le intuizioni ovvie di claudio messora

sabato 29 novembre 2008

16 dicembre: il tam tam dei blogger per Europa7

Bersani su Europa7 e Social Card

Il 16 dicembre 2008 è una data importante. Un commissario del Consiglio di Stato stabilirà se l'Italia vuole rispettare la sentenza della Corte di Giustizia europea sul caso Europa7 oppure no. Sarebbe come dire che un poliziotto ti ferma perché vai a 180 Kmh in città e anziché multarti si mette a pensare se vuole rispettare il codice della strada oppure no. Una sentenza della Corte Europea non si discute. Si applica. Dappertutto. Tranne qui.

Sì, il 16 dicembre 2008 è una data molto importante. Non a caso non ne parla nessuno. Non a caso i giornali e i telegiornali tacciono penosamente. Se parlassero, posta di fronte alla possibilità di avere finalmente una voce fuori dal coro, la gente chiederebbe il rispetto della costituzione e della sentenza del tribunale europeo. Molti scenderebbero in piazza con il telecomando in mano. In un grande rito collettivo, tutti insieme strapperebbero il bottone del quarto canale per sostituirlo con quello dove c'è scritto sette.
Rete4
ha perso la concessione delle frequenze e non deve trasmettere. E' abusiva. Europa7 ha vinto le concessioni e non può trasmettere. E' censurata. Dovrebbe chiedere asilo televisivo alle altre nazioni europee, magari in quella Svezia dove la nostra pluralità di informazione è l'occasione per farsi quattro risate sul canale di stato.

Due settimane prima del 16 dicembre il tam tam dei blog dovrebbe iniziare a battere sulle pelli tese dei post. La rete dovrebbe iniziare ad agitare gli schermi e le tastiere. I mouse dovrebbero essere impugnati e sollevati in segno di sfida. Noi vi stiamo guardando. Non potete fare quello che volete. I telelobotomizzati non sanno e non vedono niente, ma noi VI GUARDIAMO, VI CONTROLLIAMO, LO RACCONTIAMO.

Il 16 dicembre 2008 rispettate la legge.
Rispettate la democrazia.
Rispettate gli italiani!

Se ci sono blogger che si vogliono attivare, mi contattino: byoblu@byoblu.com.


Ho incontrato Pier Luigi Bersani. Gli ho chiesto di Europa7, cui il Decreto Ministeriale del 28 luglio 1999 ufficializzò la concessione delle frequenze. Non ne sapeva niente manco lui. Gli ho ricordato io che il 16 dicembre si va ai rigori. In quanto ministro ombra dell'Economia, gli ho anche chiesto cosa ne pensa della Social Card di Berlusconi. Guardate il video o leggete qui sotto la trascrizione dell'intervista.

Byoblu: "Onorevole Bersani buonasera. Vorrei avere il suo parere sul caso Europa7, che dal 1999 pur avendo vinto la concessione governativa per l'attribuzione delle frequenze, ancora non riesce a trasmettere. Ho intervistato Di Stefano, che dice che il 16 dicembre finalmente il commissario nominato dal Consiglio Di Stato deciderà definitivamente sulla questione. Qual'è il suo parere in merito: ce la faremo finalmente a vedere una televisione alternativa oppure no?"

Pier Luigi Bersani: "Se ce la faremo francamente non lo so, e con l'aria che tira non posso essere d'amblai così ottimista. Però certamente in questa vicenda c'è una ferita molto grave alle regole del gioco, non c'è dubbio. E' una vicenda tormentata, complicata, che dimostra ancora una volta come purtroppo in Italia capita che le regole siano ovviabili, aggirabili. Io credo che sarebbe veramente auspicabile che la normalità delle regole fosse ristabilita, anche perché - insomma diciamolo chiaro - un po' di pluralismo qui non guasterebbe. Non credo che Berlusconi ne avrebbe un danno così rilevante. Mi pare che Berlusconi oltre al potere che ha come Presidente del Consiglio, possa anche accontentarsi di una quota che rimarrebbe molto significativa dell'informazione, della comunicazione nazionale. E quindi aspettiamo questa decisione, forse non con tantissima fiducia, ma con un non si sa mai, ecco..."

Byoblu: "Berlusconi vuole dare la Social Card ai più poveri per riuscire a gestire questo momento di crisi. Lei in quanto ministro ombra dell'Economia cosa ne pensa?"

Pier Luigi Bersani: "Dunque, guardi, io penso questo. Questa Social Card è un'invenzione americana, così come le ipoteche sulla casa. I mutui ipotecari sono un'invenzione americana. Nel 2003 Tremonti tentò di importare i mutui ipotecari, noi riuscimmo a stopparlo. Adesso importa la Social Card, che è un meccanismo tutto americano, diciamo compassionevole verso i poveracci, che non risolve niente dell'ingiustizia sociale. Ora io mi chiedo: ma perché dall'america continuiamo a importare delle ciofeche e non importiamo per esempio le norme sul conflitto di interessi, le norme sull'evasione fiscale? Questo dovremmo importare dall'america. Sulla Social Card, è chiaro che sui soldi non si sputa mai, soprattutto per uno che ha bisogno dei 40€, però c'è un modo molto più dignitoso di darli. Se hai due soldi glieli dai sulle pensioni, perché loro li spendano come vogliono, senza andare a chiedere a Tremonti se devono spenderli in beni alimentari, piuttosto che prendersi una maglietta o un abbonamento telefonico. Ecco. Credo che questi provvedimenti dimostrino il particolare sguardo che ha la destra sui problemi sociali, che è uno sguardo da miliardario. Lo sguardo di un miliardario che da le briciole ai poveracci. Noi abbiamo ovviamente un'altra idea. Bisogna fare detrazioni fiscali significative su salari, pensioni, stipendi. Bisogna far migliorare il potere d'acquisto, far pagare le tasse a chi deve pagarle, redistribuire meglio la ricchezza, perché così si fa un po' di giustizia ma si fan ripartire anche i consumi. Con le Social Card non credo che ripartano i consumi."

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mercoledì 26 novembre 2008

La bancarella di Gianni Chiodi

La bancarella di Gianni Chiodi

Do ut des: una logica alla base della struttura del mondo materiale. Un atomo cede un elettrone, ma in cambio entra in un piccolo club molecolare. Un albero affonda le sue radici nell'alveo di un fiume, ne ricava nutrimento e in cambio ne sostiene gli argini. L'universo, e quindi la vita stessa, non esisterebbe senza qualcosa da scambiare, senza movimento.

Anche la politica si fa scambiando. Si cede un voto, in cambio se ne ricava un servizio, un'utilità collettiva. Se l'utilità è individuale, ad-personam, allora si chiama voto di scambio. Quando non si va in cabina elettorale con in mente un progetto politico cui aderire, ma si paga pegno per ottenere in cambio la promessa di un posto di lavoro, allora si commette un reato. Nel centro-sud le cambiali si firmano con una matita copiativa e sono stampate su schede elettorali. Questo è il cancro, la metastasi della politica. Un posto di lavoro creato e assegnato per acquisire consenso è un posto di lavoro rubato a chi è più meritevole, ed è un furto perpetrato ai danni di tutti. In Abruzzo è la regola. Ora è il momento di farne un'eccezione, non fosse altro perché i posti di lavoro non ci sono più. Oltre ad essere illegale, il voto di scambio oggi è anche una presa per il culo.

Gianni Chiodi, il candidato Presidente della Regione Abruzzo per il PDL, non sembra farsene cruccio. In un epoca dove Licio Gelli, anzichè in galera, viene ospitato negli studi di Odeon Tv per condurre una trasmissione televisiva, evidentemente deve aver pensato che i tempi erano maturi per sdoganare di fronte all'opinione pubblica anche il voto di scambio. Così, in piena campagna elettorale, ha allestito numerosi banchetti invitando i giovani abruzzesi a consegnare i propri curricula, dietro la promessa di valutarli uno per uno dopo le elezioni. Secondo un format collaudato dal suo burattinaio, Silvio Berlusconi, ha dato a queste ricevitorie clandestine un nome tranquillizzante: la bancarella di Gianni. Un po' come la torta della nonna, o il Popolo delle Libertà. Non fa niente poi che non ci sia nessuna nonna nelle catene di montaggio industriali che assemblano una mescola di ingredienti liofilizzati e aromi chimici prima di riversarla in milioni di pezzi sugli scaffali delle nostre iper-mangiatoie di massa. E non fa niente se le uniche libertà sono quelle che il popolo vedrà ridursi di giorno in giorno, a cominciare da quella di avere un'informazione corretta e pluralista. La bancarella di Gianni legalizza il voto di scambio in Abruzzo. Anzi, fa molto di più: istituisce il voto di scambio con circonvenzione di elettore incapace, dato che è evidente a chiunque che non si può scambiare quello che non c'è. E il lavoro non c'è.

