le intuizioni ovvie di claudio messora

venerdì 30 gennaio 2009

La rete ESISTE. Finalmente.

La grande balla di Berlusconi in Abruzzo

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Lettera a SoruDalla P2 alla RETEIl Discepolo 1816
Lettera aperta a Renato SoruDiscorso alla Blogosfera: dalla P2 alla RETEIl Discepolo 1816
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Ecco i risultati del vostro impegno e della vostra partecipazione. La grande balla di Berlusconi in Abruzzo approda sui quotidiani. Ora sarà più difficile sostenere che LA RETE non serve. Ma soprattutto, qualcuno dovrà cominciare a dare delle spiegazioni. Grazie a voi.

Dopo l'articolo su L'Unità di ieri, riporto il testo dell'articolo apparso oggi su IL CENTRO.

«Le promesse all’Abruzzo? Un trucco ben documentato»
Sul sito dell’Unità il video del discorso di Berlusconi a Chieti il 12 dicembre



PESCARA. «Cari abruzzesi, che avete cantato felici “Meno male che Silvio” c’è, il 12 dicembre 2008 a Chieti; lo avete proclamato re in casa vostra» ma lui «vi ha tolto mezzo miliardo di euro promettendovene sedici in cambio del vostro voto». Inizia così il video di Byoblu.com ripreso dall’Unità di ieri, nel quale si attacca la politica del premier fatta di «promesse non mantenute». Per l’Unità è l’occasione per avvertire i sardi, in procinto di rinnovare il consiglio regionale, di non cadere nella trappola delle false promesse: «Per la Sardegna», scrive il quotidiano di Renato Soru, presidente uscente della Sardegna e candidato presidente alle elezioni, «Berlusconi ha parlato di un piano Marshall (un suo must). L’Abruzzo insegna. E il video di Byoblu insegna». Il nodo della polemica è nella promessa fatta da Berlusconi dal palco di Chieti di far approvare dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, il 18 dicembre scorso i fondi per le infrastrutture regionali.

«Ma il Cipe», si commenta nel video, «si è riunito come previsto e nel verbale che riporta gli esiti della seduta si apprende che ha stanziato 7,3 miliardi di euro per le infrastrutture, non sedici. Ci sono fondi per la Calabria, fondi per le aree montane, fondi per la tratta autostradale tirrenica Rosignano - Civitavecchia, fondi per il sistema Mose di Venezia. Perfino la Moratti è venuta giù a chiedere dei soldi per l’Expo di Milano. Non figura da nessuna parte la velocizzazione della Pescara - Roma. Di più, non c’è un solo euro per l’Abruzzo!». La questione dei fondi sottratti è stata sollevata più volte dai parlamentari abruzzesi del Pd. In occasione del primo Consiglio regionale il Pd ha chiesto a Chiodi di farsi promotore per far restituire all’Abruzzo i fondi della ex 488 garantiti con un decreto da Prodi.



Lettera aperta a Renato SoruGuardatevi bene questo spezzone tratto da Quinto Potere. Poi, quando la pelle d'oca vi è passata, prendete una webcam, iniziate a registrare e gridate:



"Sono incazzato nero. E tutto questo non lo accetterò più!".

Mettete lo spezzone su YouTube con il tag 'BYOBLU' e mandatemi il link. Vi pubblicherò sul blog, uno ad uno!

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giovedì 29 gennaio 2009

Il Piano di Rinascita Consapevole

Monia Benini
La guerra dell'informazione e lo stato tradito (Roma - 28 gen 2009)

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Lettera a SoruDalla P2 alla RETEIl Discepolo 1816
Lettera aperta a Renato SoruDiscorso alla Blogosfera: dalla P2 alla RETEIl Discepolo 1816
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Stiamo iniziando a fare paura. La rivoluzione oggi non si fa più nelle strade. I forconi sono digitali. Non è più necessario prendere la Bastiglia: basterà che ognuno di noi conquisti una cabina elettorale. Nella guerra dell'informazione i blog sono mitragliere e i bit sono proiettili, con la sola differenza che dei proiettili, una volta centrato il bersaglio, non restano che bossoli. Il bit invece è un'arma intelligente, un drone, un pensiero digitalizzato che resta e continua a colpire. Con i bit li raderemo al suolo.

Quest'anno la rete scende in campo. Avete inviato migliaia di email a Gianni Chiodi. Ieri avete inviato migliaia di email a Renato Soru. Ormai non vi ferma più nessuno! Le redazioni dei giornali, informate per conoscenza, ne hanno preso atto.

Scrive L'Unità: «Meno male che la Rete c'è, verrebbe da dire. E anche la memoria. Perché le similitudini tra la campagna berlusconiana in Abruzzo e quella in Sardegna sono così simili da rasentare lo sconcerto. Un video può aiutare a comprendere.» [Daniela Amenta]

Scrive L'Altra Voce: «Su Youtube è stata messa on line una lettera aperta a Renato Soru e ai sardi, documentando la perfetta replica in Sardegna della campagna elettorale di Berlusconi in Abruzzo: con candidato-prestanome come nell'Isola. Impressionante la “copia” perfetta anche delle mosse del Cavaliere, incluse le promesse mirabolanti subito sfumate dopo il voto.»

Scrive lo stesso Soru: «Abruzzo - Sardegna: una storia già vista. E da riguardare in rete. Migliaia di mail dall'Abruzzo alla Sardegna; un video che spopola su you tube oggi ripreso da un pezzo di Daniela Amenta su L'Unità. Berlusconi riproduce in Sardegna lo stesso schema propagandistico che ha condotto in Abruzzo. Stessa invadenza, stesse promesse. Mai mantenute.»

Scrive Abruzzo24Ore: «Ci vogliamo unire "ufficialmente" alla voce di Byoblu (del quale per altro abbiamo sempre apprezzato il lavoro giornalistico) per chiedere al neo Presidente Gianni Chiodi di farsi portavoce del malessere di migliaia di cittadini che ci hanno letteralmente intasato le caselle di posta elettronica che si chiedono dove siano finiti questi fondi e se la situazione sarà recuperabile. Nei prossimi giorni ci impegnamo a fornirvi ulteriori approfondimenti [...]» [Filippo Tronca]

Siamo soltanto all'inizio. Il Piano di Rinascita Democratica, perseguito con successo dagli appartenenti alla loggia massonica deviata Propaganda Due - P2 per gli amici - prevedeva la conquista della carta stampata e delle televisioni. Il nuovo Piano di Rinascita Consapevole prevede la conquista della rete. La rete assorbirà ogni altro media: televisione, radio e giornali compresi. E più velocemente di quanto voi non osiate nemmeno immaginare.

