distante 10, 20, 30 chilometri. E quindi si tratta di servizi in più, e i servizi li pagano i cittadini. E se non interverrà il comune, sarà la famiglia a doversi far carico di questo costo. Dovrà occuparsi di portare il bambino a scuola, a 20, 30, 40 km di distanza. Se la mamma lavora che fa? Deve lasciare il posto di lavoro? E' un vero e proprio disastro. Le conseguenze sono drammatiche.
Io condivido fino in fondo le manifestazioni di protesta che stanno coinvolgendo gli studenti, gli insegnanti e tutto il mondo dell'istruzione che parte dalla scuola e arriva fino all'università. Così come sono vicino a queste manifestazioni che hanno delle motivazioni incontestabili perchè i tagli non possono interessare l'unico settore che rappresenta l'investimento principale per il futuro del paese... La scuola, l'istruzione, il sistema formativo, educativo rappresenta il più grande investimento che l'Italia deve mettere in campo per vincere le sfide della economia globale. L'Italia non riuscirà mai a produrre a minor costo della Cina o dell'India. L'Italia riuscirà a vincere questa sfida esclusivamente investendo sulla propria intelligenza e sui propri talenti, che si formano e si costruiscono nelle scuole e nelle università. Tagliare risorse in questo settore vuol dire abbandonare, privare i nostri giovani anche della sola speranza di futuro. E così come sono vicino a queste manifestazioni sono lontano, lontano anni luce dalle minacce del Presidente del Consiglio di questi giorni che sembra stia organizzando dei presidi della polizia all'interno delle scuole e della università per impedire agli studenti e ai docenti di manifestare la loro contrarietà. Berlusconi evidentemente si aspettava di governare con il consenso di tutti, invece ci sono molti italiani che non la pensano come lui. Oggi parliamo di persone interessate alla scuola e all'istruzione, uno o due mesi fa abbiamo parlato del comparto sicurezza, che ha subito un taglio di 3 miliardi e 500 milioni di euro. Berlusconi e gli uomini di Alleanza Nazionale e della Lega parlavano in campagna elettorale di dare più risorse alle forze dell'ordine, più mezzi, più macchine, incremento degli organici. La risposta il giorno dopo aver truffato questi elettori, estorcendogli il voto attraverso queste promesse, è stato il taglio indiscriminato. Io credo che la piazza rappresenti in qualche modo il luogo all'interno del quale il cittadino deve manifestare la sua contrarietà, il suo disagio, e anche la sua proposta. E' troppo vergognoso il fatto che il Presidente del Consiglio dei Ministri non accetti queste manifestazioni o addirittura minacci di mandare la polizia per reprimerle."

Byoblu: "Voglio ricordare che, data l'insufficienza dell'organico della polizia, nello scorso agosto - per la precisione il 4 di agosto - Maroni ha mandato l'esercito nelle strade, con una spesa di 30 milioni di euro. Quindi si taglia sulla scuola ma si spendono 30 milioni di euro per mandare l'esercito nelle strade per aiutare la polizia, che poi viene tolta dalla lotta alla criminalità e viene mandata a far sloggiare gli studenti che manifestano. E' arrivata recentemente una circolare ai presidi che impone loro di chiamare la polizia anche soltanto per un sit-in pacifico."

Costantini: "Sì ma questa è la propaganda di Berlusconi: due militari di fronte ad un punto sensibile rappresentano visivamente una risposta al bisogno di sicurezza dei cittadini, ma la rappresentano solo visivamente, non rappresentano certamente una risposta concreta. Così come la riforma dell'istruzione: si è spacciata per riforma un intervento di taglio della spesa. Hanno preso le tabelle con i vari costi, hanno fatto un taglio del 5, del 10, del 20% e hanno detto Ecco la riforma!. Però avevano un problema: come spacciare per riforma un taglio di spesa? Ci hanno riflettuto un po', hanno fatto qualche sondaggio e alla fine gli è venuta l'idea geniale: il grembiulino, il 7 in condotta e il maestro unico. Prendiamo queste tre cose, spacciamole per riforma e nel frattempo tagliamo in maniera indiscriminata i fondi per la scuola e per l'istruzione, e perseguiamo il nostro tornaconto. E' la propaganda che mettono in campo, ovviamente con la forza di mezzi non di informazione, perchè sono diventati mezzi di persuasione di massa dei quali Berlusconi dispone, ma la gente comincia ad accorgersi di tutto quello che c'è dietro. Il fatto che la gente vada in piazza, il fatto che le scuole rischino di essere occupate da studenti e da insegnanti è la prova provata, è la dimostrazione concreta che la propaganda da sola non basta. Non si governa attraverso i sondaggi, non basta fare una domanda al cittadino attraverso il sondaggio: ti piace il maestro unico o non ti piace?. Il 60% dice Sì, mi piace il maestro unico e allora io ti do il maestro unico ma poi sotto sotto ti taglio 9 miliardi e mezzo. Questo modo di procedere evidentemente ha vita breve, e io credo che questa luna di miele tra Berlusconi e i cittadini italiani stia davvero per finire."


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Quanto costano le mele in Abruzzo?In Abruzzo mettiamoci la facciaCanevaro: la Gelmini vuole sudditi docili

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domenica 26 ottobre 2008

L'età degli sciacalli

Francavilla: Byoblu incontra Fernando Rossi
La paura artificiale


Veniamo al mondo incoscienti. Andiamo incontro alla catastrofe con ottimismo. Barcolliamo sulla sponda del letto, schiantandoci al suolo con ingenua spensieratezza. Poi, certo, quelli di noi che sopravvivono piangono. E' il minimo che possano fare, con le botte che prendono...
All'inizio, per i genitori è semplice: basta tenerci al guinzaglio. Poi le cose si complicano: diventiamo grossi, e vogliamo essere indipendenti. Impariamo a liberarci dalla sdraietta con la cintura, e vogliamo far da soli. E' allora che inizia una strategia diversa: la strategia della tensione. La tecnica è semplice: bisogna indurre qualcuno ad autolimitarsi, inoculando un virus che inibisce ogni istanza di libertà. Il virus si chiama paura.

Così, impariamo che le caramelle in un sacchetto sono sicuramente avvelenate, che gli anziani che si fermano a farci una carezza al mercato sono tutti pedofili, e che non dobbiamo mai, mai disobbedire. Altrimenti viene l'uomo nero e ci porta via. L'uomo è in prima analisi un coacervo di istinti di base, tra cui il piacere e il dolore la fanno da padroni. La minaccia di provare sofferenza è spesso il solo modo di riportare il suo sconfinato Io a più miti consigli. Lo sanno bene le nostre mamme. E lo sa ancora meglio quella grande mamma istituzionale che amorevolmente accudisce centinaia di pupe, in questo alveare laborioso chiamato stato, dove i singoli individui esistono al solo scopo di nutrire l'ape regina.

