le intuizioni ovvie di claudio messora

venerdì 30 novembre 2007

I nostri figli Rom: dibattito

Pubblico una mia breve risposta a Ivan, che su YouTube si fa chiamare mammadiantonio, relativamente ad un suo commento sul videopost di denuncia per quanto riguarda la situazione dei Rom.

Ogni opportunità di confronto, ripeto: ogni opportunità di confronto, soprattutto e specialmente con chi la pensa diversamente da noi, è positiva, se è condotta costruttivamente e senza offesa.
Quando si accetta il confronto, ci si accorge il più delle volte che la contrapposizione è spesso labile, ostacolata solo dalle parole usate di getto, come armi di cui non si conosce la reale pericolosità.

Per questo motivo i commenti negativi sono forse anche più accetti di quelli positivi, perchè stimolano la discussione. Con la discussione una società cresce; senza confronto, una società muore.




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martedì 27 novembre 2007

Il Diavolo paga le tasse ?

La Commissione Tributaria ha richiesto a una prostituta ben 70.000 euro a titolo di compenso forfettario per il suo reddito clandestino.
La cifra contestata a Valentino Rossi la scorsa estate era di gran lunga superiore: un milione di euro per aver cavalcato, in nero, poche centinaia di cavalli. Neppure lontanamente paragonabili a quelli montati dalla nostra Maria Maddalena, peraltro tutti stalloni! Con dei semplici ronzini infatti non avrebbe guadagnato abbastanza per comprarsi ben sei case a Milano, tra cui un lussuoso appartamento di 130 mq in centro.

Questi maneggi rendono!


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Fare il campione di moto è però una professione che gode di un certo inquadramento lavorativo. Cosa prevede invece la legge in quanto a regime di tassazione per l'esercizio della prostituzione? Il mestiere più antico del mondo sarà anche quello più regolamentato?

In molti paesi europei le operatrici sessuali, essendo regolarmente assunte, ricevono un'adeguata copertura sanitaria, esercitano in ambienti protetti e confortevoli, pagano i contributi e come tutti hanno diritto alla pensione.

In Italia, invece, siamo tolleranti: esercitare il meretricio non costituisce reato. Queste ragazze da noi sono libere!
Libere di affollare le strade, buie e solitarie o trafficate come le vetrine allo zoo, torride d'estate o gelide d'inverno, alla mercè degli sfruttatori dell'est come dei malati di mente.
Con invidiabile coerenza non riconosciamo la prostituzione come un lavoro, non garantiamo nessun diritto e nessuna tutela ma a quanto pare esigiamo lo stesso le tasse.
Ecco cosa intendeva dire Padoa Schioppa asserendo che "le tasse sono bellissime": è bellissimo prenderle, senza dare però!

Se la prostituzione è un'attività moralmente degradante, dovremmo vergognarci di prendere soldi dalle ragazze squillo. Anche perchè, a questo punto, di coerenza in coerenza si dovrebbero tassare anche gli spacciatori: quelli sì che di soldi ne fanno girare. Certo, poi il prezzo della neve si alzerebbe anche per i parlamentari, ...perchè darsi la zappa sui piedi da soli? Cosa ne dite allora dei trafficanti di organi? Un bel rene nuovo potrebbe costare centomila euro.. più iva!

C'è poi una questione che vorrei porre direttamente a Sua Santità.

Come tutti sanno, insieme alle tasse è possibile devolvere l'otto per mille dell'IRPEF a favore di una confessione religiosa tra quelle selezionate. Tuttavia, sono in pochi a sapere come funziona davvero il meccanismo.

Facciamo un esempio: se io pago mille euro di IRPEF, e barro la casellina "Avventisti del settimo giorno", non sto davvero inviando a questi signori otto euro: sto semplicemente votando per una ripartizione generale. Lo stato distribuirà l'otto per mille del gettito IRPEF complessivo in maniera proporzionale al totale delle preferenze espresse.
Anche i soldi di chi non ha espresso alcuna preferenza!

Questo meccanismo, in base agli ultimi dati ufficiali, ha fatto sì che pur avendo solamente il 34,56% delle preferenze, la Chiesa Cattolica abbia potuto incamerare l'87,25% della quota disponibile (fonte: Wikipedia).

Qual'è la destinazione d'uso che la Santa Sede dovrebbe fare di tale contributo, che nel solo 2005 è stato di 1021 milioni di euro? Gli accordi dicono chiaramente che deve essere impiegato per esigenze di culto della popolazione, di
sostentamento del clero - gli stipendi dei preti -, e per interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi del terzo mondo.

