le intuizioni ovvie di claudio messora

mercoledì 24 dicembre 2008

La grande balla di Berlusconi in Abruzzo

La grande balla di Berlusconi in Abruzzo

Cari abruzzesi, che avete cantato felici Meno male che Silvio c'è, il 12 dicembre 2008 a Chieti; che lo avete proclamato Re in casa vostra, facendovi imbonire dalle sue fanfaluche; che avete subito il suo ricatto elettorale, quando vi ha tolto mezzo miliardo di euro promettendovene sedici in cambio del vostro voto...

Cari abruzzesi, oggi il vostro destino si è compiuto. Avete scoperto che la festa a cui credevate di essere stati invitati, altro non era se non un plotone di esecuzione. Volevate ripulire la vostra regione dalla corruzione, e avete scoperto che era Berlusconi a voler ripulire la vostra regione da Voi.

Ecco come il venditore di pentole e pignatte elettorali vi ha convinto a firmare le cambiali più lunghe della vostra vita, in cambio di una colossale fregatura.

«Il programma per l'Abruzzo lo conoscete. Il Governo sarà vicino a Gianni e alla sua squadra di governo della regione. E qui, noi garantiamo anche che nel rilancio delle infrastrutture, a cui daremo vita a partire dal giorno 18 prossimo, in cui approveremo, nel Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, il CIPE, 16 miliardi e 600 milioni di euro destinati tutti alla realizzazione di infrastrutture, e fra queste infrastrutture ci saranno le infrastrutture di cui avete bisogno, le opere manutentive di cui avete bisogno, ci sarà la velocizzazione della Pescara - Roma con il raddoppio di alcune situazioni di questa linea.» [Silvio Berlusconi, Chieti, 12 dicembre 2008]

Il C.I.P.E., il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, si è riunito come previsto il 18 dicembre 2008, quindi sei giorni dopo le dichiarazioni di Silvio Berlusconi a Chieti. Nel verbale che riporta gli esiti della seduta si apprende che ha stanziato 7,3 miliardi di euro per le infrastrutture, non sedici!
Ci sono fondi per la Calabria, fondi per le aree montane, fondi per la tratta autostradale tirrenica Rosignano - Civitavecchia, fondi per il sistema MOSE di Venezia. Perfino la Moratti è venuta giù a chiedere dei soldi per l'Expo di Milano.

Non figura da nessuna parte la velocizzazione della Pescara - Roma.
Di più, non c'è un solo euro per l'Abruzzo!


Cari abruzzesi, Berlusconi vi ha raccontato una balla, vi ha preso in giro, vi ha tradito. Adesso non importa che abbiate votato a destra, a sinistra o che non abbiate votato affatto: dovete chiedergliene conto.
Io lo sto facendo. La rete non perdona.

Cari abruzzesi, anzi cari italiani, la prossima volta che dovete prendere una decisione così importante, spegnete la televisione. Accendete internet!

Leggi il resto...

giovedì 18 dicembre 2008

D'Alfonso,Toto, Berlusconi: l'Abruzzo è servito!

D'Alfonso - Carlo Toto - Berlusconi
L'Abruzzo è servito

«Devo dare atto a un vostro concittadino, che è un imprenditore assai capace, di avere contribuito con la sua volontà e anche col suo spirito di sacrificio a rendere possibile la nascita della nuova Alitalia. E' qui il signor Toto, a cui rivolgo un ringraziamento a nome mio e a nome del governo.» [Silvio Berlusconi, Chieti (Abruzzo) - 12 dicembre 2008]

Carlo Toto e suo figlio Alfonso sono indagati dalla Procura della Repubblica di Pescara per tangenti negli appalti pubblici. Avrebbero fornito all'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso (PD), un auto con autista per ben tre anni, dal 2004 al 2007. Non contento, D'Alfonso avrebbe usufruito di passaggi gratis per lui e famiglia sulla compagnia aerea di Carlo Toto, l'AirOne, di aerei privati per le vacanze pagati interamente da AirOne Spa e di finanziamenti a società ed enti ricollegabili a D'Alfonso e alla sua famiglia. Pochi spiccioli. circa 200.000€. In cambio, secondo la Procura di Pescara, D'Alfonso avrebbe manifestato la promessa volontà politica benevola verso l’impresa Toto Spa.

Luciano D'Alfonso è stato arrestato lunedì sera, il 15 dicembre. Saperlo prima del voto alle regionali non avrebbe gustato. Carlo Toto invece viene ringraziato da Silvio Berlusconi, a nome suo e del governo italiano. Quindi lo state ringraziando tutti voi, uno per uno.
Basterebbe questo per far tremare i polsi agli abruzzesi. Se speravano di uscire dalla tana del formicaleone, Ottaviano Del Turco, ora hanno la prova della contiguità PD - PDL. Nel PD si va in galera per intrallazzi sospetti con gli stessi personaggi con cui si intrallazza nel PDL:  Berlusconi ringrazia Toto tre giorni prima che D'Alfonso venga arrestato con l'accusa di corruzione da parte dello stesso Toto. Il cerchio si chiude. L'Abruzzo è fottuto.

Cari abruzzesi, la prossima volta, prima di andare a votare, non leggete i giornali e non guardate Canale5. Informatevi in rete. Io ve l'avevo detto.

Byoblu: «On. Costantini, buongiorno. L'Abruzzo ha scelto. Poteva operare una scelta che andava nella direzione della trasparenza: l'installazione delle telecamere, delle webcam, la diretta streaming nei consigli regionali. Poteva andare nella direzione del rinnovamento. Ha scelto invece nella direzione di un governo che ha impostato la sua campagna elettorale su presunti voti di scambio, vedasi la bancarella di Gianni Chiodi, e sul ricatto. Ricordiamoci che Berlusconi è quello che ha tolto centinaia di milioni di euro di infrastrutture all'Abruzzo e che proprio in Abruzzo è venuto a dire "Se eleggete il mio pupillo prestanome, Gianni Chiodi, questi soldi, nella misura di circa 16 miliardi, vi verranno restituiti il 18 dicembre." Ieri sera è stato arrestato il sindaco di Pescara, D'Alfonso, indagato per corruzione ad opera di Carlo Toto, il quale è stato pubblicamente ringraziato da Berlusconi a Chieti, a nome suo e del governo italiano, per avere svolto egregiamente il suo lavoro. Non si vede una linea di discontinuità. Lei che futuro vede per l'Abruzzo?»

Carlo Costantini: «Ma, guardi: la vittoria del centrodestra è legittimata dal voto popolare, questa è la democrazia. Io sono convinto che chi vince le elezioni debba assumersi in pieno la responsabilità di governare, e chi le perde debba prenderne atto e accettare il ruolo dell'opposizione. Certamente i metodi utilizzati sono stati in alcune occasioni discutibili. Questo via vai di ministri, del Presidente del Consiglio, che sono venuti in Abruzzo a dire "se votate il mio candidato vi do questo", "se non lo votate Costantini vi rimette l'ICI"... C'è stato un fiume di dichiarazioni che evidentemente hanno impaurito gli elettori abruzzesi, che sono in una condizione di difficoltà, e che evidentemente soffrono nell'esercizio di pressioni così forti.
Quello che accaduto al sindaco di Pescara al momento non sono in grado di valutarlo, perché non conosco nulla degli atti dell'inchiesta giudiziaria. Certamente la persona coinvolta con lui in quell'inchiesta era alla convention del Presidente del Consiglio al Palatricalle di Chieti. Questa contiguità tra alcuni pezzi del PD e del PDL è un tema ricorrente, anche a livello di politica nazionale. Certamente c'è bisogno di cambiare molto. C'è bisogno di rimettere al centro la questione morale. C'è bisogno di costruire un'alleanza riformista che metta al centro i principi dell'etica, della trasparenza e del buon governo. Tutto questo fino ad oggi non c'è stato. Io sono chiaramente preoccupato per il futuro della regione perché considero il programma del Presidente del PDL inadeguato a dare le risposte che gli abruzzesi si aspettano. Però in questo momento di grande difficoltà non posso ingenerare sfiducia nei confronti degli abruzzesi e devo spingermi al punto tale da dire che mi auguro che lui ce la faccia. Mi auguro che lui ce la faccia da abruzzese e per gli abruzzesi. Mi auguro che lui riesca a mettere in campo quel processo di cambiamento che ha dichiarato di voler determinare. Ovviamente sul piano personale ho delle grandissime perplessità. Non tanto per lui ma per le persone che sono dietro di lui. Io eserciterò il mio ruolo di opposizione. Non farò sconti, cercherò di osservare, di valutare tutte le azioni che metteranno in campo, cercando di rilanciare i punti del mio programma, soprattutto quelli più distanti dal suo programma. Mi riferisco alla sanità privata, ai trasporti privati, alla scuola chiusa nei piccoli comuni. Mi riferisco alle tante cose che ci hanno distinto. Agli inceneritori realizzati a prescindere dal raggiungimento della quota di raccolta differenziata del 40%, alle tante proposte programmatiche del PDL che erano radicalmente contrapposte alle mie. Gli abruzzesi hanno scelto. E' vero che ha scelto un numero esiguo di abruzzesi, perchè il 50% ha scelto di rimanere a casa e di non andare a votare, però il sistema elettorale premia chi va a votare, e per quanto abbiano votato solo il 50% degli abruzzesi, e per quanto solo il 25% abbiano legittimato il candidato presidente del PDL, ora Presidente del PDL, è a lui che gli abruzzesi hanno affidato questo compito. Ora avrà il dovero e la responsabilità di provare a mettere in campo il suo programma. L'Italia dei Valori insieme al resto del centrosinistra faranno l'opposizione. Io ovviamente non posso augurarmi che lui sbagli, perchè l'egoismo di parte non può spingersi al punto tale da augurarsi il male dell'Abruzzo. Io mi auguro che lui ce la faccia, che riesca a realizzare quantomeno una parte degli impegni che ha assunto con gli elettori. Mi auguro che  Berlusconi soprattutto mantenga fede ai tantissimi impegni che ha assunto nei confronti degli abruzzesi, dai 16 miliardi di euro alla sede di un G8 in Abruzzo, al no al Centro Oli, alla riconsiderazione di questo progetto di petrolizzazione dell'Abruzzo. Io mi auguro che tutti questi impegni il Presidente del Consiglio li mantenga, e mi auguro che il Presidente della Regione abbia la forza, il rigore, la schiena dritta necessari per imporli nel caso in cui il Presidente del Consiglio dovesse ripensarci.
»

Byoblu: «E l'Onorevole Carlo Costantini che cosa farà da domani?»