Il buon governo è difficoltoso, necessita di continui confronti con le parti sociali, richiede onestà e trasparenza. Per fortuna c'è una scorciatoia: la via del terrore. Certi mariti usano lo stesso sistema con le mogli, le spaventano fino a renderle talmente insicure da avere paura di tutto, perfino di uscire di casa. E queste rinunciano ad esercitare i lori diritti. Vengono picchiate, stuprate, eppure non sporgono alcuna denuncia. Perchè hanno paura! La stessa paura di un popolo che non riempie le strade e le piazze per via della criminalità, che indebolisce il suo tenore di vita perchè arriverà la crisi. Una volta, per decretare il coprifuoco ci voleva la guerra. Oggi basta affittare le prime pagine dei giornali, prendere un caso di violenza efferata e lasciare intendere tra le righe che viviamo in un nuovo medioevo, che è tempo ormai di nascondersi, di rintanarsi in un posto sicuro e lasciare che resti solo l'esercito a pattugliare strade deserte, dove l'unico pericolo è morire di noia. Poi si tagliano i fondi sulla scuola di modo che il popolo sprofondi in una ignoranza talmente abissale da non essere in grado di leggere le statistiche ufficiali diffuse dagli organi di polizia, le quali affermano che i casi di criminalità sono in costante decrescita da anni, così come i furti d'auto. A Londra, Berlino, Atene e perfino nella civilissima Bruxelles si muore ammazzati molto di più che in tutta Roma - Vedi: "Sicurezza, l'emergenza che non c'era" -. Eppure a Milano si incontrano camionette dell'esercito che pattugliano le strade, o che proteggono edifici a rischio terrorismo, mitra in pugno - a proposito... a quando risale l'ultimo atto di terrorismo islamico nel nostro paese? Sshhhhh... non diciamolo forte: qualcuno se lo potrebbe perfino inventare -. E cosa dire della vera emergenza nazionale: i ROM? E' necessario focalizzare tutte le risorse su questo punto cruciale, iniziando a prendere le impronte digitali ai loro bambini. Del resto, il numero di ROM in Italia si piazza ben al 14° posto rispetto alla classifica europea. Un dato inaccettabile!

Nel frattempo, mentre noi stiamo chiusi in casa e ci prepariamo al lungo inverno, fuori splende il sole.. e gli sciacalli prendono possesso delle nostre città. Questo è il loro tempo. Questa è la loro era!


Questa volta ne ho parlato con il senatore Fernando Rossi, del movimento civico Per il Bene Comune.

Byoblu: Qualche giorno fa ho parlato del Professore Terrorista, abile deprogrammatore di menti lavate dai media. Vorrei aggiungere oggi che, nonostante non ci siano soldi sufficienti per coprire le spese vive della Polizia, gli agenti, l’attrezzatura, la benzina stessa delle volanti, Maroni spende 30 milioni di euro per mandare l’esercito nelle strade, pur non essendo perfettamente addestrato a questo scopo. Adesso le forze residue di polizia, che dovrebbero quindi essere centellinate, Berlusconi le vuole mandare nelle scuole per punire gli studenti che manifestano contro una riforma. Ma, dove stiamo andando?

Sen.Rossi: Stiamo cercando, come serve ad una… non è una dittatura, dovrei usare una parola pesante, comunque allora… ad una oligarchia finanziaria partitica che c’è nel nostro paese, di innescare la paura che serve. E’ la paura quella che consente a questo sistema di tenere il potere. Perché se la gente non avesse paura di organizzarsi, di pretendere il rispetto dei diritti, il re sarebbe nudo! E’ la paura quella che aiuta la dittatura, che aiuta il potere nelle mani di pochi, che fa aspettare il salvatore, ed è funzionale alla situazione italiana, ma non solo italiana. Gli Stati Uniti sono i protagonisti di questo elemento della paura con i loro film. C’è tutta una parte della filmografia, collegata ai servizi americani che tenta di far crescere il sentimento di paura. Quanti film hanno fatto sull’arrivo dei Russi etc… etc…

Byoblu: una volta erano gli indiani…

Sen. Rossi: Sì esatto, serve questo. Bisogna aver paura perché allora mi lasci fare quello che ti dico io, perché “ti garantisco che”… E’ evidente che i casi pur bruttissimi di furto, violenza carnale, uccisione, non sono superiori a quelli che abbiamo avuto in passato, ma oggi serve tenerli in prima pagina perché c’è non solo un mercato della sicurezza - che non é poco e poi lo dirigono e l’hanno in mano sempre quelli -, ma la gente deve avere paura, deve stare in casa, non deve socializzare. E’ utile, é funzionale al fatto che poche persone possano comandare un popolo.

Byoblu: Perché, spieghiamolo, quando una persona ha paura che cosa fa? Si chiude in casa, serra la porta e le finestre. Quando una persona ha paura, demanda a qualcun altro l’esercizio della sua facoltà di decidere. E’ questo il meccanismo che viene utilizzato. Quindi gente, non abbiate paura!

Sen. Rossi: Io sono abbastanza ateo, ma sto leggendo un libro sulle religioni e gran parte delle religioni sono basate sulla paura.

Byoblu: Ciao Fernando… Un’ultima cosa: tu hai paura?

Sen. Rossi: No, sennò non sarei qua !

Byoblu: E manco io...
Trascrizione dell'intervista ad opera di Maria Cristina Crisci.

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venerdì 24 ottobre 2008

Byoblu incontra Costantini - In Abruzzo mettiamoci la faccia!

Regionali d'Abruzzo - Byoblu incontra Costantini
prima parte


Ho incontrato Carlo Costantini. Gli ho fatto parecchie domande. Ne è uscita una prima intervista di una quarantina di minuti, che pubblicherò via via sul blog. Cercherò di incontrare anche gli altri candidati, anche se tutto dipende dalla singola disponibilità di ognuno di loro. Carlo è stato molto disponibile. Dopo l'intervista, me lo sono portato anche a Ortona. Abbiamo incontrato uno dei proprietari terrieri della zona, lo zoccolo duro della resistenza contro il Centro Oli. Ci ha spiegato per filo e per segno cosa sta succedendo. Questa, però, è un'altra storia, prossimamente su questi schermi.

