Il
deficit è ciò che manca nelle casse una volta pagati i conti. Da solo può voler dire poco. Se al posto dello scooter io compro un furgoncino, indebitandomi, è pur vero che potrò decuplicare il mio giro d'affari, e quindi sarò in grado di pagare il mio debito più in fretta. Così, per avere un'idea dell'andamento delle mie finanze, è meglio usare il rapporto
debiti / volume d'affari. In economia lo chiamano
deficit/PIL (
Prodotto Interno Lordo). La UE stabilisce che per non incorrere in una procedura di infrazione, questo rapporto non deve superare il valore assoluto
3.
Come si può vedere da
questa tabella l'
Eurostat (
l'Ufficio Statistiche delle Comunità Europee) per il 2006 assegna all'Italia un bel
3,4. Dunque abbiamo sforato. Il 2006 era in carico al governo
Berlusconi, dato che la finanziaria 2006 era una sua creatura, ma non è questo il punto. Chi ricorda i bilanci a consuntivo del 2006, realizzati dal subentrante governo
Prodi, sa che gli strilloni avevano dato il rapporto
deficit/PIL al suo
picco storico negativo: un bel
4,4% secco. Ora tuttavia, come abbiamo visto, l'Eurostat lo ridimensiona al 3,4. Come mai?
Secondo
Il Giornale, il bigliettino da visita di Silvio Berlusconi stampato dal
fratello Paolo dopo avere
costretto Indro Montanelli alla fuga, per ritrovarsi con articoli firmati da penne interessanti come quelle della Brambilla o di Filippo Facci, non ci sono dubbi:
L'UE smaschera Prodi & compagni: bilanci falsi per 30 miliardi di euro.
Mi è venuta voglia di vederci chiaro. Così ho fatto qualche indagine
Claudio Borghi,
autorevole firma de
Il Giornale per le faccende economiche, parla di un falso in bilancio che sarebbe stato accertato dall'Eurostat, per complessivi quindici miliardi. Di che si tratta? Semplice: era noto ormai da tempo che il regime italiano di indetraibilità del'IVA per i veicoli aziendali non piaceva all'Europa. Così, con
sentenza del 14 settembre 2006 (C-228/05), la
Corte di Giustizia Europea condannava l'Italia a restituire l'IVA con effetto
retroattivo. Una mazzata le cui conseguenze erano
note al governo precedente, che tuttavia secondo Visco non aveva proseguito sulla strada del
rientro graduale concordato con la Commissione Ue dal
governo Amato nel 2000.
Allora cosa fanno
Prodi & compagni? Data la
straordinarietà dell'evento, nella versione
provvisoria del Conto 2006 adottano la
scelta metodologica di "
considerare come momento di registrazione dell'onere la data della sentenza della Corte e di procedere ad una stima indiretta del potenziale numero dei contribuenti creditori e del corrispondente importo da rimborsare, nel presupposto che tali stime fossero statisticamente affidabili e quindi avessero un'alta probabilità di trovare conferma negli effettivi pagamenti". Nelle stime precedenti tale onere era valutato in
16 miliardi di euro (come effetto netto di 17,2 miliardi di rimborsi IVA e di 1,2 miliardi di recupero di imposte dirette).
Come sarebbe a dire nella
versione provvisoria del Conto 2006? Già: i conti si fanno prima in
brutta copia, poi vengono sottoposti alla Comunità Europea che li valuta, anche in base a criteri congiunturali piuttosto che ad aggiustamenti in itinere delle normative in merito, e spesso propone delle
revisioni metodologiche per arrivare ad una
versione definitiva. Se fate una rapida ricerca, vedrete che anche il governo Berlusconi
aveva vissuto pesanti revisioni dell'Eurostat che hanno portato a modifiche sostanziali dei bilanci 2003 e 2004.
Sentiamo dunque cosa accade per i bilanci 2006, ascoltiamo la voce stessa della
Ragioneria Generale dello Stato.