Carlo Costantini: «Da domani farò l'opposizione. In quale luogo, in quale sede istituzionale lo valuterò nei prossimi giorni. Ci sto riflettendo, sto facendo una valutazione approfondita. Ovviamente non è una decisione che posso prendere in solitudine. C'è un livello di coinvolgimento importante del mio partito, c'è un livello di coinvolgimento importante anche degli altri partiti della coalizione. Io non posso fare il leader di una coalizione se la coalizione non mi vuole come suo leader. Non posso essere l'elemento di sintesi, di unità dei partiti del centrosinistra se alcuni partiti del centrosinistra mi considerano una persona che divide. Io non posso sperare di assumere dei ruoli che altri non vogliono che io assuma. Quindi devo per un verso riflettere sul piano personale, per cercare di interpretare meglio il sentimento dei cittadini abruzzesi e dell'Abruzzo, per un verso confrontarmi all'interno del mio partito, e poi per un altro verso cercare di relazionarmi anche con gli altri partiti del centrosinistra per comprendere fino in fondo quale futuro intendono costruire, quali prospettive intendono mettere in campo, fino a che punto sono disposti concretamente a determinare un forte rinnovamento del centrosinstra, che purtroppo non si è consumato fino in fondo in questa campagna elettorale. C'è stato un parziale rinnovamento. Solo parziale.»

Byoblu: «L'Italia dei Valori ha fatto un balzo in avanti da leopardo.»

Carlo Costantini: «E sì. L'Italia dei Valori è passata dal 2,4 - credo - al 15,3%. Ha moltiplicato per 6 il risultato delle ultime elezioni regionali. Questo dimostra la bontà del nostro progetto politico. Questo dimostra la capacità del Presidente Antonio Di Pietro di rappresentare i sentimenti e le istanze dei cittadini abruzzesi e degli italiani. Andremo avanti certamente in questa direzione. Cercheremo di coinvolgere anche gli altri partiti del centrosinistra che troppo spesso sono stati distratti da temi che consideriamo centrali come la questione morale e il rispetto delle regole di funzionamento della Pubblica Amministrazione. Noi andiamo avanti e non molliamo.»

Byoblu: «Un saluto per Gianni Chiodi.»

Carlo Costantini: «In bocca al lupo! Che cosa devo dirgli.. a Gianni faccio un in bocca al lupo. Mi auguro che lui riesca a realizzare quello che intende realizzare. Spero che non lo disturbino troppo, da Roma e dall'Abruzzo. Valuterò... Al momento non posso esprimere un giudizio, al momento posso esprimere un auspicio da cittadino abruzzese. In questo momento sono un cittadino abruzzese che inevitabilmente si riconosce come un cittadino nel Presidente eletto democraticamente dai cittadini abruzzesi, quindi mi auguro che lui faccia il meglio per i cittadini abruzzesi.»

Leggi il resto...

domenica 14 dicembre 2008

Il ricatto di Berlusconi in Abruzzo.


Abbiamo appena incassato la maglia nera dei più disconnessi. Questo è l'unico paese dove il numero di famiglie che navigano, anzichè aumentare, diminuisce. Ora arriva anche la consacrazione del nostro più illustre statista: Silvio Berlusconi.

Nei 27 paesi della UE allargata non tutti hanno televisioni piduiste, così accade ancora che qualcuno si chieda qual'è il capo di stato europeo con più senso di leadership, capacità di fare squadra, vocazione europeista e capacità di risposta alla crisi. E' strano che proprio lui, che ama così tanto i sondaggi - solo venerdì 12, in chiusura di campagna elettorale per la Regione Abruzzo, a Chieti, ha  sbandierato un impressionante 13% di vantaggio sulla coalizione di centrosinistra - non vada orgoglioso del suo 27° posto su un totale di 27 partecipanti.

Berlusconi è il politico più dileggiato della storia dei politici dileggiati. Lo hanno dileggiato in Svezia. Lo hanno dileggiato, tutti insieme appassionatamente, in Giappone. Lo hanno dileggiato in America, quando ancora c'era il suo grande amico Bush a proteggerlo. Lo dileggiano ovunque, e ci dileggiano. Ora lo dileggiano - e ci dileggiano - perfino i corrispondenti europei a Bruxelles, confinando Berlusconi in ultima posizione insieme al leader rumeno Popescu Tariceanu. In prima posizione Sarkozy, quello che in Giappone rimase basito all'invito del nostro statista ad inviare baci caldi alle giovani ragazze nipponiche. La scena è di quelle memorabili: un manipolo di leader mondiali saluta un gruppo di giovincelle, facendo un gesto rispettoso con la mano. Poi il gruppetto si muove alla volta di un'altra destinazione, ma il nostro premier cabarettista rincorre Sarkozy, e da statista senza statura cerca di inerpicarsi sulla sua schiena per farsi notare. Quando quest'ultimo, presumibilmente infastidito da ciò che gli appare come una scimmietta ridens, si volta, Berlusconi gli mostra come bisogna fare con le donne. Ma quella non è l'Italia, e tra le ragazze non c'é la Carfagna. Sarkozy prende le distanze dall'homo cabarettiensis e cerca di guadagnare metri preziosi. Del resto la marionetta del ventriloquo Licio Gelli sa di poter contare sul TG4 di Emilio Fede, ma nel resto del mondo l'informazione non si fa in un laboratorio di sartoria, tagliando e cucendo gli spezzoni più opportuni. Se ti vedono con lo zoppo, non aspettano che impari a zoppicare: ti azzoppano prima loro!

Oggi e domani in Abruzzo si vota. Se dovesse vincere il centrosinistra, per me significa una cosa sola: la prima regione con i centri del potere interamente coperti da webcam e collegati in streaming 24 ore su 24. Vado io a tirare personalmente i fili e ad avvitare le telecamere alle pareti. Le altre regioni sarebbero costrette ad adeguarsi, in cascata: una rivoluzione.

Berlusconi lo sa. Per questo ha lasciato i suoi disimpegni di governo e ha battuto in lungo e in largo l'Abruzzo per un mese. Per questo ricatta l'Abruzzo, togliendo centinaia di milioni di euro destinati alle sue infrastrutture e promettendo di rimetterceli se il suo portaborse Gianni Chiodi dovesse vincere. Per questo attacca Di Pietro, definendo un abiezione morale ogni voto espresso in suo favore.

Ho incontrato Antonio Di Pietro. Gli ho chiesto come mai oggi non c'è più l'opposizione di una volta. E come mai ci si stupisce tanto quando qualcuno cerca di farla.

Byoblu: "Presidente Di Pietro, il motto dell'Italia dei Valori è sempre stato Unica Opposizione. Questo slogan sembra essere stato interiorizzato anche dal Presidente del Consiglio, perchè ultimamente attacca uno ed un solo interlocutore: Antonio Di Pietro. Lo fa anche in Abruzzo, dove è calato per difendere il suo pupillo Gianni Chiodi dopo che questi aveva aperto le bancarelle del lavoro usato.
Ma è così strano fare opposizione in questo paese? E come mai quando qualcuno la fa, suscita così tanto scalpore?"


Antonio Di Pietro: "Perchè la nostra opposizione, questa dell'Italia dei Valori, è un'opposizione vera, seria. Chiarezza del linguaggio e determinazione dell'azione. E' un'opposizione che dice pane al pane e vino al vino, e che accusa senza paura il Presidente del Consiglio di essere un corruttore politico. E lui si arrabbia, non perché non lo sia, ma perchè l'ho detto. Io ho raccontato un fatto, tanto che ha minacciato di querelarmi ma non l'ha mai fatto. Perché sa che altrimenti si porta a casa pure la sentenza di curruzione politica. Infatti è corruzione politica quella di chi va a sfrugugliare l'animo di chi è stato eletto in altra parte politica e va a coartare i soggetti deboli, quelli alla ricerca di una poltrona, di trovare una sistemazione, che sono sempre esistiti. Giuda c'è sempre stato che si vende per trenta denari, ma a me fa più paura il diavolo tentatore. Paura non mi fa: ribrezzo sì! E quindi lo contrasto. Quel diavolo tentatore, quel serpentello che cerca di farti vedere la mela e ti compra l'anima.
Ecco, io credo che noi dell'Italia Dei Valori, ed io personalmente, abbiamo il dovere di informare i cittadini di questo modello di governo che si sta portando avanti. Quello di togliere ai poveri e di dare ai ricchi. Quello di creare una oligarchia di potere Gelli-sistema che si mette insieme per spartirsi la torta. Quello di chi sistema i crediti di Alitalia a favore di un gruppo di persone e li spalma sui cittadini. Quello di chi fa credere di avere preso provvedimenti in un modo, e invece li ha presi in un altro. Rispetto a tutto questo modo di fare, di chi restringe gli spazi di democrazia, di chi imbavaglia l'informazione, di chi non fa funzionare la giustizia, una voce libera ci sarà sempre nella mia persona, nell'Italia dei Valori. E soprattutto ci sarà sempre di più ora che il mondo della rete piano piano si sta prendendo i suoi spazi di libertà, e io sono convinto che un giorno non lontano anche le televisioni di Berlusconi saranno ormai obsolete."