Deve essere sembrato troppo perfino a Berlusconi, visto che il video dove Gianni Chiodi suonava il piffero per incantare i topi è stato frettolosamente rimosso dalla rete, e i banchetti allestiti in pompa magna per fare incetta di voti e curricula sono stati smantellati in fretta e furia. Questa volta hanno esagerato e lo sanno. Purtroppo la rete non perdona. La rete conserva memoria, ed è una memoria da fare invidia ad un elefante. Ho trovato il video e ve lo ripropongo, insieme ad una breve intervista al candidato Presidente per il centrosinistra, Carlo Costantini, davanti alla sede della CGIL di Pescara.
Gli ho chiesto cosa ne pensasse della bancarella del Gianni. Guardate il video e sentite cosa mi ha risposto.

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sabato 22 novembre 2008

Ovopedia - Il piano di conquista virale della rete

OvoPedia - Cultura di Regime

Neppure il tempo di portare a termine il piano della P2, che subito il Discepolo 1816 si rimbocca le maniche e si mette al lavoro per aggiornarlo. Oggi le televisioni via cavo di cui parlava Licio Gelli nel Piano di Rinascita Democratica non esistono più. Il tempo corre troppo in fretta perfino per un visionario come lui. Oggi c'è internet. E soprattutto, ...c'è YouTube, ci sono milioni di video in rete. Bisogna contrastare questa enorme enciclopedia libera del sapere umano, costituita da un microcosmo di pensatori democratici e liberi che interagiscono a formare il pensiero collettivo. Bisogna farlo subito altrimenti il rischio democrazia diventa insostenibilmente concreto e reale.
Oggi vi presento l'appendice A del manualetto di rinascita democratica di Licio Gelli, il capitolo che non c'era. E magari, chissà, stanno anche pensando di cambiargli nome. P2, la vendetta. O magari P3. Dopo il piano di penetrazione dei media tradizionali, ecco a voi il piano di conquista virale della rete ricostruito da Maria Cristina Crisci.

Nel 2007, attraverso la lussemburghese Trefinace, Fininvest entra con il 47% in OvO srl, casa di produzione e diffusione di Andrea Pezzi, brillante e poliedrico VJ di Mtv. Attualmente, gli accordi societari sono tacitamente al vaglio dell’Antitrust.
OvO è a sua volta posseduta da Nova Fronda, società di Pezzi, ma che nasce sotto l’ispirazione e la guida di Antonio Meneghetti, l'ideologo della Ontopsicologia, la nuova scienza dei leader della quale Pezzi è un fervente adepto.
Meneghetti è un ricchissimo ex frate noto alla giustizia italiana fin dagli anni 80. Sembra che a Berlusconi sia stato presentato da Putin, e che l’Università di San Pietroburgo gli abbia dedicato una cattedra. Tiene da anni, sia in Italia che all’estero, preziosi corsi di ‘leadership’, sempre più frequentati da uomini e donne dell’economia, della politica e dei media, che grazie alle doti maieutiche del Meneghetti vengono aiutati a raggiungere il successo e preparati ad assurgere a posizioni chiave di grande rilievo.

Tutto perfettamente in linea con le moderne frontiere del marketing aziendale, che con la PNL - Programmazione Neuro Linguistica - impone tecniche di manipolazione utilizzate, più o meno occultamente, in molti contesti lavorativi.

Nel 2006 Meneghetti viene invitato a presentare ufficialmente il suo libro più importante, La psicologia del leader, alla quarta convention dei circoli giovanili di Dell’Utri. Proprio Marcello Dell’Utri, ispiratore e fondatore di Forza Italia, sostiene l’ideologia proposta dalla Cultura del Leader di Meneghetti, ed offre la giusta chiave per reinterpretare la storia e riabilitare la personalità di alcuni personaggi controversi, oltre a relativizzare l’olocausto ebraico. Una revisione che sembra stare molto a cuore al bibliografo Dell’Utri, come dimostrato in occasione della scoperta dei diari inediti di Mussolini.

Nasce così un nuovo ambizioso progetto: creare la più grande enciclopedia del mondo in videoclip. Si chiama OvOpedia, e tratterà tutti i rami della conoscenza umana. La grande opera non poteva non essere finanziata da Silvio Berlusconi con un investimento di circa 8 milioni di euro l’anno.
I giovani redattori di Ovopedia, molti dei quali alle prime armi, già da tempo sono al lavoro per la produzione di videoclip creati rigidamente secondo format e linee editoriali ben precise, come nella migliore tradizione televisivo-pubblicitaria. Il materiale prodotto verrà diffuso tramite televisione, digitale terrestre, satellitare, telefonia e naturalmente web.
Nella telefonia è già attivo l’accordo con Vodafone per la distribuzione dei contenuti culturali e informativi di OvOpedia attraverso i servizi: OvonewsOvobioOvoday. Il sito web, che partirà a breve, attualmente contiene un inquietanto countdown con il numero dei secondi che mancano al lancio. Mentre i guadagni saranno assicurati dal sostegno economico di numerosi ed importanti inserzionisti, per la manovalanza si stanno reclutando giovani blogger, reporter e operatori della comunicazione.

I primi videoclip su Hitler e Stalin, presentati pochi mesi fa alla stampa, promuovono una inedita lettura della storia vista dalla parte dei leader, dando risalto al valore delle loro doti carismatiche e oratorie, piuttosto che alle finalità politiche delle loro idee. Nella biografia di Hitler per esempio, la questione del Mein Kampf, ovvero la Bibbia del nazismo, viene liquidata senza fare alcun cenno al razzismo, limitandosi a dire che nella sua opera il Führer "afferma che l'attuale declino della Germania, dipende da un complotto dei comunisti e degli ebrei, volto a seminare discordia e indebolire l'economia del paese".

Nella nuova cultura di regime, i mezzi giustificano il fine.

Maria Cristina Crisci

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venerdì 21 novembre 2008

Arnold Schwarzenegger prende meno di un consigliere regionale abruzzese

I pizzini dei politici, con tutti quei foglietti volanti, costano. Esattamente, 260.000€ che se ne vanno in agendine personalizzate. In america, le stesse agendine costano 28.000€. Forse qualcuno si è accorto che si possono usare i palmari e risparmiare gli alberi. O più probabilmente non hanno presidenti del consiglio che per loro stessa ammissione non sanno cosa sia un computer e tanto meno utilizzano internet.
La California, che è l'area con il Prodotto Interno Lordo mondiale, è anche quel posto dove il suo governatore, tale Arnold Schwarzenegger, prende 162.598€ lordi. Un consigliere regionale abruzzese prende di più. Non solo: Terminator li restituisce tutti, perché non ne ha bisogno.

Da noi, se fai l'operaio e vieni licenziato, vai sotto un ponte. Se invece fai il senatore e resti senza seggio, ricevi un assegno di solidarietà. Una miseria, un atto simbolico, quattro spicci... Esattamente 307.328€ per il povero Clemente Mastella, 345.600€ per Cossutta, 278.516€ per Alfredo Biondi e via dicendo. Tutto normale, quando in calze e collant di servizio i nostri politici spendono oltre 16.000€ l'anno. A questo punto sono proprio curioso di sapere quanto costano i boxer di Berlusconi. Magari potremmo chiedere alla... [avete capito ma non voglio beccarmi una querela da milioni di euro].
Se non ci credete, chiedete a Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella.

In questo paese, questo stesso paese, vivono persone diverse. Persone che trovano il coraggio di prendere una penna e scrivere al Presidente della Repubblica. Persone come Stefano Andreose.
Ricevo e pubblico, perché non serve aggiungere altro.

