le intuizioni ovvie di claudio messora

lunedì 19 novembre 2007

Adesso basta! Li abbiamo uccisi noi.

Rogo romE' inutile che giriamo la faccia dall'altra parte. E' inutile nascondersi dietro la xenofobia o fare della sociologia spicciola. Per favore non tiratemi fuori i fatti di cronaca, i furti, gli omicidi, gli stupri, la droga e la tratta delle schiave, perchè sono sicuro che nessuno di noi sarebbe altrettanto spocchioso e sicuro di sè dove fosse costretto a dire le stesse cose guardandoli dritto negli occhi, questi padri e queste madri che non hanno studiato la Divina Commedia, perchè loro nelle bolge dantesche ci vivono tutti i giorni, perchè l'inferno è la loro casa. La loro casa che brucia e li arrostisce nella loro sporcizia, come spiedini al forno, come teneri agnelli da latte carbonizzati vivi, arsi dall'indifferenza e da uno stato di diritto che i diritti non li da: li prende senza neppure essere capace di fare rispettare i doveri.

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Li abbiamo uccisi noi questi bambini di tre, quattro anni. Li abbiamo bruciati con la nostra caccia alle streghe, con la nostra indifferenza, con la nostra debolezza, perchè ci affacciamo alla finestra e le vediamo, queste baracche dove i topi avrebbero schifo a vivere, queste catapecchie di fortuna dove per sopravvivere si bruciano anche i copertoni dei camion, dove il bagno è un buco per terra, dove il sole non è un fratello, ma è solo la speranza che non piova, perchè quando fuori infuria la tormenta e noi ci crogioliamo nei nostri piumoni, davanti al Grande Fratello, qualcuno laggiù lotta per salvare il pane e i suoi quattro stracci chè non se li porti via il fango e la melma che scorrono tra le gambe.

Li abbiamo uccisi noi, perchè a nessuno deve essere permesso di vivere in queste condizioni. Uno stato degno di chiamarsi tale deve poter dare un'abitazione decorosa a tutti, oppure respingerli alle frontiere.

Permettere questi campi di sterminio dove si consuma l'apocalisse del terzo millennio, sotto ai nostri occhi indolenti e indifferenti, è degno di una società malata, spiritualmente corrotta e decadente, ormai avviata al tramonto.

I loro figli morti sono la nostra vergogna. Sono il macigno sul nostro petto, il marchio della nostra infamia; devono tornare a popolare i nostri incubi. Dobbiamo averli negli occhi ogni volta che guarderemo gli occhi dei nostri figli, ai quali non permetteremmo neppure di sporcarsi le mani con quello di cui loro si sono nutriti nella loro breve, triste, sfortunata piccola vita.

Non sono loro, gli assassini.
Gli assassini siamo noi.

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