le intuizioni ovvie di claudio messora

mercoledì 5 novembre 2008

SOS Ortona - Fermate il Centro Oli.

Fermate il Centro Oli
Istantanee prima della devastazione

Conoscere significa sperimentare attraverso i sensi. Tutto il resto è una proiezione mentale. Per esempio, la guerra vissuta attraverso i giornali fa male, ma andare dove la gente rischia la vita tutti i giorni, incrociare i loro sguardi, parlare con loro fa molto di più: rende partecipi. L'esperienza diretta spoglia le frasi della loro più appassionata retorica e le riempie di significato. Dopo avere visto, difficilmente si può dimenticare.

Mi sono caricato in spalla il candidato presidente alle regionali d'Abruzzo, Carlo Costantini, e l'ho portato a Contrada Feudo, vicino a Ortona. Dovevo vedere i luoghi dove si vuole costruire una raffineria petrolifera. E ho creduto che dovesse vederli anche lui, toccare quella terra con le sue proprie mani, sentire il profumo dei suoi frutti, parlare con chi sta combattendo quella guerra. La guerra dei mostri meccanici, delle piogge acide, della desertificazione, contro l'intima vocazione di un territorio dalla bellezza inequivocabile, che colpisce i sensi e lo stomaco lasciando senza fiato, a bocca aperta.

Ho effettuato qualche ripresa strada facendo, vi ho fatto vedere la sterminata sequela di vigneti che caratterizza quelle zone, da cui tra l'altro si ricava il rinomato montepulciano d'Abruzzo. Vi ho fatto vedere il panorama, le colline, i prati, i volti induriti dal sole e perfino le mosche che si inseguono pigramente, nell'ozio di un pomeriggio di fine ottobre. Ve l'ho messi davanti agli occhi perché è proprio lì che i poteri forti vogliono costruire una raffineria. L'hanno chiamata Centro Oli, perché possa sembrare innocua come un frantoio. Ma non è un frantoio: è l'apocalisse. Come è stato in Basilicata, genererà piogge acide e renderà non più commestibili tutte le coltivazioni circostanti, in un raggio di sessanta chilometri. Consumerà milioni di metri cubi di acqua, in una terra dove l'acqua è preziosa e già oggi non c'e n'è abbastanza per gli uomini, le donne e i bambini che la abitano. Renderà l'aria irrespirabile e rappresenterà il cavallo di troia grazie al quale in Abruzzo scenderanno squadroni di petrolieri, inviati da generali banchieri, che bucheranno tutta la regione come un groviera, distruggendola e impedendogli di valorizzare la sua selvaggia, a tratti incontaminata e sconvolgente bellezza.

Sì, l'Abruzzo è meraviglioso. Forse... ancora per poco.

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