Discorso alla blogosfera
La rete è potente, molto più potente della P2
Cos'era la
P2? Una
grande rete di persone professionalmente eterogenee, dislocate sul territorio, apparentemente disconnesse ma accomunate da un unico grande scopo: impadronirsi delle istituzioni e del governo per
sovvertire l'ordine delle cose. Condividevano una
visione sociale e una
strategia di azione: conquistare i mezzi di informazione per influenzare l'
opinione pubblica, al fine di acquisire il consenso necessario al raggiungimento e alla conservazione del
potere. Di per sè non vi è nulla di male. Ogni cittadino ha il diritto ad avere un proprio orientamento ideologico e ad esercitare l'arte della persuasione affinchè attraverso la diffusione delle idee tale orientamento si traduca in una precisa
linea politica, la quale può diventare prevalente e determinare trasformazioni reali del contesto istituzionale e normativo.
La
democrazia ha però una serie di
vincoli. Se uno solo di essi viene disatteso, tutto il resto cade come un castello di carte. Uno di questi presupposti chiave è l'
informazione. Meglio non essere informati affatto che essere informati male. Qualsiasi decisione è il frutto di un
ragionamento che per essere corretto ha bisogno delle giuste
premesse. Affrontare un viaggio sulla base di previsioni metereologiche sbagliate comporta il rischio di ritrovarsi in una bufera di neve, così come dare la preferenza ad un candidato senza avere avuto la possibiltà di mettere a confronto la sua storia personale e le sue proposte nel contesto di un contraddittorio leale, pluralista e paritetico, risulta in un gioco d'azzardo dagli esiti imprevedibili. Così, perché l'esercizio del
voto sia una misura attendibile della volontà collettiva, è necessario che gli elettori abbiano tutte le
informazioni utili al processo decisionale. Per uno scienziato questo è l'
ABC. Assunti errati portano a dimostrazioni sbagliate: teorema su teorema, tutta la teoria è destinata a
franare con conseguenze fatali. E' proprio questo il passaggio inaccettabile del teorema messo a punto da
Licio Gelli nel suo
Piano di Rinascita Democratica. I piduisti hanno acquisito il consenso giocando scorretto, violando le regole. Hanno
falsificato l'informazione, piegandola ai loro scopi e corrompendo il processo decisionale che, attraverso la valutazione obiettiva dei fatti, determina il formarsi dell'opinione pubblica. Se fosse una partita a scacchi, sarebbe come dire che uno dei due avversari prende i pedoni e inizia a muoverli sulla scacchiera con i privilegi di una regina. Non c'è storia:
fine della partita.
Oggi in Italia non c'è storia. La partita è finita da un pezzo. La P2 ha vinto il suo girone a punti pieni, e poi via via tutte le sfide a eliminazione diretta. Tre
reti televisive ufficiali, più simili a un
organo di partito che a imprese commerciali; tre
reti ufficiose, effetto collaterale della presa della Bastiglia – il Governo; il principale editore, la
Mondadori, acquisito mediante corruzione del giudice
Vittorio Metta; la stampa annichilita; i giornalisti addomesticati. Non si fanno più domande. Di conseguenza non si ascoltano più le risposte. Si va a votare come si entra al supermercato, acquistando un prodotto in offerta, propagandato in uno spot commerciale. E’ proprio questa la chiave per leggere i nostri tempi: la
propaganda. P2 significa
Propaganda Due, e se ci riflettete bene, nessuno sembra più interessato all’obiettività dei fatti, ma solo alla loro
deformazione strumentale. I programmi televisivi sono appositamente studiati per defocalizzare, sono armi di
distrazione di massa. Abbiamo cominciato da lontano.
Hollywood ha creato la
cultura dell’immagine. Ha costruito storie stupefacenti che hanno trasformato la nostra percezione della realtà. La nostra vicina di casa ha improvvisamente perso qualsiasi sex-appeal, di fronte alla carica sexy tanto irresistibile quanto artificiale di
Marilyn. Le storie d’amore estreme e improbabili del maxi schermo hanno reso inadeguate e poco interessanti le nostre. Le immagini perfette, le luci studiate nei minimi dettagli, i dialoghi brillanti, le sceneggiature incalzanti che non lasciano spazio a nessuna riflessione, i suoni irrealistici che colpiscono lo stomaco, le storie impossibili. Tutto questo realizza una grande
ipnosi collettiva che ci ha progressivamente alienato dalla nostra vita reale, relegandoci ad un
sogno indotto che
Matrix ha brillantemente descritto metaforicamente. Poi è arrivata la
televisione. Forse seguendo i dettami del grande maestro venerabile, Licio Gelli, forse grazie al suo stesso intuito,
Silvio Berlusconi ha preso il
superfluo e lo ha elevato alla dignità dell’
essenziale. Ha costruito un grande
luna-park fatto di giochi demenziali, donne giovani, ammiccanti e seminude, gossip, soap opera... In mezzo a questo nuovo
Olimpo fatto di Dei e semidei creati ad arte, è stato facile contrabbandare
notizie drogate, rese autorevoli dal
contesto illusorio entro il quale vengono generate. L’ultima prova? Oggi abbiamo decine di migliaia di
disoccupati, in costante aumento. Abbiamo
80 miliardi di
debito pubblico annuo che non potremo più rimborsare.
