le intuizioni ovvie di claudio messora

venerdì 30 maggio 2008

Informazione Equa e Solidale

Informazione Equa e Solidale


L'Informatore Equo e Solidale non ha padrone. Scrive quello che pensa. Pensa quello che vuole.
L'Informatore Equo e Solidale non ha scadenze. Scrive solo quando ha davvero qualcosa da dire.
L'Informatore Equo e Solidale non ama le ideologie, bensì le buone idee. Non importa chi le propone.
L'Informatore Equo e Solidale non appartiene a una corrente di pensiero. I pensieri cambiano di continuo. Quelli buoni emergono spontanamente.
L'Informatore Equo e Solidale opera nella rete: si confronta e collabora con tutti, rispetta e chiede rispetto.
L'Informatore Equo e Solidale argomenta le sue posizioni. Discute solo dei dati, mai delle persone.
L'Informatore Equo e Solidale non è un'icona a cui credere ciecamente, ma un interlocutore valido e onesto intellettualmente con cui confrontarsi. Chi dice di aver capito tutto, non ha ancora capito niente.
L'Informatore Equo e Solidale si finanzia eticamente. Non chiede sottoscrizioni o abbonamenti. Le informazioni non si mettono sotto chiave.
L'Informatore Equo e Solidale si avvale della Pubblicità Equa e Solidale. Sceglie prodotti e aziende eticamente validi, di cui risponde personalmente, e chiede al suo pubblico di preferire quei prodotti nei loro acquisti.

Così, l'Informatore Equo e Solidale può continuare a essere libero, e il suo pubblico a godere di un'informazione Libera, Equa, Solidale.

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giovedì 29 maggio 2008

Energia Solare for dummies: il fotovoltaico residenziale

Il Dio Ra era la divinità che per gli antichi egizi rappresentava il sole.
Venerato nella città del sole, Eliopoli, egli..

Ok Ok, la sto prendendo troppo alla lontana!

Mettiamola così: ce l’hai un tetto? Questo tetto ha per caso un’esposizione tra sud-ovest e sud-est? Ci picchia il sole tutto il giorno?
Se hai risposto sempre sì: bene, questo video è per te.


Guarda e vota il video su Current.Tv


Oggi aiutare l’ambiente realizzando anche un piccolo guadagno si può. Basta installare un impianto fotovoltaico e usufruire degli incentivi statali previsti dal nuovo Conto Energia.

SOMMARIO

  Il fotovoltaico
  Il Conto Energia
  Un esempio pratico
  Conclusioni
  Contatti e informazioni


IL FOTOVOLTAICO

Gli impianti fotovoltaici si misurano in chilowatt di picco. Le energie rinnovabili, infatti, sono caratterizzate dall’avere un potenziale sovrabbondante, dall’essere teoricamente illimitate, ma anche dall’essere intermittenti. Quando non tira vento, le pale di un mulino a vento languono desolatamente. Allo stesso modo in assenza di luce, per esempio di notte, non importa quanto grande sia la vostra fattoria solare: niente elettricità. E' per questo motivo che la potenza nominale si definisce di picco: è la potenza massima erogabile in condizioni ottimali.

Ma come? Allora, se installo un impianto fotovoltaico, di notte sto al buio? Ma no: lasciatemi spiegare!

Un impianto fotovoltaico è nella maggior parte dei casi grid connected, cioè connesso direttamente alla rete elettrica. Questo fa sì che voi diventiate dei veri e propri produttori di corrente: l’energia pulita che erogate (di cui la comunità ringrazia) viene resa disponibile al mondo, e contabilizzata mediante un apposito contatore.
Allo stesso modo, voi continuate a prelevare l’elettricità che vi serve mediante il vostro usuale fornitore. Alla fine dell’anno si fa un bilancio tra i chilowattora che avete prodotto e ceduto, e quelli che avete prelevato. Se siete in attivo, l’energia in surplus vi viene messa da parte, e la potrete consumare liberamente nell’arco di tre anni. Se invece avete avuto bisogno di più energia rispetto a quella che avete prodotto, pagherete unicamente i chilowattora aggiuntivi che avete prelevato.