Byoblu incontra Carlo Costantini - prima parte

Byoblu: "Siamo qui con Carlo Costantini, il candidato IDV alla carica di Presidente della Regione Abruzzo. Candidato unico... candidato non unico... Non si sa. Per l'IDV un dato è certo: Carlo Costantini Presidente e nessun indagato nelle liste. Ma che cosa ne pensano il Partito Democratico e l'UDC? C'è ancora un pò di maretta, ma forse ce lo può spiegare meglio Carlo"

Carlo: "Credo che la loro maretta sia una maretta tutta interna, tutta legata a giochi di potere, ad opportunità, a cariche da assegare. In Abruzzo, il 14 luglio sono stati arrestati il Presidente della Giunta Regionale, l'assessore regionale - più assessori regionali - il capogruppo regionale del Partito Democratico. E' successo un disastro che ha fotografato, al di là delle responsabilità penali che interessano i singoli, una situazione davvero devastante con un bilancio regionale che non regge più, con un debito per la sanità straordinario e davvero insostenibile per la comunità regionale abruzzese. Gli altri partiti evidentemente pensano di poter inseguire in un momento così difficile delle opportunità personali per la propria classe dirigente. Noi invece abbiamo deciso dal principio di inseguire la soluzione dei problemi, perchè i problemi possono essere risolti. Una regione come l'Abruzzo ha tutte le carte in regola per voltare pagina. Ce le ha per il suo territorio, per le risorse economiche di cui dispone, per la possibilità di sviluppare il turismo, per una economia che poggia essenzialmente su un sistema di piccole imprese che producono, fatto di persone che la mattina si svegliano con la consapevolezza di dover lavorare, di conquistare mercati e possibilità di fatturato senza nessuna assistenza da parte di nessuno. Questo è il pilastro economico della nostra regione, una regione sana, piena di valori con un popolo orgoglioso e determinato, c'è semplicemente la necessità di cambiare.
Ieri ho parlato con un economista molto noto in Abruzzo, che mi ha chiesto la riservatezza. Parlavo con lui per cercare di capire dal suo punto di vista, dal punto di vista di un tecnico, di un professionista, quale era la ricetta per l'Abruzzo. Lui mi ha risposto l'onestà. Per un economista l'unica ricetta possibile per risolvere i mali dell'Abruzzo sono l'onestà, la legalità, il ripristinare un contesto di regole all'interno delle quali tutti sanno cosa devono fare e chi sbaglia paga. Questo è mancato in Abruzzo e questo cercheremo di reintrodurre nei prossimi cinque anni.
"



Byoblu: "Ecco Carlo, nel concetto di onestà rientra il concetto di limpidezza, di trasparenza. I cittadini cioè, tra i quali io mi annovero, vogliono sapere cosa succede nei consigli comunali, nelle aule parlamentari e in molti casi questo ci è precluso perchè non è possibile filmare. Io so che tu in tal senso ti sei impegnato attivamente nel tuo programma"


Carlo: "Certamente sì! C'è una parte del programma definita amministrazione trasparente all'interno della quale assumo l'impegno di rendere pubbliche tutte le sedute, non solo del consiglio regionale ma anche di giunta ed anche le riunioni tecniche più importanti. I cittadini forse non sanno che dalla riforma Bassanini in poi gli atti di gestione più importanti, quelli che partoriscono incarichi, consulenze e prebende, molto spesso avvengono al di fuori del ristretto cerchio della politica e si trasferiscono nelle competenze dei dirigenti. Basta una detèrmina di un dirigente per produrre la devastazione del bilancio e il conferimento di un incarico che in realtà non serve. Noi renderemo trasparente la gestione dei consigli regionali, delle giunte e dicevo delle riunioni tecniche più importanti. Io voglio però fare una sottolineatura ancora più forte: non solo i cittadini non sono in grado di capire e di sapere, molto spesso anche i politici, gli stessi consiglieri regionali non sono in grado di capire e di sapere! I più grossi scandali si sono consumati in consiglio regionale attraverso emendamenti presentati a mezzanotte, all'una di notte, alle due di notte, quando non c'era la stampa a seguire le sedute, e quando non erano piu' presenti nemmeno le strutture tecniche e legislative di supporto dell'attività dei consiglieri regionali, che si sono ritrovati in tantissimi casi degli emendamenti e sono stati messi nella condizione di votarli da un momento all'altro senza avere la possibilità di comprendere un emendamento che esprimeva dizioni solo tecniche ed astratte. Gli effetti prodotti da questi emendamenti - i più grandi scandali della nostra regione - si sono cosumati con emendamenti presentati a mezzanotte e all'una di notte.
Quindi non solo c'è il problema di intervenire per rendere trasparente la gestione della Pubblica Amministrazione, ma bisogna intervenire anche sui regolamenti per il funzionamento del consiglio regionale e della giunta, perchè le proposte di disegni di legge ed anche le soluzioni emendative devono essere messe in rete a conoscenza dei cittadini prima ancora che dei consiglieri regionali, almeno con uno o due giorni di anticipo. In questo modo si consente al consigliere regionale che esercita la funzione pubblica e al cittadino di sapere per tempo le ricadute concrete dei provvedimenti che si dovranno votare. Inoltre si espone il proponente alla vergogna legata al contenuto della proposta che mette in campo in consiglio regionale, perchè molto spesso questi emendamenti si consumano attraverso firme illeggibili, attraverso frasi e terminologie che non fanno sapere assolutamente nulla.
Noi vogliamo che le persone, i consiglieri regionali che propongono, che mettono in campo proposte vergognose - ne potrei citare decine che si sono consumate in questi anni in consiglio regionale - ci mettano nome e cognome, che ci mettano anche la faccia prima che i provvedimenti vengano dati. Io sono convinto che il controllo democratico, il controllo diretto del cittadino resti il controllo più efficiente. Per l'eletto arriva sempre il momento in cui deve tornare a confrontarsi con l'elettore. Se si comporta in maniera scorretta, se mette in campo dei provvedimenti indecenti - perchè in molti casi si è trattato di provvedimanti indecenti - lo deve fare mettendoci la faccia!
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martedì 21 ottobre 2008

Quanto costano le mele in Abruzzo? Il dopo Ottaviano Del Turco.

Regionali d'Abruzzo - La casta degli elettori


Viviamo in una democrazia, ...per ora. Ci viviamo ancora, anche se viene spesso la tentazione di non crederci. E' importante mettere le sue regole al centro, perchè sono le regole che abbiamo costruito in millenni di sanguinosi soprusi, secoli di sopraffazioni, dove la prevaricazione era la normalità e il reato d'opinione era punibile con la morte. Una morte senza processo, inflitta per capriccio. Madri uccise dinnanzi ai figli con gli occhi sbarrati dal terrore. Padri, nonni appesi a una corda o trascinati per chilometri da cavalli imbizzarriti. Supplizi, torture, inquisizioni, ferri acuminati usati per sodomizzare incauti chiacchieroni e indurli a confessare, prima di essere comunque bruciati vivi

Centinai di generazioni hanno dato la vita per conquistare un insieme di garanzie che oggi ci permettono di evitare la loro stessa fine. Queste regole si chiamano separazione tra i poteri, diritti civili, diritti di cittadinanza... In una parola: democrazia. Ecco perchè è importante difenderla. Se non lo avete ancora fatto, guardatevi questo video - uno dei miei primissimi - dove la storia della democrazia viene ripercorsa in maniera scorrevole e semplice.

Eppure, anche se siamo convinti di essere all'apice dell'evoluzione, basta aprire un libro di storia per rendersi conto che non siamo che in un punto imprecisato lungo la strada della civilizzazione. Tanto è stato fatto, ma ancora di più resta da fare. Ecco perchè siamo qui.