Noi ci siamo già. Loro non sanno neanche cosa sia!

Non dovete fare niente. Basta che continuiate a far viaggiare l'informazione. L'informazione è come i soldi: deve circolare. Se ve la passate di mano in mano, staremo bene tutti. Usate Facebook. Usate YouTube. Usate gli aggregatori di notizie. Abbonatevi ai feed rss. Iscrivetevi alle newsletter. Commentate. Condividete. Ci sono cinquantotto famiglie italiane su cento che non hanno internet. Copiate gli articoli dai blog. Stampateli e fateglieli leggere. Oggi con meno di trecento euro si trovano computer piccoli, leggeri e funzionali, l'ideale per navigare. Suggeritegli di comprarne uno, se possono. Iniziate a instillare nella loro mente l'idea che Emilio Fede potrebbe anche non dire sempre la verità. La coscienza si risveglia a partire dal germe del dubbio.

Internet è una rete immensamente più grande di qualsiasi mappa del potere. Prendetene coscienza. Alzate la testa.

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lunedì 26 gennaio 2009

Lettera aperta a Renato Soru.

Lettera aperta a Renato Soru
Operazione Save Sardinia

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1. La Grande Balla2. Lettera a Chiodi3. Reazioni
La grande balla di Berlusconi in AbruzzoVideolettera a Gianni ChiodiFatto l'inganno, trovata la legge!

Nel tentativo di avvertire i cittadini della Regione Sardegna di quanto accaduto in Abruzzo, dove il Presidente del Consiglio ha vinto le elezioni facendo promesse poi platealmente disattese, invito tutti a copiare il testo di questa lettera e inviarlo a Renato Soru, per chiedergli di farsi portavoce tra i suoi concittadini del lamento che si leva dalle terre d'Abruzzo.


In alternativa all'invio automatico, gli indirizzi email del Presidente Soru sono: presidente@regione.sardegna.it, renato@soru.it. Altri indirizzi di redazioni potenzialmente interessate: redazione@renatosoru.it, ballaro@rai.it, annozero@rai.it, redazioneweb@unionesarda.it, lettere@lanuovasardegna.it, redazione@alguer.it, repubblicawww@repubblica.it, larepubblica@repubblica.it, unitaonline@unita.it, stampaweb@lastampa.it


Lettera aperta a Renato Soru
Governatore della Regione Sardegna

Caro Presidente,

  mi permetto di saltare presentazioni e convenevoli, in primo luogo perchè in rete sono superflui, e secondariamente perchè potrà ricavare informazioni sul mio conto dall'esame dei documenti che le sto per sottoporre.

  In Abruzzo si è da poco conclusa una competizione politica che ha portato Silvio Berlusconi a conquistare la presidenza della regione. A dire il vero, il candidato Presidente ufficiale è stato un tale di nome Chiodi Gianni, al quale tuttavia sembra essere stato affidato lo stesso ruolo che i gruppi editoriali ricollegabili al Presidente del Consiglio hanno attribuito alle società fantasma delle isole Cayman: quello del prestanome.

 Ora, la stessa tattica elettorale viene replicata in Sardegna, con poche varianti. Per ovvi motivi, è cambiato il nome del candidato Presidente del PDL, che ora risponde a quello di Cappellacci Ugo. Sono cambiati i nomi delle città e delle province - per esempio, hanno dovuto cambiare Chieti in Nuoro. Si sono spinti perfino a cambiare la data delle elezioni.
 Il format, quello no. Del resto, Mediaset insegna che un programma di successo non si tocca. Nei comizi pubblici, il nostro Presidente del Consiglio imbonisce la platea parlando di sport e raccontando barzellette. Quando la folla lo acclama, egli con un atto di estrema generosità, forse ricordandosi improvvisamente del capo claque che da contratto sorride e applaude al suo fianco, intima al pubblico che scandisce il suo nome di fare silenzio e lo invita a scandire il nome del candidato Presidente di turno.

 Potrebbe sembrare un'innocua riunione di un gruppo scout, se non fosse che Silvio Berlusconi spende la credibilità del Governo per rilasciare assegni scoperti ai potenziali elettori. Per esempio, lo scorso 12 dicembre a Chieti il Presidente del Consiglio ha garantito agli abruzzesi che nella riunione del CIPE del 18 dicembre successivo - sei giorni dopo - avrebbe stanziato parte dei 16 miliardi originariamente destinati alle infrastrutture - poi ridotti a meno della metà - alle opere manutentive 'di cui l'Abruzzo ha bisogno' e alla velocizzazione della Roma - Pescara.

 Tralasciando il fatto, già di per sè estremamente grave, che il Governo dovrebbe essere super partes e garantire sostegno economico quale che sia la squadra politica espressione della volontà popolare, con questa mia vorrei mettere in guardia i cittadini sardi dal riporre fiducia in tali promesse. Nel mio articolo La Grande Balla di Berlusconi in Abruzzo potrà infatti trovare prove, documenti e filmati che dimostrano come le garanzie che Il Presidente del Consiglio rilascia per aggiudicarsi il consenso elettorale siano totalmente inconsistenti e sfacciatamente false.
 Ottenuta la vittoria del 14 e 15 dicembre scorsi, la preannunciata seduta del CIPE del successivo 18 dicembre non ha stanziato un solo centesimo di euro per le infrastrutture abruzzesi.
 
 Sono consapevole del fatto che lei non può contare su tre televisioni private nè controlla indirettamente la televisione pubblica, in quanto non è a capo del Governo. Neppure può fare affidamento su Europa7, la televisione che legittimamente ha vinto le concessioni governative per l'attribuzione delle frequenze, cui lo stato italiano impedisce di trasmettere in aperta violazione di tutte le normative e di tutte le sentenze della Corte di Giustizia europea.
 Tuttavia, se almeno durante i suoi comizi elettorali volesse utilizzare le prove documentali che le ho fornito, sono certo che costituirebbero un'argomentazione talmente inconfutabile da poter essere difficilmente ignorata dai suoi concittadini chiamati al voto.