Quindi un impianto fotovoltaico vi fa innanzitutto risparmiare sul costo della corrente, perché potete evitare di comprare quella che già producete, autoconsumandola. Il vostro fornitore di energia accumulerà per voi l’eventuale surplus energetico, prodotto ma non consumato. Questa modalità si chiama scambio sul posto.
E’ anche possibile vendere l’energia in surplus, ma per un privato non è molto conveniente. Ne parleremo se tratteremo i grossi impianti.

Come si fa a capire quanta elettricità produce un impianto fotovoltaico? Dipende ovviamente da quanto sole cade annualmente sul sito di installazione. Sembra complicato, ma in realtà è molto semplice: grazie all’ENEA esistono mappe che riportano i valori medi mensili della radiazione solare giornaliera per oltre 2000 comuni italiani, stimati a partire dalle immagini satellitari di copertura nuvolosa per diversi anni fino al 1999.

Carte alla mano, possiamo così calcolare con grande approssimazione la produzione annua di energia elettrica dei singoli impianti fotovoltaici. Sappiamo per esempio che in un piccolo comune tra Milano e Pavia, un impianto da 1KwP (un chilowatt di picco) è capace di produrre 1200 chilowattora ogni anno. Di conseguenza un impianto da 3KwP ne produrrà circa 3600, e così via.

Va bene. Ma gli incentivi? Seguitemi, il bello deve ancora venire.

CONTO ENERGIA

Per riuscire ad abbattere le emissioni di anidride carbonica come previsto dal protocollo di Kyoto, la Comunità Europea ha imposto all’Italia l’obiettivo di raggiungere 1200 megawatt di energia prodotta da fotovoltaico entro il 2012. Per arrivare a questo risultato non restava che copiare il modello di incentivazione che tanto ha funzionato in Germania, a tutt’oggi la nazione più virtuosa in questo settore.

Questo modello, confluito nel cosiddetto Conto Energia, è entrato in vigore con il Decreto Ministeriale del 19 febbraio 2007, e prevede che lo stato incentivi per vent’anni la produzione di corrente elettrica, privilegiando gli impianti piccolini e quelli a minor impatto architettonico, secondo la tabella seguente:

Potenza impiantoNon integrato (€/kWh)Parzialmente integrato (€/kWh)Integrato (€/kWh)
1 kW P 3 kW0,400,440,49
3 kW < P 20 kW0,380,420,46
P > 20 kW0,360,400,44

Per esempio, a chi costruisce un impianto da 3KwP e lo integra sul tetto sostituendo la copertura originale, il Conto Energia riconosce ben 49 centesimi di euro per ogni chilowattora prodotto. Per vent’anni. Significa avere 1764€ all’anno, ovvero 35.280€ in totale.
Invece, se l’impianto è appoggiato sul tetto in maniera complanare, lo stato versa un po’ meno: 44 centesimi al chilowattora. Niente male lo stesso: fanno pur sempre 1584€ in dodici mesi.

Se poi avete un tetto vecchio e dovete smaltire l’amianto, installare un impianto fotovoltaico è la soluzione per eccellenza! Infatti in aggiunta alle tariffe di cui sopra viene riconosciuto un addizionale 5%. Fantastico, c'è di che ripagarsi la sostituzione di tutta la copertura!

ESEMPIO

Bene. Adesso abbiamo tutti gli elementi per capire come si può salvare il mondo guadagnandoci anche qualcosa di soldi!

Non esageriamo. Prendiamo il caso medio. Siamo al nord. Tra Pavia e Milano. Abbiamo un tetto e ci facciamo sopra un bell’impianto fotovoltaico appoggiato in maniera complanare, per una potenza di 2,9KwP. E perché non 3KwP? Perché magari 3KwP non ci stanno. Non vi ho detto che per ogni KwP ci vogliono circa 8 metri quadrati di superficie? Beh, ve lo dico adesso!
Ora, 2,9 chilowatt di picco a queste latitudini, mappe di radiazione solare alla mano, rendono 3480 chilowattora all’anno tondi tondi.