Ma veniamo alla domanda.

Maria Maddalena, che nella sua vita è stata ispirata dal demonio, ora dovrà pagare settantamila euro di tasse. Produrrà un gettito IRPEF?
E quale che sia l'uso che di tali denari verrà fatto, Sua Santità, ritiene accettabile che la Chiesa Cattolica, pur condannando il mercimonio del corpo femminile, risulti destinataria anche solo in parte dei proventi di tale traffico?

Non è un po' come chiedere la tangente al diavolo?

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lunedì 19 novembre 2007

Adesso basta! Li abbiamo uccisi noi.

Rogo romE' inutile che giriamo la faccia dall'altra parte. E' inutile nascondersi dietro la xenofobia o fare della sociologia spicciola. Per favore non tiratemi fuori i fatti di cronaca, i furti, gli omicidi, gli stupri, la droga e la tratta delle schiave, perchè sono sicuro che nessuno di noi sarebbe altrettanto spocchioso e sicuro di sè dove fosse costretto a dire le stesse cose guardandoli dritto negli occhi, questi padri e queste madri che non hanno studiato la Divina Commedia, perchè loro nelle bolge dantesche ci vivono tutti i giorni, perchè l'inferno è la loro casa. La loro casa che brucia e li arrostisce nella loro sporcizia, come spiedini al forno, come teneri agnelli da latte carbonizzati vivi, arsi dall'indifferenza e da uno stato di diritto che i diritti non li da: li prende senza neppure essere capace di fare rispettare i doveri.


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Li abbiamo uccisi noi questi bambini di tre, quattro anni. Li abbiamo bruciati con la nostra caccia alle streghe, con la nostra indifferenza, con la nostra debolezza, perchè ci affacciamo alla finestra e le vediamo, queste baracche dove i topi avrebbero schifo a vivere, queste catapecchie di fortuna dove per sopravvivere si bruciano anche i copertoni dei camion, dove il bagno è un buco per terra, dove il sole non è un fratello, ma è solo la speranza che non piova, perchè quando fuori infuria la tormenta e noi ci crogioliamo nei nostri piumoni, davanti al Grande Fratello, qualcuno laggiù lotta per salvare il pane e i suoi quattro stracci chè non se li porti via il fango e la melma che scorrono tra le gambe.

Li abbiamo uccisi noi, perchè a nessuno deve essere permesso di vivere in queste condizioni. Uno stato degno di chiamarsi tale deve poter dare un'abitazione decorosa a tutti, oppure respingerli alle frontiere.

Permettere questi campi di sterminio dove si consuma l'apocalisse del terzo millennio, sotto ai nostri occhi indolenti e indifferenti, è degno di una società malata, spiritualmente corrotta e decadente, ormai avviata al tramonto.

I loro figli morti sono la nostra vergogna. Sono il macigno sul nostro petto, il marchio della nostra infamia; devono tornare a popolare i nostri incubi. Dobbiamo averli negli occhi ogni volta che guarderemo gli occhi dei nostri figli, ai quali non permetteremmo neppure di sporcarsi le mani con quello di cui loro si sono nutriti nella loro breve, triste, sfortunata piccola vita.

Non sono loro, gli assassini.
Gli assassini siamo noi.

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venerdì 16 novembre 2007

Confindustria trema: Dio, per mano del senatore Antonione, manda la Class Action!

Il senato con 158 voti favorevoli, 40 contrari e 116 astenuti ha approvato l'introduzione della Class Action anche in Italia, che dovrà essere resa operativa entro 180 giorni.


In realtà i voti favorevoli sarebbero stati solo 157, equilibrando così quelli contrari, ma il senatore di Forza Italia Roberto Antonione ha sbagliato a votare (ha pigiato il bottone verde invece che quello rosso: vedi a cosa può portare l'odio per un colore?), dando così la spintarella che mancava.
Silvio Berlusconi aveva chiesto ai senatori di dare una spallata al governo, e in effetti Antonione la spallata l'ha data, ma ha sbagliato lato.
Lui si autodefinisce un pirla e vuole dimettersi, ma sono sicuro che provocherebbe un'ondata di indignazione popolare.

Sì, perchè per tutti noi ormai il senatore Antonione è un eroe. Se avremo la Class Action, lo dovremo senz'altro a lui!


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Tanto per capirci, facciamo un esempio concreto.

Agosto 2007: esce l'ultimo Smart Phone Nokia, l'E90, altrimenti detto Communicator. Moltissime le segnalazioni di malfunzionamento.