 In Abruzzo il caso ha già destato l'attenzione di una testata giornalistica, Abruzzo24Ore.Tv, che si sta adoperando per richiedere spiegazioni alla nuova giunta regionale de L'Aquila. Purtroppo, chiudere la stalla quando i buoi sono scappati non serve a molto, ma in Sardegna avete ancora tempo.

 La invito quindi a fare libero uso dei filmati che ho pubblicato in rete sull'argomento, diffondendoli il più possibile perchè i sardi sappiano quale fine faranno se sceglieranno di credere a ciò che il nostro Presidente del Consiglio, utilizzando aerei di stato e caricandone il costo sui bilanci pubblici dell'intera nazione, va raccontando di provincia in provincia senza per questo essere costretto a mantenere la parola data, saldando i debiti contratti.

 Su sua richiesta, sarà mia cura inviarle tutto il materiale disponibile. A spese mie.

 Cordiali saluti,
 Claudio Messora
 (aka - also known as - Byoblu)
 e i lettori di Byoblu.Com

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sabato 24 gennaio 2009

Il ritorno della Fata Turchina

Fatto l'inganno, trovata la legge!
Le prime interviste di Abruzzo24Ore.Tv sui 16 miliardi scomparsi

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1. La Grande Balla2. Lettera a Chiodi3. L'assillo
La grande balla di Berlusconi in AbruzzoVideolettera a Gianni ChiodiL'assillo dell'informazione libera

Caro giornalista,

 lo so: non hai mai avuto vita facile. Sei un acrobata da circo, lavori sotto al tendone del tuo editore. Devi divertire il pubblico, emozionarlo, spaventarlo. Devi fare in modo che il botteghino a fine serata non si lamenti dell'incasso. Mangiafuoco è cattivo. Le marionette non possono avere un anima. Quelle che rivendicano la loro autonomia vengono bruciate nel camino. Se non scrivi quello che devi, non ti resta che la fuga. Chi scappa, chi sogna di abbandonare la sua anima di legno e diventare un bambino vero rischia di ritrovarsi con una pietra al collo, cibo per i pesci.
 
 Pinocchio incontrò la fata turchina, e sotto le sue amorevoli cure divenne finalmente un uomo. Libero, indipendente, forte. Da fenomeno da baraccone qual era si trasformò a sua volta in spettatore, da schiavo divenne padrone. Così, riuscì a mettere in guardia la povera gente dal gatto e la volpe. Tutti, uno alla volta, smisero di credere all'albero dei miracoli, e iniziarono finalmente a investire le loro monete d'oro per costruire beni e servizi. Il grande incantesimo del Paese dei Balocchi venne svelato per ciò che era: una grande fabbrica di ignoranti, di Uomini e Donne, di Amici con lunghe orecchie da asino.

 Lo so, caro giornalista, la tua vita non è stata per niente facile. Fino a ieri. Oggi però il teatrino è meno pieno del solito. Gli spettacoli non vanno ancora deserti, certo che no, ma già nelle ultime file si comincia a intravedere alcuni posti vuoti. Perfino Mangiafuoco esce sempre più insistentemente dal suo tendone, e si aggira con circospezione per le strade e per le piazze. Anche lui sta cercando di capire cosa sta succedendo.

 Succede che la fata turchina è tornata, e questa volta non è sola! Insieme a lei ci sono cento, mille altre fate, di tutti gli sgargianti colori dell'iride. C'è la fata azzurra, quella color avorio, quella blu oltremare, quella fucsia, quella rosso rubino. E poi quella terra di siena, quella verde smeraldo, ce n'è perfino una giallo banana. C'è una fata speciale per ogni singola opinione, ogni più piccolo pensiero di qualunque cittadino libero. Sono venute a proteggere la libertà d'espressione, a prendere per mano l'informazione e a renderla libera, indipendente e pluralista.

 Tutte insieme, hanno dato vita alla più grande magia di tutti i tempi: la magia del Web.

 Caro giornalista, oggi non hai più bisogno di penna e calamaio, non hai più bisogno di inchiostrare tonnellate di cellulosa, non sei più costretto a scrivere sotto dettatura perchè non hai più bisogno di avere un editore, così come non sei più costretto a passeggiare come una lucciola sui marciapiedi antistanti chioschi, edicole ed altri carrozzoni dove non più di tre o quattrocento famiglie in tutto il mondo usano il tuo nome per contrabbandare in corpo 14 idee che non ti appartengono.

 Cerca la tua fata speciale, sceglila del colore che preferisci o lascia che sia lei a scegliere te. Apri un blog, scrivi ciò in cui credi, vendi libri, raccogli donazioni, sottoscrizioni, cerca qualche sponsor. Alleati con i tuoi lettori, combatti le loro battaglie, chiedi loro di supportarti e lascia che siano la tua coerenza, la tua onestà intellettuale, l'incontrovertibilità delle tue argomentazioni a qualificarti, a darti credibilità e autorevolezza.

 Se hai la grande fortuna di poter scrivere in una testata giornalistica dove conservi un certo margine di autonomia, collabora con l'informazione indipendente. Raccogli le istanze della rete e usa gli strumenti che possiedi per dare loro voce, per minare l'autoreferenzialità del potere, per amplificare le domande dei tuoi concittadini, che sono anche le tue, e non fermarti fino a quando non avrai ottenuto le risposte.
 
 Nella favola di Collodi, la fata turchina morì perchè Pinocchio non l'amò con tutto se stesso. So che la vita sporca le mani di fango, ma anche la giornata più faticosa giunge finalmente a sera, ed è proprio lavandosi le mani prima di mettersi a tavola che misuriamo la nostra ostinazione. E' in questo semplice, piccolo gesto che la nostra fata speciale trova il senso, la forza e i mezzi per continuare a vivere.

 Abruzzo24ore.tv, insieme a Filippo Tronca, crede ancora nelle fate. Per questo è la prima testata giornalistica a guadagnarsi l'onorificenza di "Blogger Friendly".
 
 Quanto agli altri... gli italiani hanno bisogno anche di voi.