Sì, ok! Ma quanto mi costa?
Beh.. circa.. più o meno.. fra oneri di progettazione, moduli fotovoltaici, cablaggio, inverter, accessori, spese di cantiere.. iva 10% inclusa.. diciamo 21.700€.
E se uno non ha tutti questi soldi? Al tempo: non bisogna spaventarsi. Alcune aziende hanno stretto accordi di collaborazione con primari istituti di credito, che arrivano in alcuni casi a non chiedere alcun anticipo e ad addebitare la rata del prestito solo quando l’impianto è correttamente entrato in funzione e inizia a fruttare denaro liquido.

Beninteso: fermo restando che nessuno ci impedisce di acquistare l'impianto di tasca nostra, se incappiamo in un’offerta simile avremo un piano a quindici anni con rata annuale di 2054€, che però inizieremo a pagare solo quando inizieremo anche ad incassare.
2054 euro solo il primo anno, dunque. Bene: il nostro impianto, in un anno, quanto rende?

Semplice: 3480Kwh (l’energia prodotta in dodici mesi) x 0.44€ (l’incentivo statale) cui vanno aggiunti 3480 x 0,19€ (il prezzo dell’energia al chilowattora che non saremo costretti ad acquistare). Fatemi fare i conti.. fanno 1531+ 661 = 2192€.
Duemilacentonovantadue euro sono di più dell’importo della rata del mutuo di cui sopra: per la precisione ci ho guadagnato ben 138€!
Ho installato un impianto fotovoltaico, non ho speso niente e mi sono rimasti attaccati 138€ solo il primo anno.
Per non parlare della rivalutazione dell’immobile: quella non l’avevamo neppure presa in considerazione!

Il bello è che il ricavo annuale è destinato ad aumentare di anno in anno, mentre la rata del mutuo resta stabile. Infatti il prezzo dell’energia sale vertiginosamente, e anche se prendessimo come base di calcolo un incremento pari solo al 3%, dopo quindici anni la cifra risparmiata sarebbe già salita a oltre mille euro.
Insomma, tra il primo e il quindicesimo anno l’impianto ci farebbe guadagnare dai 138€ agli oltre 400€. Dopo il quindicesimo anno, venuta a mancare la rata del mutuo, il guadagno salirebbe a più di 2600€ annui, portando il guadagno complessivo nei vent’anni a oltre diciassettemila euro.

Insomma, niente male per avere evitato due tonnellate di anidride carbonica, avere rivalutato il nostro immobile e non avere speso niente, non trovate anche voi?

E dopo i vent’anni? Il Conto Energia cessa di incentivare la nostra produzione energetica, ma l’impianto resta in funzione e, sebbene sia previsto un leggero calo fisiologico della resa di conversione, continuerà a darci energia gratis, facendoci ancora risparmiare per tantissimi anni a venire.

Ad un piccolo costo extra, riassorbito fin da subito nella resa dell’impianto, potremo avere anche manutenzione e assicurazione comprese. L’assicurazione può coprire tutto: danni diretti, indiretti, ricorsi vicini e/o terzi, eventi atmosferici, e perfino il danno economico derivante da un imprevisto fermo dell’impianto, con risarcimento degli incentivi statali perduti.

CONCLUSIONI
A questo punto la domanda più ricorrente è: beh, ma allora perché non lo fanno tutti?
Infatti lo stanno facendo tutti.
Ma bisogna affrettarsi: primo perché al raggiungimento dei 1200 megawatt di installazioni gli incentivi statali cesseranno di esistere (comunque ci sono ancora ampie possibilità); secondo perché ogni anno che passa gli incentivi sui nuovi impianti costruiti saranno decurtati del 2%. Non sembra, ma sono tanti soldi: meglio iniziare subito i lavori, di modo che l’impianto sia terminato prima della fine del 2008.

Se ti sei incuriosito oltre ogni limite, in rete ci sono tante risorse che possono aiutarti, a cominciare dal sito del Gestore Servizi Elettrici, che è l’organo con cui si stipulano i contratti di incentivazione ventennali.
Se poi hai bisogno di una mano, scrivimi pure qui: energia@byoblu.com, oppure fatti un giro sul canale energia di Byoblu.Com.

Il metano ti ha sempre dato una mano, ma il sole oggi ti da tutto il braccio!