Lettera al Presidente della Repubblica

Egregio Signor Presidente Le scrivo con il rispetto per il Suo ruolo ed il rispetto per Lei come persona. Ho 53 anni, faccio il falegname, lavoro da solo. Ho una moglie e due figlie. Ormai le nostre abitudini sono sia per cena che per pranzo o un primo piatto o ( badi bene non E... ma O !) un secondo, un bicchiere di vino a pasto é oramai un ricordo lontano, solo acqua ovviamente dal rubinetto..
In famiglia abbiamo un auto del 1992, non possiamo cambiarla, non ce lo possiamo permettere ma paghiamo una tassa di possesso sempre più alta perché siamo luridi inquinatori.
Ho un furgone acquistato usato un anno e mezzo fa circa di cui sto ancora pagando le rate, ma so già che il prossimo anno continuerò a pagarne le rate ma, essendo un euro 2, non potrà circolare per circa metà dell'anno.....vorrà dire che lavorerò solo metà dell'anno.
Tra le tante altre cose posseggo una rata di mutuo di circa 1200 euro al mese.
La mia bottega quest'anno stante la crisi del mercato reale non riesce neppure a pagare se stessa, il che significa che sino a questo momento ho lavorato solamente per pagare il mio locatore, il portinaio con le spese condominiali, le varie tasse, l'INPS per poter mantenere la pensione a chi già é in pensione e la cassa integrazione a chi perde il lavoro, il commercialista, le assicurazioni, la Telecom, l'A2A, il Comune con l'Ecopass e/o le multe ma non ho lavorato per la mia famiglia, anzi per mantenere tutti quelli sopraindicati mi sto mangiando letteralmente quel poco di capitale che sta ormai finendo.
Non ho televisione, non vado al cinema, non rubo e forse tra poco non mangio. Mia moglie mi rammenda ormai da tempo le stesse calze di servizio, ed é molto tempo che non la porto neppure in una pizzeria. Quest'anno poi le mie figlie, ancora piccole, faranno Natale con alcuni giocattoli che ho trovato nei bidoni del riciclo della plastica condominiale.
Ho venduto il letto di casa e ci ho pagato la rata del mutuo di due mesi fa, sto vendendo le cose di famiglia per fare fronte a tutto, il mutuo di due mesi fa l'ho pagato grazie a mia madre 87enne ed alla sua pensione e Le garantisco Presidente che mi sono vergognato come mai.
Pago le bollette in ritardo di un mese quando va bene, ho ancora un debito con il notaio per il rogito fatto lo scorso anno a luglio della casa dove abitiamo e stiamo prendendo la decisione dolorosa di svenderla letteralmente anche per riuscire a fare fronte a tutto. Ovviamente se così saremo costretti a fare passeremo per lerci speculatori che rivendono la casa acquistata prima dei previsti anni di legge per la tassazione agevolata e quindi dovremo anche pagarne la differenza.
Abbiamo insegnato alle nostre figlie che in periodi come questo che stiamo passando occorre ridurre a cominciare dalle piccole cose e dalle piccole cifre, perché tante piccole cifre ne fanno una grossa. Per questo abbiamo tutti in famiglia rinunciato a tanto a modo proprio ed anche la più piccola che ama studiare flauto é arrivata a dirmi che non gli piace più: non é vero ma é il suo modo di essere responsabile in questo momento per tutta la famiglia, quindi abbiamo accettato e in cuor mio l'ho ringraziata per questo pur sentendomi un poco morire.
Non compero giornali da tempo, risparmiamo anche su quello e leggo alla mattina il Corriere al bar prima di aprire bottega: sino a questa primavera caffé e brioche, ora solo caffè, il cornetto costa ormai un euro.
Durante la colazione, anzi il caffé del 12 novembre scorso ho letto questo articolo di Stella e Rizzo titolato I costi della politica: più cento milioni.

Penso che Lei Presidente lo abbia letto, se non lo ha fatto La prego di leggerlo.

Ora le mie semplici domande alle quali vorrei che desse una risposta sono:
é vero quello che c'é scritto? E' vero che esiste un assegno di solidarietà per i non rieletti? É TUTTO VERO???

Se la risposta é SI, mi sembra che i valori dell'Italia per cui Lei e mio Padre avete combattuto sono definitivamente sepolti dall'ingordigia. Se la risposta é SI, ci state stritolando e ci dovreste condurre. Se la risposta é SI stiamo noi pensando al vostro star bene a discapito del nostro. Se la risposta é SI ci state uccidendo mentre dovreste migliorare le nostre condizioni di vita. Se la risposta é SI mi chiedo in ultimo perché tra non molto rinunceremo al necessario e la nostra politica non riesce a ridurre il superfluo.
Presidente Le chiedo solamente il rispetto che si deve ad una persona, perciò se volesse rispondermi sia diretto e sincero, eviti termini complicati, non mi risponda con proclami o buone intenzioni che la storia nostra ci insegna che restano tali ma mi sappia dire a cosa Voi che guidate questo paese siete disposti a rinunciare già da subito, come ha fatto mia figlia che ha solo 7 anni.
Non mi sottoponga, la prego, alla tortura delle frasi fatte, preconfezionate e soprattutto genericamente formali e di maniera: a chi sta per annegare un banale “coraggio!...” può essere più drammatico e doloroso di un decoroso e rispettoso silenzio.

Stefano Andreose

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mercoledì 19 novembre 2008

Meglio del massacro delle isole Far Oer, molto meglio!

Il cosiddetto massacro dei delfini

C'è qualcosa di nuovo in rete, anzi di rosso. Immagini raccapriccianti. Compaiono all'improvviso sugli schermi dei computer. Mostrano sangue, teste mozzate a colpi di machete, mari gonfi di cadaveri, degni del peggiore film splatter. E' quello che viene definito il massacro delle balene, un rituale che avviene una volta all'anno nelle isole Far Oer.

Il mondo civilizzato, globalizzato, scalpita e freme. Non può tollerare una simile violenza. Anzi, per la precisione: non può tollerare di assistervi. Meglio non sapere, come è ormai abituato a fare. Meglio non vedere come vivono i polli di allevamento, in batteria, uno sull'altro, senza spazio per muoversi, urinando e defecando l'uno sull'altro. Meglio non recarsi presso gli allevamenti di bestiame e non vedere quello che c'è dietro alla nostra cara, consueta immagine delle mucche al pascolo. Meglio non imbattersi nella coltivazione degli agnelli pasquali, che vivono e muoiono in una scatola, dalla nascita al giorno del macello, senza mai vedere il sole, senza mai vedere il cielo. Meglio comprare una scatoletta al supermercato e non chiedersi cos'è quell'accozzaglia proteica che vi è stipata dentro, nè soprattutto come ci è finita. Meglio uccidere il bestiame con un compressore che spara un chiodo nel cervello e poi ne risucchia il contenuto. Meglio portare a incandescenza l'epidermide di maiali vivi per testare prodotti cosmetici per le nostre femmine fatali. Meglio uccidere animali da pelliccia scuoiandoli vivi per non rovinarne il vello, prezioso per le nostre serate di alta società. Meglio il nostro massacro delle tonnare, dove i tonni vengono raggruppati e sterminati in massa a bastonate, così un vecchio marinaio in pensione con una rassicurante barba bianca può decantare le qualità organolettiche delle sue scatolette.

Tutto questo è meglio, molto meglio di quello che avviene ogni anno nelle selvagge e primitive isole Far Oer. Pensate un po': 50.000 abitanti che si permettono ancora di cacciare animali nati e cresciuti in libertà, per ottenere 35 Kg di carne e 35 Kg di grasso a testa, bambini compresi. Anzichè partecipare felici alla globalizzazione, e comprare squisite scatolette Simmenthal, osano approvvigionarsi mediante una filiera corta, ricavandone il 30% del fabbisogno annuale di carne e grasso. La carne viene essiccata e affumicata. Il grasso si usa in cucina e può essere usato come combustibile. Non si butta niente, neppure le ossa che vengono usate come materiale da costruzione. Esiste un limite al pescato (circa mille l'anno) e sono consentiti solamente gli strumenti che consentono una morte rapida. Non esiste alcun rischio biologico. Nel nord Atlantico vivono circa 200.000 delfini globicephala melas, e nel Pacifico meridionale sono ancora di più. Non è più un rituale di passaggio per feroci cacciatori, lo fanno i giovani perchè hanno braccia forti.

Ma gli abitanti delle isole Far Oer non consumano: autoconsumano. Questo è il grosso, irrisolvibile problema del nostro mondo civilizzato. Niente paura: se le comunità autonome non vanno alla Globalizzazione, la Globalizzazione andrà a loro. Già oggi la carne di questi delfini è vietata alle donne incinte per la presenza di metalli pesanti, sali di mercurio, pesticidi...

Entro pochi anni dovranno per forza di cose adeguarsi e far viaggiare petroliere e navi merci, per approvvigionarsi finalmente di cibo, il nostro cibo. Quello che non ha bisogno di violenza e morte per arrivare in tavola, perché cresce sugli alberi.