Stiamo fallendo, eppure l’altra sera il TG5 ha dedicato diversi minuti al
movimento di liberazione dei nani da giardino, che pare essersi esteso ai Babbo Natale che si arrampicano sui balconi. Silvio Berlusconi e i suoi mandanti hanno dato al popolo
panem et circenses, ovvero tutto e solo ciò di cui la Roma decadente aveva bisogno. Quanto alla
libertà, nessuno se ne è più interessato.
Come abbiamo detto all’inizio, la P2 era, anzi è una grande rete. Tuttavia io ne conosco un’altra, molto più potente, estesa e potenzialmente
inarrestabile. Sto ovviamente riferendomi a
Internet, la
rete delle reti. Come la P2, i suoi nodi sono formati da persone eterogenee per formazione professionale e localizzazione geografica. Anche se non tutti condividono le stesse idee, tuttavia coloro che si identificano nell’unico, grande scopo di ristabilire il
buon senso e la
ricerca del bene comune al vertice di una nuova scala di valori, coloro che desiderano tornare ad occuparsi in maniera semplice di cose semplici, e in maniera seria di cose serie, coloro che si sono svegliati dall’
incantesimo lanciato da
Segrate e adesso guardano compassionevolmente i loro fratelli e le loro sorelle dormienti, tenuti in
coma pubblicitario, coloro che vogliono porre fine alla decadenza dell’
Era di Arcore, che vogliono spodestare la casta di faraoni, dei e semidei che a fronte di dosi massicce di
circenses sta perfino fallendo nella somministrazione del
panem... coloro insomma che vogliono riprendersi questo paese sono tanti,
molti di più rispetto al centinaio di imprenditori e ai direttori d’orchestra che tirano le fila alle
marionette di palazzo.
Tra di loro, o meglio tra di noi,
ci sono anch’io. Ciò che serve è solo un po’ di
autoconsapevolezza, di
coscienza collettiva, di
sinergia, di
fiducia e di spirito di
sacrificio. Sembra poco? Non lo è. Le battaglie non le vincono i più forti, ma chi combatte con più
ardore. E il nostro campo di battaglia è uno solo: il
seggio elettorale. Il
2009 è l’anno in cui
LA RETE dovrà auto-organizzarsi per fornire un’
alternativa a questo paese. Come è stato per la loggia massonica deviata Propaganda 2, l’obiettivo sarà quello di prendere il
potere. A differenza della P2, tuttavia,
LA RETE giocherà in maniera
trasparente, secondo le regole della democrazia, contando unicamente sulle infinite professionalità di cui dispone e sulla numerosità degli uomini e delle donne che la compongono.
LA RETE deve lasciare che emergano le
idee migliori in maniera spontanea, autoaggregante, orizzontale.
LA RETE non imporrà una verità ufficiale a discapito di altre marchiate come apocrife, ma lascerà ogni suo membro libero di accedere a qualsiasi informazione, in un ecosistema di
Par Condicio naturale dove non si vince perché si hanno più soldi, ma solo perché si hanno
idee migliori.
LA RETE si autofinanzierà. Tutti potranno rappresentarla, tutti potranno eleggerne i candidati, e tutti saranno sottoposti al giudizio costante di tutti gli altri membri. Chi verrà eletto in ruoli chiave dovrà operare in regime di
trasparenza totale. Dovrà essere disposto a farsi seguire in
diretta streaming, dovrà auto
intercettare le proprie conversazioni telefoniche, dovrà dimostrare di lavorare per la
collettività e non per il proprio tornaconto. Ne
LA RETE non ci saranno mandati irrevocabili: chi non incontra più il consenso collettivo verrà
sostituito. E’ giusto che venga percepito uno
stipendio, perché non vi sia discriminazione tra chi è benestante e chi invece vorrebbe e potrebbe fare molto, ma non può permettersi di lasciare i propri incarichi di lavoro neppure temporaneamente.
LA RETE avrà un proprio
organo di informazione ufficiale. La sua redazione sarà la collettività intera dei suoi membri, che periodicamente selezionerà gli articoli dei blogger ritenuti più interessanti, e con il solo meccanismo del
voto deciderà in merito alla loro pubblicazione.
LA RETE avrà un motto:
non contano le persone, contano le idee. Le idee non saranno né di destra né di sinistra. Saranno semplicemente le
idee migliori, da qualunque parte esse provengano.
LA RETE non avrà necessariamente un presidente, ma solo amministratori, tranne il caso in cui la collettività decida che un presidente sia necessario: la collettività è e sarà sempre
sovrana. Verranno create
funzioni cui potranno assolvere uno o più membri scelti democraticamente. Tutti i
documenti prodotti verranno costantemente rilasciati in rete, accessibili a tutti, in
tempo reale. Chi assolve a una funzione potrà così lasciare il testimone ad altri che avranno tutti gli strumenti per proseguire il suo lavoro.
LA RETE sarà la prima vera
democrazia digitale.
L’Italia sta precipitando nel vuoto,
senza rete.
Chissà che non si riesca ad aprirgliene una sotto, all’ultimo momento.
larete@byoblu.com
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