Da una rapida ricerca si scopre che lo smart phone sembra avere difetti strutturali, alcuni dei quali difficilmente rimediabili. Intere partite di E90 lasciano in panne i legittimi proprietari, che non hanno comunicazioni sui tempi di restituzione nè sulla conformità del prodotto riparato alle aspettative.

Hanno, insomma, a tutti gli effetti accordato un prestito di 900€ alla Nokia, la quale tuttavia non riconosce interessi sul capitale intascato.

Le lettere di protesta fioccano come neve ai poli, i centralini fumano come pozzi petroliferi in fiamme, le operatrici tergiversano come verginelle al ballo delle debuttanti e le risposte, le sole che servono, dopo mesi sono più inafferrabili di Arsenio Lupin.

Quali possibilità aveva fino a ieri un consumatore in queste condizioni? Nessuna, a parte logicamente intentare una causa individuale, ma ve lo immaginate il fantozziano avvocato del signor Rossi che si presenta in aula contro l'armata dello studio Squali & Pittbulls messa in campo dalla Nokia?

Fra 180 giorni invece, se le cose non saranno cambiate, i cittadini che hanno acquistato un E90 potranno intentare una causa comune: potranno cioè dare vita ad una Class Action.
La legge, si sa, è uguale per tutti, ma adesso sarà un po' più uguale, perchè potendo condividere le spese legali sarà possibile avvalersi della stessa potenza di fuoco finora esclusivo appannaggio dei grandi soggetti giuridici.

Sembra una cosa buona. Sembra una cosa democratica.

Eppure, c'è qualcuno a cui l'idea che i cittadini possano far valere nel concreto i loro diritti proprio non va giù. E chi se non la Confindustria? Sentite cosa dichiarano.

"E' un atto di grave ostilità verso le imprese, un provvedimento rozzo che espone le imprese italiane a un pesante disincentivo per gli investimenti e i loro lavoratori a gravi rischi, in un paese già agli ultimi posti in Europa per attrazione di capitali stranieri".

Ragioniamo.

Se la possibilità di rivendicare i propri diritti è un atto di grave ostilità verso le imprese, allora significa che rinunciare a questa rivendicazione è un atto di estrema amichevolezza, e non mi risulta che sia mai stato considerato tale. Qualcosa non torna.

E ancora: se la possibilità che i consumatori possano chiedere, ed ottenere un'equo risarcimento per i danni subiti disincentiva gli investimenti di capitale straniero, allora bisogna dedurne che gli investitori sono interessati a far confluire i loro capitali solo dove possono fregare la gente impunemente. Siamo interessati a denaro investito a questo scopo?

Sul fatto poi che potersi rivalere su un'azienda possa esporne i lavoratori a gravi rischi potremmo discutere. Probabilmente, al contrario, i lavoratori vedrebbero accrescere un genuino e proattivo interesse nei confronti dell'eticità dei loro datori di lavoro, sottoponendoli quindi a una pressione interna, oltre che a quella dell'opinione pubblica. Finalmente per un'azienda diverrebbe più conveniente trattare bene i suoi clienti piuttosto che prevaricarne i diritti.

Confindustria, Forza Italia, An, Udc e tutti coloro che hanno espresso pareri e voti a sfavore, probabilmente trovano disdicevole che un fornitore debba misurarsi con una massa di consumatori non più inerme agnello sacrificale, ma soggetto giuridico di pari importanza.
Già: se adesso anche gli acquirenti possono difendersi, e magari anche vincere, allora che fine ha fatto il caro bel paese dei balocchi di una volta, ricco di succosi frutti inanimati da spremere fino al nocciolo?
Probabilmente Montezemolo e soci trovano sconfortante dover pagare di tasca propria i loro sbagli, laddove fino ad oggi potevano misurarsi con la sola logica del profitto, facendosi abile scudo di rapporti di forza lapalissianamente squilibrati.

Senatore Antonione, sursum corda ! Lei non è un pirla, lei è un eroe, guidato da una mano superiore.

Segno questo che perfino da lassù, nell'alto dei cieli, nonostante le coltri grigiastre dell'inquinamento, ancora qualcosa si riesce a intravedere.

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mercoledì 7 novembre 2007

Chiedo scusa agli italiani. Votai per Silvio!

Era nell'aria, me l'aspettavo. Una imperdibile chicca facilmente prevedibile, oserei dire annunciata.
La morte di Enzo Biagi, con la sua inevitabile scia di epitaffi retorici e non, doveva per forza di cose vivere il suo momento clou, l'apice dello show. Qualcuno prima o poi avrebbe dovuto chiedere a Silvio Berlusconi di rilasciare una dichiarazione. Silvio non si è fatto trovare impreparato all'appuntamento.