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sabato 15 novembre 2008

La rete è il nuovo Rinascimento

RadioRadicchio intervistaByoblu

La rete sta cambiando il mondo. Solo pochi anni fa, per trasmettere erano necessarie attrezzature costosissime e si dovevano vincere improbabili gare di concessione delle frequenze. Alla fine, si riceveva un certificato di conformità propagandistica, un master in comunicazione piduista che attestava l'ideoneità a produrre un'informazione mediocre, battuta a macchina dai registi e dagli sceneggiatori di regime. A chi non si voleva adeguare, non restavano che dieci anni di battaglie legali e sentenze favorevoli rigorosamente non applicate. Insomma, con le frequenze vinte ci si possono fare delle rigeneranti sessioni di ionoforesi, ma certo non trasmissioni televisive!

Poi fu inventato il protocollo di trasporto che oggi è conosciuto come TCP/IP, guardacaso per scopi militari. C'era bisogno di un sistema che recapitasse i messaggi importanti anche nel caso in cui un'attacco nemico avesse messo fuori uso la maggior parte delle linee di comunicazione. Il sistema doveva essere in grado di instradare le veline - che allora non andavano in giro con fili interdentali tra le natiche e due coriandoli sui capezzoli - lungo i percorsi che erano rimasti in piedi, scegliendo autonomamente e in tempo reale.

Per una volta, almeno per una volta, se la sono messa in culo da soli: ci hanno regalato la libertà! Adesso si aggirano con gli occhi strabuzzati, come dei pazzi, nel disperato tentativo di recuperare... E noi italiani, che siamo sempre stati i primi in tutto, oggi siamo i primi a cercare di ricondurre l'informazione in stato di cattività, ammaestrata da domatori di blogger e giornalisti indipendenti, fino a ridurla in stato di coma farmacologico.

Il disegno di legge ammazzablogger va fermato. Altrimenti la repressione della libertà di parola sarà sanguinaria, vendicativa, ritorsiva. Avremo blogger desaparecidos e le carceri si riempiranno di pericolosi criminali accusati del reato di stampa clandestina.

Invece, la rete è il nuovo Rinascimento. Fioriscono ragazzi che fanno circolare idee, arte, cultura, che dedicano nuovi spazi di approfondimento dando voce al nuovo, ai giovani, alle intuizioni fresche, foriere di cambiamento. Aprono e mantengono blog, fanno interviste, lanciano webtv, fondano radio che trasmettono in streaming.
Tra queste ultime c'è Radio Radicchio, che ospita una trasmissione condotta da Eleonora e David - squisiti interlocutori - dal titolo Parallela-Mente. Mi hanno chiesto un'intervista, ma avrei potuto benissimo intervistare io loro, per chiedergli dove trovano la forza, il coraggio e l'entusiasmo di fare cultura in questo paese di televisioni piduiste e giornaletti che altro non sono se non opuscoli aziendali.

Riporto qui una sintesi dell'intervista.

David ed Eleonora, conduttori di Parallela-Mente, intervistano Claudio Messora alias Byoblu.


David ed Eleonora: Non ti puoi immaginare l'euforia qui in studio, non stiamo più nella pelle!

Byoblu: Non ci posso credere...

David ed Eleonora: siamo felici di sentirti, è stata una delle interviste più sudate e quella a cui tenevamo di più!

Byoblu: E' un grandissimo onore, non me l'aspettavo...

David ed Eleonora: L'onore è assolutamente il nostro, tutta la redazione si è data da fare per metterci in contatto, perché ci tenevamo. Per prima cosa ti vorremmo chiedere di fare la presentazione di Byoblu e non di Claudio Messora.

Byoblu: Byoblu è un personaggio surreale, la metà oscura o luminosa di Claudio Messora, che si è limitato a rappresentare la proiezione di se stesso, cioè quel modo di sentire e vivere le cose che forse non riusciamo ad esprimere compiutamente, ma che ci rappresenta nell'immagine che abbiamo di noi stessi. Ovviamente, io non sono nella vita di tutti i giorni esattamente come mi si vede in video. Tuttavia, quando mi sono tistintivarovato di fronte all'opportunità di occuparmi di informazione alternativa, è nato spontaneamente, senza pensarci troppo, questo approccio. Tanto che, mentre altri sono conosciuti per nome e per cognome, io sono semplicemente Byoblu. Il personaggio e i contenuti che esprime alla fine sono piaciuti: se mi avessero tirato pomodori, probabilmente avrei smesso.

David ed Eleonora: Viva la sincerità. Comunque il successo avuto certifica la qualità di ciò che fai. Andando avanti, la tua è una biografia talmente vasta ed interessante che diviene difficile fare una selezione delle cose da trattare. Ne sei consapevole?

Byoblu: Avete letto la biografia di presentazione sul blog?

David ed Eleonora: Sì, perché ci vuoi dire che è falsa?

Byoblu: No, assolutamente. Per una persona come me che fa della trasparenza la sua bandiera, sarebbe una contraddizione. Effettivamente io sono una persona molto istintiva, che non ha mai seguito binari precisi, e questo lo si evince dalla mia storia personale. Una carriera lineare non faceva per me.

David ed Eleonora: Basta citare il tuo luogo di nascita, Alessandria d'Egitto...

Byoblu: Sì, la mia famiglia emigrò in Egitto, ad Alessandria, quando in Sicilia la mafia cominciava a confiscare i beni e Alessandria era considerata il giardino d'Europa: un mix fervido di culture che si mescolavano in un bouquet di lingue, cucine tradizionali, usi e costumi... Un quarto di sangue credo sia austriaco. Fatto sta che mia madre è nata lì. Mio padre suonava il pianoforte sulle crociere Costa, e si incontrarono in un lunghissimo viaggio verso l'Australia, dove poi si sposarono. Infatti quando mi chiedono di dove sei non so mai cosa rispondere, perché sono nato ad Alessandria d'Egitto, ad un anno e mezzo mi sono trasferito a Genova, a circa 11 anni sono andato ad abitare a Milano, ho vissuto due anni a Napoli. Insomma, mi trovo sempre un pò in difficoltà quando mi si chiede di dove sono.

David ed Eleonora: Però è certo che tu sei presente negli albi d'oro di alcuni concorsi canori, come quello di Ariccia e di Castrocaro dove hai composto un brano per Luisa Corna, quando ancora non era nota ai più.

Byoblu: Si quando ancora faceva la fotomodella e cercava di trovare una strada alternativa, visto che la bellezza fisica è un fiore che deperisce presto con il tempo.

David ed Eleonora: Inoltre non molti sanno che tu sei un musicista che ha composto brani noti.

Byoblu: Questo rispecchia la mia non linearità. I miei genitori volevano che io facessi l'ingegnere ed io ho pensato bene di deluderli e di seguire le orme di mio padre che suonava il pianoforte nelle crociere, per cui verso i 22,23 anni sono andato a suonare a Napoli e nella Costiera Amalfitana, Sorrento, Posillipo, poi dopo ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Informatica. Di pari passo all'istinto artistico, c'è sempre stata anche questa parte estremamente razionale, affascinata dal mondo del calcolo. Ho scoperto che molti musicisti amano la programmazione, come me. Programmare significa mettere tanti mattoncini Lego insieme, costruire un grande Meccano, e se hai creatività ti appassiona tanto.

David ed Eleonora: C'è un'affinità quindi tra le due materie. Non hai abbandonato del tutto una via per intraprenderne un'altra ma hai dato seguito ad un percorso personale.

Byoblu: Sì infatti! A testimoniare questo c'è il fatto che nel 1998/99 diedi vita alla prima community online di musica, basata sullo scambio di mp3, una comunità legale, perché non si trattava di brani di artisti famosi, ma erano i musicisti stessi ad immettere i loro brani. Si chiamava FreeRecords, poi divenuta Detuned. Era un lavoro che seguivo 10,11 ore al giorno, perché le cose riescono solo se ci si mette molta passione.

David ed Eleonora: Poi ti sei dedicato ad una cosa che sembrava non appartenerti prima: la notizia, l'informazione, la ricerca della verità. Ed ora ci sono molti utenti che come noi, aspettano i tuoi video, pronti ad essere affascinati e ad incazzarci perché alle volte le notizie non sono molto tranquillizzanti. Ma per costruire uno spirito critico, c'è bisogno anche di quelle.

Byoblu: Anche se può sembrare strano, io sento sempre un certo ottimismo di fondo, perchè il fatto di poterne finalmente parlare, di poter comunicare senza barriere, senza filtri non può che essere l'anticamera di una rinascita culturale. La gente non è insensibile, apatica e disinteressata come si vuole fare credere. E' solo stordita dal bombardamento mediatico propagandistico continuo, ma come in Truman Show o come in Matrix, prima o poi arriva il momento in cui accadrà qualcosa per cui ci si risveglia di colpo, tutti insieme, con uno schiocco di dita. La rete sta preparando questo cambiamento.

