Di Stefano sulle frequenze Rai: è una presa per i fondelli!
Se andate in parrocchia, partecipate a una pesca di beneficenza e il parroco estrae il vostro biglietto, siete sicuri di tornare a casa con la vostra vaschetta di pesci rossi. Se invece spendete milioni di euro, costruite gli studi televisivi più grandi d'Europa, partecipate alla gara di concessione delle frequenze analogiche nazionali e le vincete.. siete sicuri di tornare a casa senza niente. La vasca con il pesce rosso se la tiene Mediaset. Il pesce rosso è Emilio Fede.
Il 16 dicembre il Consiglio di Stato è chiamato a pronunciarsi definitivamente sul furto delle frequenze che il governo, reiteratamente, perpetra da una decina d'anni. Mai sentenza del tribunale europeo fu disattesa da uno stato. Quella con la quale l'Europa impone all'Italia di dare a Cesare quel che è di Cesare, ovvero a Di Stefano le sue frequenze, sì. Attende, serenamente, su una panchina del parco, coperta di giornali e soprattutto dai giornali.
Il Ministero era chiamato in questi giorni a prendere una posizione definitiva. Doveva dire se queste frequenze le vuole liberare o no. In caso negativo sarebbe dovuto essere eletto un commissario che avrebbe deciso, il 16 dicembre. Non si capisce su cosa dovrebbe poi decidere. Sarebbe come se un pluriomicida venisse condannato all'ergastolo da un tribunale qualsiasi, e il direttore del carcere si prendesse del tempo per decidere se effettivamente metterlo in galera oppure no.
Ma ecco che, con una mossa a sorpresa, il governo annuncia di avere trovato le frequenze. Calma: il pesce rosso resta nella sua boccia. Piuttosto, vengono riorganizzate le frequenze Rai per liberarne un bouquet che copra l'intero territorio nazionale. Una canalizzazione della banda televisiva VHF già prevista per il 2012, che potrebbe essere anticipata a metà 2009 per creare dal nulla un orticello di etere anche per Di Stefano.
Volete prima la buona o la cattiva notizia? Quella buona è che Europa7 potrebbe forse trasmettere. Quella cattiva è che pesce-rosso-Fede resta saldamente ancorato alle sue frequenze, nonostante abbia perso la gara di concessione governativa quando la terra era ancora percorsa da mandrie di brontosauri.
Anche su quella buona ci sono però diverse perplessità. La decisione sembra essere stata presa dall'Authority. Non è ancora chiaro come sia possibile tecnicamente sottrarre queste frequenze a Rai Uno, la quale - detto per inciso - reagisce ufficiosamente con queste parole: "Questi sono pazzi". Pare infatti che la soluzione sia talmente arzigogolata e complessa da essere pressocchè inattuabile: un delirio tecnologico. Il pacchetto lanciato dall'altra parte del muro ministeriale ha tutta l'aria di una polpetta avvelenata. Infatti, se il governo finge di porgere una soluzione, il Consiglio di Stato non ha più alcuna necessità di prendere una decisione. Se poi questa soluzione non si dovesse riuscire ad attuarla nel concreto, bè.. e che ci volete fare? Loro ci hanno provato, porelli! Vorrà dire che si perderà qualche altro anno a studiare una soluzione alternativa...
Bisogna dirlo chiaro: non ci sono soluzioni alternative. Il pesce rosso deve essere tolto dalla boccia. Se necessario, compreremo un gatto.
Nel frattempo, ho chiesto personalmente a Francesco Di Stefano se fosse contento. Le sue testuali parole sono state: "E' una presa per i fondelli !!".
Ognuno ha il suo modo di esprimere soddisfazione, d'accordo. Questo è però davvero molto folkloristico. Per dissipare ogni dubbio, mi sa che mi toccherà tornare a Roma e filmarlo mentre balla e canta dalla gioia.
Il 16 dicembre il Consiglio di Stato è chiamato a pronunciarsi definitivamente sul furto delle frequenze che il governo, reiteratamente, perpetra da una decina d'anni. Mai sentenza del tribunale europeo fu disattesa da uno stato. Quella con la quale l'Europa impone all'Italia di dare a Cesare quel che è di Cesare, ovvero a Di Stefano le sue frequenze, sì. Attende, serenamente, su una panchina del parco, coperta di giornali e soprattutto dai giornali.
Il Ministero era chiamato in questi giorni a prendere una posizione definitiva. Doveva dire se queste frequenze le vuole liberare o no. In caso negativo sarebbe dovuto essere eletto un commissario che avrebbe deciso, il 16 dicembre. Non si capisce su cosa dovrebbe poi decidere. Sarebbe come se un pluriomicida venisse condannato all'ergastolo da un tribunale qualsiasi, e il direttore del carcere si prendesse del tempo per decidere se effettivamente metterlo in galera oppure no.
Ma ecco che, con una mossa a sorpresa, il governo annuncia di avere trovato le frequenze. Calma: il pesce rosso resta nella sua boccia. Piuttosto, vengono riorganizzate le frequenze Rai per liberarne un bouquet che copra l'intero territorio nazionale. Una canalizzazione della banda televisiva VHF già prevista per il 2012, che potrebbe essere anticipata a metà 2009 per creare dal nulla un orticello di etere anche per Di Stefano.
Volete prima la buona o la cattiva notizia? Quella buona è che Europa7 potrebbe forse trasmettere. Quella cattiva è che pesce-rosso-Fede resta saldamente ancorato alle sue frequenze, nonostante abbia perso la gara di concessione governativa quando la terra era ancora percorsa da mandrie di brontosauri.
Anche su quella buona ci sono però diverse perplessità. La decisione sembra essere stata presa dall'Authority. Non è ancora chiaro come sia possibile tecnicamente sottrarre queste frequenze a Rai Uno, la quale - detto per inciso - reagisce ufficiosamente con queste parole: "Questi sono pazzi". Pare infatti che la soluzione sia talmente arzigogolata e complessa da essere pressocchè inattuabile: un delirio tecnologico. Il pacchetto lanciato dall'altra parte del muro ministeriale ha tutta l'aria di una polpetta avvelenata. Infatti, se il governo finge di porgere una soluzione, il Consiglio di Stato non ha più alcuna necessità di prendere una decisione. Se poi questa soluzione non si dovesse riuscire ad attuarla nel concreto, bè.. e che ci volete fare? Loro ci hanno provato, porelli! Vorrà dire che si perderà qualche altro anno a studiare una soluzione alternativa...
Bisogna dirlo chiaro: non ci sono soluzioni alternative. Il pesce rosso deve essere tolto dalla boccia. Se necessario, compreremo un gatto.
Nel frattempo, ho chiesto personalmente a Francesco Di Stefano se fosse contento. Le sue testuali parole sono state: "E' una presa per i fondelli !!".
Ognuno ha il suo modo di esprimere soddisfazione, d'accordo. Questo è però davvero molto folkloristico. Per dissipare ogni dubbio, mi sa che mi toccherà tornare a Roma e filmarlo mentre balla e canta dalla gioia.
Video allegati:
Byoblu incontra Di Stefano Prima Parte | |
Byoblu incontra Di Stefano Seconda Parte | |
Byoblu incontra Di Stefano Terza Parte |
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