CONTATTI E INFORMAZIONI

  Byoblu.com - canale energia

  Richieste e approfondimenti: energia@byoblu.com

  Normativa e riferimenti dall'organo competente, il GSE

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giovedì 15 maggio 2008

Lo strano caso del Dr. Silvio e Mr. Biagi.

Biagi: « Senta dott Berlusconi, le leggo questa frase che ha un certo interesse. La tv di Berlusconi ha migliorato le condizioni di vita degli italiani, ha contribuito a ridurre l'inflazione, incentivato l'economia, promosso la democrazia politica.
Riconosce l'autore di queste parole? »

Correva l'anno 1986. Enzo Biagi strappava un'intervista che Silvio Berlusconi aveva accettato solo a condizione che teatro delle riprese fossero gli studi televisivi della Fininvest.

La risposta dell'imprenditore milanese alla terza parte della domanda è quasi profetica.


Guarda il video


Berlusconi: « Per quanto riguarda il tasso di democrazia del paese, la presenza di molte voci è certamente un aumento della democrazia stessa. Basti ricordare per esempio le ultime elezioni amministrative. Noi abbiamo avuto più di mille candidati che sono passati sulle nostre reti, quindi credo che tutto questo sia veramente un portato positivo della televisione commerciale. »

Quindi, il 4 febbraio 1986, per Silvio Berlusconi la pluralità dell'informazione è un valore.
Invece il 18 aprile 2002, sedici anni dopo, da Sofia fa un distinguo.

Berlusconi: « L'uso che Biagi, come si chiama quell'altro...? Santoro, ma l'altro... Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga. »

Biagi: « Secondo me .. io non ho gusti giudiziari.. ma l'avrei potuto chiamare in tribunale a dire che cosa avevo fatto di criminoso, perchè uno che fa una televisione criminosa cioè compie un gesto che va contro il codice, contro la morale. Ora a me non risulta in tanti anni di avere mai fatto un programma criminoso, ma siccome poi è anche Presidente del Consiglio, forse ha modo di difendersi meglio di quello che può avere un qualunque cittadino quale sono io. »

Quindi non un uomo qualsiasi, ma il Presidente del Consiglio in persona chiede al nuovo CDA RAI appena insediato (credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza) di intervenire su tre programmi: Il fatto di Enzo Biagi, Satyricon di Luttazzi e Sciuscià di Michele Santoro.

Di lì a pochi mesi tutte le trasmissioni in oggetto saranno sospese. Qualcuno vede un nesso causale tra le parole del capo del governo e questa strana coincidenza. Qualcun altro minimizza.

Travaglio: « Se non fossimo il paese dove quando è stato cacciato Enzo Biagi con una raccomandata con ricevuta di ritorno.. »
Sgarbi: « Non è stato cacciato da nessuno. [...] Gli hanno chiesto di andare ad un altro orario. L'hanno chiesto anche a me, e ci sono andato. »
Travaglio: « Se non fossimo il paese dove quando è stato cacciato Enzo Biagi con una raccomandata con ricevuta di ritorno.. »
Sgarbi: « Non hanno cacciato Enzo Biagi. Hanno arrestato Guareschi, non hanno cacciato Enzo Biagi. »

Biagi: "La disdetta che mi ha dato il dott. Saccà me l'ha data con ricevuta di ritorno, che è la cosa che mi offende di più. Io sono stato licenziato con ricevuta di ritorno, perchè magari potevo dire 'Oh, non lo sapevo! Ma guarda, l'hanno cacciato via ma non me ne ero neanche accorto! »

Il 26 settembre Saccà invia effettivamente ad Enzo Biagi una raccomandata con ricevuta di ritorno, in cui gli spiega, con toni formali, che Il Fatto era sospeso, così come le trattative fra lui e la RAI. Si sarebbe trovato il tempo più in là per fare un nuovo programma, magari dai temi più leggeri.
Si potrebbe pensare ad una decisione indipendente, presa da un dirigente
di una pubblica azienda, magari priva di pressioni, ingerenze, e cioè che le parole del presidente Silvio Berlusconi non esercitino un'effettiva influenza sulle funzioni di dirigente di Saccà.
Per chiarire la natura dei rapporti tra i due, ci viene in aiuto una recente intercettazione telefonica resa pubblica dall'Espresso, di cui riportiamo un breve estratto.