Leggi il resto...

venerdì 12 dicembre 2008

Lettera aperta all'informazione libera



Mi scrive Luca Di Vincenzo. Mi chiede di pubblicare la sua lettera aperta all'informazione libera.

Sabato 6 dicembre 2008, Berlusconi è tornato a Pescara, portandosi dietro la claque per appoggiare la candidatura di Gianni Chiodi alla Regione Abruzzo. Luca Di Vincenzo è andato li per contestare il presidente, e soprattutto Chiodi, per il suo vergognoso spot elettorale, "la bancarella di Gianni Chiodi", iniziativa con cui avrebbe dovuto raccogliere i curricula dei giovani abruzzesi con la promessa di valutarli -lui?- dopo il voto. Questo si chiama voto di scambio? In Italia il voto di voto scambio è punibile penalmente. Luca è stato fermato dalla Digos perchè ho osato alzare la voce. Evidentemente in questo paese è VIETATO DISSENTIRE!

Ecco la sua lettera.

Cara informazione libera,

sono un cittadino abruzzese. Il 14 e 15 dicembre qui si vota.
Queste elezioni ci infastidiscono, qui la gente sta finendo per strada molto più velocemente di quanto stia accadendo nel resto d'Italia. Qui la gente è incazzata. Ma più si incazza la gente e più i fantocci della politica vengono a denigrarla. Qui il Pdl sta tentando di vincere le elezioni con la storia dell'altalenanza politica che ha imprigionato il popolo caprone di questo Paese per decenni. Il concetto che siccome al governo c'era il centrosinistra ora a rubare tocca al centrodestra. Follie che con un'informazione compiacente ed un clientelismo galoppante rischia di diventare realtà. Insieme ad alcuni amici ho fischiato Silvio Berlusconi quando è venuto a fare jogging in mezzo a negozi che stanno chiudendo a decine, prendendo i negozianti per i fondelli. Lui può fare shopping, lui si, mentre da noi, molte persone non più. A dire il vero non abbiamo neanche l'aereo di Stato con cui lui se ne è venuto a fare campagna elettorale per il suo candidato. Tornando a noi, come saprai, libera informazione, il candidato Pdl ha compiuto uno scivolone clamoroso tentando di lanciare con uno spot "la bancarella di Gianni Chiodi", iniziativa con cui avrebbe dovuto raccogliere i curricula dei giovani abruzzesi con la promessa di valutarli (lui?) dopo il voto. Per questo noi eravamo lì, per urlare il nostro dissenso. Dissentire è democratico in un Paese dove ci possono essere persone d'accordo o in disaccordo con te. Quel che è accaduto sa dell'incredibile e lascio a questo video la testimonianza. Alcune persone intorno al candidato e a Berlusconi (poche decine di persone rivelatasi claque), ha cominciato ad insultarci, la Digos si è fatta sotto minacciosa e confesso di aver avuto qualche timore. Ma non per me, per questo Abruzzo. Qui cara informazione libera avremo due opportunità, o saremo la prima regione a scivolare in una dittatura del fallimento, o i primi a rinascere dalle ceneri di un Paese alla deriva.
Io voglio fare un appello ai cittadini abruzzesi e a quelli che, in Abruzzo, non ci credono più:

NON MOLLATE, NON LASCIAMO L'ABRUZZO AL PDL

Io la mia faccia l'ho messa, ma non è importante, l'importante è fermare un uomo che ci sta trascinando tra i Paesi più sottosviluppati d'Europa.
Aiuto libera informazione, aiuto.

Leggi il resto...

mercoledì 10 dicembre 2008

Ecco il Licio Gelli Fan Club



 La massa critica è un numero magico. Quando viene oltrepassato, l'inerzia la fa da padrone e travolge tutto. Funziona bene con i gravi: bisogna fare un po' di fatica per sollevarli, ma poi basta lasciarli andare e fanno tutto da soli. Funziona anche con le idee. Basta che si diffondano oltre una certa soglia, la massa critica, per fare opinione.

Sta accadendo. L'inversione di spinta è iniziata dalla rete. Si è diffusa come un virus. Ha superato la china. Ora è inarrestabile. Gioite, perché il risveglio è in atto.

Licio Gelli, la mente che sta al braccio come il Piano di Rinascita Democratica sta a Silvio Berlusconi, dopo avere condotto una trasmissione televisiva nel solco di quel processo di revisionismo con cui la novelle P2 sta cercando di riscrivere la storia, è stato invitato come ospite d'onore in uno dei martedì letterari organizzati dal Casinò di San Remo. Del resto, dopo il suo capolavoro di fantapolitica, ha dimostrato di essere all'altezza delle visioni di J.R.Tolkien e della sensibilità sociale di Adolf Hitler.

Qualche mese fa sarebbe passato inosservato. Oggi, la massa critica è stata raggiunta. Ed è una vera e propria massa di cittadini che lo ha accolto festosa, per manifestargli tutta la proprio incondizionata stima per avere cercato di sodomizzare l'Italia, ed esserci fondamentalmente riuscito.

Ecco la testimonianza del loro atto d'amore.

Leggi il resto...

domenica 7 dicembre 2008

La guerra dell'informazione

Abdel Karim Suleiman, il blogger egiziano imprigionato
Abdel Karim Suleiman

La televisione è morta, il problema è che ancora non lo sa. Soprattutto, non lo sanno gli italiani. La guardano in silenzio. Sprofondano sul divano, impugnando un telecomando come fosse una bacchetta magica, o uno scettro del potere. Premono un tasto e si fanno. L'informazione è come la droga: quella pura è solo per i ricchi. I poveracci possono trovarla solo tagliata male. A tagliarla ci pensa una struttura delta. Sono loro i veri spacciatori. La gente si fa di sogni artificiali, naviga su isole che non ha mai visto, chiama per nome persone che non conosce e cui non avrà mai la possibilità neppure di avvicinarsi. Uomini appendono calendari di donne che non si faranno mai. Donne guardano soap e vivono storie ed intrecci amorosi sentendosi regine di vite che non gli appartengono. Adolescenti fanno a gara per chi è più sgrammaticato e ha meno valori in assoluto. I vincitori vengono premiati in appositi programmi, affinché possano diventare a loro volta un esempio per tutti gli altri. Tutti, indistintamente, quando accendono i loro super schermi piatti dai colori sgargianti sono accomunati da un unico denominatore comune: credono.

La televisione è l'Olimpo del nuovo millennio, è il ventre che i nuovi aruspici squartano per interrogare gli dei. Gli dei sono loro: c'è il dio Berlusconi, il dio Obama, il dio Ratzinger, il dio Veltroni, il dio Totti, ecco la classifica completa... Spendiamo sempre più soldi per goderci lo spettacolo. Vogliamo vedere i nostri miti a grandezza naturale, per avere l'illusione che abitino in casa nostra, non importa se quell'immagine è costruita da complessi giochi di luci e manipolata da truccatori che farebbero invidia a Giotto. Vogliamo ascoltarli in Dolby Surround, ascoltare le loro voci provenire da tutti gli angoli della stanza, che non sono più quattro ma 5 + 1. Non importa quanti microfoni e circuiti audio elaborino il loro suono per conferirgli le profondità del rombo del tuono e gli acuti dei cristalli puri. Nel frattempo, mentre noi non riusciamo ad arrivare a fine mese, loro con i nostri soldi vivono una vita diversa, quella vera. Fatta di lusso, macchine costose, ristoranti eccellenti, aerei privati, ville fiabesche, donne scolpite nella pietra - talune diventano perfino ministro. Quando li incontriamo per strada ci evitano con aria annoiata. A volte sono perfino maleducati. Come veri e propri dei, assoldano angeli e demoni che li proteggono dai comuni mortali. Li chiamano bodyguards, ma sono solo scagnozzi palestrati, mercenari pagati per non avere nessun rispetto. Il valore di un telespettatore è nell'abbonamento che paga, è nei prodotti che acquista, è nel voto che esprime. Il telespettatore è una risorsa da sfruttare, un territorio da colonizzare, un'area edificabile, un frutto da spremere. Con il suo stesso consenso.