Ed ecco perchè io sono a Pescara. In questo mese l'Abruzzo è chiamato a risorgere dalle sue stesse ceneri. Dopo l'arresto di Ottaviano Del Turco è venuto allo scoperto un sistema di corruzione pari e forse anche peggiore di quelli in auge nel corso della prima repubblica. Negli ospedali si muore più che negli stati uniti d'america, dove abita una popolazione superiore di cinque volte alla nostra, ma gli amministratori e gli uomini d'affari non possono farci niente. Sono troppo impegnati a scambiarsi sacchetti di mele. "Se vai a Palermo, non rubare le banane!", diceva Benigni in Johnny Stecchino. Ma io vi dico: "se andate in Abruzzo, non girate con sacchetti di mele!": potreste finire dentro. In Abruzzo le mele costano care, un sacchetto può arrivare anche a 5 o 6 milioni di euro. Da quando sono arrivato - ci credete? - mi sono guardato bene dal chiederle nei ristoranti.

Alla fine di novembre gli abruzzesi sono chiamati a eleggere il nuovo presidente della regione. Per settimane c'è stata una sola certezza: Carlo Costantini, candidato di Italia Dei Valori. Sul suo nominativo nessuna incertezza. Dall'altra parte, il PDL ha bisticciato fino all'ultimo prima di scegliere Gianni Chiodi, rubacchiando qua e là anche tra le file dell'UDC, cui ha sottratto il consigliere comunale di Pescara Carlo Masci. Casini ci è rimasto male, porello!
Dopo vari accordi e diversi sacchetti di mele, passati di mano da far invidia a Biancaneve, anche Chiodi - ex sindaco di Teramo, sua roccaforte - si è finalmente presentato come il candidato ad personam di Silvio Berlusconi. Il nostro monarca assoluto lo ha fatto chiamare a Roma, e dopo averlo fatto attendere per una giornata intera gli ha sussurrato all'orecchio: "Io ho scelto te". Chiodi, per sua stessa ammissione, si è liquefatto all'istante. In quel momento deve avere rimpianto di non avere il seno della Carfagna, perchè la sua sudditanza è tale - ha dichiarato che lo avrebbe aspettato in piedi anche per giorni - che di sicuro avrebbe potuto considerare anche il favore sessuale come un grande onore.
Dal canto suo, il centrosinistra ha inscenato la solita telenovela per i giornalisti: accordo sì, accordo no, accordo in forse... Poi, stanotte, conclusione della prima serie con finale a sopresa - si fa per dire -. Tutti insieme alle regionali: IDV e PD. E anche l'UDC, essendosi Pier Ferdinando molto offeso per l'alto tradimento di Masci. Ma sia ben chiaro, insiste Di Pietro: innanzittto Costantini For President, e poi nessun condannato nelle liste. Mi sembra giusto.

La partita quindi si gioca tra Costantini e Chiodi. Carlo ha aperto un blog, quasi tutti i giorni c'è un video nuovo. Gianni no: a cosa gli serve un blog, quando può contare sulle televisioni di partito, Rai e Mediaset? A mettergli i bastoni tra le ruote potrebbe tuttavia pensarci l'Authority per le Garanzie nelle Comunicazioni: si vede che anche loro hanno iniziato a informarsi su internet, perchè hanno capito che in Italia c'è un evidente squilibrio nell'informazione, in special modo nei TG nazionali. Ecco il rapporto sul monitoraggio televisivo dove tra l'altro, se volete divertirvi, scoprirete che Emilio Fede, lo scorso maggio, ha dedicato al governo un tempo di antenna - tempo di antenna = tempo di notizia + tempo di parola, dove il tempo di notizia è il tempo impiegato da un giornalista per illustrare un evento relativo a un certo soggetto politico, e il tempo di parola è il tempo in cui è lo stesso soggetto a parlare -  pari al 75,28%, contro lo 0,74% dedicato all'Italia Dei Valori, e solo nove secondi (9!!!) ai Radicali.

Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri. Byoblu ruba ai più raccontati per dare ai più ignorati, quindi in questo mese mi metterò sovente alle calcagna di Carlo Costantini e cercherò di indagare sul campo. Preparatevi, abruzzesi, perchè sarà un mese ricco di informazioni, servizi, approfondimenti, notizie fresche fresche di stagione nate On The Road, e chissà che non ci sia anche qualche sorpresa...

Non di solo Obama - Mc Cain vive il mondo. Oggi parte la Costantini - Chiodi.

Video allegati
Democrazia for dummiesL'uomo interconnesso

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sabato 18 ottobre 2008

Il professore terrorista

Pink Floyd - The Wall

Abbiamo ancora due speranze. Una è la magistratura: l’unico potere che ancora non si piega all’esecutivo di Berlusconi, per questo motivo oggetto di un’aggressione che sarebbe sospetta anche se non fosse prevista in ogni suo punto programmatico dal Piano di Rinascita Democratica.

La seconda speranza è la scuola. Noi apparteniamo alla generazione dei telelavati. Avevamo un cervello. Forse avremmo avuto anche qualche sporadica buona idea, nella nostra vita, se le radiazioni di Propaganda Due non lo avessero sterilizzato. Abbiamo chiesto a gran voce soglie di assorbimento massimo per tutte le emissioni elettromagnetiche nocive, dai telefonini ai forni microonde, ma abbiamo lasciato fuori quelle più pericolose di tutte: le frequenze dei ripetitori televisivi.

Le nuove generazioni hanno ancora qualche chance. Per questo bisogna stroncarle subito, prima che sviluppino sufficiente senso critico da non essere più manipo-labili. La Gelmini ce la sta mettendo tutta, ma bisogna capirla: abbiamo una cultura millenaria che fastidiosi insegnanti comunisti si ostinano a voler tramandare a tutti i costi. D’altronde è normale che i comunisti allevino i bambini, prima di mangiarli.

Uno di questi pericolosi insegnanti sovversivi, cui sarà presto messo il bavaglio, si chiama Paolo D’Aquino. Ha instillato un destabilizzante senso di insicurezza nei giovani polli da batteriai nostri figli –, costringendoli a riflettere.

Prima ha chiesto loro “Secondo te gli omicidi a scopo di rapina effettuati dalla criminalità non organizzata sono aumentati o diminuiti?”. La risposta unanime dei teneri virgulti è stata “aumentata”.
Incalzati dal professore terrorista a quantificare, hanno esibito una granitica certezza che tali episodi si fossero addirittura triplicati. Più che giusto: si era in pieno tam-tam mediatico sull’emergenza immigrazione.
Non contento, l’indomito cospiratore ha chiesto se i furti di auto fossero aumentati nel corso degli ultimi 20 anni. Inutile dilungarsi su quale sia stata la risposta. Analogo risultato alla domanda “secondo te gli scippi dall’84 ad oggi sono aumentati o diminuiti?”.