Berlusconi: "Adesso li richiamo.."
Saccà: "Li richiami lei all'ordine, presidente, perchè abbiamo una grande vittoria.. qui in azienda stavamo riprendendo anche consensi in giro.."
Berlusconi: "Va bene.. Va bene.. Adesso vediamo, vediamo un po'. Senti: io avevo bisogno di vederti perchè c'è Bossi che mi sta facendo una testa tanta...per questo cavolo di fiction del Barbarossa [...]".
Saccà: "Barbarossa è a posto per quello che riguarda Rai Fiction, cioè: in qualunque momento..."
Berlusconi: "Allora mi fai una cortesia? "
Saccà: "Sì, sì!"
Berlusconi: "Puoi chiamare la loro soldatessa che hanno dentro in consiglio.."
Saccà: "Sì, Sì!"
Berlusconi: "Dicendole testualmente che io t'ho chiamato.."
Saccà: "Va bene, va bene!"
Berlusconi: "E che tu mi hai dato garanzia che è a posto."
Saccà: "Sì, Sì: è tutto a posto: la chiamo subito Presidente."

[...]

Saccà: "Grasso, sul magazine del Corriere della Sera scrive "il potente Saccà fa quello che gli dice Berlusconi, che poi.. lei è l'unica persona che non m'ha chiesto mai niente"
Berlusconi: "Io qualche volta di donne ti chiedo, perchè il morale del capo..." [ndr: ma come. Berlusconi si sente il capo di Saccà?]

Berlusconi: "Senti, tu mi puoi fare ricevere due persone..."
Saccà: "Assolutamente!"
Berlusconi: "perchè io sono veramente dilaniato dalle richieste di coso.."
Saccà: "Assolutamente!"
Berlusconi: "Con la Elena Russo non c'era più niente da fare, non c'è modo..?"
Saccà: "No, c'è un progetto interessante. Adesso io la chiamo.."
Berlusconi: "Mi puoi fare la chiamata? Alla Elena Russo. E poi la Evelina Manna. Non c'entro niente io, è una cosa, diciamo.. [...]. Allora, ti spiego che cos'è questa qui."
Saccà: "No, ma Presidente non mi deve spiegare nulla!"
Berlusconi: "No, ma te lo spiego. Io sto cercando di avere la..."
Saccà: "Presidente, lei è la persona più civile e più corretta.. M'ha detto il nome, è un problema mio."
Berlusconi: "Allora, io sto cercando di avere la maggioranza in Senato".
Saccà: "Capito tutto!"
Berlusconi: "Ecco: questa Evelina Manna può essere.. perchè mi è stata richiesta da qualcuno con cui sto trattando."

Berlusconi e Saccà hanno un evidente rapporto di mutua solidarietà: si scambiano dei favori.
E che le richieste di Berlusconi Saccà le prenda sul serio, lo dimostra la telefonata che successivamente Saccà fa a Guido De Angelis, produttore della fiction Incantesimo.

Saccà: "Guido? Guido?"
De Angelis: "Eccomi Agostino!"
Saccà: "[...] Ti volevo dire una cosa. La Sonia Aquino l'avete già contrattualizzata o no?"
De Angelis: "Chi?"
Saccà: "La Sonia Aquino, l'ultimo provino fatto."
De Angelis: "Eh! Mi pare che dovevamo contrattualizzarla!"
Saccà: "No! Fermala! Ferma la cosa! Che io voglio far fare un provino alla Russo Elena, che ha la stessa fisionomia eccetera, e che ci aiuta a farci un grande alleato. Capito?"
De Angelis: "So tutto!"
Saccà: "Capito?"
De Angelis: "Sì sì.. me l'aveva detto anche a me."
Saccà: "Quindi chiama subito la... Perchè io adesso dico alla cosa.. Alla Aloisi [ndr: Claudia Aloisi, capostruttura] che voglio altri provini, un altro provino. Capito?"
De Angelis: "Va bene".
Saccà: "Va bene. Ciao."