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giovedì 22 gennaio 2009

Abruzzo24Ore.tv rilancia l'inchiesta di Byoblu.Com sulla Grande Balla di Berlusconi

Io non vi lascerò tranquilli
Io voglio che voi vi incazziate!
Sono incazzato nero, e tutto questo non lo accetterò più!

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Videolettera a ChiodiDi Pietro sul puntoLa grande balla
La casta degli elettori in AbruzzoDi Pietro sulla balla di Berlusconi a ChietiLa grande balla di Berlusconi in Abruzzo

Centinaia, migliaia di fastidiosissime zanzare hanno stimolato l'ape. L'ape ha smesso di impollinare qua e là, ha cercato il calabrone e l'ha punto. Una punturina leggera, di avvertimento, ma ora il calabrone sa che quell'ape può diventare un problema. Presto potrebbero seguirne altre, più grosse, più incazzate, e potrebbero pungere con meno delicatezza. Forse è il caso di avvertire l'elefante...

Stringetevi le mani ragazzi. Questa volta la rete si è contratta intorno al pescecane. Certo, lui sa di essere forte, quasi invincibile, ma inizia a guardarsi intorno nervosamente. Qualche fuggevole occhiatina, giusto per rendersi conto se quelle strane ombre che si agitano intorno a lui potrebbero davvero costituire un problema.

Abruzzo24Ore.Tv ha raccolto la sfida lanciata da Byoblu.Com e ha aperto l'inchiesta su La Grande Balla di Berlusconi in Abruzzo. Si sono impegnati a fornire nei prossimi giorni ulteriori approfondimenti, a intervistare sul tema il Presidente Chiodi, l'assessore ai trasporti e alla viabilità Giandonato Morra e a raccogliere voci della maggioranza e della minoranza in Consiglio Regionale.

Avevamo promesso che la rete sarebbe stata con loro, e saremo con loro.

Pubblico il testo del loro articolo.


La promessa non mantenuta del Presidente Berlusconi
Dove sono finiti i 16,6 Mld di euro dei fondi CIPE?


Dopo l'ironia, le domande...

Pubblichiamo i link dell'inchiesta fatta da Byoblu (aka Claudio Messora) nella quale chiede conto della promessa del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sullo stanziamento di 16,6 miliardi di euro dei fondi CIPE per ristrutturare, velocizzare ed ammodernare la viabilità abruzzese con particolare attenzione della Roma-Pescara.

Infatti durante la visita a Chieti del 12 dicembre 2008 il Presidente Berlusconi, in un preciso passaggio del suo discorso, prometteva di far approvare ben 16,6 MLD di euro di stanziamento dal CIPE, poi in realtà il 18 dicembre durante la riunione dello stesso Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ne vengono approvati solo 7,3 dei quali però nessuno va alla nostra regione.

Ci vogliamo unire "ufficialmente" alla voce di Byoblu (del quale per altro abbiamo sempre apprezzato il lavoro giornalistico) per chiedere al neo Presidente Gianni Chiodi di farsi portavoce del malessere di migliaia di cittadini che ci hanno letteralmente intasato le caselle di posta elettronica che si chiedono dove siano finiti questi fondi e se la situazione sarà recuperabile.

Nei prossimi giorni ci impegnamo a fornirvi ulteriori approfondimenti e commenti dei principali attori di questa querelle, il Presidente Chiodi, il neo assessore ai trasporti e viabilità Giandonato Morra e perchè no, anche voci dell'opposizione del nuovo Consiglio Regionale, convinti che la voce dei lettori possa esser amplificata e risultare "più chiara" attraverso le nostre pagine.

ndr. A margine della notizia vogliamo fare una precisazione, riteniamo, infatti, che parlare di ricatto elettorale, concussore elettorale o altro sia decisamente troppo grave per la nostra democrazia, se come Byoblu dice per delle molestie ci deve essere un molestatore allora per un ricatto ci deve essere un ricattatore e noi riteniamo gli italiani in grado di scegliere i propri rappresentanti senza dover cedere a ricatti di sorta, pensiamo che la nostra Repubblica debba esser rispettata, come va rispettato il voto di tutti senza forzare stereotipi di voto di scambio di nessun genere. Solo nel rispetto del proprio avversario si può vivere e competere serenamente, con vantaggio di tutti quindi invitiamo comunque ad abbassare i toni della polemica, gli abruzzesi non hanno votato Chiodi per le promesse di Berlusconi, come non hanno votato Costantini per quelle di Di Pietro, gli abruzzesi hanno votato secondo coscienza in libere elezioni.

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mercoledì 21 gennaio 2009

L'assillo dell'informazione libera

Abruzzo24ore.tv assillata dall'informazione libera
Riflessioni sull'articolo di Abruzzo24ore.tv

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Sono fiero di voi. In un paio di giorni avete spedito migliaia di email. Educate, rispettose, civili, concise: avete chiesto che il Presidente Gianni Chiodi si facesse intervistare, spiegando dove sono finiti i 16 miliardi di euro promessi da Berlusconi e destinati alle infrastrutture, tra cui tutte le opere manutentive per la Regione Abruzzo e la velocizzazione della Pescara - Roma.
Il cambiamento arriva dal basso. La zanzara stimola l'ape a pungere il calabrone che pianta il pungiglione nel culo dell'elefante e lo costringe a voltarsi. L'elefante è il Presidente del Consiglio. Noi vorremmo che Gianni Chiodi fosse il calabrone. Per il momento abbiamo stimolato l'ape, ma insistendo sono certo che si può fare meglio e di più.

L'ape si chiama Abruzzo24ore.tv. Abbiamo cercato di stimolare anche la redazione di PrimaDaNoi.It, ma nel suo spazio espressamente dedicato alle internet news preferisce dare risalto da qualche giorno a una notizia fondamentale: gli italiani chiedono a gran voce il ritorno del maestro Pregadio alla Corrida. Del resto, un gruppo su Facebook che all'epoca dell'articolo aveva raggiunto poco più di mille adesioni è sicuramente più importante di migliaia di cittadini indignati, ricattati e poi truffati dal concussore elettorale. Come sia possibile sperare di cambiare la politica, quando è la stessa informazione ufficiale a proteggerla dalle informazioni stesse.. è qualcosa che, lo confesso, mi lascia perplesso.