David ed Eleonora: Prima abbiamo fatto ascoltare un estratto da un tuo video (Youtube Mi ha esaurito) dove tu inviti gli utenti a disfarsi dell'alone rarefatto della virtualità e ad essere più reali, perché youtube e la rete la facciamo noi.

Byoblu: La persona reale che sta dietro a ciò che scrive dovrebbe esporsi, secondo le sue possibilità. Troppo spesso ci sono delle remore a metterci la faccia. Non so da dove derivino, forse dalla distorsione maturata dalle descrizione degli altri media di internet. Se ne parla solo quando su youtube emergono gli annunci di stragi nelle scuole, e invece è una enorme community di persone che esprimono il loro pensiero. Ed allora perché non mettere la propria faccia come parte inscindibile del contenuto? La faccia conferisce credibilità, spessore a quel che si dice. Delle parole puoi esprimere perplessità, ma di una faccia puoi scegliere con facilità se fidarti o meno. Denunciamo un mondo dove le cose non vanno, ma il mondo lo fanno coloro che la faccia ce la mettono. Il discepolo 1816 la sua faccia ce la mette. Sta là, e nessuno potrà mai combattere senza fare altrettanto, senza dare un messaggio confortante e non anonimo.

David ed Eleonora: Beh il discepolo 1816 non ci ha messo solo la faccia ma si è anche salvato con i nostri soldi e ne ha fatti molti altri.

Byoblu: Vero, non so se avete sentito che Licio Gelli ha detto che l'unica persona capace di mandare avanti il suo piano è Berlusconi!

David ed Eleonora: Cosa ne pensi della censura su internet? Secondo te alcuni comportamenti sono da censurare? Perché alle volte si assiste a dei comportmenti sulla rete che non saremmo disposti a tollerare nella vita reale?

Byoblu: Molte persone mostrano il meglio di sé su internet, ma altrettante anche il peggio, proprio perché ritengono di non essere riconoscibili.
Dopo aver lavorato ad un video spendendoci molto tempo per renderlo il più interessante possibile, capita spesso che arrivi un utente qualsiasi, coperto da un nickname, e l'unica cosa che riesce a fare è insultare senza nessun contenuto critico costruttivo. Entra, ti insulta e se ne va, senza neanche preoccuparsi di ascoltare. Questa persona per strada non lo farebbe mai. Di persona, la maggior parte delle volte non si direbbero mai cose che a volte vengono dette su internet; questo tipo di atteggiamento deve cambiare. Le persone devono comprendere che dietro ad un nick o ad un video c'è sempre un'altra persona che devi trattare nello stesso modo con cui la tratteresti se la incontrassi per strada.

David ed Eleonora: Gli ascoltatori ci ricordano che Licio Gelli conduce un programma su Odeon Tv...

Byoblu: Sì, ci sono molti casi strani nella televisione italiana: anche Rete 4 trasmette su delle frequenze che appartengono in realtà ad Europa7. Licio Gelli dovrebbe lasciar spazio alle tante persone che avrebbero qualcosa da dire e che non hanno mai progettato un piano eversivo rispetto alla Costituzione.

David ed Eleonora: In chiusura vorrei rivolgerti una domanda che esula dal mondo di internet, anche perché tu sei una persona che sta su internet per denunciare le cose che non vanno nel mondo reale. Anche tu hai trattato il caso di quella ragazza, madre di un bambino diversamente abile, che ha dovuto assistere ad uno spiacevole fatto al Carrefour di Assago. Come questo ci sono tanti altri fatti accaduti ultimamente che ci raccontano situazioni di intolleranza. Credi che l'Italia stia regredendo da un punto di vista di solidarietà e coesione sociale?

Byoblu: E' un mondo difficile dovuto anche ad una promozione pressappochista della cultura e dell'arte. Siamo costretti a guardare i vari Grande Fratello, che hanno valori di una nullità abissale, che però vengono propagandati notte e giorno, volti ad incantare, ipnotizzare. La gente quindi è portata a non occuparsi più delle cose reali. Manca sensibilità verso la letteratura, il teatro, la musica classica; manca l'approfondimento. La gente corre, alla ricerca dell'apparenza, ma non ha nessuna voglia di approfondire, ed è una cosa con cui ci si deve misurare anche su internet.
Non so realmente se stiamo derivando verso un neofascismo, sicuramente non siamo in un periodo dove primeggiano per l'uomo valori quali la solidarietà, l'amore, l'amicizia, l'empatia. Stiamo attraversando un momentaccio...
E' significativo il fatto che nella campagna elettorale per le elezioni regionali in Abruzzo, che io sto seguendo, entrambi i candidati non hanno nel programma nessun punto riguardante arte e cultura.

David ed Eleonora: Grazie Claudio per essere stato con noi.

Byoblu: Un abbraccio da Pescara.

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giovedì 13 novembre 2008

Messaggio a blog unificati

freebloggers.jpg
Clicca l'immagine



Se siamo arrivati fino a qui, lo dobbiamo a persone che hanno voglia di scrivere e mettersi in discussione, a persone che hanno ancora voglia di leggere e di metteresi a loro volta in discussione, ma soprattutto allo strumento che in tutti i paesi democratici consente di dare piena espressione a un concetto fondamentale come la libertà di parola e di opinione. Un valore che deve unire tutte le persone che hanno ancora la fortuna di rendersi conto di essere libere.

Riporto quindi in versione integrale l'articolo di Beppe Grillo sul disegno di legge ammazzablogger, che deve essere trasmesso a reti unificate, anzi a blog unificati, in sostituzione di una comunicazione istituzionale assente.

Se tutti i blogger del mondo si dessero la mano...

Il disegno di legge ammazzablogger non è figlio di nessuno. Sarà forse figlio di puttana. Di padre ignoto e di madre incerta. Nato in provetta o per partenogenesi. Non una voce dei nostri parlamentari, a parte quella di Antonio Di Pietro, si è levata a favore della Rete. Eppure dovrebbe importargli qualcosa. Milioni di italiani ci vivono, la frequentano, discutono e INFORMANO.
Il disegno di legge è stato presentato da Franco 'Ricardo' Levi. Levi è del PD. Il segretario del PD è Veltroni. O non sa nulla, come mi dicono gli succede spesso, o è d’accordo.
I veri giornalisti stanno in Rete, alcuni li conoscete, si chiamano Ricca, Martinelli, Byoblu. Mi scuso per coloro che non cito, ma sono migliaia. La Rete esprime un Paese diverso. Se i lobotomizzati dalle televisioni e dal trio CorriereRepubblicaLaStampa si informassero in Rete, lo psiconano sarebbe ospite permanente di Putin in Siberia e Topo Gigio Veltroni una maschera del cinema.
La legge ammazzablogger non va presa alla leggera. Neppure in Cina hanno osato tanto. Se passa, la Rete scompare. Ho letto molti commenti che consigliano di spostare all’estero i blog o di registrarsi con un indirizzo .com, .net o altro, non soggetto alle leggi italiane come il .it. Perché dovremmo farlo? Lo facciano loro, con i loro siti di m..da. Sono anni che noi siamo le lepri e loro i cani. Che giochiamo in difesa. Ogni giorno una nuova porcata. E’ ora di cambiare musica. Mi sento una lepre mannara, con i denti a sciabola. E’ una bella sensazione. All’inseguimento invece che in fuga. Centinaia di blogger stanno mostrando la faccia, il nome e cognome, il loro indirizzo http con l’iniziativa “FREE BLOGGER”. Sono loro il cambiamento. Non lo fermerete.
"Se tutti i blogger del mondo si dessero la mano..."


Inviate le vostre foto con la scritta: "FREE BLOGGER":
Invia una mail a freeblogger@beppegrillo.it con:
- Oggetto: il tuo nome
- Testo: indirizzo del tuo blog
- Allegato: la tua foto con un cartello "Free Blogger"
Le foto appariranno nella barra superiore del blog.
- Articolo di "Punto Informatico"
- Analisi di Daniele Minotti


Diffondi l'iniziativa

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lunedì 10 novembre 2008

Mele e buoi dei paesi tuoi

Mele e buoi dei paesi tuoi
Intervista al sen.Rossi sui mercati contadini


Quest'anno non sono riuscito a mangiare una pesca decente. Erano tutte dure, senza sapore. E' tanto, tantissimo tempo che non assaporo più una buona clementina. Le pere Williams ancora si salvano, ma anche per arance e banane bisogna andarci con i piedi di piombo, e possibilmente con il kit del piccolo laboratorio chimico.