Appare quindi ragionevole che in seguito all'auspicio di Silvio Berlusconi "E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga.", il solidale Saccà abbia messo in atto tutti i mezzi di cui disponeva per dimostrarsi ben disposto nei confronti di un suo grande alleato.

Berlusconi ha di recente fornito un'interpretazione diversa della fine del rapporto di lavoro tra Biagi e la Rai, che si è verificato con sconcertante tempismo, se consideriamo che Il Fatto andava avanti da ben 814 puntate.

Berlusconi: "in Biagi prevalse il desiderio di poter essere liquidato con un compenso molto elevato".

Ma che Biagi fosse più attaccato ai soldi piuttosto che innamorato della sua professione è una tesi smentita dal successivo atteggiamento dello stesso giornalista nei confronti dell'azienda.
Infatti, il 20 settembre Biagi invia una lettera al direttore generale Saccà, scrivendo che se la RAI aveva ancora bisogno di lui (come affermato dallo stesso Saccà), e se questo ostacolo era rappresentato da problemi economici, egli si dichiarava pronto a rinunciare al suo stipendio, accettando quello dell'ultimo giornalista della RAI, purché detto stipendio venisse inviato al parroco di Vidiciatico, un paesino sperduto nelle montagne bolognesi, che gestiva un ospizio per anziani rimasti soli.
Difficile intravedere in questa natura un'indole venale.

Nonostante la disponibilità di Biagi a lavorare gratis, Saccà replica con una lettera al quotidiano La Repubblica, asserendo che il programma non poteva essere trasmesso per esigenze pubblicitarie, e il 26 settembre fa recapitare a Biagi una raccomandata con ricevuta di ritorno, in cui gli spiega, con toni formali, che Il Fatto era sospeso, così come le trattative fra lui e la RAI.
Si sarebbe potuto trovare forse il tempo di fare un programma più leggero, magari più avanti.
Un tale declassamento, nel gergo odierno del diritto del lavoro, non viene chiamato mobbing?

Concludiamo con un celebre stralcio de Il Fatto dopo il cosiddetto "Editto Bulgaro".

Biagi: "Ed è la prima volta che un presidente del consiglio decide il palinsesto, cioè i programmi, e chiede che due giornalisti, Biagi e Santoro, dovrebbero entrare nella categoria dei disoccupati. L'idea poi di cacciare il comico Luttazzi è più da impresario, quale del resto Lei è, che da statista. Cari telespettatori, questa potrebbe essere l'ultima puntata del Fatto. Dopo 814 trasmissioni non è il caso di commemorarci. Eventualmente, è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità che restare al prezzo di certi patteggiamenti. Signor presidente Berlusconi non tocca a Lei licenziarmi. Penso che qualcuno mi accuserà di uso personale del mio programma, che del resto faccio da anni, ma in questo caso per raccontare una storia che va al di là della mia trascurabile persona, e che coinvolge un problema fondamentale: quello della libertà di espressione."

Berlusconi: "...per quanto rigaurda il tasso di democrazia del paese, la presenza di molte voci è certamente un aumento della democrazia stessa."

Auguro con tutto il cuore al Presidente Silvio Berlusconi di riuscire nel suo intento di non andare a letto una sera senza avere fatto qualcosa di buono per il suo paese, una frase pronunciata la sera dell'ultima vittoria elettorale e che devo ammettere mi ha molto colpito, sempre che quando dice il suo paese intenda l'Italia e non magari le isole Cayman.

Concordo anzi a tal punto con la sua tesi secondo cui "molte voci sono un aumento della democrazia stessa", che ad esse vi aggiungo la mia. Forse troppo flebile per essere udita da lontano, ma abbastanza diretta e precisa da arrivare fino a voi.

E' poco? No, tutt'altro! Oggi più che mai è il momento giusto per farsi delle domande perchè vedete: ai tempi di Bob Dylan la risposta soffiava nel vento, ed era difficile sentirla..

Oggi è una bufera che si scatena nella rete, ed è impossibile ignorarla!