L'encefalogramma di Abruzzo24ore.tv ha invece dato qualche segnale di vita, e ieri nel primo pomeriggio ha pubblicato un articolo in risposta alle vostre segnalazioni. Nella prima versione di questo articolo non c'era nessun link che facesse riferimento a questo blog, nè alcuna indicazione su quale fosse la reale motivazione che spingeva tanta gente ad assillare la loro casella di posta elettronica. La motivazione è importante, e in questo caso si tratta di sedici miliardi di euro, ma è sembrato che accennarvi potesse comportare il rischio di assumersi responsabilità che non competono a una testata di informazione. Del resto, in questo mondo tutti devono sopravvivere - tranne il sottoscritto. Informare quindi va bene, ma senza diventare antipatici - come il sottoscritto.

Nel totale silenzio di Gianni Chiodi, l'unico che dovrebbe rispondere ma che evidentemente non ritiene opportuno neppure inviare una ricevuta di ritorno, l'informazione è così costretta a suonarsela e cantarsela da sola. Ieri pomeriggio ho precisato ad Abruzzo24ore.tv che migliaia di cittadini che vogliono sapere dove sono finiti i loro soldi non possono in alcun modo essere considerati un assillo. Loro hanno pubblicato questa mattina un secondo articolo di precisazioni, nel quale dicono di avere usato lo strumento dell'ironia, e che avrebbero preferito occupare le loro pagine per dare contenuti ai lettori, invece di polemiche. Io vorrei sottolineare che i contenuti ce li avevano: il mio blog mostra registrazioni video che sono la prova più schiacciante del ricatto elettorale e della successiva truffa. Avrebbero potuto mostrarli fin da subito, se avessero voluto, anzichè parlare di molestie informatiche, perchè dove ci sono delle molestie ci sono dei molestatori, e i cittadini hanno il diritto di essere governati secondo giustizia, equità, con lealtà e soprattutto di essere informati, di manifestare e di chiedere il rispetto delle promesse elettorali senza essere etichettati come molestatori.

In ogni caso va dato atto ad Abruzzo24ore.tv di averne parlato. Oggi hanno perfino aggiunto tutti i collegamenti ipertestuali che mancavano. In un'Italia vittima di un incantesimo, dove le giovani generazioni crescono a pane ed Amici, e si creano gruppi per rivendicare la presenza del maestro Pregadio alla Corrida mentre i disoccupati affollano le piazze e i politici truffano la buona fede dei cittadini con la garanzia dell'impunità che deriva dall'assenza di qualsiasi controllo, ...in quest'Italia l'informazione, perlomeno quella che ancora conserva un briciolo di etica professionale, deve unire le forze e marciare compatta.

Caro Abruzzo24ore, ti faccio una proposta.
La storia ormai la conosci. Hai le videoregistrazioni del filmato di Chieti. Puoi procurarti i verbali della seduta del CIPE del 18 dicembre. Hai in mano tutti gli elementi per fare uno scoop e condurre una battaglia mediatica sulla questione.

Io non sono che un semplice blogger, ma tu hai sicuramente più strumenti e visibilità per fare pressione sull'opinione pubblica, sugli altri media e sulle istituzioni politiche. L'obiettivo deve essere quello di fare sì che i fondi promessi dal Presidente del Consiglio per le infrastrutture abruzzesi in cambio del vostro voto vengano stanziati al più presto.

Se ci stai, la rete sarà con te.

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sabato 17 gennaio 2009

Lettera aperta a Gianni Chiodi.

Lettera aperta a Gianni Chiodi
Dove sono finiti i soldi degli abruzzesi?


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Invito tutti i lettori a copiare il testo di questa lettera e inviarlo a Gianni Chiodi, per chiedergli di farsi intervistare e spiegare pubblicamente dove sono finiti i soldi degli abruzzesi, promessi da Berlusconi il 12 dicembre a Chieti e spariti solo sei giorni dopo a Roma.


In alternativa, scrivi a:
Oppure telefona:
  • Teramo:
    • 0861.210538
    • 0861.432106
    • 0861.4395209
    • 0861.213046
    • fax: 0861.417697
  • Pescara:
    • 3661919298
  • L'Aquila:
    • 3398925226
  • Chieti:
    • 3312945383



Lettera aperta a Gianni Chiodi
Governatore della Regione Abruzzo


Caro Presidente,

  mi chiamo Claudio Messora, meglio conosciuto in rete con lo pseudonimo di Byoblu. Curo un blog di informazione politica, sociale e ambientale - www.byoblu.com - dal quale ufficialmente mi rivolgo a lei. Ho seguito da vicino la campagna elettorale che il 15 dicembre scorso l'ha portata a conquistare la carica di Governatore della Regione Abruzzo.

 Credo nella libera informazione. Essere un informatore libero non significa non avere opinioni personali, a differenza di quello che alcuni credono, ma essere liberi di scrivere ciò che in piena onestà intellettuale si ritiene giusto, senza essere costretti ad aderire a un progetto editoriale che orienta il senso e le finalità della comunicazione.

 Alcuni mi accusano di essere fazioso, cioè di deformare la realtà allo scopo di condizionare le idee dei miei lettori. A sostegno del loro convincimento, individuano le prove di questa presunta faziosità nel fatto che spesso intervisto personaggi legati ad una sola parte politica. E' vero. Quello che però i miei detrattori non sanno è che non dipende esclusivamente da me. Oggi chi ricopre un ruolo che lo porta ad avere visibilità mediatica spesso non accetta di farsi intervistare da chi pone domande che possono essere considerate scomode. Così si finisce sempre per confrontarsi con personaggi che non temono i contenuti del'intervista, con il rischio di suonarsela e cantarsela da soli senza un reale contraddittorio.

 Per esempio, durante la campagna elettorale per le regionali d'Abruzzo ho chiesto più volte al suo staff di poterla incontrare, videocamera alla mano, per offrire a lei l'occasione di illustrare il suo pensiero politico e ai lettori la possibilità di valutare le differenze che, su temi precisi e di capitale importanza, qualificavano la sua candidatura rispetto a quella dell'onorevole Carlo Costantini. Ho garantito un'intervista serena, in un clima dialogante e disteso, e che sia la ripresa video che la successiva trascrizione testuale sarebbero state riportate nella loro totale integrità, senza tagli nè commenti fatti a posteriori, come del resto credo sia conveniente e doveroso quando si accoglie un ospite. Ho ottenuto risposte vaghe ed evasive.
 Non sono riuscito ad incontrarla. Viceversa, ho ottenuto ampia disponibilità del suo contendente.

