le intuizioni ovvie di claudio messora

mercoledì 15 ottobre 2008

A chi serve davvero il nucleare civile.

Angelo Baracca parla di commistione tra nucleare e militare

"L'elettricità? In una centrale nucleare non è che un sottoprodotto" - Amory Lovins, fisico.

Il nucleare civile serve a quello militare. Gli strumenti progettuali e le conoscenze tecnologiche per le applicazioni pacifiche sono derivati dal know-how militare. Le tecnologie per il trattamento dei materiali fissili sono facilmente convertibili da scopi militari a civili e viceversa. Costruire centrali nucleari è sempre stata una comoda strada per ammortizzare i costi del nucleare militare. Non solo: il nucleare civile a sua volta favorisce la proliferazione orizzontale del nucleare militare. Si tranquillizza il mondo con l'obiettivo dichiarato di costruire un impianto civile, e così si può lavorare in pace alla costruzione di testate nucleari.

In un paese civile, l'attuazione di una politica di riarmo nucleare dovrebbe superare tutta una serie di ostacoli, non solo di tipo internazionale, ma anche di tipo interno: l'opposizione parlamentare e popolare, l’aumento delle spese militari, la resistenza degli Enti Locali e dei cittadini alla costruzione degli impianti di fabbricazione del combustibile, dannosi per la popolazione e per l’ecosistema. In Italia l'opposizione parlamentare è un problema in meno. Non esiste. Inoltre, la popolazione non resiste. Gli italiani sono come una bella donna dal parrucchiere: la testa sotto al casco ad occuparsi di bigodini. Il loro problema è lasciare seccare lo smalto mentre sfogliano una rivista per scegliere il colore delle tende! Tra poco non avranno più tende, e i parrucchieri costeranno troppo. Allora forse saranno tutti più brutti, ma almeno saranno incazzati!

Grazie al programma nucleare civile si evitano tanti problemi. Tutto diventa più facile, compresi l'arricchimento dell'uranio - necessario per fabbricare combustibile per le centrali a U-235 - e l’approvvigionamento del plutonio. Le centrali nucleari producono plutonio come scarto. Si ritrova, in percentuale variabile, nelle scorie radioattive.

1 kg di plutonio - una pallina da ping pong - ha la potenza di 20.000 tonnellate di tritolo, quanto basta per distruggere una città. Per una bomba H si impiegano, in media, 5 kg di plutonio. Una centrale elettronucleare di 1.000 megawatt produce circa 250 kg annui di plutonio da cui si possono ricavare 40-50 bombe atomiche.

Il nucleare civile è un ottimo paravento che permette di lavorare indisturbati sul nucleare militare. Grazie ad esso, chiunque può acquisire la tecnologia, il combustibile ed il personale adatto per fabbricare ordigni nucleari, senza essere costretto a dichiarare un programma esplicitamente militare. Così ci arrivarono l'India e il Pakistan, come pure Israele. L'Iran viene accusato di accampare la scusa del nucleare civile per raggiungere i suoi traguardi militari. L'Iran è cattivo, il Brasile invece no. Anche se ammazza la gente nelle piantagioni di canna da zucchero per assicurarci l'alcol. Anche se commercia in uranio arricchito. Il Brasile è buono. E poi c'è stato Pelè, Ronaldo... Vuoi mettere?

La tecnologia nucleare ha costi enormi. Le centrali nucleari servono ad ammortizzarli, riducendo i costi del plutonio per uso militare. La ricaduta civile del nucleare militare riduce l'enorme saldo negativo che gli armamenti inducono nel bilancio dello stato. Ecco quindi che le potenze nucleari impongono il nucleare civile ai loro tirapiaedi. Il nucleare civile sostiene economicamente il nucleare militare. Così, le centrali nucleari si trasformano miracolosamente in una panacea che apporta progresso e benessere.

Anche se fosse l'energia meno costosa in circolazione - il chè non è –, e anche se fosse completamente sicurail chè non è - resta una soluzione eticamente inaccettabile.

Come direbbe qualcuno in un altro contesto: una proposta irricevibile. ll nucleare tuttavia ha un solo, grande vantaggio: è parte integrante del piano d’azione più applicato della storia: il Piano di Rinascita Democratica. E oggi a decidere è il Discepolo 1816.


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