L'antidoto, il nuovo Messia, la formula magica che se declamata può avviare il risveglio si chiama internet. Internet permette di comunicare. Internet è cocaina pura e rosa per tutti, nessuno la può tagliare. Internet è informazione incontrollata e incontrollabile. I mortali stanno distogliendo l'attenzione dall'Olimpo e iniziano a costruirsi dei su misura, scelti da loro, tra di loro e per loro. Internet è anarchia religiosa. Tra gli dei, i grandi artisti della musica hanno iniziato a preoccuparsi per primi. Scrivere canzonette non basta più a vivere da nababbi alle spalle di chi muore di fame. Internet prende ai ricchi per dare ai poveri. Perché un minatore che lavora 10 ore nella pancia di una montagna rischiando la vita tutti i giorni dovrebbe prendere un ventesimo di uno che sa suonare una chitarra, è vagamente intonato, si alza a mezzogiorno e passa il tempo a bere birra e a farsi ninfomani decerebrate? Così internet prende la musica e la distribuisce a tutti, con buona pace del dio cantante che dovrà rinunciare a qualche suite imperiale. Gli dei attori, produttori e registi stanno subendo la stessa sorte. Cosa fanno di più degli operai che lavorano tutto il giorno nelle discariche a cielo aperto, con i piedi sull'amianto? Per quale motivo, mentre i secondi muoiono lasciando le loro famiglie senza un futuro e senza un presente, loro dovrebbero farsi pagare milioni di euro qualche mese di lavoro? Internet prende i film e li distribuisce a tutti. Certo, l'ingordigia degli dei è senza fine: non possono rinunciare a cambiare un treno di gomme alla Porsche almeno una volta al mese. Così cercano di terrorizzare i mortali, li perseguono, li denunciano, ma è come cercare un ago in un pagliaio. Sono vittima delle loro stesse farneticanti sceneggiature. Come in un film di Indiana Jones, alla fine le colonne del tempio crollano, abbattute dal terremoto della rete, ma questa volta i muri e i tetti sono quelli delle loro case. Un altro pezzo di Olimpo si sta sgretolando.

Ora tocca agli dei dell'informazione. Internet prende le notizie, le opinioni, le idee e le distribuisce a tutti. Non c'è più bisogno di moderazione, di distorsioni di convenienza. Nella rete, la struttura delta non è ancora riuscita a trovare il bandolo della matassa. Ci stanno provando, però. Sia dall'interno che dall'esterno, ma la battaglia è ancora aperta. Vincerla si può. Bisogna diffondere. Soprattutto, bisogna usare la rete.

Mentre in tutta Europa l'uso di internet è in forte ascesa (Dati Eurostat 2008), proprio in Italia - guardacaso il paese mafiocratico piduista - non solo si è verificata la crescita più ridicola rispetto agli altri grandi paesi Europei (dal 40% al 43% tra il 2006 e il 2007 contro l'ascesa dal 41% al 49% della Francia e dal 39% al 45% della Spagna), ma nel 2008 siamo stati l'unico paese a diminuire il numero di famiglie che navigano. Se nel 2007 43 famiglie su 100 usavano internet, nel 2008 ce ne siamo persa una, tornando al 42%. La Francia invece ha allacciato alla rete altre 13 famiglie su cento, balzando al 62%. La Spagna ha oltre la metà delle famiglie connesse in rete, il 51%. L'Inghilterra il 71%, la Germania il 75% e la Danimarca l'82%.
Questo significa che, in proprozione, abbiamo la metà dei cittadini informati che ha la Danimarca. Abbiamo cioè il doppio di pazienti che vivono in stato di coma neurovegetativo e alzano la mano solo una volta ogni cinque anni, per mettere un simbolo su una croce e votare secondo le direttive ricevute dalla struttura delta.
Ma quanti sono i partigiani dell'informazione? Da noi, solo una di quelle 43 famiglie tiene un blog, mentre ce ne sono altre quattro che invece perlomeno lo leggono. E gli altri? La stragrande maggioranza usa la rete per organizzarsi un viaggio (20%). Il resto legge le maggiori testate online (17%), cerca informazioni sulla salute (16%), interagisce con l'autorità pubblica (15%) e interagisce con la sua banca (13%).

Le sorti della guerra nei 27 territori dell'UE allargata stanno velocemente cambiando in favore dello schieramento della rete. Solo in Italia stiamo arretrando. L'esercito dello psiconano ci ha fatto perdere metri preziosi, e incalza. A questo punto, mentre in tutto il mondo i blogger iniziano a fare paura, tanto che si iniziano a contare i primi morti e feriti, a noi resta una sola cosa da fare: resistere... resistere... resistere!

Leggi il resto...

martedì 2 dicembre 2008

Omicidio di stato



Anteprima Byoblu.Com dello scandalo che l'On. Franco Barbato porterà giovedì 4 dicembre in parlamento. Nella discarica di Chiaiano gli operai camminano sull'amianto allo stato libero. Non solo: lo si respira in tutta la zona circostante, dove tra l'altro si trova l'ospedale Monaldi.

La gente va a lavorare come si va di fronte a un plotone di esecuzione. La gente va a farsi curare, e incassa una pensione a vita che gli verrà pagata per intero, un debito di morte cui non potrà sottrarsi.

Il tutto, ancora una volta, sotto gli occhi complici dello stato, interventista come Mussolini quando si tratta di mobilitare l'esercito per imporre i suoi voleri, ma codardo e lassista come Pilato quando si tratta di garantire i diritti dei cittadini.
La crisi è ormai alle porte, e allora si è aperta la caccia grossa al cittadino. Si spara con proiettili di amianto, con l'obiettivo di limitare la crescita demografica del popolo. Lo fanno in Australia con i canguri. Lo fanno in Africa con i leoni. Qui da noi si fa nelle discariche.

D'altra parte viviamo tempi in cui la forma è stata abolita, e allora bando alle ciancie: quale luogo migliore per liberarsi del cadavere della democrazia, se non proprio una discarica?

Leggi il resto...

sabato 29 novembre 2008

16 dicembre: il tam tam dei blogger per Europa7

Bersani su Europa7 e Social Card

Il 16 dicembre 2008 è una data importante. Un commissario del Consiglio di Stato stabilirà se l'Italia vuole rispettare la sentenza della Corte di Giustizia europea sul caso Europa7 oppure no. Sarebbe come dire che un poliziotto ti ferma perché vai a 180 Kmh in città e anziché multarti si mette a pensare se vuole rispettare il codice della strada oppure no. Una sentenza della Corte Europea non si discute. Si applica. Dappertutto. Tranne qui.

Sì, il 16 dicembre 2008 è una data molto importante. Non a caso non ne parla nessuno. Non a caso i giornali e i telegiornali tacciono penosamente. Se parlassero, posta di fronte alla possibilità di avere finalmente una voce fuori dal coro, la gente chiederebbe il rispetto della costituzione e della sentenza del tribunale europeo. Molti scenderebbero in piazza con il telecomando in mano. In un grande rito collettivo, tutti insieme strapperebbero il bottone del quarto canale per sostituirlo con quello dove c'è scritto sette.
Rete4
ha perso la concessione delle frequenze e non deve trasmettere. E' abusiva. Europa7 ha vinto le concessioni e non può trasmettere. E' censurata. Dovrebbe chiedere asilo televisivo alle altre nazioni europee, magari in quella Svezia dove la nostra pluralità di informazione è l'occasione per farsi quattro risate sul canale di stato.

Due settimane prima del 16 dicembre il tam tam dei blog dovrebbe iniziare a battere sulle pelli tese dei post. La rete dovrebbe iniziare ad agitare gli schermi e le tastiere. I mouse dovrebbero essere impugnati e sollevati in segno di sfida. Noi vi stiamo guardando. Non potete fare quello che volete. I telelobotomizzati non sanno e non vedono niente, ma noi VI GUARDIAMO, VI CONTROLLIAMO, LO RACCONTIAMO.

Il 16 dicembre 2008 rispettate la legge.
Rispettate la democrazia.
Rispettate gli italiani!

Se ci sono blogger che si vogliono attivare, mi contattino: byoblu@byoblu.com.


Ho incontrato Pier Luigi Bersani. Gli ho chiesto di Europa7, cui il Decreto Ministeriale del 28 luglio 1999 ufficializzò la concessione delle frequenze. Non ne sapeva niente manco lui. Gli ho ricordato io che il 16 dicembre si va ai rigori. In quanto ministro ombra dell'Economia, gli ho anche chiesto cosa ne pensa della Social Card di Berlusconi. Guardate il video o leggete qui sotto la trascrizione dell'intervista.

Byoblu: "Onorevole Bersani buonasera. Vorrei avere il suo parere sul caso Europa7, che dal 1999 pur avendo vinto la concessione governativa per l'attribuzione delle frequenze, ancora non riesce a trasmettere. Ho intervistato Di Stefano, che dice che il 16 dicembre finalmente il commissario nominato dal Consiglio Di Stato deciderà definitivamente sulla questione. Qual'è il suo parere in merito: ce la faremo finalmente a vedere una televisione alternativa oppure no?"

Pier Luigi Bersani: "Se ce la faremo francamente non lo so, e con l'aria che tira non posso essere d'amblai così ottimista. Però certamente in questa vicenda c'è una ferita molto grave alle regole del gioco, non c'è dubbio. E' una vicenda tormentata, complicata, che dimostra ancora una volta come purtroppo in Italia capita che le regole siano ovviabili, aggirabili. Io credo che sarebbe veramente auspicabile che la normalità delle regole fosse ristabilita, anche perché - insomma diciamolo chiaro - un po' di pluralismo qui non guasterebbe. Non credo che Berlusconi ne avrebbe un danno così rilevante. Mi pare che Berlusconi oltre al potere che ha come Presidente del Consiglio, possa anche accontentarsi di una quota che rimarrebbe molto significativa dell'informazione, della comunicazione nazionale. E quindi aspettiamo questa decisione, forse non con tantissima fiducia, ma con un non si sa mai, ecco..."

Byoblu: "Berlusconi vuole dare la Social Card ai più poveri per riuscire a gestire questo momento di crisi. Lei in quanto ministro ombra dell'Economia cosa ne pensa?"