Fin qui tutto bene: la lezione si svolgeva in un perfetto clima tranquillizzante, stile Porta a Porta. Mancava solo il plastico di Cogne, ma questo è ovvio: la scuola non ha fondi per queste cose! E del resto non era ancora disponibile la lavagna interattiva: presto il ministero potrà inondare di plastici virtuali tutte le aule dello stivale, facendo persino a meno dei professori.

Pareva quindi il più classico degli indottrinamenti, sembrava cioè di assistere ad un’edizione del TG4, quando ecco perpetrarsi l’atto criminoso. Il fazioso sobillatore mostra un rapporto stilato niente di meno che dalla Poliziadunque una cosa affidabile – che illustra come i tre indici siano in realtà diminuiti, se non addirittura dimezzati.

Ecco che il software di virtualizzazione della realtà si fa instabile nelle giovani menti. Il loro sistema operativo sembra non rispondere a ripetute pressioni della Gelmini sul tasto ENTER. E’ qui che il docente hacker intuisce che può resettare la simulazione. Approfittando della vulnerabilità appena aperta, chiede ai ragazzi che posto occupa l’Italia in una ipotetica classifica riguardante la presenza di zingari. Subito i sistemi di backup Maroni 2.0, pensati per reggere l’infrastruttura di controllo in casi di emergenza, suggeriscono una sola risposta alla maggior parte degli studenti: “il primo posto”. Una piccola mente open source, nella quale batte un cuore Linux, grida “al quattordicesimo!”, ma viene immediatamente marcata come inattendibile e disconnessa dalla rete. L’abile insegnante deprogrammatore comprende che è il momento giusto per assestare il colpo finale, e presenta la più grande associazione che si occupa di zingari in Italia, l’Opera Nomadi, in carico dell’elaborazione dei dati sulla presenza Rom in Italia. Siamo al quattordicesimo posto!

E’ finita! Le pupille dei ragazzi, da fisse e dilatate che erano, divengono reattive e dinamiche. Subito gettano nella pattumiera i diari colmi di ritagli di Amici, e prendono a scambiarsi opinioni su come operare il risveglio sugli studenti delle classi adiacenti. Le idee circolano liberamente e il calcio scompare dalle loro conversazioni. Una pericolosa cellula di kamikaze è pronta a farsi saltare, imbottita di informazioni, durante una puntata di Matrix.

Chiunque abbia visto il professor Paolo D’Aquino, o abbia creduto di vederlo, deve recarsi immediatamente al Ministero della Pubblica Istruzione e fornire tutti i dati di cui dispone per la sua localizzazione.

Ripeto: un pericolosissimo professore terrorista si aggira libero tra le aule dei nostri figli. Dobbiamo prenderlo, vivo o morto!


Video allegati:
Canevaro: la Gelmini
sfascia la scuola

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venerdì 17 ottobre 2008

Di Stefano sulle frequenze Rai: è una presa per i fondelli!

Se andate in parrocchia, partecipate a una pesca di beneficenza e il parroco estrae il vostro biglietto, siete sicuri di tornare a casa con la vostra vaschetta di pesci rossi. Se invece spendete milioni di euro, costruite gli studi televisivi più grandi d'Europa, partecipate alla gara di concessione delle frequenze analogiche nazionali e le vincete.. siete sicuri di tornare a casa senza niente. La vasca con il pesce rosso se la tiene Mediaset. Il pesce rosso è Emilio Fede.

Il 16 dicembre il Consiglio di Stato è chiamato a pronunciarsi definitivamente sul furto delle frequenze che il governo, reiteratamente, perpetra da una decina d'anni. Mai sentenza del tribunale europeo fu disattesa da uno stato. Quella con la quale l'Europa impone all'Italia di dare a Cesare quel che è di Cesare, ovvero a Di Stefano le sue frequenze, . Attende, serenamente, su una panchina del parco, coperta di giornali e soprattutto dai giornali.
Il Ministero era chiamato in questi giorni a prendere una posizione definitiva. Doveva dire se queste frequenze le vuole liberare o no. In caso negativo sarebbe dovuto essere eletto un commissario che avrebbe deciso, il 16 dicembre. Non si capisce su cosa dovrebbe poi decidere. Sarebbe come se un pluriomicida venisse condannato all'ergastolo da un tribunale qualsiasi, e il direttore del carcere si prendesse del tempo per decidere se effettivamente metterlo in galera oppure no.

Ma ecco che, con una mossa a sorpresa, il governo annuncia di avere trovato le frequenze. Calma: il pesce rosso resta nella sua boccia. Piuttosto, vengono riorganizzate le frequenze Rai per liberarne un bouquet che copra l'intero territorio nazionale. Una canalizzazione della banda televisiva VHF già prevista per il 2012, che potrebbe essere anticipata a metà 2009 per creare dal nulla un orticello di etere anche per Di Stefano.

Volete prima la buona o la cattiva notizia? Quella buona è che Europa7 potrebbe forse trasmettere. Quella cattiva è che pesce-rosso-Fede resta saldamente ancorato alle sue frequenze, nonostante abbia perso la gara di concessione governativa quando la terra era ancora percorsa da mandrie di brontosauri.

Anche su quella buona ci sono però diverse perplessità. La decisione sembra essere stata presa dall'Authority. Non è ancora chiaro come sia possibile tecnicamente sottrarre queste frequenze a Rai Uno, la quale - detto per inciso - reagisce ufficiosamente con queste parole: "Questi sono pazzi". Pare infatti che la soluzione sia talmente arzigogolata e complessa da essere pressocchè inattuabile: un delirio tecnologico. Il pacchetto lanciato dall'altra parte del muro ministeriale ha tutta l'aria di una polpetta avvelenata. Infatti, se il governo finge di porgere una soluzione, il Consiglio di Stato non ha più alcuna necessità di prendere una decisione. Se poi questa soluzione non si dovesse riuscire ad attuarla nel concreto, bè.. e che ci volete fare? Loro ci hanno provato, porelli! Vorrà dire che si perderà qualche altro anno a studiare una soluzione alternativa...
Bisogna dirlo chiaro: non ci sono soluzioni alternative. Il pesce rosso deve essere tolto dalla boccia. Se necessario, compreremo un gatto.

Nel frattempo, ho chiesto personalmente a Francesco Di Stefano se fosse contento. Le sue testuali parole sono state: "E' una presa per i fondelli !!".

Ognuno ha il suo modo di esprimere soddisfazione, d'accordo. Questo è però davvero molto folkloristico. Per dissipare ogni dubbio, mi sa che mi toccherà tornare a Roma e filmarlo mentre balla e canta dalla gioia.


Video allegati:
Byoblu incontra Di Stefano
Prima Parte
Byoblu incontra Di Stefano
Seconda Parte
Byoblu incontra Di Stefano
Terza Parte

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mercoledì 15 ottobre 2008

A chi serve davvero il nucleare civile.