 Oggi, ad un mese dal suo successo elettorale, torno a chiederle un confronto, questa volta pubblicamente perchè non mi si possa accusare di non voler dare spazio alle posizioni della nuova maggioranza, che proprio in questi giorni si sta insediando al Consiglio Regionale de L'Aquila.

 Per rendere ancora più chiaro il mio intendimento e facilitarle la decisione, dichiaro anticipatamente il contenuto della domanda che ho intenzione di porle.

 Ho seguito da vicino e videoripreso le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, che lei conosce bene, a Chieti il 12 dicembre. Silvio Berlusconi ha promesso, in cambio della preferenza degli abruzzesi per il suo schieramento, che il 18 dicembre il CIPE, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica da lui stesso presieduto - quindi soli 6 giorni dopo - avrebbe stanziato 16 miliardi per le infrastrutture. Se lo ricorderà di certo, visto che c'era anche lei quel giorno. Questa somma sarebbe stata utilizzata, in tutto o in parte, specificatamente per le infrastrutture di cui gli abruzzesi hanno bisogno, e per la velocizzazioni della Pescara Roma. Il 18 dicembre il CIPE si è riunito come da programma, ma ha stanziato solo meno della metà dei fondi previsti per le infrastrutture, e non mi risulta essere stato destinato un solo euro alla Regione Abruzzo e ai bisogni dei suoi cittadini, che avevano creduto alla promessa elettorale e avevano scelto di fidarsi concedendo allo schieramento di centrodestra la loro preferenza.
 Questa evidente discrepanza tra le dichiarazioni rilasciate in pompa magna e i fatti immediatamente successivi è passata inosservata sugli strumenti di informazione considerati tradizionali (giornali e televisioni).
 Non a me, che in base a queste evidenze ho realizzato un intervento dal titolo La Grande Balla di Berlusconi in Abruzzo, dove è possibile apprezzare con precisione come il premier si è espresso, grazie alle riprese audio video effettuate in loco durante l'evento.

 Nelle vesti di nuovo Governatore della Regione Abruzzo, nonchè di esponente autorevole dello schieramento del Presidente del Consiglio, la invito quindi a spiegare agli abruzzesi - e agli italiani che son governati dallo stesso Presidente Berlusconi - come mai la garanzia rilasciata in cambio del voto è stata così platealmente disattesa, e cosa ha intenzione di fare perché il governo centrale, che lo stesso Berlusconi ha dichiarato le sarebbe stato vicino durante questa legislatura, rispetti i termini del contratto elettorale siglato a Chieti il 12 dicembre. Attualmente, parrebbe infatti che gli abruzzesi abbiano in mano un'assegno scoperto.

 La ringrazio per l'attenzione e da oggi, sabato 17 gennaio 2009, inizio ad attendere di conoscere la sua disponibilità per realizzare un'intervista sul tema.
Attendo io, attendono gli italiani che usano la rete per informarsi, ma soprattutto attendono i cittadini abruzzesi che mi onoro di rappresentare con questa richiesta.

Cordiali saluti,
Claudio Messora,
aka (also known as) Byoblu.
byoblu@byoblu.com

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venerdì 9 gennaio 2009

Ecco perchè si muore nella Striscia di Gaza

Il vero volto della guerra
NON GUARDATELO SE SIETE FACILMENTE IMPRESSIONABILI
Filmato controverso: da alcuni attribuito alle recenti bombe su Gaza, da altri all'esplosione accidentale di un camioncino di armi, durante una parata di Hamas nel 2005

Ci sono uomini, donne e bambini che saltano in aria come personaggi di un videogame. Alcuni perdono una gamba, altri restano senza braccia. I più fortunati perdono tutto e vengono sepolti da una spessa coltre di cenere bianca. Se guardi negli occhi i sopravvissuti potrai trovarvi decine e decine di interrogativi, tra i quali il più ovvio e angoscioso di tutti, quello che di fronte alla morte e al dolore sembra non avere nessuna risposta possibile: perchè?

Un vecchio adagio recita: cherchez la femme. Trovate le donna e troverete il movente. La donna da la vita, la vita è energia. Ieri la femme era il petrolio, oggi invece è la risorsa che la farà da padrona nei prossimi duecento anni: il gas naturale. Ne avevamo già parlato il primo settembre, in occasione della guerra in Georgia. E allora proviamo a cercarne un'altra, di queste donne pietra dello scandalo. Cerchiamo quella che si nasconde dietro al conflitto in Palestina, vedrete che non dovremo allontanarci molto...

Per la precisione, basta fare trenta chilometri al largo della costa di Gaza, perché casualmente è proprio là, davanti all'omonima striscia, che giace la bella addormentata. Il suo nome è Gaza Marine, è sepolta sotto ottocentocinquanta metri di crosta, nell'attesa che il suo principe azzurro venga a salvarla e a farla sua per sempre. La famme, ovvero un giacimento di gas naturale del valore di quattro miliardi di dollari, nel 1999 è stata data in sposa al popolo palestinese. La cerimonia si è svolta in pompa magna nel quadro degli Accordi di Oslo, officiante Ehud Barak, primo ministro israeliano dell'epoca. Yasser Arafat la accompagnò all'altare, pronunciando le solenni parole «È un dono di Allah al nostro popolo. Fornirà le fondamenta per la nascita di uno Stato».


Nel maggio 2002  l’Autorità Palestinese affida i diritti di sfruttamento ad un consorzio composto dalla compagnia inglese BG Group e da Consolidated Contractors International Company (CCC). La licenza ha una validità di 25 anni. Il 60% dei diritti se li aggiudica BG GROUP, il 30% sono di CCC e il restante 10% vengono destinati al Palestine Investment Fund. La riserva di gas naturale nelle acque territoriali palestinesi costituisce ben il 60% dei giacimenti disponibli su tutta la costa che da Gaza prosegue diventando israeliana. Un bocconcino allettante, che se ingoiato potrebbe confluire nelle installazioni off-shore israeliane e da lì prendere la via di Ceyhan, terminale del gasdotto BTC (Baku, Tbilisi, Ceyhan), al centro di un progetto multimiliardario di dominio energetico tra la Turchia e Israele.