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Sentite cosa è stato capace di dire ai microfoni di mezza Italia.


Io non ho mai emesso alcun Editto Bulgaro. Io ho solo chiesto al consiglio di amministrazione della Rai che non venisse più fatto un uso criminoso della televisione di stato. Non ce l'avevo con nessuno in particolare.

Questa poi. Che faccia di tolla! Come se non lo sapesse nessuno che la RAI è il braccio mediatico della maggioranza. Sarà per questo che di lì a pochissimo Michele Santoro, Daniele Luttazzi ed Enzo Biagi sono spariti per non fare mai più ritorno, con la sola eccezione di Santoro e solo di recente?

Di più, Silvione incalza portando ulteriori prove come frecce al suo arco: in 25 anni di televisione [ndr: a Mediaset] non ho mai avuto bisogno di reprimere alcun comportamento criminoso.

Lo credo bene, Silvio! Chi avresti dovuto rimuovere? Quel sovversivo spirito libero di Emilio Fede? Magari avresti dovuto mettere il bavaglio a Striscia la Notizia, che con la sua satira graffiante dispensava a destra e a manca servizi sarcastici secondo il più alto senso della par condicio?

Già... vogliamo parlare della par condicio di Striscia negli anni in cui eri Presidente del Consiglio? Parliamone.

Ricordo che i servizi che ironizzavano sulla sinistra si basavano su elementi fortemente lesivi della sua credibilità, mentre le marchette che riguardavano il Presidente del Consiglio, al più, ne deridevano lo spirito goliardico con il quale affrontava, chitarra alla mano, stornelli napoletani con i suoi ospiti sempre altamente qualificati (Putin e compari).
Una critica senza dubbio feroce che non poteva non farti perdere consensi.

Alla faccia della par condicio!

Silvio, lo voglio dire e prendermi tutti i giustificati insulti dei miei videolettori: ti ho votato per ben due volte, e per questo é venuto il momento per me di chiedere scusa agli italiani.

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lunedì 5 novembre 2007

Sessualità per tutti! Così ci salveremo il "culo".

Il sesso. Per lui un'infinità di vittime cadono come spighe sotto la falce di bruti. Per i ragazzi è un vanto, per le ragazze una vergogna. Per tutti, qualcosa di cui si parla molto poco, e non con tutti.
Ma quali sono i risultati di questo atteggiamente culturale? Sono sotto gli occhi di tutti: aprite il giornale, guardate un notiziario televisivo, ascoltate la radio. Il sesso è là, un mandante più feroce di qualsiasi boss mafioso, più infaticabile e minuzioso del peggiore dei serial killer. La guerra del sesso conta quotidianamente un'enormità di vittime, trasversali rispetto alle etnie, alle religioni, alle società. Il sesso non fa distinzioni, non è razzista. Semmai, il sesso è sessista. Ce l'ha con le donne. Le perseguita, le scova, le tortura, le sevizia e poi le uccide. Il sesso da la vita e il sesso la toglie. Ma perchè? Cerchiamo di comprendere. Facciamo un tentativo.


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Il sesso non è qualcosa di separato da noi: il sesso non è nemmeno una parte di noi. Si potrebbe anzi dire il contrario: noi esistiamo per lui.
La vita segue una sola logica: moltiplicarsi, riempire le nicchie biologiche disponibili in un costante tiro alla fune con se stessa. La vita esiste per null'altro motivo che per continuare ad esistere, e per farlo si è inventata sempre nuovi stratagemmi: una chela più lunga dell'altra, un richiamo in grado di attraversare gli oceani, perfino un'intelligenza complessa capace di astrazioni e di ragionare per simboli.

Il sesso, con la sua capacità di originare copie imperfette di se stessi, ha reso possibile un fenomeno prodigioso: l'adattabilità delle specie. Se cambia il clima non fa niente: chi nasce con narici più grandi, in grado di raffreddare meglio il corpo, sopravviverà, e con lui tutta la baracca. Il sesso é ciò che ci ha salvato dall'inaridimento delle pianure africane e dalle ere glaciali. Si capisce perché gli siamo così attaccati.

Rendiamo grazie al sesso, dunque? Manco per sogno!