"
Lo scorso febbraio l'Istat ha reso nota la stima provvisoria del conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche per l'anno 2007 e, contestualmente, ha rivisto le stime relative al triennio 2004-2006 pubblicate in precedenza. Le revisioni riflettono il normale processo di consolidamento delle informazioni di base che, per quanto riguarda il 2006, ha assunto particolare rilevanza a causa di una importante modifica metodologica. [...] Alcuni elementi emersi nel corso del 2007 (un numero limitato di istanze di rimborso; la difficoltà di presentazione della documentazione necessaria, nel caso dell'adozione del regime analitico, per dimostrare il diritto al rimborso; l'ampia diffusione di auto ad uso misto privato/aziendale, che avrebbe limitato il diritto al rimborso; ecc.) e l'emanazione di alcuni provvedimenti normativi (ad esempio, l'introduzione del regime forfetario) hanno determinato un sensibile ridimensionamento dell'onere atteso per lo Stato.In accordo con Eurostat, l'Istat ha pertanto deciso di adottare una metodologia statistica diversa, già utilizzata in passato per gli altri tipi di rimborsi d'imposta, in base alla quale il debito dello Stato viene registrato nel momento in cui si conoscano effettivamente - attraverso lo spoglio delle istanze di rimborso validate dall'Amministrazione finanziaria - sia i soggetti aventi diritto al rimborso, sia l'importo effettivamente dovuto. La prima contabilizzazione dei rimborsi IVA sulle auto aziendali, è stata effettuata a valere sul conto economico del 2007, con riferimento alle sole istanze presentate in via telematica in regime forfetario, ed è risultata pari a 847 milioni di euro. Il rimanente onere sarà registrato nei prossimi anni, quando l'Amministrazione finanziaria validerà le istanze di rimborso in regime analitico, per le quali i termini di presentazione scadranno nel novembre 2008.
L'impatto complessivo delle altre revisioni non ha avuto una particolare rilevanza: nel complesso l'indebitamento netto del 2006 si è ridotto di 15,9 miliardi di euro".
Secondo Borghi, però, l'Eurostat
accerta il primo falso nel bilancio statale. Notate l'uso raffinato delle parole. Se a pag.2 avesse scritto
falso in bilancio, avendo la locuzione una connotazione ben precisa, sarebbe stato passibile di
querela. Invece scrive
falso nel bilancio, qualcosa che
tecnicamente suona come
falso positivo -
ovvero una normale prassi nell'iter di raffinamento dei dati - ma
emozionalmente è indistinguibile da
falso in bilancio.
CON LE PAROLE VI PRENDONO PER IL CULO. Caro Claudio Borghi, un conto è il falso in bilancio, un conto una
revisione metodologica. Oltretutto, il Conto Provvisorio del 2006 era sotto gli occhi di tutti fin dalla sua emissione e nè
tu nè
l'opposizione, allora agguerritissima, avete sollevato obiezioni. Cosa ti motiva allora solo oggi a questo intervento dal sapore
scandalistico e dai toni a dir poco
fuorvianti?
Ma
non è finita qui. Ora viene il bello. Dopo il primo
evidente falso in bilancio di
Prodi & compagni (come Borghi ama definirli),
Il Giornale si spinge oltre e, prendendo a spunto una nota dell'Eurostat che comunica che "
le voci relative a investimenti infrastrutturali sono sotto esame", attribuisce un
secondo falso in bilancio al governo Prodi, questa volta illazionando sul
futuro, visto che non v'è ancora stato
nessun pronunciamento dall'Ufficio Statistiche Europeo.
Di cosa si tratta? Borghi parla
laconicamente di
13 miliardi di euro rappresentati dai debiti delle
Ferrovie dello Stato, che sarebbero stati caricati senza motivo sull'esercizio 2006 del governo Bersluconi. Com'è buona tradizione nel
manuale del piccolo demagogo, non spiega e non cita fonti o riferimenti esterni per ulteriori approfondimenti.
Così tocca farlo a me. Seguitemi.
La
Legge Finanziaria per il 2003 (
quindi governo Berlusconi) ha introdotto un meccanismo di finanziamento delle opere necessarie a completare il sistema di trasporto ferroviario ad alta velocità/alta capacità (AV/AC) da parte del gestore della infrastruttura ferroviaria (TAV/RFI), basato su prestiti concessi allo stesso gestore da parte di
Infrastrutture S.p.A. (
ISPA, poi fusa per incorporazione nella Cassa Depositi e Prestiti a far data dal 1° gennaio 2006), che si finanzia sul mercato dei capitali, principalmente, con emissioni obbligazionarie.
Il rimborso di detti prestiti erogati da ISPA ad RFI/TAV, avrebbe dovuto essere assicurato:
- dai flussi di cassa generati nel periodo di sfruttamento economico dell’opera (ossia dai corrispettivi pagati dai gestori dei servizi di trasporto al gestore della infrastruttura);
- dai trasferimenti dello Stato ad RFI/TAV per la parte del servizio del debito non coperta con i flussi di cui al punto precedente.