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martedì 13 maggio 2008

Berlusconi: il discorso programmatico.

martedì 13 maggio 2008.
Ecco il discorso programmatico di Silvio Berlusconi, in occasione della presentazione della nuova legislatura in parlamento.


Guarda le tre parti del discorso programmatico

In quanto cittadini italiani, è un dovere ascoltare, diffondere, formulare le opportune riflessioni e, soprattuto, ricordare.

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sabato 10 maggio 2008

E' nata Current.Tv. L'inizio di una nuova era?

E' nata Current.tv.

Il mondo dei media tradizionali e del grande business mediatico si affacciano sulla video-informazione distribuita, quella inventata da YouTube.
Presidente: Al Gore, ...quello che vuole salvare il mondo.

Prima nazione di lingua non inglese: l'Italia!

Qualcuno ha chiesto ad AlGore perchè ha cominciato proprio da noi. Beh: ve lo dico io.

C'è una tendenza generale dei giovani a spostarsi sul web, abbandonando la televisione tradizionale a favore di contenuti autoprodotti. Non dovrebbe stupire il fatto che i ragazzi italiani siano primi in classifica. Probabilmente qui, nel paese del conflitto d'interessi, del duo-monopolio Rai/Mediaset, dove si pagano 300.000€ al giorno per inibire Europa7 dal trasmettere sulle SUE frequenze, c'è più bisogno che altrove.

Come funziona? Ci si iscrive e si cominciano a postare contenuti, autoprodotti o presi dal web. La gente li vota, e se piacciono (dopo avere comunque passato il filtro della redazione) vengono passati sul canale 130 di Sky, tra le 18.00 e le 24.00. Si parla anche di un compenso economico, ma al momento non è quantificato.

Il filtro della redazione corre il rischio di essere una riedizione della tradizionale censura, è vero. Potrebbe essere superfluo, visto che è la gente che vota: statisticamente i contenuti volgari oppure offensivi subiscono una naturale declassazione. Forse non siamo ancora pronti a questo tipo di libertà.
Ma le cose cambiano in fretta.

Non potevo non esserci, mi sono creato un profilo su Current.Tv e si è aperta una discussione accesa sui temi che su questo videoblog si conoscono bene.

Per l'occasione ho riconfezionato "Democrazia for Dummies - Il Bigino", un corso accelerato sulla storia e l'evoluzione delle forme di governo, che aiuta a comprendere quali sono i fondamenti di una Democrazia moderna e liberale. Se avete venti minuti vi invito a guardarlo e a diffonderlo, perchè è da lì che parte tutto. Sono quelli i principi che dobbiamo difendere.



Prossimo intervento: Sgarbi afferma che Biagi non sia stato cacciato, Biagi non è dello stesso parere.
Chi dei due avrà ragione?

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mercoledì 7 maggio 2008

Berlusconi editore liberale o illiberale?

Dobbiamo ammetterlo: Silvio Berlusconi è un grande comunicatore.
Quando parla, risulta convincente! Usa scrivere con una penna su un foglio di carta, anche se spesso la telecamera inquadra scarabocchi senza senso, al solo scopo di trasmettere un senso di sicurezza, come a dire sono perfettamente in grado di governare la situazione, e in questo modo ricrea l'illusione di basare i suoi ragionamenti su dati precisi.
Fa battute per intrattenere i suoi interlocutori; la butta sul calcio per portare il clima su una più cordiale e goliardica atmosfera da bar.

Sì, Silvio Berlusconi, a differenza di molti altri leader, sa il fatto suo. E i risultati di certo lo premiano.


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Ma alle sue affermazioni corrispondono sempre fatti concreti? Prendiamone in considerazione una. L'avrete di certo sentita, dato che ama ripeterla spesso.

"Io sono l'editore più liberale che sia mai comparso sulla scena editoriale italiana. Lo domandi a tutti i direttori e i giornalisti di Mediaset e della Mondadori. Si ricordi cosa disse Montanelli."

Bello. Sembra un sogno. Tuttavia, siccome per essere cittadini liberi dobbiamo prima di tutto essere cittadini informati, abbiamo il dovere di verificare tale affermazione.
E allora, visto che i giornalisti non sembrano interessati a questa verifica, facciamola noi, facciamola insieme.
Andiamo a chiedere a Montanelli, di cui Berlusconi è stato editore, se quello che dice il nostro premier è vero.