Nessuno negherebbe mai che privare una popolazione del cibo equivarrebbe a scatenare una guerra civile. Nessuno lo farebbe perchè tutti sappiamo cosa significhi avere fame. Eppure fingiamo di ignorare cosa significhi avere voglia
Negare non cambia però la sostanza delle cose. Con precisa cadenza, i nostri bioritmi scatenano orde di ormoni che trasformano il nostro corpo in un'arma puntata, ipersensibile, un sistema instabile che cerca pace. Mine vaganti da disinnescare. La società però è puritana. I politici e gli opinionisti dicono solo cose convenienti, per compiacere un'aristocrazia di uno stato che è laico solo sulla carta. Come ogni bugia, il messaggio é contraddittorio, la comunicazione è schizofrenica. Si invita al rispetto e poi si mostrano culi, tette, donne vogliose dallo sguardo invitante e malizioso.  Sì perchè quando in gioco ci sono i soldi, allora la semplicità delle cose vere emerge in tutta la sua evidenza.  Di fronte ai soldi non c'è ipocrisia di regime che tenga. Le scelte concrete tradiscono le dichiarazioni omertose e compiacenti. I pubblicitari, scusate... i creativi, danno corpo con le immagini a quello che nessuno direbbe mai in un talk show, e cioè che l'unico vero comune denominatore, il bisogno universale, il chiodo fisso di tutti quanti, è lui: il sesso.
Te lo infilano dappertutto: la gente prende i mezzi e vede topone eburnee che sembrano appena estratte da una cava di marmo; apri un giornale e due piante carnivore a forma di labbra vogliono ingoiartelo per intero; in televisione cremosi vasetti di bianco yogurt rendono pazze di eccitazione femmine in preda ad un evidente delirio spermatico-alimentare. I più fortunati tornano a casa e si fanno la moglie; i membri dell'aristocrazia, anche se la moglie ce l'hanno già, si fanno comunque recapitare un paio di squillo di alto borgo e qualche striscia di coca che non guasta; chi è belloccio esce e si fa un giro nei locali;  gli sfigati che hanno solo cinquanta euro racattano qualche co-co-co dalla strada e gli fanno un contratto a progetto da cinque minuti compreso fazzolettino Kleenex.

E gli altri? Cosa fa un poveraccio senza soldi, senza macchina, senza lavoro, senza donna, brutto, sporco e cattivo dopo aver visto l'ennesimo fondo schiena fargli l'occhiolino in Cinemascope dai cartelloni pubblicitari?
Qualcuno decide di aspettare la prima sfigata che passa di lì e di prendersi quello che per pochi eletti è amore, per altri è un servizio in abbonamento tale e quale alla pay-tv, mentre per lui è solo una tortura, un'idea parassitaria che lo divora dall'interno e che debella con la forza dell'istinto quei pochi neuroni ragionevoli che ancora gli restano.
Era prevedibile, era scontato. L'abbiamo provocato, abbiamo fatto leva sull'unica necessità elementare che non può soddisfare. Gli abbiamo fatto vedere l'acqua, a lui che si trascina in un deserto infuocato, gli abbiamo fatto credere che è di tutti, che può prendersela quando vuole, che non è peccato. E' un bene accessorio, un prodotto da banco. E lui allora decide di rubarlo come ruberebbe una mela. Per fame. Per fame in parte endemica, in parte indotta.

Spregevoli speculatori utilizzano la pubblicità come frammenti subliminali per innescare bramosie incontrollate.

Ma esiste un'altra strada?

I bonobo, una comunità di scimmie che praticano il comunismo sessuale, sono esenti da lotte di potere, da tensioni e da iniquità sociali. In alcuni stati la sessualità è un diritto che si può garantire. I disabili, per esempio, possono rivolgersi a professioniste e volontarie che si prendono cura di tutte le necessità del loro corpo, esattamente come un massaggiatore interviene per lenire il dolore alla schiena o per sciogliere un'eccessiva tensione.

Diciamolo forte e chiaro: la sessualità repressa causa disagio mentale. Mette in pericolo la propria vita e quella degli altri. Non dipende né dal censo nè dalla cultura, altrimenti il clero ne sarebbe esente.
La rivoluzione francese ha stabilito tre principi inalienabili: libertà, uguaglianza, fraternità. I diritti di cittadinanza sanciscono la libertà di parola, il diritto alla vita, la libertà di culto; i diritti sociali stabiliscono che ognuno deve vivere secondo i prevalenti standard di benessere. Manca ancora qualcosa, manca il diritto alla sessualità.

In quanto bisogno primario, il sesso va tutelato e garantito ai soggetti più deboli. Le case chiuse vanno riaperte, la sessualità deve potersi prescrivere per ricetta. Il pronto soccorso, constatati i sintomi di un'erezione, deve poter intervenire d'urgenza assegnando un'operatrice del settore. Pagata, tutelata, libera.

Sessualità per tutti!

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