Pier Luigi Bersani: "Dunque, guardi, io penso questo. Questa Social Card è un'invenzione americana, così come le ipoteche sulla casa. I mutui ipotecari sono un'invenzione americana. Nel 2003 Tremonti tentò di importare i mutui ipotecari, noi riuscimmo a stopparlo. Adesso importa la Social Card, che è un meccanismo tutto americano, diciamo compassionevole verso i poveracci, che non risolve niente dell'ingiustizia sociale. Ora io mi chiedo: ma perché dall'america continuiamo a importare delle ciofeche e non importiamo per esempio le norme sul conflitto di interessi, le norme sull'evasione fiscale? Questo dovremmo importare dall'america. Sulla Social Card, è chiaro che sui soldi non si sputa mai, soprattutto per uno che ha bisogno dei 40€, però c'è un modo molto più dignitoso di darli. Se hai due soldi glieli dai sulle pensioni, perché loro li spendano come vogliono, senza andare a chiedere a Tremonti se devono spenderli in beni alimentari, piuttosto che prendersi una maglietta o un abbonamento telefonico. Ecco. Credo che questi provvedimenti dimostrino il particolare sguardo che ha la destra sui problemi sociali, che è uno sguardo da miliardario. Lo sguardo di un miliardario che da le briciole ai poveracci. Noi abbiamo ovviamente un'altra idea. Bisogna fare detrazioni fiscali significative su salari, pensioni, stipendi. Bisogna far migliorare il potere d'acquisto, far pagare le tasse a chi deve pagarle, redistribuire meglio la ricchezza, perché così si fa un po' di giustizia ma si fan ripartire anche i consumi. Con le Social Card non credo che ripartano i consumi."

Leggi il resto...

mercoledì 26 novembre 2008

La bancarella di Gianni Chiodi

La bancarella di Gianni Chiodi

Do ut des: una logica alla base della struttura del mondo materiale. Un atomo cede un elettrone, ma in cambio entra in un piccolo club molecolare. Un albero affonda le sue radici nell'alveo di un fiume, ne ricava nutrimento e in cambio ne sostiene gli argini. L'universo, e quindi la vita stessa, non esisterebbe senza qualcosa da scambiare, senza movimento.

Anche la politica si fa scambiando. Si cede un voto, in cambio se ne ricava un servizio, un'utilità collettiva. Se l'utilità è individuale, ad-personam, allora si chiama voto di scambio. Quando non si va in cabina elettorale con in mente un progetto politico cui aderire, ma si paga pegno per ottenere in cambio la promessa di un posto di lavoro, allora si commette un reato. Nel centro-sud le cambiali si firmano con una matita copiativa e sono stampate su schede elettorali. Questo è il cancro, la metastasi della politica. Un posto di lavoro creato e assegnato per acquisire consenso è un posto di lavoro rubato a chi è più meritevole, ed è un furto perpetrato ai danni di tutti. In Abruzzo è la regola. Ora è il momento di farne un'eccezione, non fosse altro perché i posti di lavoro non ci sono più. Oltre ad essere illegale, il voto di scambio oggi è anche una presa per il culo.

Gianni Chiodi, il candidato Presidente della Regione Abruzzo per il PDL, non sembra farsene cruccio. In un epoca dove Licio Gelli, anzichè in galera, viene ospitato negli studi di Odeon Tv per condurre una trasmissione televisiva, evidentemente deve aver pensato che i tempi erano maturi per sdoganare di fronte all'opinione pubblica anche il voto di scambio. Così, in piena campagna elettorale, ha allestito numerosi banchetti invitando i giovani abruzzesi a consegnare i propri curricula, dietro la promessa di valutarli uno per uno dopo le elezioni. Secondo un format collaudato dal suo burattinaio, Silvio Berlusconi, ha dato a queste ricevitorie clandestine un nome tranquillizzante: la bancarella di Gianni. Un po' come la torta della nonna, o il Popolo delle Libertà. Non fa niente poi che non ci sia nessuna nonna nelle catene di montaggio industriali che assemblano una mescola di ingredienti liofilizzati e aromi chimici prima di riversarla in milioni di pezzi sugli scaffali delle nostre iper-mangiatoie di massa. E non fa niente se le uniche libertà sono quelle che il popolo vedrà ridursi di giorno in giorno, a cominciare da quella di avere un'informazione corretta e pluralista. La bancarella di Gianni legalizza il voto di scambio in Abruzzo. Anzi, fa molto di più: istituisce il voto di scambio con circonvenzione di elettore incapace, dato che è evidente a chiunque che non si può scambiare quello che non c'è. E il lavoro non c'è.

Deve essere sembrato troppo perfino a Berlusconi, visto che il video dove Gianni Chiodi suonava il piffero per incantare i topi è stato frettolosamente rimosso dalla rete, e i banchetti allestiti in pompa magna per fare incetta di voti e curricula sono stati smantellati in fretta e furia. Questa volta hanno esagerato e lo sanno. Purtroppo la rete non perdona. La rete conserva memoria, ed è una memoria da fare invidia ad un elefante. Ho trovato il video e ve lo ripropongo, insieme ad una breve intervista al candidato Presidente per il centrosinistra, Carlo Costantini, davanti alla sede della CGIL di Pescara.
Gli ho chiesto cosa ne pensasse della bancarella del Gianni. Guardate il video e sentite cosa mi ha risposto.

Leggi il resto...

sabato 22 novembre 2008

Ovopedia - Il piano di conquista virale della rete

OvoPedia - Cultura di Regime

Neppure il tempo di portare a termine il piano della P2, che subito il Discepolo 1816 si rimbocca le maniche e si mette al lavoro per aggiornarlo. Oggi le televisioni via cavo di cui parlava Licio Gelli nel Piano di Rinascita Democratica non esistono più. Il tempo corre troppo in fretta perfino per un visionario come lui. Oggi c'è internet. E soprattutto, ...c'è YouTube, ci sono milioni di video in rete. Bisogna contrastare questa enorme enciclopedia libera del sapere umano, costituita da un microcosmo di pensatori democratici e liberi che interagiscono a formare il pensiero collettivo. Bisogna farlo subito altrimenti il rischio democrazia diventa insostenibilmente concreto e reale.
Oggi vi presento l'appendice A del manualetto di rinascita democratica di Licio Gelli, il capitolo che non c'era. E magari, chissà, stanno anche pensando di cambiargli nome. P2, la vendetta. O magari P3. Dopo il piano di penetrazione dei media tradizionali, ecco a voi il piano di conquista virale della rete ricostruito da Maria Cristina Crisci.

Nel 2007, attraverso la lussemburghese Trefinace, Fininvest entra con il 47% in OvO srl, casa di produzione e diffusione di Andrea Pezzi, brillante e poliedrico VJ di Mtv. Attualmente, gli accordi societari sono tacitamente al vaglio dell’Antitrust.
OvO è a sua volta posseduta da Nova Fronda, società di Pezzi, ma che nasce sotto l’ispirazione e la guida di Antonio Meneghetti, l'ideologo della Ontopsicologia, la nuova scienza dei leader della quale Pezzi è un fervente adepto.
Meneghetti è un ricchissimo ex frate noto alla giustizia italiana fin dagli anni 80. Sembra che a Berlusconi sia stato presentato da Putin, e che l’Università di San Pietroburgo gli abbia dedicato una cattedra. Tiene da anni, sia in Italia che all’estero, preziosi corsi di ‘leadership’, sempre più frequentati da uomini e donne dell’economia, della politica e dei media, che grazie alle doti maieutiche del Meneghetti vengono aiutati a raggiungere il successo e preparati ad assurgere a posizioni chiave di grande rilievo.

Tutto perfettamente in linea con le moderne frontiere del marketing aziendale, che con la PNL - Programmazione Neuro Linguistica - impone tecniche di manipolazione utilizzate, più o meno occultamente, in molti contesti lavorativi.

Nel 2006 Meneghetti viene invitato a presentare ufficialmente il suo libro più importante, La psicologia del leader, alla quarta convention dei circoli giovanili di Dell’Utri. Proprio Marcello Dell’Utri, ispiratore e fondatore di Forza Italia, sostiene l’ideologia proposta dalla Cultura del Leader di Meneghetti, ed offre la giusta chiave per reinterpretare la storia e riabilitare la personalità di alcuni personaggi controversi, oltre a relativizzare l’olocausto ebraico. Una revisione che sembra stare molto a cuore al bibliografo Dell’Utri, come dimostrato in occasione della scoperta dei diari inediti di Mussolini.

Nasce così un nuovo ambizioso progetto: creare la più grande enciclopedia del mondo in videoclip. Si chiama OvOpedia, e tratterà tutti i rami della conoscenza umana. La grande opera non poteva non essere finanziata da Silvio Berlusconi con un investimento di circa 8 milioni di euro l’anno.
I giovani redattori di Ovopedia, molti dei quali alle prime armi, già da tempo sono al lavoro per la produzione di videoclip creati rigidamente secondo format e linee editoriali ben precise, come nella migliore tradizione televisivo-pubblicitaria. Il materiale prodotto verrà diffuso tramite televisione, digitale terrestre, satellitare, telefonia e naturalmente web.
Nella telefonia è già attivo l’accordo con Vodafone per la distribuzione dei contenuti culturali e informativi di OvOpedia attraverso i servizi: OvonewsOvobioOvoday. Il sito web, che partirà a breve, attualmente contiene un inquietanto countdown con il numero dei secondi che mancano al lancio. Mentre i guadagni saranno assicurati dal sostegno economico di numerosi ed importanti inserzionisti, per la manovalanza si stanno reclutando giovani blogger, reporter e operatori della comunicazione.

