le intuizioni ovvie di claudio messora

venerdì 12 dicembre 2008

Lettera aperta all'informazione libera



Mi scrive Luca Di Vincenzo. Mi chiede di pubblicare la sua lettera aperta all'informazione libera.

Sabato 6 dicembre 2008, Berlusconi è tornato a Pescara, portandosi dietro la claque per appoggiare la candidatura di Gianni Chiodi alla Regione Abruzzo. Luca Di Vincenzo è andato li per contestare il presidente, e soprattutto Chiodi, per il suo vergognoso spot elettorale, "la bancarella di Gianni Chiodi", iniziativa con cui avrebbe dovuto raccogliere i curricula dei giovani abruzzesi con la promessa di valutarli -lui?- dopo il voto. Questo si chiama voto di scambio? In Italia il voto di voto scambio è punibile penalmente. Luca è stato fermato dalla Digos perchè ho osato alzare la voce. Evidentemente in questo paese è VIETATO DISSENTIRE!

Ecco la sua lettera.

Cara informazione libera,

sono un cittadino abruzzese. Il 14 e 15 dicembre qui si vota.
Queste elezioni ci infastidiscono, qui la gente sta finendo per strada molto più velocemente di quanto stia accadendo nel resto d'Italia. Qui la gente è incazzata. Ma più si incazza la gente e più i fantocci della politica vengono a denigrarla. Qui il Pdl sta tentando di vincere le elezioni con la storia dell'altalenanza politica che ha imprigionato il popolo caprone di questo Paese per decenni. Il concetto che siccome al governo c'era il centrosinistra ora a rubare tocca al centrodestra. Follie che con un'informazione compiacente ed un clientelismo galoppante rischia di diventare realtà. Insieme ad alcuni amici ho fischiato Silvio Berlusconi quando è venuto a fare jogging in mezzo a negozi che stanno chiudendo a decine, prendendo i negozianti per i fondelli. Lui può fare shopping, lui si, mentre da noi, molte persone non più. A dire il vero non abbiamo neanche l'aereo di Stato con cui lui se ne è venuto a fare campagna elettorale per il suo candidato. Tornando a noi, come saprai, libera informazione, il candidato Pdl ha compiuto uno scivolone clamoroso tentando di lanciare con uno spot "la bancarella di Gianni Chiodi", iniziativa con cui avrebbe dovuto raccogliere i curricula dei giovani abruzzesi con la promessa di valutarli (lui?) dopo il voto. Per questo noi eravamo lì, per urlare il nostro dissenso. Dissentire è democratico in un Paese dove ci possono essere persone d'accordo o in disaccordo con te. Quel che è accaduto sa dell'incredibile e lascio a questo video la testimonianza. Alcune persone intorno al candidato e a Berlusconi (poche decine di persone rivelatasi claque), ha cominciato ad insultarci, la Digos si è fatta sotto minacciosa e confesso di aver avuto qualche timore. Ma non per me, per questo Abruzzo. Qui cara informazione libera avremo due opportunità, o saremo la prima regione a scivolare in una dittatura del fallimento, o i primi a rinascere dalle ceneri di un Paese alla deriva.
Io voglio fare un appello ai cittadini abruzzesi e a quelli che, in Abruzzo, non ci credono più:

NON MOLLATE, NON LASCIAMO L'ABRUZZO AL PDL

Io la mia faccia l'ho messa, ma non è importante, l'importante è fermare un uomo che ci sta trascinando tra i Paesi più sottosviluppati d'Europa.
Aiuto libera informazione, aiuto.

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