Non sappiamo più da lungo tempo cosa stiamo mangiando. Ai nostri figli diamo intrugli prodotti da multinazionali e fatti con ingredienti liofilizzati. Del latte, della frutta e delle uova di cui dovrebbero essere composti non conservano più oramai neppure l'aroma. Non vanno più neppure a male: sono talmente artificiali che se li mangi un mese dopo la scadenza sono ancora buoni.
Sono finti, ma i risultati sulla nostra salute sono veri. L'ultimo in ordine di tempo è stato lo scandalo del latte cinese. Abbiamo eliminato quel latte dagli scaffali, ma nessuno - proprio nessuno - ci dice che negli yogurt, nelle merendine, nei formaggi, negli ovetti di cioccolata, nei dolci, in qualsiasi altro prodotto a base di latte non ci sia tanta melamina da mandarci tutti dritto in un reparto di rianimazione, quando non addirittura belli stesi in una cassa.

Basta! E' ora di tornare alle torte della nonna, al tacchino allevato per Natale nella stia, alle uova tirate fuori direttamente dal culo della gallina, ai pomodori appena colti, magari da condividere con qualche simpatico bruco, perché la sua sicurezza è la nostra sicurezza, la sua salvezza è la nostra salvezza, e così la sua salute. Non voglio mele belle, giganti, lucide, gonfie e luccicanti come un seno al silicone: voglio mele buone, genuine. E tette vere, per Dio!

La soluzione si chiama Mercato Contadino. In Germania e negli Stati Uniti ce ne sono a migliaia. I contadini e gli agricoltori della zona si danno appuntamento e ti vendono direttamente cetrioli e zucchine. Ti fanno vedere dove sono cresciuti, quei cetrioli e quelle zucchine, e ti dicono anche come li hanno innaffiati. Se non sono buoni, finalmente sai con chi prendertela. E quando non è stagione per i cachi, mangerai mele. E quando non è stagione per le pesche, mangerai pere.
Torneremo a bere latte appena munto, e a fare le torte con le uova vere.

La buona notizia è che i Mercati Contadini iniziano ad essere tanti anche in Italia, e sono in costante crescita. Cercate quello più vicino a casa vostra, e nel frattempo ascoltate cosa ne pensa il Senatore Fernando Rossi, da me interpellato sulla questione.

Byoblu: "Cosa ne pensi dei mercati contadini, questo fenomeno che all'estero si chiama Farm Market, ovvero i contadini e gli agricoltori che si organizzano in spazi autogestiti per arrivare direttamente al consumatore, avendo non soltanto un risparmio in termini economici - che si può quantificare anche del 30% per il consumatore - ma anche un risparmio in termini ambientali? Avere il contadino che ti vende direttamente la mela significa avere meno aerei che circolano, meno TIR, quindi meno inquinamento, e significa soprattutto avere un controllo sulla garanzia e sulla qualità degli alimenti che vengono venduti. E' molto semplice verificare dal contadino stesso quale sia il suo processo produttivo mentre è quasi impossibile farlo per la grande distribuzione: l'abbiamo visto recentemente con il latte proveniente dalla Cina. Ancora adesso non sappiamo esattamente cho cosa stiamo dando da mangiare ai nostri figli, perchè arrivano le rassicurazioni ma poi arrivano anche le smentite quando si scoprono i centri commerciali che vendono prodotti adulterati. Quindi, possono rappresentare una soluzione i mercati contadini, insieme ai GAS, i Gruppi di Acquisto Solidale?"

Rossi: "Sì sì: indubbiamente vanno bene i mercati contadini, vanno bene i gruppi di acquisto che si muovono, come tu giustamente dicevi, verso un rapporto equilibrato, che cerca la qualità del prodotto, tra chi lo fa e chi lo deve consumare. Questo rapporto stretto ti garantisce che tutti e due si va verso la qualità del prodotto. Tu non puoi farmi un uso indiscriminato di prodotti chimici, perché alla fine se il gruppo di acquisto scopre, analizzando il prodotto, che c'è un residuo altissimo di un pesticida, quello è uno che ha finito di vendere ai gruppi di acquisto, mentre può ancora vendere ai grandi gruppi, ai grandi commercianti che poi trovano loro i canali per smistare il prodotto. Quindi è una questione di controllo di qualità, e poi ci sono i risparmi, i risparmi nel muovere le merci, nei consumi di petrolio, di benzina.
E' la scelta del futuro questa: un rapporto stretto tra chi produce e chi consuma e la distanza corta tra il momento della produzione e il momento del consumo, che garantisce la freschezza. Io per esempio quest'anno non sono riuscito a mangiare una sola pesca: erano tutte come dei sassi, durissime. Una filiera corta mi garantisce una qualità sul prodotto, e invece di aver tentato tre volte di prendere un chilo di pesche, ne avrei consumate dieci, venti chili. Mi piacciono anche, soprattutto quelle bianche! Non si riesce più a farlo. I kiwi son dei sassi. Che senso ha che io vada a mangiare un prodotto che arriva dall'Australia, dal Cile, se ce l'ho qui, nel periodo giusto? Poi sarà il periodo di un altro prodotto.
Voglio essere legato di più alla mia storia, al mio territorio, alla mia capacità produttiva, mangio sano... perché un prodotto, per stare in nave venti giorni, deve avere dei prodotti chimici che lo tengono su, insomma... Tra l'altro c'è la dotazione scientifica per sapere da dove vengono i prodotti, per sapere se sono stati usati dei prodotti chimici... Il guaio è che non lo si vuole fare. Ogni tanto qualcuno dei NAS becca una partita, ma son tutte così! Se si va in un mercato generale a fare i controlli, fuori dalle regole per quanto riguarda la presenza di prodotti chimici, di residui chimici tossici cosa c'è? Quasi tutte le partite di questa merce che gira per il mondo non sarebbe dentro ai parametri. Ma siccome qui i commercianti che la muovono sono cinque/dieci in Italia, sono forti e ricattano magari le amministrazioni con i posti di lavoro... e allora si chiudono uno, due occhi e si va avanti così, confidando nella fortuna che la gente non si ammali, ma poi la gente si ammala."

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domenica 9 novembre 2008

La nonna incatramata


Tutti hanno un sogno. Alcuni ne hanno più di uno. Uno dei miei è quello di poter viaggiare nel tempo. Mi piacerebbe tornare in un'epoca remota, dove il mondo era incontaminato. Probabilmente morirei sul colpo.

Alla prima boccata di aria pura, senza la nostra salubre quantità di piombo, nanoparticelle e gas di scarico, i polmoni ne sarebbero corrosi come da un gas venifico. Il primo sorso d'acqua, ricca come sarebbe di nutrienti e priva di cloro, di cromo, con l'aggravante di provenire da falde non arricchite dal passaggio sotto a una discarica percolante, corroderebbe l'esofago e le pareti dello stomaco in pochi secondi. Le verdure, cresciute lontano dalle purificanti piogge acide, non avrebbero sapore, e la carne di animali che pascolano liberi, senza essere costretti a vivere ammucchiati l'uno sull'altro, ricoperti dalla loro stessa urina, gonfi di antibiotici per debellare le infezioni, sarebbe sicuramente incommestibile.

Sì, un mondo senza raffinerie, inceneritori, discariche, sversamenti, fughe radioattive e tubi di scappamento sarebbe letale per noi. Per fortuna il progresso ci ha aiutati a rendere l'ecosistema compatibile con la nostra esistenza. Le centrali nucleari, con i loro piccoli e frequenti incidenti, contribuiscono a rendere le nostre terre sufficientemente radioattive da scaldarci. Gli inceneritori provvedono a diffondere salutari nanoparticelle nell'aria, che aiutano a rendere i nostri tessuti corporei meno cagionevoli e rinforzano le difese immunitarie. I nostri lungimiranti amministratori pubblici - che non smettono mai di preoccuparsi per noi - corteggiano le compagnie petrolifere e pur di sterminare questa natura selvaggia e incontaminata, che con la sua purezza costituisce una minaccia alla nostra sopravvivenza, distribuiscono concessioni di sfruttamento a destra e a manca.