I primi videoclip su Hitler e Stalin, presentati pochi mesi fa alla stampa, promuovono una inedita lettura della storia vista dalla parte dei leader, dando risalto al valore delle loro doti carismatiche e oratorie, piuttosto che alle finalità politiche delle loro idee. Nella biografia di Hitler per esempio, la questione del Mein Kampf, ovvero la Bibbia del nazismo, viene liquidata senza fare alcun cenno al razzismo, limitandosi a dire che nella sua opera il Führer "afferma che l'attuale declino della Germania, dipende da un complotto dei comunisti e degli ebrei, volto a seminare discordia e indebolire l'economia del paese".

Nella nuova cultura di regime, i mezzi giustificano il fine.

Maria Cristina Crisci

Leggi il resto...

venerdì 21 novembre 2008

Arnold Schwarzenegger prende meno di un consigliere regionale abruzzese

I pizzini dei politici, con tutti quei foglietti volanti, costano. Esattamente, 260.000€ che se ne vanno in agendine personalizzate. In america, le stesse agendine costano 28.000€. Forse qualcuno si è accorto che si possono usare i palmari e risparmiare gli alberi. O più probabilmente non hanno presidenti del consiglio che per loro stessa ammissione non sanno cosa sia un computer e tanto meno utilizzano internet.
La California, che è l'area con il Prodotto Interno Lordo mondiale, è anche quel posto dove il suo governatore, tale Arnold Schwarzenegger, prende 162.598€ lordi. Un consigliere regionale abruzzese prende di più. Non solo: Terminator li restituisce tutti, perché non ne ha bisogno.

Da noi, se fai l'operaio e vieni licenziato, vai sotto un ponte. Se invece fai il senatore e resti senza seggio, ricevi un assegno di solidarietà. Una miseria, un atto simbolico, quattro spicci... Esattamente 307.328€ per il povero Clemente Mastella, 345.600€ per Cossutta, 278.516€ per Alfredo Biondi e via dicendo. Tutto normale, quando in calze e collant di servizio i nostri politici spendono oltre 16.000€ l'anno. A questo punto sono proprio curioso di sapere quanto costano i boxer di Berlusconi. Magari potremmo chiedere alla... [avete capito ma non voglio beccarmi una querela da milioni di euro].
Se non ci credete, chiedete a Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella.

In questo paese, questo stesso paese, vivono persone diverse. Persone che trovano il coraggio di prendere una penna e scrivere al Presidente della Repubblica. Persone come Stefano Andreose.
Ricevo e pubblico, perché non serve aggiungere altro.

Lettera al Presidente della Repubblica

Egregio Signor Presidente Le scrivo con il rispetto per il Suo ruolo ed il rispetto per Lei come persona. Ho 53 anni, faccio il falegname, lavoro da solo. Ho una moglie e due figlie. Ormai le nostre abitudini sono sia per cena che per pranzo o un primo piatto o ( badi bene non E... ma O !) un secondo, un bicchiere di vino a pasto é oramai un ricordo lontano, solo acqua ovviamente dal rubinetto..
In famiglia abbiamo un auto del 1992, non possiamo cambiarla, non ce lo possiamo permettere ma paghiamo una tassa di possesso sempre più alta perché siamo luridi inquinatori.
Ho un furgone acquistato usato un anno e mezzo fa circa di cui sto ancora pagando le rate, ma so già che il prossimo anno continuerò a pagarne le rate ma, essendo un euro 2, non potrà circolare per circa metà dell'anno.....vorrà dire che lavorerò solo metà dell'anno.
Tra le tante altre cose posseggo una rata di mutuo di circa 1200 euro al mese.
La mia bottega quest'anno stante la crisi del mercato reale non riesce neppure a pagare se stessa, il che significa che sino a questo momento ho lavorato solamente per pagare il mio locatore, il portinaio con le spese condominiali, le varie tasse, l'INPS per poter mantenere la pensione a chi già é in pensione e la cassa integrazione a chi perde il lavoro, il commercialista, le assicurazioni, la Telecom, l'A2A, il Comune con l'Ecopass e/o le multe ma non ho lavorato per la mia famiglia, anzi per mantenere tutti quelli sopraindicati mi sto mangiando letteralmente quel poco di capitale che sta ormai finendo.
Non ho televisione, non vado al cinema, non rubo e forse tra poco non mangio. Mia moglie mi rammenda ormai da tempo le stesse calze di servizio, ed é molto tempo che non la porto neppure in una pizzeria. Quest'anno poi le mie figlie, ancora piccole, faranno Natale con alcuni giocattoli che ho trovato nei bidoni del riciclo della plastica condominiale.
Ho venduto il letto di casa e ci ho pagato la rata del mutuo di due mesi fa, sto vendendo le cose di famiglia per fare fronte a tutto, il mutuo di due mesi fa l'ho pagato grazie a mia madre 87enne ed alla sua pensione e Le garantisco Presidente che mi sono vergognato come mai.
Pago le bollette in ritardo di un mese quando va bene, ho ancora un debito con il notaio per il rogito fatto lo scorso anno a luglio della casa dove abitiamo e stiamo prendendo la decisione dolorosa di svenderla letteralmente anche per riuscire a fare fronte a tutto. Ovviamente se così saremo costretti a fare passeremo per lerci speculatori che rivendono la casa acquistata prima dei previsti anni di legge per la tassazione agevolata e quindi dovremo anche pagarne la differenza.
Abbiamo insegnato alle nostre figlie che in periodi come questo che stiamo passando occorre ridurre a cominciare dalle piccole cose e dalle piccole cifre, perché tante piccole cifre ne fanno una grossa. Per questo abbiamo tutti in famiglia rinunciato a tanto a modo proprio ed anche la più piccola che ama studiare flauto é arrivata a dirmi che non gli piace più: non é vero ma é il suo modo di essere responsabile in questo momento per tutta la famiglia, quindi abbiamo accettato e in cuor mio l'ho ringraziata per questo pur sentendomi un poco morire.
Non compero giornali da tempo, risparmiamo anche su quello e leggo alla mattina il Corriere al bar prima di aprire bottega: sino a questa primavera caffé e brioche, ora solo caffè, il cornetto costa ormai un euro.
Durante la colazione, anzi il caffé del 12 novembre scorso ho letto questo articolo di Stella e Rizzo titolato I costi della politica: più cento milioni.

Penso che Lei Presidente lo abbia letto, se non lo ha fatto La prego di leggerlo.

Ora le mie semplici domande alle quali vorrei che desse una risposta sono:
é vero quello che c'é scritto? E' vero che esiste un assegno di solidarietà per i non rieletti? É TUTTO VERO???

Se la risposta é SI, mi sembra che i valori dell'Italia per cui Lei e mio Padre avete combattuto sono definitivamente sepolti dall'ingordigia. Se la risposta é SI, ci state stritolando e ci dovreste condurre. Se la risposta é SI stiamo noi pensando al vostro star bene a discapito del nostro. Se la risposta é SI ci state uccidendo mentre dovreste migliorare le nostre condizioni di vita. Se la risposta é SI mi chiedo in ultimo perché tra non molto rinunceremo al necessario e la nostra politica non riesce a ridurre il superfluo.
Presidente Le chiedo solamente il rispetto che si deve ad una persona, perciò se volesse rispondermi sia diretto e sincero, eviti termini complicati, non mi risponda con proclami o buone intenzioni che la storia nostra ci insegna che restano tali ma mi sappia dire a cosa Voi che guidate questo paese siete disposti a rinunciare già da subito, come ha fatto mia figlia che ha solo 7 anni.
Non mi sottoponga, la prego, alla tortura delle frasi fatte, preconfezionate e soprattutto genericamente formali e di maniera: a chi sta per annegare un banale “coraggio!...” può essere più drammatico e doloroso di un decoroso e rispettoso silenzio.

Stefano Andreose

Leggi il resto...

mercoledì 19 novembre 2008

Meglio del massacro delle isole Far Oer, molto meglio!

Il cosiddetto massacro dei delfini

C'è qualcosa di nuovo in rete, anzi di rosso. Immagini raccapriccianti. Compaiono all'improvviso sugli schermi dei computer. Mostrano sangue, teste mozzate a colpi di machete, mari gonfi di cadaveri, degni del peggiore film splatter. E' quello che viene definito il massacro delle balene, un rituale che avviene una volta all'anno nelle isole Far Oer.

Il mondo civilizzato, globalizzato, scalpita e freme. Non può tollerare una simile violenza. Anzi, per la precisione: non può tollerare di assistervi. Meglio non sapere, come è ormai abituato a fare. Meglio non vedere come vivono i polli di allevamento, in batteria, uno sull'altro, senza spazio per muoversi, urinando e defecando l'uno sull'altro. Meglio non recarsi presso gli allevamenti di bestiame e non vedere quello che c'è dietro alla nostra cara, consueta immagine delle mucche al pascolo. Meglio non imbattersi nella coltivazione degli agnelli pasquali, che vivono e muoiono in una scatola, dalla nascita al giorno del macello, senza mai vedere il sole, senza mai vedere il cielo. Meglio comprare una scatoletta al supermercato e non chiedersi cos'è quell'accozzaglia proteica che vi è stipata dentro, nè soprattutto come ci è finita. Meglio uccidere il bestiame con un compressore che spara un chiodo nel cervello e poi ne risucchia il contenuto. Meglio portare a incandescenza l'epidermide di maiali vivi per testare prodotti cosmetici per le nostre femmine fatali. Meglio uccidere animali da pelliccia scuoiandoli vivi per non rovinarne il vello, prezioso per le nostre serate di alta società. Meglio il nostro massacro delle tonnare, dove i tonni vengono raggruppati e sterminati in massa a bastonate, così un vecchio marinaio in pensione con una rassicurante barba bianca può decantare le qualità organolettiche delle sue scatolette.