Angelo Baracca parla di commistione tra nucleare e militare

"L'elettricità? In una centrale nucleare non è che un sottoprodotto" - Amory Lovins, fisico.

Il nucleare civile serve a quello militare. Gli strumenti progettuali e le conoscenze tecnologiche per le applicazioni pacifiche sono derivati dal know-how militare. Le tecnologie per il trattamento dei materiali fissili sono facilmente convertibili da scopi militari a civili e viceversa. Costruire centrali nucleari è sempre stata una comoda strada per ammortizzare i costi del nucleare militare. Non solo: il nucleare civile a sua volta favorisce la proliferazione orizzontale del nucleare militare. Si tranquillizza il mondo con l'obiettivo dichiarato di costruire un impianto civile, e così si può lavorare in pace alla costruzione di testate nucleari.

In un paese civile, l'attuazione di una politica di riarmo nucleare dovrebbe superare tutta una serie di ostacoli, non solo di tipo internazionale, ma anche di tipo interno: l'opposizione parlamentare e popolare, l’aumento delle spese militari, la resistenza degli Enti Locali e dei cittadini alla costruzione degli impianti di fabbricazione del combustibile, dannosi per la popolazione e per l’ecosistema. In Italia l'opposizione parlamentare è un problema in meno. Non esiste. Inoltre, la popolazione non resiste. Gli italiani sono come una bella donna dal parrucchiere: la testa sotto al casco ad occuparsi di bigodini. Il loro problema è lasciare seccare lo smalto mentre sfogliano una rivista per scegliere il colore delle tende! Tra poco non avranno più tende, e i parrucchieri costeranno troppo. Allora forse saranno tutti più brutti, ma almeno saranno incazzati!

Grazie al programma nucleare civile si evitano tanti problemi. Tutto diventa più facile, compresi l'arricchimento dell'uranio - necessario per fabbricare combustibile per le centrali a U-235 - e l’approvvigionamento del plutonio. Le centrali nucleari producono plutonio come scarto. Si ritrova, in percentuale variabile, nelle scorie radioattive.

1 kg di plutonio - una pallina da ping pong - ha la potenza di 20.000 tonnellate di tritolo, quanto basta per distruggere una città. Per una bomba H si impiegano, in media, 5 kg di plutonio. Una centrale elettronucleare di 1.000 megawatt produce circa 250 kg annui di plutonio da cui si possono ricavare 40-50 bombe atomiche.

Il nucleare civile è un ottimo paravento che permette di lavorare indisturbati sul nucleare militare. Grazie ad esso, chiunque può acquisire la tecnologia, il combustibile ed il personale adatto per fabbricare ordigni nucleari, senza essere costretto a dichiarare un programma esplicitamente militare. Così ci arrivarono l'India e il Pakistan, come pure Israele. L'Iran viene accusato di accampare la scusa del nucleare civile per raggiungere i suoi traguardi militari. L'Iran è cattivo, il Brasile invece no. Anche se ammazza la gente nelle piantagioni di canna da zucchero per assicurarci l'alcol. Anche se commercia in uranio arricchito. Il Brasile è buono. E poi c'è stato Pelè, Ronaldo... Vuoi mettere?

La tecnologia nucleare ha costi enormi. Le centrali nucleari servono ad ammortizzarli, riducendo i costi del plutonio per uso militare. La ricaduta civile del nucleare militare riduce l'enorme saldo negativo che gli armamenti inducono nel bilancio dello stato. Ecco quindi che le potenze nucleari impongono il nucleare civile ai loro tirapiaedi. Il nucleare civile sostiene economicamente il nucleare militare. Così, le centrali nucleari si trasformano miracolosamente in una panacea che apporta progresso e benessere.

Anche se fosse l'energia meno costosa in circolazione - il chè non è –, e anche se fosse completamente sicurail chè non è - resta una soluzione eticamente inaccettabile.

Come direbbe qualcuno in un altro contesto: una proposta irricevibile. ll nucleare tuttavia ha un solo, grande vantaggio: è parte integrante del piano d’azione più applicato della storia: il Piano di Rinascita Democratica. E oggi a decidere è il Discepolo 1816.


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lunedì 13 ottobre 2008

Firma la petizione: no al nucleare, sì al sole. Per il bene comune.

  Ci sono grosse novità. Da giovedì sera potrei essere a Pescara, per una quarantina di giorni. Il progetto? Ve lo svelerò a tempo debito!
  Vi ricordo che è finalmente attiva anche la donazione con Carta PostePay.

Guarda l'intervista a Michele Boato
e firma la petizione per dire no al nucleare

Ci sono scelte semplici. Si prendono tra una soluzione molto conveniente e una del tutto sconveniente. In realtà sono non scelte. Scegliere implica decidere. Decidere, anche etimologicamente, significa operare una recisione. E recidere, ovvero tagliare i legami, costa dolore. Una scelta facile è un’ovvietà, non costa nessuna fatica. Quindi è un senso unico, una direzione obbligata. L’altra soluzione in realtà non è tale, un po’ come gli altri candidati alle ultime primarie bluff del PD meno L. Non erano primarie: erano secondarie. L’unico candidato era Veltroni. L’unico a presentarsi ovunque, dalla televisione ai giornali. Un anticipo del Veltrusconismo moderno, la consacrazione della casta in un unico e definitivo movimento: Per il Male Comune. Il Male Nostruum, nel senso che è il nostro male.

Poi ci sono scelte complesse, o meglio: Scelte. Quelle vere. Si prendono tra due soluzioni che devono essere vagliate attentamente. Costano dolore. Il dolore è dovuto proprio al fatto che si deve abbandonare una strada a favore della seconda, anche se la prima aveva dei vantaggi, ai quali bisogna saper rinunciare. Se facciamo passare una scelta vera, che è cosa complessa, per una non scelta, cioè per una scontata ovvietà di cui non vale la pena parlare, allora abbiamo un problema.

Sarà un caso che il Piano di Rinascita Democratica prevedesse esplicitamente il ritorno al nucleare, insieme all’utilizzo dell’esercito e all’attacco frontale alla magistratura? Sarà un caso che gli esponenti della loggia massonica deviata Propaganda Due oggi siano al governo e stiano riproponendo il piano del grande maestro Licio Gelli? Forse…

Quello che è certo, è che stiamo facendo passare la scelta tra il ritorno al nucleare e gli investimenti in energie rinnovabili come un’ovvietà, una non scelta. Ergo abbiamo un problema.