Non c'è bisogno di spremere eccessivamente i nostri collegamenti neuronali, già sotto sforzo, per notare che Tbilisi, snodo fondamentale del gasdotto BTC, è la capitale della Georgia, e che a difendere la Georgia dai russi cattivi - a loro volta intenti a mantenere il predominio come primi fornitori di gas naturale - andò proprio una task-force di strateghi militari israeliani. Non riesco proprio a capacitarmi di tutto questo altruismo nei confronti di un piccolo e fragile staterello distante parecchie migliaia di chilometri. Ma sono io che penso sempre male...

Certo è che i palestinesi, con tutto quel gas naturale che appartiene loro di diritto, potrebbero definitivamente rendersi indipendenti dalle forniture elettriche di Israele, e se BG Group riuscisse a costruire il gasdotto di collegamento con l'Egitto, soggetto al transito nelle acque nazionali isrealiane, potrebbero anche finanziare la nascita di un vero e proprio Stato di Palestina, oltrechè l'acquisto di qualche arma tecnologicamente superiore alle fionde con le quali combattono un paese che per le attività belliche spende 13.300.000.000 di dollari all'anno - tredicimiliardietrecentomilionididollari -, come si può evincere dalla classifica dei paesi in base alla loro spesa militare.

Impadronirsi definitivamente di quattro miliardi di dollari di gas naturale in territorio palestinese non è l'obiettivo dei massacri di Gaza. Tuttalpiù potrebbe semplicemente accadere, alla stregua di un casuale e trascurabile effetto collaterale, ma sono sicuro che a Olmert non è mai venuto in mente.

Chi glielo spiega tutto questo alle vittime dei bombardamenti, quando ti guardano negli occhi magari pochi istanti prima di morire? Se c'è qualcuno che si offre volontario...

Video allegati

La guerra in GeorgiaIl FotovoltaicoSOS fotovoltaico
Effetto serra


Alcune fonti


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sabato 3 gennaio 2009

Discorso alla Blogosfera - Dalla P2 alla RETE

Discorso alla blogosfera
La rete è potente, molto più potente della P2

Cos'era la P2? Una grande rete di persone professionalmente eterogenee, dislocate sul territorio, apparentemente disconnesse ma accomunate da un unico grande scopo: impadronirsi delle istituzioni e del governo per sovvertire l'ordine delle cose. Condividevano una visione sociale e una strategia di azione: conquistare i mezzi di informazione per influenzare l'opinione pubblica, al fine di acquisire il consenso necessario al raggiungimento e alla conservazione del potere. Di per sè non vi è nulla di male. Ogni cittadino ha il diritto ad avere un proprio orientamento ideologico e ad esercitare l'arte della persuasione affinchè attraverso la diffusione delle idee tale orientamento si traduca in una precisa linea politica, la quale può diventare prevalente e determinare trasformazioni reali del contesto istituzionale e normativo.

La democrazia ha però una serie di vincoli. Se uno solo di essi viene disatteso, tutto il resto cade come un castello di carte. Uno di questi presupposti chiave è l'informazione. Meglio non essere informati affatto che essere informati male. Qualsiasi decisione è il frutto di un ragionamento che per essere corretto ha bisogno delle giuste premesse. Affrontare un viaggio sulla base di previsioni metereologiche sbagliate comporta il rischio di ritrovarsi in una bufera di neve, così come dare la preferenza ad un candidato senza avere avuto la possibiltà di mettere a confronto la sua storia personale e le sue proposte nel contesto di un contraddittorio leale, pluralista e paritetico, risulta in un gioco d'azzardo dagli esiti imprevedibili. Così, perché l'esercizio del voto sia una misura attendibile della volontà collettiva, è necessario che gli elettori abbiano tutte le informazioni utili al processo decisionale. Per uno scienziato questo è l'ABC. Assunti errati portano a dimostrazioni sbagliate: teorema su teorema, tutta la teoria è destinata a franare con conseguenze fatali. E' proprio questo il passaggio inaccettabile del teorema messo a punto da Licio Gelli nel suo Piano di Rinascita Democratica. I piduisti hanno acquisito il consenso giocando scorretto, violando le regole. Hanno falsificato l'informazione, piegandola ai loro scopi e corrompendo il processo decisionale che, attraverso la valutazione obiettiva dei fatti, determina il formarsi dell'opinione pubblica. Se fosse una partita a scacchi, sarebbe come dire che uno dei due avversari prende i pedoni e inizia a muoverli sulla scacchiera con i privilegi di una regina. Non c'è storia: fine della partita.