Nel
maggio 2005 Eurostat ha riclassificato le passività di ISPA nel
Debito dello Stato. La decisione è stata in sintesi così motivata:
- nel finanziamento del Sistema AV/AC, ISPA non assume alcun rischio;
- essendo i ricavi derivanti dalla gestione del progetto AV/AC insufficienti al servizio del debito e risultando quindi l’intervento integrativo dello Stato certo, sostanziale ed indispensabile, il “vero” debitore è da individuarsi nello Stato.
Di conseguenza, all’interno di un disegno complessivo orientato a garantire le risorse finanziarie necessarie al completamento dell’opera, il governo ha valutato l’opportunità di procedere
all’accollo del debito ex-ISPA. Ciò avrebbe avuto il beneficio di rendere
più coerente la rappresentazione contabile di tale debito che, pur essendo stato riclassificato a tutti gli effetti quale
debito pubblico,era formalmente in capo ad un soggetto –
RFI/TAV – al di fuori del perimetro della Pubblica amministrazione.
Questa operazione avrebbe comportato un
peggioramento dell’indebitamento netto della pubblica amministrazione per il 2006 di circa
13 miliardi.
In sintesi il fabbisogno finanziario del progetto
Torino-Milano-Napoli veniva stimato in circa complessivi
33,2 miliardi.
Per quanti volessero districarsi nella foresta contabile dell'indebitamento contratto per la
TAV, consiglio di leggersi l'allegato 2 del
Bilancio 2006 Cassa Depositi e Prestiti SPA, da pagina 289 in poi, dove la Cassa Depositi e Prestiti evidenzia tra l'altro che "
nella presente Situazione al 31/12/2006, lo Stato è il debitore dell’intera esposizione facente capo al Patrimonio Destinato".
Quindi, riassumento
in soldoni, il governo Berlusconi
nel 2003 avvia l'opera Torino-Milano-Napoli per l'alta velocità. Non ci sono i soldi, ma... va bene lo stesso,
Cribbio! Nessuno si preoccupi: quelli che non si riusciranno a recuperare dai gestori delle varie tratte ce li metterà lo Stato.
Nel
maggio 2005 l'Eurostat dice: eh no, signori miei, non facciamo i furbi! Visto che la copertura che arriverà dai gestori delle singole tratte sarà
ridicola, risulta evidente che è lo Stato ad avere a tutti gli effetti contratto un debito. L'operazione deve entrare quindi nelle voci di bilancio sul
debito pubblico. Lo Stato recepisce la direttiva e, visto che tra l'altro non ha senso che un
debito pubblico sia in carico a un
soggetto privato -
è formalmente scorretto -, nel bilancio 2006 se lo accolla, inserendo gli opportuni commi nella sezione
disposizioni in materia di spese della finanziaria 2007.
I commi in questione sono
quattro. Leggiamoli insieme.
- 966. Assunzioni oneri per investimenti relativi Linea Torino-Milano-Napoli
Gli oneri per capitale ed interessi dei titoli emessi e dei mutui contratti da Infrastrutture Spa fino alla data del 31 dicembre 2005 per il finanziamento degli investimenti per la realizzazione della infrastruttura ferroviaria ad alta velocita' "Linea Torino-Milano-Napoli", nonche' gli oneri delle relative operazioni di copertura, sono assunti direttamente a carico del bilancio dello Stato. [...] - 967. Liquidazione patrimonio separato. Estinzione debiti Ferrovie dello Stato
La Cassa depositi e prestiti Spa, in quanto succeduta ad Infrastrutture Spa ai sensi dell'articolo 1, comma 79, della legge 23 dicembre 2005 n. 266, promuove le iniziative necessarie per la liquidazione del patrimonio separato costituito da Infrastrutture Spa. A seguito della predetta liquidazione cessa la destinazione dei crediti e proventi di cui al comma 4 dell'articolo 75 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e sono estinti i debiti di Ferrovie dello Stato Spa e di societa' del gruppo relativi al citato patrimonio separato sia nei confronti del patrimonio separato stesso sia nei confronti dello Stato. - 968. Trattamento fiscale dell'assunzione degli oneri a carico del bilancio dello Stato
L'assunzione degli oneri a carico del bilancio dello Stato di cui al comma 966 nonche' l'estinzione dei debiti di Ferrovie dello Stato Spa e di societa' del gruppo di cui al comma 967 si considerano fiscalmente irrilevanti. - 969. Rinvio a decreto ministeriale per la definizione di criteri e modalita' per l'assunzione degli oneri
I criteri e le modalita' di assunzione da parte dello Stato degli oneri di cui al comma 966, di liquidazione del patrimonio separato di cui al comma 967, nonche' i criteri di attuazione del comma 964, sono determinati con uno o piu' decreti di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze.