Per tentare di risolvere questo problema, il movimento civico Per il Bene Comune lancia un sasso nello stagno, agita disperatamente le braccia dal deserto cui è ridotta l’informazione, cercando di richiamare l’attenzione dei soccorsi. I soccorsi siamo noi, l’opinione pubblica. Dobbiamo dare vita ad una nuova Notte Dei Cristalli, solo che  non sono i cristalli delle vetrine dei negozi a dover essere distrutti, ma i cristalli dei televisori, gli schermi delle tv al plasma, gli LCD che diffondono verità programmate trent’anni fa. Ci vuole un rogo come quelli accesi nelle notti di maggio del 1933, ma al posto dei libri dobbiamo bruciare i telecomandi. Dobbiamo cominciare subito. Se andate a fare visita a un amico, togliete di nascosto le pile ai suoi telecomandi. Tagliategli il cavo di alimentazione del televisore, senza farvi vedere. Darà la colpa a un topo. Non un topo di biblioteca, no... Un topo di internet! I topi hanno incisivi fortissimi. Devono quindi incidere. Fate lo stesso con mamma, papà, zii, nipoti. Dove passate voi, non un solo tubo catodico deve restare acceso. Per Natale, regalate chiavette USB con il collegamento a internet. Sotto l’albero, fate trovare un modem. Se siete poveri, regalate un file zeppo di bookmarks di siti interessanti. Liberiamo l’informazione oppressa dalle catene dei media. Che corra libera e selvaggia nelle praterie di bit.

Cominciate subito: firmate e fate firmare la petizione per dire no al nucleare. Non possiamo più stare a guardare. I nostri bambini non se lo meritano.



video allegati

Il no al nucleareFotovoltaico per tuttiSOS fotovoltaico

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sabato 11 ottobre 2008

Andrea Canevaro: la Gelmini demolisce la scuola e crea sudditi docili.

  Su richiesta di molti di voi, ho attivato la donazione mediante Carta PostePay.
  Presto vi farò vedere cosa ho fatto dei primi soldini.

Guarda l'intervista telefonica a Andrea Canevaro,
il pedagogista membro dell'Osservatorio sull'Integrazione Scolastica
che si è appena dimesso.

Cosa sia normale e cosa no, è una questione filosofica di non facile soluzione. Normale non implica giusto. Tra i militari delle SS, durante la seconda guerra mondiale, era normale vessare e bruciare gli ebrei. Questo significa che fosse anche giusto? In uno sperduto villaggio turco, al confine con la Siria, vivono uomini quadrupedi, afflitti dalla Sindrome di Uner Tan, dal nome del professore che li ha scoperti. Nella loro famiglia, loro sono certamente normali. E’ dunque giusto che se ne vadano in giro a quattro zampe? Se avessero figli che camminano eretti, dovrebbero considerarli anormali?

Spesso le anomalie nascondono una chiave evolutiva vincente. L’uomo di Neandertal aveva il naso grosso. Poteva disperdere il calore più velocemente. Questo lo rendeva estremamente adatto a vivere nell’Europa dell’Era Glaciale. Se disperdi il calore in fretta, è meno probabile che tu possa sudare. Credetemi: quando fuori fa un freddo cane, se avete il sudore che vi si ghiaccia addosso avete un problema!

La scuola ha il compito di educare. Educare significa far venire alla luce qualcosa che è nascosto. Ognuno nasconde il suo tesoro in un luogo diverso. Per questo non può esistere una scuola che si prefigge di uniformare i bambini. Quello che funziona per me non funziona per te, addirittura può essere controproducente. Qualsiasi scienziato vi spiegherà che alla base della vita si pone il concetto di diversità. La diversità degli individui di un gruppo è la sola strategia possibile per allontanare la fine. E’ solo attraverso il continuo sacrificio del diverso che la vita trova nuovi sentieri da battere. La diversità è un valore cui dedicare tutta la nostra attenzione.

Ci sono bambini con Bisogni Educativi Speciali. Non devono essere isolati, ma integrati. Educare la società all’integrazione significa iniziare dai nostri figli, insegnando loro a vivere in una realtà variegata e multicolore. Quando saranno cresciuti, sapranno rispettare tutti i modi in cui si esprime la vita. Anche se faranno i fotografi per conto della Disney al Carrefour di Assago.

Andrea Canevaro e Dario Ianes hanno speso una vita per i bambini con Bisogni Educativi Speciali. Fino a pochi giorni fa, erano parte dell’Osservatorio sull'Integrazione scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione. Poi, di comune accordo, hanno dato le dimissioni dall’incarico. Ho chiamato Andrea al telefono. Ecco cosa ci siamo detti.

Byoblu: «Andrea, potresti spiegare in cosa consiste l’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica

Andrea: «L’Osservatorio è stato costituito, perchè la legge prevede che esista, dal Ministro della Pubblica Istruzione. E’ costituito da persone che si occupano professionalmente di persone con bisogni speciali, che vanno a scuola e che hanno nell’integrazione nella scuola il loro  percorso per il progetto di vita. Ha un compito, quello di tener conto della realtà, ma soprattutto della realtà che nasce, cioè quella che non è ancora espressa, dei bisogni, e quindi dei bisogni che forse non sono ancora espressi totalmente. Deve tener conto di quelli che sono già dei consolidati, che non possono essere demoliti, ma deve anche soprattutto capire come far meglio. Non far peggio è già un bel traguardo! Far meglio sarebbe auspicabile.»

Byoblu: «Da quanto tempo esiste l’Osservatorio?»

Andrea: «Io ho fatto parte di un primo osservatorio che aveva come coordinatore Sergio Neri. Se mi domandi le date precise non le so, ma stiamo parlando di epoche remote. Il Ministro dell’Istuzione era Berlinguer. »

Byoblu: «Tu ne sei quindi un membro storico.»

Andrea: «Ho avuto una sola interruzione, quando il Ministro Moratti fece un nuovo Osservatorio. Io, come tutti gli altri che facevano parte dell’Osservatorio di allora, non ricevetti neanche due righe per dire ‘Il vostro compito è finito, vi ringrazio’. Sapemmo poi da fonti esterne che c’era un nuovo Osservatorio di cui non eravamo parte. Allora io questa volta ho pensato, con il collega Ianes, di non subire gli eventi, ma di precederli se possibile. Prima di tutto facendo una constatazione, cioè che mi pare che le cose procedano in modo tale  il tema Integrazione di Soggetti con Bisogni Speciali nella Scuola sia accompagnato da una politica più generale che non ha coerenze. Si mettono in difficoltà soggetti che provengono da altre culture. Se si parla di integrazione dei disabili, bisogna evitare che diventi un’operazione quasi privilegiata dei disabili. E’ come se uno avesse il lavoro solo se è disabile. E’ successo purtroppo nella nostra storia italiana che ci sono state false certificazioni. falsi disabili proprio per ottenere il lavoro. Era più semplice, ma queste sono anomalie che vanno corrette. E allora già ho rilevato questa operazione molto complicata, e l’ho fatto tenendo presente anche un aspetto che mi sembra molto interessante, e cioè: era uscito in quei giorni la traduzione italiana di un volume di uno scrittore, uno studioso statunitense, Philip Zimbardo, che aveva a suo tempo fatto una sperimentazione che lo aveva spaventato [ndr: The Stanford Prison Experiment, 1971], nel senso che aveva messo delle persone assolutamente normali, cittadini, studenti universitari, che avevano una vita tranquilla a fare il carceriere, e altri li aveva messi nel ruolo di carcerati, in una simulazione che era fatta come si fanno le cose negli Stati Uniti, con molte disponibilità, quindi  un carcere modello se vogliamo. Aveva visto con sbigottimento e un certo raccapriccio, che ci faceva il carceriere prendeva talmente sul serio il proprio ruolo finto, da diventare crudele. Io avevo da gestire delle cose per lui, che voleva condurre l’esperimento, ma non riuscendo più a gestirlo hano chiuso tutto. Con questo volevo ricordare che creare dei ruoli di controllo degli altri con delle gerarchie, e dare continuamente messaggi di tolleranza zero, significa qualche cosa che poi diventa incontrollabile, molto pericoloso per chi dovrebbe tenere conto che lavora per il bene comune.  Ci sono fior di studi in proposito, si finisce per mettere in moto una dinamica che non si riesce più a fermare.»