Io ho conosciuto due Berlusconi. Il Berlusconi imprenditore privato che comprò il Giornale (e noi fummo felici di venderglielo perchè non sapevamo come andare avanti) su questo patto: "Tu Berlusconi sei il proprietario del giornale; io, direttore, sono il padrone del Giornale, nel senso che la linea politica dipende solo da me."
Questo fu il patto fra noi due.

Quando Berlusconi mi annunziò che si buttava in politica io capii subito quello che stava per succedere. Cercai di dissuaderlo, d'accordo (ecco, questo è un piccolo segreto che rivelerò) con Confalonieri e con Gianni Letta: nemmeno loro volevano che il Cavaliere entrasse in politica, ma tutto fu inutile! Dal momento in cui lo decise, mi disse: "ora il giornale deve fare la politica della mia politica". E io gli dissi "non ci pensare nemmeno".

Allora lui riunì la redazione, come ha raccontato Travaglio, e gli disse "d'ora in poi il giornale seguirà...", e questo lo fece a mia totale insaputa, disse: "d'ora in poi il giornale farà la politica della mia politica. In quel momento me ne andai.. Cosa dovevo fare?

[...] Non dico che sia colpa di Berlusconi. Fa parte del ritratto di Berlusconi. Come imprenditore privato io credo che sia un grosso imprenditore, anche comprensivo, intelligente, eccetera. Come capo politico è quello che io ho conosciuto in quei brutti giorni in cui scorrettamente, nella maniera più scorretta e più volgare, saltandomi, lui radunò la redazione del giornale per dirgli "qui si cambia tutto", all'insaputa del direttore.

Se questo sembra a Feltri un modo di procedere, diciamo, democratico e civile, è affar suo.

(Indro Montanelli)


Vorrei che tutti, elettori di centrodestra, elettori di centrosinistra e astensionisti, commentassero con onestà e spirito costruttivo questo spunto di riflessione.
Questo non è un tribunale, è solo una piazza. Siete tutti i benvenuti!

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venerdì 2 maggio 2008

Sgarbi - Travaglio: Darwin aveva ragione!

Ieri sera ad AnnoZero Santoro ha invitato Sgarbi, che ha così avuto modo di confrontarsi anche con Marco Travaglio, seduto al suo fianco quasi avessero eguale dignità in un supposto confronto alla pari.


Guarda il video

Sgarbi si e' prodotto nel suo solito show circense, e con la consueta considerazione per le opinioni altrui, che così bene connota lo spirito liberale della corrente politica che rappresentava all'interno del contraddittorio, ha ricoperto di ingiurie l'esile figura di Travaglio, il quale senza scomporsi pacatamente attendeva, dando modo agli sproloqui del nostro ex onorevole, che emanavano come flatulenze residuo di una cattiva digestione, di disperdere la loro carica di becera primordialità. un po' come si fa quando si vuole far cadere in trappola un'animale dalla considerevole forza bruta ma dalla poca astuzia.

Tuttavia, alcuni cori critici si sono levati nei confronti del conduttore, supposto reo di avere concesso al primitivo Sgarbi eccessiva facoltà di vituperio nei confronti di un ospite dello studio.

Personalmente ritengo che bene abbia fatto Santoro a concedere al nostro piena e totale possibilità di affabulazione, mettendo in luce tutta la raffinatezza intellettuale di cui e' capace e lasciando alle sue capacità logiche spazio sufficiente ad argomentare al meglio le ragioni che e' in grado di produrre.
Lasciargli infatti la scena e' stata la lezione di laboratorio più efficace di tutte, che meglio di qualsiasi teoria darwiniana ha impresso nell'immaginario collettivo quale sforzo e quanto tempo siano stati prodotti nel lungo ed estenuante cammino evolutivo dell'essere umano, dal cercopiteco con la clava all'Homo Sapiens Sapiens.

Ricordarsi da dove veniamo e' sempre il modo migliore per capire dove vogliamo andare.
O perlomeno dove non vogliamo andare.

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