Ora, siccome quest'accollamento del debito avviene a tutti gli effetti
nel 2006, ed è tra l'altro da
addebitarsi al governo Berlusconi che ne è in tutto e per tutto
responsabile, la legge Finanziaria 2007 dispone che i soli quattro commi succitati entrino in vigore dal
27 dicembre del 2006, in maniera da essere compresi nel bilancio provvisoriamente in chiusura. Non ci sarebbe nulla di strano, anche se per Borghi "
è' una storia incredibile, che indica con quanta spregiudicatezza si sia mosso il governo Prodi pur di poter addossare al governo precedente responsabilità non sue".
Borghi, il quale trae conclusioni dal sapore definitivo ma lo fa a
titolo strettamente personale, non essendosi la Comunità Europa ancora
espressa in materia, argomenta inoltre che Eurostat aveva stabilito che ad essere imputate come deficit avrebbero dovuto essere solo le cifre relative a
debiti giunti a scadenza e
non onorati dalle Ferrovie, e solo per gli anni in cui queste scadenze
fossero avvenute.
Ora, al di là del fatto che il processo di
revisione dei conti può funzionare anche
al contrario, ovvero può essere la Comunità Europea a prendere atto di una sua
indicazione metodologica scorretta -
come nel caso in cui si chieda ad uno Stato di accollarsi formalmente un debito che in realtà viene lasciato in carico a un soggetto al di fuori della Pubblica Amministrazione -, sarebbe stato davvero interessante
verificare se nel corso del 2006 lo Stato Italiano abbia effettivamente destinato una qualche somma alle Ferrovie dello Stato.
Così mi sono armato di torcia elettrica e mi sono addentrato all'interno del
Bilancio 2006 delle Ferrovie dello Stato, per scoprire,
a pagina 80 - che qui vi riporto per evitarvi ricerche tortuose - il fatidico trasferimento di
13.058.662€ (
in migliaia di euro) da parte dello Stato, che dunque si è effettivamente fatto carico di un debito non virtuale, ma
contabilizzato sia da Ferrovie dello Stato, sia dal
Rendiconto 2006 - assestamento 2007 - della Commissione Traporti.
Già nel documento di cui sopra datato
22 ottobre 2007 dunque, se non addirittura prima, lo stesso governo Prodi relaziona
ufficialmente:
"
Per quanto concerne la finanza pubblica, il valore dell’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è stato per il 2006 di 64.743 milioni di euro[18], superiore di 6.029 milioni all’indebitamento netto del 2005: in termini di rapporto percentuale al PIL esso si colloca al 4,4 per cento contro il 4,1 per cento del 2005.
A questo peggioramento hanno contribuito alcune uscite per oneri straordinari pari a 29.666 milioni. Si tratta, in gran parte, del riflesso sull’indebitamento del 2006 di oneri legati a situazioni determinatesi nel corso dei precedenti esercizi riguardo:- i rimborsi di IVA sulle auto aziendali, dovuti dallo Stato in base alla Sentenza della Corte di giustizia europea del 14 settembre 2006;
- la cancellazione dei crediti dello Stato nei confronti della società TAV, per il finanziamento dell’Alta Velocità, in conseguenza dell’accollo diretto per 12.950 milioni del debito di Infrastrutture SpA (ISPA) disposto dalla Legge Finanziaria del 2007.
[...]Al netto di tali oneri, l’indebitamento netto sarebbe stato pari al 2,4% del PIL (-35.838 milioni di euro)."
Dunque è il governo stesso che, con estremo candore, riporterebbe
ufficialmente le sue malefatte.
Sulla base di queste argomentazioni, Claudio Borghi accusa
Prodi & compagni di "
superfalso in bilancio" [pag.3], cercando così di scrollare dalle spalle del centrodestra la scomoda onorificenza di
inventori della finanza creativa.
La cosa
buffa è che i lettori de
Il Giornale, tra
i commenti all'articolo, si domandano scandalizzati come mai la scoperta di Borghi, che si è guadagnata titoli
a caratteri cubitali sull'
edizione di sabato 23 agosto, passi
totalmente inosservata sui maggiori quotidiani nazionali, richiamando suggestivi scenari da
Quinto Potere sul
controllo dei media. Loro! In questo, lo confesso, mi fanno tenerezza. Ci
rubano le battute!
E' giunta l'ora di un necessario
risveglio collettivo. Affranchiamoci da questa logica
Pavloviana che stimola la salivazione per aizzarci gli uni contro gli altri.
Una volta tanto, anzichè aspettare la
pappa, scardiniamo la
campanella.
Deprogrammazione di massa!
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