Oggi in Italia non c'è storia. La partita è finita da un pezzo. La P2 ha vinto il suo girone a punti pieni, e poi via via tutte le sfide a eliminazione diretta. Tre reti televisive ufficiali, più simili a un organo di partito che a imprese commerciali; tre reti ufficiose, effetto collaterale della presa della Bastiglia – il Governo; il principale editore, la Mondadori, acquisito mediante corruzione del giudice Vittorio Metta; la stampa annichilita; i giornalisti addomesticati. Non si fanno più domande. Di conseguenza non si ascoltano più le risposte. Si va a votare come si entra al supermercato, acquistando un prodotto in offerta, propagandato in uno spot commerciale. E’ proprio questa la chiave per leggere i nostri tempi: la propaganda. P2 significa Propaganda Due, e se ci riflettete bene, nessuno sembra più interessato all’obiettività dei fatti, ma solo alla loro deformazione strumentale. I programmi televisivi sono appositamente studiati per defocalizzare, sono armi di distrazione di massa. Abbiamo cominciato da lontano. Hollywood ha creato la cultura dell’immagine. Ha costruito storie stupefacenti che hanno trasformato la nostra percezione della realtà. La nostra vicina di casa ha improvvisamente perso qualsiasi sex-appeal, di fronte alla carica sexy tanto irresistibile quanto artificiale di Marilyn. Le storie d’amore estreme e improbabili del maxi schermo hanno reso inadeguate e poco interessanti le nostre. Le immagini perfette, le luci studiate nei minimi dettagli, i dialoghi brillanti, le sceneggiature incalzanti che non lasciano spazio a nessuna riflessione, i suoni irrealistici che colpiscono lo stomaco, le storie impossibili. Tutto questo realizza una grande ipnosi collettiva che ci ha progressivamente alienato dalla nostra vita reale, relegandoci ad un sogno indotto che Matrix ha brillantemente descritto metaforicamente. Poi è arrivata la televisione. Forse seguendo i dettami del grande maestro venerabile, Licio Gelli, forse grazie al suo stesso intuito, Silvio Berlusconi ha preso il superfluo e lo ha elevato alla dignità dell’essenziale. Ha costruito un grande luna-park fatto di giochi demenziali, donne giovani, ammiccanti e seminude, gossip, soap opera... In mezzo a questo nuovo Olimpo fatto di Dei e semidei creati ad arte, è stato facile contrabbandare notizie drogate, rese autorevoli dal contesto illusorio entro il quale vengono generate. L’ultima prova? Oggi abbiamo decine di migliaia di disoccupati, in costante aumento. Abbiamo 80 miliardi di debito pubblico annuo che non potremo più rimborsare. Stiamo fallendo, eppure l’altra sera il TG5 ha dedicato diversi minuti al movimento di liberazione dei nani da giardino, che pare essersi esteso ai Babbo Natale che si arrampicano sui balconi. Silvio Berlusconi e i suoi mandanti hanno dato al popolo panem et circenses, ovvero tutto e solo ciò di cui la Roma decadente aveva bisogno. Quanto alla libertà, nessuno se ne è più interessato.

Come abbiamo detto all’inizio, la P2 era, anzi è una grande rete. Tuttavia io ne conosco un’altra, molto più potente, estesa e potenzialmente inarrestabile. Sto ovviamente riferendomi a Internet, la rete delle reti. Come la P2, i suoi nodi sono formati da persone eterogenee per formazione professionale e localizzazione geografica. Anche se non tutti condividono le stesse idee, tuttavia coloro che si identificano nell’unico, grande scopo di ristabilire il buon senso e la ricerca del bene comune al vertice di una nuova scala di valori, coloro che desiderano tornare ad occuparsi in maniera semplice di cose semplici, e in maniera seria di cose serie, coloro che si sono svegliati dall’incantesimo lanciato da Segrate e adesso guardano compassionevolmente i loro fratelli e le loro sorelle dormienti, tenuti in coma pubblicitario, coloro che vogliono porre fine alla decadenza dell’Era di Arcore, che vogliono spodestare la casta di faraoni, dei e semidei che a fronte di dosi massicce di circenses sta perfino fallendo nella somministrazione del panem... coloro insomma che vogliono riprendersi questo paese sono tanti, molti di più rispetto al centinaio di imprenditori e ai direttori d’orchestra che tirano le fila alle marionette di palazzo.
Tra di loro, o meglio tra di noi, ci sono anch’io. Ciò che serve è solo un po’ di autoconsapevolezza, di coscienza collettiva, di sinergia, di fiducia e di spirito di sacrificio. Sembra poco? Non lo è. Le battaglie non le vincono i più forti, ma chi combatte con più ardore. E il nostro campo di battaglia è uno solo: il seggio elettorale. Il 2009 è l’anno in cui LA RETE dovrà auto-organizzarsi per fornire un’alternativa a questo paese. Come è stato per la loggia massonica deviata Propaganda 2, l’obiettivo sarà quello di prendere il potere. A differenza della P2, tuttavia, LA RETE giocherà in maniera trasparente, secondo le regole della democrazia, contando unicamente sulle infinite professionalità di cui dispone e sulla numerosità degli uomini e delle donne che la compongono. LA RETE deve lasciare che emergano le idee migliori in maniera spontanea, autoaggregante, orizzontale. LA RETE non imporrà una verità ufficiale a discapito di altre marchiate come apocrife, ma lascerà ogni suo membro libero di accedere a qualsiasi informazione, in un ecosistema di Par Condicio naturale dove non si vince perché si hanno più soldi, ma solo perché si hanno idee migliori. LA RETE si autofinanzierà. Tutti potranno rappresentarla, tutti potranno eleggerne i candidati, e tutti saranno sottoposti al giudizio costante di tutti gli altri membri. Chi verrà eletto in ruoli chiave dovrà operare in regime di trasparenza totale. Dovrà essere disposto a farsi seguire in diretta streaming, dovrà auto intercettare le proprie conversazioni telefoniche, dovrà dimostrare di lavorare per la collettività e non per il proprio tornaconto. Ne LA RETE non ci saranno mandati irrevocabili: chi non incontra più il consenso collettivo verrà sostituito. E’ giusto che venga percepito uno stipendio, perché non vi sia discriminazione tra chi è benestante e chi invece vorrebbe e potrebbe fare molto, ma non può permettersi di lasciare i propri incarichi di lavoro neppure temporaneamente. LA RETE avrà un proprio organo di informazione ufficiale. La sua redazione sarà la collettività intera dei suoi membri, che periodicamente selezionerà gli articoli dei blogger ritenuti più interessanti, e con il solo meccanismo del voto deciderà in merito alla loro pubblicazione. LA RETE avrà un motto: non contano le persone, contano le idee. Le idee non saranno né di destra né di sinistra. Saranno semplicemente le idee migliori, da qualunque parte esse provengano. LA RETE non avrà necessariamente un presidente, ma solo amministratori, tranne il caso in cui la collettività decida che un presidente sia necessario: la collettività è e sarà sempre sovrana. Verranno create funzioni cui potranno assolvere uno o più membri scelti democraticamente. Tutti i documenti prodotti verranno costantemente rilasciati in rete, accessibili a tutti, in tempo reale. Chi assolve a una funzione potrà così lasciare il testimone ad altri che avranno tutti gli strumenti per proseguire il suo lavoro. LA RETE sarà la prima vera democrazia digitale.

L’Italia sta precipitando nel vuoto, senza rete.
Chissà che non si riesca ad aprirgliene una sotto, all’ultimo momento.
larete@byoblu.com

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