le intuizioni ovvie di claudio messora

lunedì 5 novembre 2007

Sessualità per tutti! Così ci salveremo il "culo".

Il sesso. Per lui un'infinità di vittime cadono come spighe sotto la falce di bruti. Per i ragazzi è un vanto, per le ragazze una vergogna. Per tutti, qualcosa di cui si parla molto poco, e non con tutti.
Ma quali sono i risultati di questo atteggiamente culturale? Sono sotto gli occhi di tutti: aprite il giornale, guardate un notiziario televisivo, ascoltate la radio. Il sesso è là, un mandante più feroce di qualsiasi boss mafioso, più infaticabile e minuzioso del peggiore dei serial killer. La guerra del sesso conta quotidianamente un'enormità di vittime, trasversali rispetto alle etnie, alle religioni, alle società. Il sesso non fa distinzioni, non è razzista. Semmai, il sesso è sessista. Ce l'ha con le donne. Le perseguita, le scova, le tortura, le sevizia e poi le uccide. Il sesso da la vita e il sesso la toglie. Ma perchè? Cerchiamo di comprendere. Facciamo un tentativo.


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Il sesso non è qualcosa di separato da noi: il sesso non è nemmeno una parte di noi. Si potrebbe anzi dire il contrario: noi esistiamo per lui.
La vita segue una sola logica: moltiplicarsi, riempire le nicchie biologiche disponibili in un costante tiro alla fune con se stessa. La vita esiste per null'altro motivo che per continuare ad esistere, e per farlo si è inventata sempre nuovi stratagemmi: una chela più lunga dell'altra, un richiamo in grado di attraversare gli oceani, perfino un'intelligenza complessa capace di astrazioni e di ragionare per simboli.

Il sesso, con la sua capacità di originare copie imperfette di se stessi, ha reso possibile un fenomeno prodigioso: l'adattabilità delle specie. Se cambia il clima non fa niente: chi nasce con narici più grandi, in grado di raffreddare meglio il corpo, sopravviverà, e con lui tutta la baracca. Il sesso é ciò che ci ha salvato dall'inaridimento delle pianure africane e dalle ere glaciali. Si capisce perché gli siamo così attaccati.

Rendiamo grazie al sesso, dunque? Manco per sogno!

Nessuno negherebbe mai che privare una popolazione del cibo equivarrebbe a scatenare una guerra civile. Nessuno lo farebbe perchè tutti sappiamo cosa significhi avere fame. Eppure fingiamo di ignorare cosa significhi avere voglia
Negare non cambia però la sostanza delle cose. Con precisa cadenza, i nostri bioritmi scatenano orde di ormoni che trasformano il nostro corpo in un'arma puntata, ipersensibile, un sistema instabile che cerca pace. Mine vaganti da disinnescare. La società però è puritana. I politici e gli opinionisti dicono solo cose convenienti, per compiacere un'aristocrazia di uno stato che è laico solo sulla carta. Come ogni bugia, il messaggio é contraddittorio, la comunicazione è schizofrenica. Si invita al rispetto e poi si mostrano culi, tette, donne vogliose dallo sguardo invitante e malizioso.  Sì perchè quando in gioco ci sono i soldi, allora la semplicità delle cose vere emerge in tutta la sua evidenza.  Di fronte ai soldi non c'è ipocrisia di regime che tenga. Le scelte concrete tradiscono le dichiarazioni omertose e compiacenti. I pubblicitari, scusate... i creativi, danno corpo con le immagini a quello che nessuno direbbe mai in un talk show, e cioè che l'unico vero comune denominatore, il bisogno universale, il chiodo fisso di tutti quanti, è lui: il sesso.
Te lo infilano dappertutto: la gente prende i mezzi e vede topone eburnee che sembrano appena estratte da una cava di marmo; apri un giornale e due piante carnivore a forma di labbra vogliono ingoiartelo per intero; in televisione cremosi vasetti di bianco yogurt rendono pazze di eccitazione femmine in preda ad un evidente delirio spermatico-alimentare. I più fortunati tornano a casa e si fanno la moglie; i membri dell'aristocrazia, anche se la moglie ce l'hanno già, si fanno comunque recapitare un paio di squillo di alto borgo e qualche striscia di coca che non guasta; chi è belloccio esce e si fa un giro nei locali;  gli sfigati che hanno solo cinquanta euro racattano qualche co-co-co dalla strada e gli fanno un contratto a progetto da cinque minuti compreso fazzolettino Kleenex.

E gli altri? Cosa fa un poveraccio senza soldi, senza macchina, senza lavoro, senza donna, brutto, sporco e cattivo dopo aver visto l'ennesimo fondo schiena fargli l'occhiolino in Cinemascope dai cartelloni pubblicitari?
Qualcuno decide di aspettare la prima sfigata che passa di lì e di prendersi quello che per pochi eletti è amore, per altri è un servizio in abbonamento tale e quale alla pay-tv, mentre per lui è solo una tortura, un'idea parassitaria che lo divora dall'interno e che debella con la forza dell'istinto quei pochi neuroni ragionevoli che ancora gli restano.
Era prevedibile, era scontato. L'abbiamo provocato, abbiamo fatto leva sull'unica necessità elementare che non può soddisfare. Gli abbiamo fatto vedere l'acqua, a lui che si trascina in un deserto infuocato, gli abbiamo fatto credere che è di tutti, che può prendersela quando vuole, che non è peccato. E' un bene accessorio, un prodotto da banco. E lui allora decide di rubarlo come ruberebbe una mela. Per fame. Per fame in parte endemica, in parte indotta.

Spregevoli speculatori utilizzano la pubblicità come frammenti subliminali per innescare bramosie incontrollate.

Ma esiste un'altra strada?

I bonobo, una comunità di scimmie che praticano il comunismo sessuale, sono esenti da lotte di potere, da tensioni e da iniquità sociali. In alcuni stati la sessualità è un diritto che si può garantire. I disabili, per esempio, possono rivolgersi a professioniste e volontarie che si prendono cura di tutte le necessità del loro corpo, esattamente come un massaggiatore interviene per lenire il dolore alla schiena o per sciogliere un'eccessiva tensione.

Diciamolo forte e chiaro: la sessualità repressa causa disagio mentale. Mette in pericolo la propria vita e quella degli altri. Non dipende né dal censo nè dalla cultura, altrimenti il clero ne sarebbe esente.
La rivoluzione francese ha stabilito tre principi inalienabili: libertà, uguaglianza, fraternità. I diritti di cittadinanza sanciscono la libertà di parola, il diritto alla vita, la libertà di culto; i diritti sociali stabiliscono che ognuno deve vivere secondo i prevalenti standard di benessere. Manca ancora qualcosa, manca il diritto alla sessualità.

In quanto bisogno primario, il sesso va tutelato e garantito ai soggetti più deboli. Le case chiuse vanno riaperte, la sessualità deve potersi prescrivere per ricetta. Il pronto soccorso, constatati i sintomi di un'erezione, deve poter intervenire d'urgenza assegnando un'operatrice del settore. Pagata, tutelata, libera.

Sessualità per tutti!

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