Byoblu: «Nella sostanza potresti spiegarci quali sono le linee guida di questo ministero della Gelmini

Andrea: «Dunque, Claudio, le linee guida di questo ministero a me sembra che siano soprattutto quelle di cercare di demolire il sistema pubblico scolastico. Questo mi sembra che sia l’elemento principale. Per farlo meglio ci sono anche delle manovre diversive. Si attira l’attenzione di tutta Italia sui grembiulini, sul maestro unico, su cose che sono anche importanti, ma non sono il nocciolo della questione. Il nocciolo della questione è quello per esempio della contrattazione individuale. Ogni scuola può contrattare l’insegnante individualmente. Spariscono i contratti collettivi. Sparisce la rappresentanza sindacale [ndr: anche la lotta alle rappresentanze sindacali era un obiettivo dichiarato della P2], sparisce il sistema pubblico insomma, nella sostanza. Una volta che è demolito, la ricostruzione è complicata, complicata. La demolizione è fatta con queste manovre di distrazione, ed è portata avanti molto rapidamente, ormai è fatta

Byoblu: «Qualche giorno fa, tu e il professor Dario Ianes avete dato le dimissioni, corretto?»

Andrea: «Sì, bravo. Io ho avuto, e penso che anche il mio collega Dario, manifestazioni di solidarietà, e in alcune di queste notavo anche un senso di disastro: ‘Siamo arrivati al disastro: anche tu ti dimetti!’.  E allora ho voluto precisare, ed esprimo cose che anche il mio collega condivide, dato che ci lega una profonda e fraterna amicizia, che noi abbiamo voluto non tanto dire ‘Non lavoriamo più!’, quanto dire ‘Attenzione: la distanza si allarga tra il sentirsi al servizio di chi cresce e il sentirsi al servizio del Ministro’. E allora se si allarga troppo a un certo punto io devo scegliere. A chi do retta? Io do retta a chi cresce

Byoblu: «Andrea, la rete di Byoblu.Com si sta chiedendo se secondo te, dietro al disegno della Gelmini, ci sia solo la necessità di tagliare un settore considerato in perdita, non strategico, o se invece non ci sia un piano volto a indebolire le future generazioni di cittadini individui, rendendoli più ignoranti e quindi controllabili di quanti invece dispongono di strumenti culturali per conoscere, informarsi, giudicare e scegliere. E’ ipotizzabile questo, secondo te?»

Andrea: «Io direi di , che questa seconda ipotesi è possibile. Io non conosco personalmente la ministra, ma non credo che sia del tutto consapevole di questo, ma è un indotto. E’ l’indotto che sta dominando, che è quello appunto di avere sudditi docili. Per me è stato rivelatore il Primo Ministro, quando appoggiando la Gelmini, ha parlato anche di un investimento massiccio. Quasi a dire: attenzione, non è che noi non daremo fondi alla scuola, ma investiremo in attrezzature. Avremo lavagne interattive, eccetera. Io dico: son più docili le lavagne interattive che non i docenti che litigano, che hanno bisogno di essere ascoltati, che hanno delle rappresentanze sindacali. Non credo che le lavagne interattive avranno rappresentanze sindacali. E’ sicuramente più semplice il governo delle lavagne interattive. Oltretutto si fa un investimento: qualcuno che produce le lavagne ne esce arricchito. Anni fa c’erano i corsi per gli Insegnanti di Sostegno. Erano affarismo di bassa lega, in confronto era una roba da dilettanti in affari. Si facevano molte furbate. Per esempio, le prove di selezione per entrare costavano anche quelle, e avevano l’abitudine di disporle in modo tale che facevano legna su tre prove se facevano corsi uno vicino all’altro. Tutti correvano, c’era una truppa di persone che correva da un posto all’altro a fare queste prove, pagava la tassa per la prova, e la pagava tre volte. Ma questo, appunto, era un mercato da poveracci. Adesso passiamo a un mercato un po’ più consistente, perchè le lavagne interattive tra qualche anno avran bisogno di essere sostituite da  trovate molto più efficienti. Quindi si ricomincia daccapo.»

Byoblu: «Andrea, hai ricevuto qualche comunicazione dal Ministero, qualche reazione?»

Andrea: «No. No e non me l’aspetto, perchè mi pare che lo stile sia quello di non curarsi di gente come noi

Byoblu: «C’è stata una qualche reazione dei media?»

Andrea: «Alcune persone che conosco, che lavorano in giornali, mi hanno chiesto di poter comunicare, di potermi intervistare. Altre persone come te, che non conoscevo e mi fa piacere di averti conosciuto, mi hanno interpellato. C’è ancora la possibilità di essere ascoltati da qualcuno.»

Byoblu: «Sei ottimista o pessimista per il futuro?»

Andrea: «Guarda, io sono piuttosto ottimista nel senso che ho l’impressione che un’attività come quella che stanno producendo sia talmente destinata al fallimento, che fallirà! Certamente però ogni fallimento è doloroso. Questo certamente. Adesso faccio un paragone esagerato, ma se avessi vissuto in epoche hitleriane e qualcuno mi avesse chiesto ‘Sei ottimista?’, avrei risposto ‘Certo, perchè non può che finire.’. Con che tragedia però finiscono queste cose! »

Byoblu: «Andrea, ti ringrazio tantissimo di avere parlato con noi.»

Andrea: «Grazie a te, Claudio. Io ho parlato con la libertà che per ora mi sento di avere. Perchè dovrei usare delle prudenze alla mia età? Permettetmi almeno di essere tranquillo e sereno

Byoblu: «Guarda, dopo le esternazioni di Cossiga che si fa scudo della sua età, le tue sicuramente sono perle di saggezza

Andrea: [ride] «Grazie Claudio, buon lavoro!»



I vostri video

Perchè manifestiamo contro la Riforma Gelmini


Video affini

La storia di Barbara al Carrefour di Assago

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