Tutto questo è meglio, molto meglio di quello che avviene ogni anno nelle selvagge e primitive isole Far Oer. Pensate un po': 50.000 abitanti che si permettono ancora di cacciare animali nati e cresciuti in libertà, per ottenere 35 Kg di carne e 35 Kg di grasso a testa, bambini compresi. Anzichè partecipare felici alla globalizzazione, e comprare squisite scatolette Simmenthal, osano approvvigionarsi mediante una filiera corta, ricavandone il 30% del fabbisogno annuale di carne e grasso. La carne viene essiccata e affumicata. Il grasso si usa in cucina e può essere usato come combustibile. Non si butta niente, neppure le ossa che vengono usate come materiale da costruzione. Esiste un limite al pescato (circa mille l'anno) e sono consentiti solamente gli strumenti che consentono una morte rapida. Non esiste alcun rischio biologico. Nel nord Atlantico vivono circa 200.000 delfini globicephala melas, e nel Pacifico meridionale sono ancora di più. Non è più un rituale di passaggio per feroci cacciatori, lo fanno i giovani perchè hanno braccia forti.

Ma gli abitanti delle isole Far Oer non consumano: autoconsumano. Questo è il grosso, irrisolvibile problema del nostro mondo civilizzato. Niente paura: se le comunità autonome non vanno alla Globalizzazione, la Globalizzazione andrà a loro. Già oggi la carne di questi delfini è vietata alle donne incinte per la presenza di metalli pesanti, sali di mercurio, pesticidi...

Entro pochi anni dovranno per forza di cose adeguarsi e far viaggiare petroliere e navi merci, per approvvigionarsi finalmente di cibo, il nostro cibo. Quello che non ha bisogno di violenza e morte per arrivare in tavola, perché cresce sugli alberi.

Leggi il resto...

sabato 15 novembre 2008

La rete è il nuovo Rinascimento

RadioRadicchio intervistaByoblu

La rete sta cambiando il mondo. Solo pochi anni fa, per trasmettere erano necessarie attrezzature costosissime e si dovevano vincere improbabili gare di concessione delle frequenze. Alla fine, si riceveva un certificato di conformità propagandistica, un master in comunicazione piduista che attestava l'ideoneità a produrre un'informazione mediocre, battuta a macchina dai registi e dagli sceneggiatori di regime. A chi non si voleva adeguare, non restavano che dieci anni di battaglie legali e sentenze favorevoli rigorosamente non applicate. Insomma, con le frequenze vinte ci si possono fare delle rigeneranti sessioni di ionoforesi, ma certo non trasmissioni televisive!

Poi fu inventato il protocollo di trasporto che oggi è conosciuto come TCP/IP, guardacaso per scopi militari. C'era bisogno di un sistema che recapitasse i messaggi importanti anche nel caso in cui un'attacco nemico avesse messo fuori uso la maggior parte delle linee di comunicazione. Il sistema doveva essere in grado di instradare le veline - che allora non andavano in giro con fili interdentali tra le natiche e due coriandoli sui capezzoli - lungo i percorsi che erano rimasti in piedi, scegliendo autonomamente e in tempo reale.

Per una volta, almeno per una volta, se la sono messa in culo da soli: ci hanno regalato la libertà! Adesso si aggirano con gli occhi strabuzzati, come dei pazzi, nel disperato tentativo di recuperare... E noi italiani, che siamo sempre stati i primi in tutto, oggi siamo i primi a cercare di ricondurre l'informazione in stato di cattività, ammaestrata da domatori di blogger e giornalisti indipendenti, fino a ridurla in stato di coma farmacologico.

Il disegno di legge ammazzablogger va fermato. Altrimenti la repressione della libertà di parola sarà sanguinaria, vendicativa, ritorsiva. Avremo blogger desaparecidos e le carceri si riempiranno di pericolosi criminali accusati del reato di stampa clandestina.

Invece, la rete è il nuovo Rinascimento. Fioriscono ragazzi che fanno circolare idee, arte, cultura, che dedicano nuovi spazi di approfondimento dando voce al nuovo, ai giovani, alle intuizioni fresche, foriere di cambiamento. Aprono e mantengono blog, fanno interviste, lanciano webtv, fondano radio che trasmettono in streaming.
Tra queste ultime c'è Radio Radicchio, che ospita una trasmissione condotta da Eleonora e David - squisiti interlocutori - dal titolo Parallela-Mente. Mi hanno chiesto un'intervista, ma avrei potuto benissimo intervistare io loro, per chiedergli dove trovano la forza, il coraggio e l'entusiasmo di fare cultura in questo paese di televisioni piduiste e giornaletti che altro non sono se non opuscoli aziendali.

Riporto qui una sintesi dell'intervista.

David ed Eleonora, conduttori di Parallela-Mente, intervistano Claudio Messora alias Byoblu.


David ed Eleonora: Non ti puoi immaginare l'euforia qui in studio, non stiamo più nella pelle!

Byoblu: Non ci posso credere...

David ed Eleonora: siamo felici di sentirti, è stata una delle interviste più sudate e quella a cui tenevamo di più!

Byoblu: E' un grandissimo onore, non me l'aspettavo...

David ed Eleonora: L'onore è assolutamente il nostro, tutta la redazione si è data da fare per metterci in contatto, perché ci tenevamo. Per prima cosa ti vorremmo chiedere di fare la presentazione di Byoblu e non di Claudio Messora.

Byoblu: Byoblu è un personaggio surreale, la metà oscura o luminosa di Claudio Messora, che si è limitato a rappresentare la proiezione di se stesso, cioè quel modo di sentire e vivere le cose che forse non riusciamo ad esprimere compiutamente, ma che ci rappresenta nell'immagine che abbiamo di noi stessi. Ovviamente, io non sono nella vita di tutti i giorni esattamente come mi si vede in video. Tuttavia, quando mi sono tistintivarovato di fronte all'opportunità di occuparmi di informazione alternativa, è nato spontaneamente, senza pensarci troppo, questo approccio. Tanto che, mentre altri sono conosciuti per nome e per cognome, io sono semplicemente Byoblu. Il personaggio e i contenuti che esprime alla fine sono piaciuti: se mi avessero tirato pomodori, probabilmente avrei smesso.

David ed Eleonora: Viva la sincerità. Comunque il successo avuto certifica la qualità di ciò che fai. Andando avanti, la tua è una biografia talmente vasta ed interessante che diviene difficile fare una selezione delle cose da trattare. Ne sei consapevole?

Byoblu: Avete letto la biografia di presentazione sul blog?

David ed Eleonora: Sì, perché ci vuoi dire che è falsa?

Byoblu: No, assolutamente. Per una persona come me che fa della trasparenza la sua bandiera, sarebbe una contraddizione. Effettivamente io sono una persona molto istintiva, che non ha mai seguito binari precisi, e questo lo si evince dalla mia storia personale. Una carriera lineare non faceva per me.

David ed Eleonora: Basta citare il tuo luogo di nascita, Alessandria d'Egitto...

Byoblu: Sì, la mia famiglia emigrò in Egitto, ad Alessandria, quando in Sicilia la mafia cominciava a confiscare i beni e Alessandria era considerata il giardino d'Europa: un mix fervido di culture che si mescolavano in un bouquet di lingue, cucine tradizionali, usi e costumi... Un quarto di sangue credo sia austriaco. Fatto sta che mia madre è nata lì. Mio padre suonava il pianoforte sulle crociere Costa, e si incontrarono in un lunghissimo viaggio verso l'Australia, dove poi si sposarono. Infatti quando mi chiedono di dove sei non so mai cosa rispondere, perché sono nato ad Alessandria d'Egitto, ad un anno e mezzo mi sono trasferito a Genova, a circa 11 anni sono andato ad abitare a Milano, ho vissuto due anni a Napoli. Insomma, mi trovo sempre un pò in difficoltà quando mi si chiede di dove sono.

David ed Eleonora: Però è certo che tu sei presente negli albi d'oro di alcuni concorsi canori, come quello di Ariccia e di Castrocaro dove hai composto un brano per Luisa Corna, quando ancora non era nota ai più.

Byoblu: Si quando ancora faceva la fotomodella e cercava di trovare una strada alternativa, visto che la bellezza fisica è un fiore che deperisce presto con il tempo.

David ed Eleonora: Inoltre non molti sanno che tu sei un musicista che ha composto brani noti.

Byoblu: Questo rispecchia la mia non linearità. I miei genitori volevano che io facessi l'ingegnere ed io ho pensato bene di deluderli e di seguire le orme di mio padre che suonava il pianoforte nelle crociere, per cui verso i 22,23 anni sono andato a suonare a Napoli e nella Costiera Amalfitana, Sorrento, Posillipo, poi dopo ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Informatica. Di pari passo all'istinto artistico, c'è sempre stata anche questa parte estremamente razionale, affascinata dal mondo del calcolo. Ho scoperto che molti musicisti amano la programmazione, come me. Programmare significa mettere tanti mattoncini Lego insieme, costruire un grande Meccano, e se hai creatività ti appassiona tanto.

David ed Eleonora: C'è un'affinità quindi tra le due materie. Non hai abbandonato del tutto una via per intraprenderne un'altra ma hai dato seguito ad un percorso personale.

