Sicurezza: l'emergenza che non c'era.
Gli omicidi in Italia continuano a diminuire. In base ai dati delle fonti ufficiali disponibili elaborati dal Censis, sono passati da 1.042 casi nel 1995 a 818 nel 2000, fino a 663 nel 2006 (-36,4% in 11 anni).
Negli altri paesi europei sono molti di più: 879 casi in Francia, 727 casi in Germania, 901 casi nel Regno Unito. Eppure non mi risulta che loro abbiano l'esercito nelle strade.
Vogliamo fare la classifica delle sole capitali europee? Facciamolo: nel 2006 a Roma si sono contati 30 casi contro i 29 di Parigi, i 33 di Bruxelles, i 35 di Atene, i 46 di Madrid, i 50 di Berlino e i 169 di Londra.
Insomma, per quanto telegiornali e carta stampata ce la mettano tutta per farci apparire come un paese in piena emergenza sicurezza, proprio non riusciamo ad essere primi in niente. Neppure negli omicidi.
No, scusate. In realtà una medaglia d'oro la portiamo a casa: le morti sul lavoro. Nel 2007 sono stati 1.170 i decessi per motivi di lavoro in Italia, che è di gran lunga il Paese europeo dove in questo settore si muore. Se si escludono gli infortuni in itinere o comunque avvenuti in strada, non rilevati in modo omogeneo da tutti i Paesi europei, si contano 918 casi in Italia, 678 in Germania, 662 in Spagna, 593 in Francia (in questo caso il confronto è riferito al 2005).
E siamo ancora sul podio anche per il numero di vittime degli incidenti stradali. Nel 2006 in Italia i decessi sulle strade sono stati 5.669, più che in Paesi anche più popolosi del nostro: Regno Unito (3.297), Francia (4.709) e Germania (5.091). L'Italia è il paese che investe meno nella sicurezza sul lavoro. In compenso La Russa spende trenta milioni di euro per mandare tremila soldati nelle strade, una percentuale irrisoria se paragonata al numero degli agenti: oltre centocinquantamila.
Si muore di più durante le attività ordinarie che non a causa della criminalità o di episodi violenti. I morti sul lavoro sono quasi il doppio degli assassinati, i decessi sulle strade 8 volte di più degli omicidi. Tuttavia, gran parte dell’attenzione pubblica si concentra sulla dimensione della sicurezza. Chiedetevi come mai.
«Gran parte dell’impegno politico degli ultimi mesi è stato assorbito dall’obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini rispetto al rischio di subire crimini violenti», osserva Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, commentando i dati. «Tuttavia, se si amplia il concetto di incolumità personale, e si considerano i rischi maggiori di perdere la vita, risalta in maniera evidente la sfasatura tra pericoli reali e interventi concreti per fronteggiarli. Il luogo di lavoro e la strada mancano ancora di presidi efficaci per garantire la piena sicurezza dei cittadini, e spesso si pensa che perdere la vita in un incidente stradale sia una fatalità. I dati degli altri Paesi europei dimostrano che non è così».
Il governo Berlusconi ha speso i primi tre mesi per approvare il Lodo Alfano (che Lodo non è in quanto non frutto di consenso tra le parti), per mandare l'esercito nelle strade dopo aver costruito l'emergenza che non c'era, e per schedare qualche bambino rom suscitando lo scandalo e il veto della comunità europea (per ovvia incostituzionalità), mentre la Spagna e la Svezia approvavano provvedimenti lungimiranti tesi a ridurre la dipendenza dal petrolio.
In cambio, dopo avere contribuito, in maniera bipartizan, a creare artificialmente l'emergenza spazzatura - in maniera da poterci termovalorizzare per bene - , ha finto di risolvere il problema, promettendo che la Campania intera sarebbe stata ripulita entro e non oltre il 31 luglio 2008.
Se c'è qualche campano in ascolto, oggi - martedì 12 agosto - lo pregherei di uscire per le strade e cortesemente riferire.
Negli altri paesi europei sono molti di più: 879 casi in Francia, 727 casi in Germania, 901 casi nel Regno Unito. Eppure non mi risulta che loro abbiano l'esercito nelle strade.
Vogliamo fare la classifica delle sole capitali europee? Facciamolo: nel 2006 a Roma si sono contati 30 casi contro i 29 di Parigi, i 33 di Bruxelles, i 35 di Atene, i 46 di Madrid, i 50 di Berlino e i 169 di Londra.
Insomma, per quanto telegiornali e carta stampata ce la mettano tutta per farci apparire come un paese in piena emergenza sicurezza, proprio non riusciamo ad essere primi in niente. Neppure negli omicidi.
No, scusate. In realtà una medaglia d'oro la portiamo a casa: le morti sul lavoro. Nel 2007 sono stati 1.170 i decessi per motivi di lavoro in Italia, che è di gran lunga il Paese europeo dove in questo settore si muore. Se si escludono gli infortuni in itinere o comunque avvenuti in strada, non rilevati in modo omogeneo da tutti i Paesi europei, si contano 918 casi in Italia, 678 in Germania, 662 in Spagna, 593 in Francia (in questo caso il confronto è riferito al 2005).
E siamo ancora sul podio anche per il numero di vittime degli incidenti stradali. Nel 2006 in Italia i decessi sulle strade sono stati 5.669, più che in Paesi anche più popolosi del nostro: Regno Unito (3.297), Francia (4.709) e Germania (5.091). L'Italia è il paese che investe meno nella sicurezza sul lavoro. In compenso La Russa spende trenta milioni di euro per mandare tremila soldati nelle strade, una percentuale irrisoria se paragonata al numero degli agenti: oltre centocinquantamila.
Si muore di più durante le attività ordinarie che non a causa della criminalità o di episodi violenti. I morti sul lavoro sono quasi il doppio degli assassinati, i decessi sulle strade 8 volte di più degli omicidi. Tuttavia, gran parte dell’attenzione pubblica si concentra sulla dimensione della sicurezza. Chiedetevi come mai.
«Gran parte dell’impegno politico degli ultimi mesi è stato assorbito dall’obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini rispetto al rischio di subire crimini violenti», osserva Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, commentando i dati. «Tuttavia, se si amplia il concetto di incolumità personale, e si considerano i rischi maggiori di perdere la vita, risalta in maniera evidente la sfasatura tra pericoli reali e interventi concreti per fronteggiarli. Il luogo di lavoro e la strada mancano ancora di presidi efficaci per garantire la piena sicurezza dei cittadini, e spesso si pensa che perdere la vita in un incidente stradale sia una fatalità. I dati degli altri Paesi europei dimostrano che non è così».
Il governo Berlusconi ha speso i primi tre mesi per approvare il Lodo Alfano (che Lodo non è in quanto non frutto di consenso tra le parti), per mandare l'esercito nelle strade dopo aver costruito l'emergenza che non c'era, e per schedare qualche bambino rom suscitando lo scandalo e il veto della comunità europea (per ovvia incostituzionalità), mentre la Spagna e la Svezia approvavano provvedimenti lungimiranti tesi a ridurre la dipendenza dal petrolio.
In cambio, dopo avere contribuito, in maniera bipartizan, a creare artificialmente l'emergenza spazzatura - in maniera da poterci termovalorizzare per bene - , ha finto di risolvere il problema, promettendo che la Campania intera sarebbe stata ripulita entro e non oltre il 31 luglio 2008.
Se c'è qualche campano in ascolto, oggi - martedì 12 agosto - lo pregherei di uscire per le strade e cortesemente riferire.
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