I cittadini della Basilicata sono già al sicuro: a tavola possono finalmente permettersi un vino contaminato dalle emissioni di un Centro Oli che ha devastato l'ambiente. Gli abruzzesi non volevano essere da meno e sono insorti. Nei pressi di Contrada Feudo - Ortona - sono infatti pieni di vigneti dai quali viene prodotto un vino pregiato come il Montepulciano d'Abruzzo: hanno preteso e stanno ottenendo l'installazione di una raffineria dell'ENI che possa inquinarlo quel tanto da conferirgli un retrogusto tipico da idrodesulfurizzazione: l'ideale per accompagnarsi a pesce al mercurio, arsenico e cromo, e a un contorno di ortaggi geneticamente modificati.
Nelle Marche, dal canto loro, sono già a posto così. Il 4 aprile 2007, 18km di spiaggia tra Rocca Priora a Senigallia sono state ricoperta da combustibile ATZ, altamente tossico. Considerato da uno sparuto gruppo di ecoterroristi come uno dei più gravi disastri ambientali mai occorsi sul mare Adriatico, in realtà è stato un cortese omaggio di una raffineria dell'API alle amministrazioni locali allo scopo di incentivare il turismo e liberare spazio utile, facendo passare il tasso di mortalità di Falconara Marittima dal 43° posto nelle Marche al 9°.

Uno di questi ecoterroristi che cercano di seminare il panico mi ha scritto una lettera, che ho deciso si pubblicare a dimostrazione dell'insensatezza di questi disadattati sociali.

Ciao, innanzitutto i soliti complimenti che riceverai a raffica da molti appassionati della rete e che penso non facciano mai male.
In secondo luogo leggendo il tuo servizio sulla raffineria in Abruzzo (che mi sono permesso di divulgare ai miei ex compagni di liceo e agli amici del calcio a 5) mi è venuto a mente di parlarti di una cosa che mi ha sempre infastidito, chissà se un po’ di sana informazione comincerebbe a cambiare le cose almeno nella testa della gente...

Vivo a Torino ma sono nato in un paesino vicino ad Ancona, ogni estate i miei mi portavano dai nonni, passavo le giornate in quella casa in cui ho un mucchio di ricordi e qualche volta andavamo al mare.

Il mare in quel tratto, (tra la località di Marzocca, vicino Senigallia, ed Ancona) è fatto di tratti di spiaggia con i sassi.

Se provi a stenderti però rischi di ritrovarti incatramato...
Immaginati su quella spiaggia, sei li che stai leggendo il tuo libro, e a un certo punto della lettura noti che una pagina è sporca di nero. Tu stavi giochicchiando con un sasso e la tua mano... guardi la mano con cui hai girato la pagina, si... è sporca anche quella.

Sei li che ti chiedi il perchè...
Guarda alla tua destra... laggiù...la vedi???
E’ una raffineria dell’Api.

Tra l’altro in passato è esploso un serbatoio lasciando una densa colonna di fumo nero e forse qualche vittima.

Ora mi chiedo: quali sono le ragioni che hanno spinto un paese come l’Italia e una regione come le Marche a tollerare un simile scempio?

Lo stabilimento penso dia lavoro a un centinaio di persone. Lo stabilimento e la ferrovia, che in alcuni tratti divora la costa talmente gli è vicina, proibiscono però lo sviluppo turistico della zona. Due o tre anni fa c’è stata addirittura una perdita da un serbatoio ed é fuoriuscito petrolio in mare che poi ha invaso la costa.

Quel tratto di mare, quelle colline se non ci fosse la raffineria prometterebbero uno sviluppo turistico stellare...


Byoblu, serve il tuo aiuto... se tornerò a trovare la nonna e non la troverò incatramata ti manderò un video!

Andrea Lucchetti


Attenzione: se trovate una nonna incatramata che si aggira esangue in un paesino nei pressi di Ancona, non datele subito fuoco: il nipote è un pericoloso ecoterrorista contrario allo sviluppo, al progresso scientifico e tecnologico, che vorrebbe far passare le compagnie petrolifere per delle associazioni a delinquere che non lavorano per il nostro bene, come vorrebbero farci credere, ma che starebbero addirittura distruggendo ogni cosa al solo scopo del profitto personale.

Pedinate di soppiatto la nonna e... se per caso il nipote dovesse commettere un'imprudenza e avvicinarsi, avvolgetelo nel bitume e consegnatelo immediatamente alla security dell'API o dell'ENI perchè venga sacrificato al Dio Oro Nero.

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venerdì 7 novembre 2008

CTRL-ALT-CANC

Il mondo parla di Berlusconi. Credetemi, perfino per me è spiacevole constatare che continua a parlarne male. Berlusconi è al vertice di una piramide che rappresenta tutti gli italiani, uno per uno. Non serve dire io non mi sento rappresentato: una società è un sistema composto da individui raggruppati in base a criteri ben definiti, che non si esprimono in maniera caleidoscopica e frammentata, ma eleggono un portavoce che parla a nome e per conto della collettività. Di fronte al resto del mondo, noi siamo tutti Berlusconi.

Il vero problema è questo. Non siamo stati capaci di esprimere una classe dirigente adeguata a questo periodo storico. Abbiamo politici vecchi, arretrati e incapaci di pensiero innovativo. Ce li abbiamo perchè ce li abbiamo messi noi: li abbiamo votati.
L'America ha dimostrato di saper cambiare, di essere in grado di rompere con gli schemi tradizionali, di saper guardare avanti utilizzando modelli e concetti nuovi. Barack Obama si è rivolto agli americani. Li ha coinvolti uno per uno, ha parlato loro attraverso la rete. Per la prima volta le elezioni politiche del più grande paese democratico sono state vinte attraverso l'utilizzo sapiente e pervasivo di internet. La rete cambia il mondo.

Noi invece abbiamo Luca Barbareschi che dichiara che internet va regolamentata, che non capisce che è proprio la rete, al contrario, che si autoregola. In rete emergono i contenuti migliori a discapito di quelli inaccettabili. Questo è possibile grazie al concetto di intelligenza distribuita. Dal crollo della Torre di Babele in poi, il più grosso problema dell'uomo è stata la comunicazione. Le parole e le idee hanno sempre sofferto della mancanza di circolazione, del tentativo di strumentalizzazione, della censura. Oggi invece abbiamo un fenomenale strumento grazie al quale tutto è confrontabile. Le singole faziosità, le strumentalizzazioni... tutto si può mettere a confronto perchè ognuno di noi abbia la capacità di scegliere liberamente.

Oggi possiamo cambiare il mondo. Yes we can!
Per farlo, dobbiamo esprimere coraggiosamente nuovi talenti che abbiano internet, l'open source e il copyleft nel sangue, il cui dna contenga geni dedicati alla comprensione e allo sviluppo dello streaming video, della banda larga, dei comuni trasparenti, delle webcam in h24. La nuova rivoluzione si combatte online.

Dobbiamo mandare a casa questi vecchi mafioburocrati che non sanno cosa significa cut&paste, drag&drop, tag, blog, feed e sostituirli con una nuova generazione di giovani appassionati, idealisti, pieni di talento e nati con le mani sulla tastiera.

Se vogliamo portare quest'italietta nel futuro, la soluzione è una sola: CTRL-ALT-CANC.

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mercoledì 5 novembre 2008

SOS Ortona - Fermate il Centro Oli.

Fermate il Centro Oli
Istantanee prima della devastazione

Conoscere significa sperimentare attraverso i sensi. Tutto il resto è una proiezione mentale. Per esempio, la guerra vissuta attraverso i giornali fa male, ma andare dove la gente rischia la vita tutti i giorni, incrociare i loro sguardi, parlare con loro fa molto di più: rende partecipi. L'esperienza diretta spoglia le frasi della loro più appassionata retorica e le riempie di significato. Dopo avere visto, difficilmente si può dimenticare.

Mi sono caricato in spalla il candidato presidente alle regionali d'Abruzzo, Carlo Costantini, e l'ho portato a Contrada Feudo, vicino a Ortona. Dovevo vedere i luoghi dove si vuole costruire una raffineria petrolifera. E ho creduto che dovesse vederli anche lui, toccare quella terra con le sue proprie mani, sentire il profumo dei suoi frutti, parlare con chi sta combattendo quella guerra. La guerra dei mostri meccanici, delle piogge acide, della desertificazione, contro l'intima vocazione di un territorio dalla bellezza inequivocabile, che colpisce i sensi e lo stomaco lasciando senza fiato, a bocca aperta.