Byoblu: Sì infatti! A testimoniare questo c'è il fatto che nel 1998/99 diedi vita alla prima community online di musica, basata sullo scambio di mp3, una comunità legale, perché non si trattava di brani di artisti famosi, ma erano i musicisti stessi ad immettere i loro brani. Si chiamava FreeRecords, poi divenuta Detuned. Era un lavoro che seguivo 10,11 ore al giorno, perché le cose riescono solo se ci si mette molta passione.

David ed Eleonora: Poi ti sei dedicato ad una cosa che sembrava non appartenerti prima: la notizia, l'informazione, la ricerca della verità. Ed ora ci sono molti utenti che come noi, aspettano i tuoi video, pronti ad essere affascinati e ad incazzarci perché alle volte le notizie non sono molto tranquillizzanti. Ma per costruire uno spirito critico, c'è bisogno anche di quelle.

Byoblu: Anche se può sembrare strano, io sento sempre un certo ottimismo di fondo, perchè il fatto di poterne finalmente parlare, di poter comunicare senza barriere, senza filtri non può che essere l'anticamera di una rinascita culturale. La gente non è insensibile, apatica e disinteressata come si vuole fare credere. E' solo stordita dal bombardamento mediatico propagandistico continuo, ma come in Truman Show o come in Matrix, prima o poi arriva il momento in cui accadrà qualcosa per cui ci si risveglia di colpo, tutti insieme, con uno schiocco di dita. La rete sta preparando questo cambiamento.

David ed Eleonora: Prima abbiamo fatto ascoltare un estratto da un tuo video (Youtube Mi ha esaurito) dove tu inviti gli utenti a disfarsi dell'alone rarefatto della virtualità e ad essere più reali, perché youtube e la rete la facciamo noi.

Byoblu: La persona reale che sta dietro a ciò che scrive dovrebbe esporsi, secondo le sue possibilità. Troppo spesso ci sono delle remore a metterci la faccia. Non so da dove derivino, forse dalla distorsione maturata dalle descrizione degli altri media di internet. Se ne parla solo quando su youtube emergono gli annunci di stragi nelle scuole, e invece è una enorme community di persone che esprimono il loro pensiero. Ed allora perché non mettere la propria faccia come parte inscindibile del contenuto? La faccia conferisce credibilità, spessore a quel che si dice. Delle parole puoi esprimere perplessità, ma di una faccia puoi scegliere con facilità se fidarti o meno. Denunciamo un mondo dove le cose non vanno, ma il mondo lo fanno coloro che la faccia ce la mettono. Il discepolo 1816 la sua faccia ce la mette. Sta là, e nessuno potrà mai combattere senza fare altrettanto, senza dare un messaggio confortante e non anonimo.

David ed Eleonora: Beh il discepolo 1816 non ci ha messo solo la faccia ma si è anche salvato con i nostri soldi e ne ha fatti molti altri.

Byoblu: Vero, non so se avete sentito che Licio Gelli ha detto che l'unica persona capace di mandare avanti il suo piano è Berlusconi!

David ed Eleonora: Cosa ne pensi della censura su internet? Secondo te alcuni comportamenti sono da censurare? Perché alle volte si assiste a dei comportmenti sulla rete che non saremmo disposti a tollerare nella vita reale?

Byoblu: Molte persone mostrano il meglio di sé su internet, ma altrettante anche il peggio, proprio perché ritengono di non essere riconoscibili.
Dopo aver lavorato ad un video spendendoci molto tempo per renderlo il più interessante possibile, capita spesso che arrivi un utente qualsiasi, coperto da un nickname, e l'unica cosa che riesce a fare è insultare senza nessun contenuto critico costruttivo. Entra, ti insulta e se ne va, senza neanche preoccuparsi di ascoltare. Questa persona per strada non lo farebbe mai. Di persona, la maggior parte delle volte non si direbbero mai cose che a volte vengono dette su internet; questo tipo di atteggiamento deve cambiare. Le persone devono comprendere che dietro ad un nick o ad un video c'è sempre un'altra persona che devi trattare nello stesso modo con cui la tratteresti se la incontrassi per strada.

David ed Eleonora: Gli ascoltatori ci ricordano che Licio Gelli conduce un programma su Odeon Tv...

Byoblu: Sì, ci sono molti casi strani nella televisione italiana: anche Rete 4 trasmette su delle frequenze che appartengono in realtà ad Europa7. Licio Gelli dovrebbe lasciar spazio alle tante persone che avrebbero qualcosa da dire e che non hanno mai progettato un piano eversivo rispetto alla Costituzione.

David ed Eleonora: In chiusura vorrei rivolgerti una domanda che esula dal mondo di internet, anche perché tu sei una persona che sta su internet per denunciare le cose che non vanno nel mondo reale. Anche tu hai trattato il caso di quella ragazza, madre di un bambino diversamente abile, che ha dovuto assistere ad uno spiacevole fatto al Carrefour di Assago. Come questo ci sono tanti altri fatti accaduti ultimamente che ci raccontano situazioni di intolleranza. Credi che l'Italia stia regredendo da un punto di vista di solidarietà e coesione sociale?

Byoblu: E' un mondo difficile dovuto anche ad una promozione pressappochista della cultura e dell'arte. Siamo costretti a guardare i vari Grande Fratello, che hanno valori di una nullità abissale, che però vengono propagandati notte e giorno, volti ad incantare, ipnotizzare. La gente quindi è portata a non occuparsi più delle cose reali. Manca sensibilità verso la letteratura, il teatro, la musica classica; manca l'approfondimento. La gente corre, alla ricerca dell'apparenza, ma non ha nessuna voglia di approfondire, ed è una cosa con cui ci si deve misurare anche su internet.
Non so realmente se stiamo derivando verso un neofascismo, sicuramente non siamo in un periodo dove primeggiano per l'uomo valori quali la solidarietà, l'amore, l'amicizia, l'empatia. Stiamo attraversando un momentaccio...
E' significativo il fatto che nella campagna elettorale per le elezioni regionali in Abruzzo, che io sto seguendo, entrambi i candidati non hanno nel programma nessun punto riguardante arte e cultura.

David ed Eleonora: Grazie Claudio per essere stato con noi.

Byoblu: Un abbraccio da Pescara.

Leggi il resto...

giovedì 13 novembre 2008

Messaggio a blog unificati

freebloggers.jpg
Clicca l'immagine



Se siamo arrivati fino a qui, lo dobbiamo a persone che hanno voglia di scrivere e mettersi in discussione, a persone che hanno ancora voglia di leggere e di metteresi a loro volta in discussione, ma soprattutto allo strumento che in tutti i paesi democratici consente di dare piena espressione a un concetto fondamentale come la libertà di parola e di opinione. Un valore che deve unire tutte le persone che hanno ancora la fortuna di rendersi conto di essere libere.

Riporto quindi in versione integrale l'articolo di Beppe Grillo sul disegno di legge ammazzablogger, che deve essere trasmesso a reti unificate, anzi a blog unificati, in sostituzione di una comunicazione istituzionale assente.

Se tutti i blogger del mondo si dessero la mano...

Il disegno di legge ammazzablogger non è figlio di nessuno. Sarà forse figlio di puttana. Di padre ignoto e di madre incerta. Nato in provetta o per partenogenesi. Non una voce dei nostri parlamentari, a parte quella di Antonio Di Pietro, si è levata a favore della Rete. Eppure dovrebbe importargli qualcosa. Milioni di italiani ci vivono, la frequentano, discutono e INFORMANO.
Il disegno di legge è stato presentato da Franco 'Ricardo' Levi. Levi è del PD. Il segretario del PD è Veltroni. O non sa nulla, come mi dicono gli succede spesso, o è d’accordo.
I veri giornalisti stanno in Rete, alcuni li conoscete, si chiamano Ricca, Martinelli, Byoblu. Mi scuso per coloro che non cito, ma sono migliaia. La Rete esprime un Paese diverso. Se i lobotomizzati dalle televisioni e dal trio CorriereRepubblicaLaStampa si informassero in Rete, lo psiconano sarebbe ospite permanente di Putin in Siberia e Topo Gigio Veltroni una maschera del cinema.
La legge ammazzablogger non va presa alla leggera. Neppure in Cina hanno osato tanto. Se passa, la Rete scompare. Ho letto molti commenti che consigliano di spostare all’estero i blog o di registrarsi con un indirizzo .com, .net o altro, non soggetto alle leggi italiane come il .it. Perché dovremmo farlo? Lo facciano loro, con i loro siti di m..da. Sono anni che noi siamo le lepri e loro i cani. Che giochiamo in difesa. Ogni giorno una nuova porcata. E’ ora di cambiare musica. Mi sento una lepre mannara, con i denti a sciabola. E’ una bella sensazione. All’inseguimento invece che in fuga. Centinaia di blogger stanno mostrando la faccia, il nome e cognome, il loro indirizzo http con l’iniziativa “FREE BLOGGER”. Sono loro il cambiamento. Non lo fermerete.
"Se tutti i blogger del mondo si dessero la mano..."


Inviate le vostre foto con la scritta: "FREE BLOGGER":
Invia una mail a freeblogger@beppegrillo.it con:
- Oggetto: il tuo nome
- Testo: indirizzo del tuo blog
- Allegato: la tua foto con un cartello "Free Blogger"
Le foto appariranno nella barra superiore del blog.
- Articolo di "Punto Informatico"
- Analisi di Daniele Minotti


Diffondi l'iniziativa

Leggi il resto...