Ho effettuato qualche ripresa strada facendo, vi ho fatto vedere la sterminata sequela di vigneti che caratterizza quelle zone, da cui tra l'altro si ricava il rinomato montepulciano d'Abruzzo. Vi ho fatto vedere il panorama, le colline, i prati, i volti induriti dal sole e perfino le mosche che si inseguono pigramente, nell'ozio di un pomeriggio di fine ottobre. Ve l'ho messi davanti agli occhi perché è proprio lì che i poteri forti vogliono costruire una raffineria. L'hanno chiamata Centro Oli, perché possa sembrare innocua come un frantoio. Ma non è un frantoio: è l'apocalisse. Come è stato in Basilicata, genererà piogge acide e renderà non più commestibili tutte le coltivazioni circostanti, in un raggio di sessanta chilometri. Consumerà milioni di metri cubi di acqua, in una terra dove l'acqua è preziosa e già oggi non c'e n'è abbastanza per gli uomini, le donne e i bambini che la abitano. Renderà l'aria irrespirabile e rappresenterà il cavallo di troia grazie al quale in Abruzzo scenderanno squadroni di petrolieri, inviati da generali banchieri, che bucheranno tutta la regione come un groviera, distruggendola e impedendogli di valorizzare la sua selvaggia, a tratti incontaminata e sconvolgente bellezza.

Sì, l'Abruzzo è meraviglioso. Forse... ancora per poco.

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lunedì 3 novembre 2008

Il colore della morte

Il colore della morte
intervista a Samanta Di Persio

Le chiamano morti bianche, ma il colore giusto è il nero. Tutte le morti sono nere. Il colore della putrefazione, della cancrena. Il colore che risucchia tutti gli altri fino a spegnerli in sé. Così, come la luce entra in buco nero e non sa più uscirne, i nostri sogni, le nostre speranze, e tutto l'amore di cui siamo stati capaci, un bel giorno attraversano un punto oltre il quale non solo svaniscono, ma perdono qualsiasi memoria di se stessi, come se non fossero mai neppure esistiti.

Sì, le chiamano morti bianche, ma la disperazione che si lasciano dietro è nera. Nera come un pozzo nero, come le acque nere, come l'umore nero di chi ha perduto suo marito, suo figlio, suo padre, e nessuno lo aiuterà mai con un solo centesimo di risarcimento. E insieme alle morti bianche ci sono anche gli infortuni bianchi: gente che era nata con due braccia, due gambe, dieci dita, e all'improvviso non gli tornano più i conti. A lungo, l'illusione sensoriale continua a percepire una mano dove non c'è più, ma bisogna stare lontani dagli specchi, è chiaro, altrimenti il giochetto non regge....

Le chiamano morti bianche, nel tentativo di renderle candide, immacolate, innocenti, e sarebbe interessante chiedere ad un uomo che sta precipitando nel vuoto, magari perchè nessuna misura di sicurezza è stata adottata dal suo datore di lavoro, se in quel preciso istante si senta così in pace con se stesso e con la società. Negli anni '60 li chiamavano omicidi sul lavoro. Meno tranquillizzante, se volete, ma certo più realistico.

Invece, oggi le chiamano morti bianche. Bianche come un bianco Natale, come la biancheria che sa di lavanda, come i capelli di un vecchio. Bianche come le nuvole bianche, come la spuma delle onde del mare, come la panna, come il latte, come la neve che attutisce il dolore ricoprendo ogni cosa di un bianco mantello silenzioso...

Le chiamano morti bianche. E vi prendono per il culo.

A l'Aquila ho intervistato Samanta Di Persio, autrice del libro Morti bianche. Una ragazza davvero speciale. Guardate l'intervista nel video accluso al post.

Oggi, intanto, vi racconto questa storia, la storia di Andrea, tratta da Morti Bianche e anche dal Sacrario virtuale dei Caduti sul Lavoro. Ho messo la foto, così che anche voi possiate guardarlo bene, mentre leggete.

20 giugno 2006

Andrea aveva solo 23 anni e ogni giorno partiva da Porto Sant’Elpidio (Ap) per recarsi al lavoro. Un’ora di auto per andare ed un’altra per tornare, ovvero ottanta chilometri al giorno, con la sua nuova “Opel corsa” nera fiammante da pagare a rate, per recarsi nell’entroterra di Ortezzano dove si trova l’Asoplast, azienda dell’indotto Merloni con un centinaio di operai, florida e moderna come poche nello stampaggio di materiale
in propilene, pvc e tampografia.
Quel fatidico 20 giugno 2006, Andrea si alza alle tre e quarantacinque del mattino per essere sul posto di lavoro alle cinque. Alle sei e dieci la macchina tampografica comincia a dare problemi, come già più volte era accaduto, allora Andrea cerca di risolvere il problema come facevano anche gli altri operai. Mette la macchina in “stand-by” (usando il pannello dei comandi che si trova lontano dal piano di lavoro e deve essere azionato con entrambe le mani) e controlla. In quel momento la pressa riparte da sola lasciando ad Andrea il tempo di lanciare un urlo lancinante e la testa viene colpita da due tamponi che gli spezzano l’osso del collo in pochi secondi.

L’hanno trovato così i compagni di lavoro in una pozza di sangue che usciva copioso da un orecchio. Tutto ciò è accaduto perché quella macchina assassina era priva di mezzi di sicurezza: vale molto di più la produzione che una vita umana... Un operaio viene considerato un numero che può essere facilmente sostituito. Andrea era un ragazzo senza troppi grilli per la testa. Amava la musica e la vita, amico degli amici, di indole fin troppo buona.

Perdere un figlio è un dolore indescrivibile, perché l’attaccamento è viscerale, il cordone ombelicale non si spezza mai, ora il mio cuore è morto insieme al mio sole, la mia vita scorre lentamente, come se l’orologio non avesse più lo stesso ritmo.
Ora Andrea non c’è più, in casa resta un dolore enorme ed un silenzio atroce...
Mancano la musica, il suono della sua chitarra e della sua tromba, mancano i suoi abbracci ed i suoi baci. Mancano... mancano... mancano... Di lui restano solo foto, ricordi ed una fredda tomba dove solo i fiori gli fanno compagnia.

È trascorso un anno da quando il mio angelo se ne è andato. Da quel giorno, la nostra famiglia è distrutta. Nessun aiuto da parte di nessuno, né dai proprietari della fabbrica, che io definisco uomini senza cuore né cervello, né da parte delle istituzioni.
Abbiamo bisogno dello psicologo e dello psichiatra e da parte della Asl mi sento rispondere che gli specialisti lavorano solo al mattino. Ma io lavoro, mia figlia va a scuola, quindi non possiamo usufruire di questo servizio. Una famiglia abbandonata a se stessa e neppure un risarcimento, all’infuori di 1.600 euro per le spese funerarie.

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sabato 1 novembre 2008

Byoblu.Com vs Licio Gelli

Il Discepolo 1816

La vecchiaia è un'età meravigliosa. Mio nonno, la figura più importante della mia fanciullezza, arrivato alla soglia dei 90 si commuoveva sempre, ed era incapace di non dire quello che gli passava per la testa. Certi vecchi tornano bambini, e più tornano bambini più perdono qualsiasi freno inibitore: giocano, piangono e dicono la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità. Tanto che in tribunale non li fanno più nemmeno giurare...

Prendiamo Cossiga, per esempio. Lui si commuove quando vede le maestre e gli studenti finire in ospedale per le manganellate. Si commuove dalla felicità, tanto da spifferare candidamente le strategie che avrebbe usato lui se avesse ancora qualche responsabilità di governo. Appena l'ha saputo, Maroni ha cominciato a battere i piedini per terra, minacciando di non giocare più, perchè Francesco faceva la spia.

Adesso ci si mette anche Licio Gelli! Prima, da Villa Wanda, ha candidamente ammesso che tutti i 53 punti del suo manualetto di Rinascita Democratica stavano prendendo corpo ad uno ad uno. E fin qui, lo sapevo già...
Oggi però mi ha fatto proprio arrabbiare, sì: ho iniziato a battere i piedini per terra. Se non la smette non gioco più neanche io, mi ritiro!
In una conferenza stampa a Firenze, ha detto che Silvio Berlusconi, di cui ha ricordato l'affiliazione alla P2, è l'unico che può andare avanti e completare il Piano di Rinascita Democratica.

Insomma, ragazzi, adesso basta! Così non vale! Mi sono fatto un culo così a dimostrarvi che Il Discepolo 1816 non aveva mai abbandonato gli insegnamenti del suo Venerabile Maestro, e adesso arriva Licio e mi toglie le parole di bocca...
Il colmo dei colmi, poi, è sentirlo sostenere che non è d'accordo con il Lodo Alfano, perchè l'immunità ai grandi dovrebbe essere esclusa, in quanto al Governo dovrebbero andare persone senza macchia e che non si macchiano mai.

Ho deciso di fare causa a Gelli. Per plagio.
Quello che è troppo è troppo!


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Di Pietro e Rossi: P2

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