le intuizioni ovvie di claudio messora

martedì 28 ottobre 2008

Costantini: la riforma della scuola è un disastro!

Regionali d'Abruzzo - Byoblu incontra Costantini
seconda parte


Il balletto delle alleanze elettorali in Abruzzo volge al termine. Dopo piroette scenografiche e definitivi divorzi, il grande regista che si muove dietro alla politica ha finalmente svelato il gran finale. Come avevo pronosticato nel post Quanto costano le mele in Abruzzo?, è un lieto fine: Italia Dei Valori e Partito Democratico si alleano per dare vita a una giunta regionale all'insegna della trasparenza e della chiarezza: Carlo Costantini presidente e nessun indagato nelle liste. Ha vinto la linea Di Pietro. Tutto si può dire del buon Tonino, ma non che non sia un osso duro. Quando addenta, è impossibile fargli aprire le mascelle. Dall'altra parte c'è Gianni Chiodi, PDL, nominato nientepopodimeno che dal monarca di Arcore, con tanto di investitura regale sussurrata all'orecchio - come fanno gli innamorati -. Sulla sua testa pende la spada di damocle della richiesta di rinvio a giudizio per i seguenti capi di imputazione: attività di gestione dei rifiuti non autorizzata, inquinamento dell’aria, crollo colposo e falso materiale, nel quadro del crollo della discarica La Torre. L'udienza preliminare il 27 novembre: proprio tre giorni prima delle elezioni. Potrebbe trattarsi di un atto d'ufficio, ma dopo il crollo verticale della credibilità politica in Abruzzo, a sinistra Di Pietro si è battuto per l'esclusione di candidature scomode, come quella di Di Matteo - PD -, indagato per l'acqua inquinata di Bussi. Berlusconi evidentemente non ritiene di dover inviare lo stesso segnale di limpidezza. Francamente non mi sarei aspettato niente di meno.

Pubblico oggi la seconda parte dell'intervista che mi ha rilasciato Carlo Costantini, uscita anche sul suo blog. Si parla di scuola, sicurezza, propaganda... Insomma: non ci siamo fatti mancare niente! Per chi si fosse perso la prima parte, eccola qui: In Abruzzo mettiamoci la faccia!

Byoblu: "Carlo, parliamo di scuola. In Abruzzo, in particolar modo, molte scuole potrebbero chiudere grazie alle modifiche che sta introducendo il Ministro della Pubblica Istruzione. Nel caso tu diventassi Presidente della Regione Abruzzo, come intenderesti affrontare la questione?"

Costantini: "Guarda, io innanzitutto vorrei sottolineare l'andamento schizofrenico del centrodestra a livello nazionale. Da una parte si parla di federalismo fiscale e di autonomia delle regioni, dall'altra parte si pretende di calare sul territorio decisioni inaccettabili. Quello che ha fatto la Gelmini sulla scuola è esattamente questo. E' stato un taglio indiscriminato, che nel momento in cui è stato operato non ha per nulla considerato i riflessi, le conseguenze del taglio stesso sul territorio. Noi stiamo analizzando in questi giorni i riflessi concreti che questo taglio produrrà sulla Regione Abruzzo. Si parla della chiusura di 100, 150 plessi scolastici, della perdita del lavoro per 1000, 1200 insegnanti. I dati non sono stati ancora definiti ma certamente c'è l'impoverimento di una regione che poggia tutte le possibilità di riscatto e di rinascita sul sistema dei comuni, delle autonomie locali. Qui ci saranno comuni che perderanno le scuole, e la perdita della scuola per un comune è un disastro. E' un disastro perchè il comune dovrà occuparsi del trasporto del bambino in una scuola che probabilmente sarà distante 10, 20, 30 chilometri. E quindi si tratta di servizi in più, e i servizi li pagano i cittadini. E se non interverrà il comune, sarà la famiglia a doversi far carico di questo costo. Dovrà occuparsi di portare il bambino a scuola, a 20, 30, 40 km di distanza. Se la mamma lavora che fa? Deve lasciare il posto di lavoro? E' un vero e proprio disastro. Le conseguenze sono drammatiche.
Io condivido fino in fondo le manifestazioni di protesta che stanno coinvolgendo gli studenti, gli insegnanti e tutto il mondo dell'istruzione che parte dalla scuola e arriva fino all'università. Così come sono vicino a queste manifestazioni che hanno delle motivazioni incontestabili perchè i tagli non possono interessare l'unico settore che rappresenta l'investimento principale per il futuro del paese... La scuola, l'istruzione, il sistema formativo, educativo rappresenta il più grande investimento che l'Italia deve mettere in campo per vincere le sfide della economia globale. L'Italia non riuscirà mai a produrre a minor costo della Cina o dell'India. L'Italia riuscirà a vincere questa sfida esclusivamente investendo sulla propria intelligenza e sui propri talenti, che si formano e si costruiscono nelle scuole e nelle università. Tagliare risorse in questo settore vuol dire abbandonare, privare i nostri giovani anche della sola speranza di futuro. E così come sono vicino a queste manifestazioni sono lontano, lontano anni luce dalle minacce del Presidente del Consiglio di questi giorni che sembra stia organizzando dei presidi della polizia all'interno delle scuole e della università per impedire agli studenti e ai docenti di manifestare la loro contrarietà. Berlusconi evidentemente si aspettava di governare con il consenso di tutti, invece ci sono molti italiani che non la pensano come lui. Oggi parliamo di persone interessate alla scuola e all'istruzione, uno o due mesi fa abbiamo parlato del comparto sicurezza, che ha subito un taglio di 3 miliardi e 500 milioni di euro. Berlusconi e gli uomini di Alleanza Nazionale e della Lega parlavano in campagna elettorale di dare più risorse alle forze dell'ordine, più mezzi, più macchine, incremento degli organici. La risposta il giorno dopo aver truffato questi elettori, estorcendogli il voto attraverso queste promesse, è stato il taglio indiscriminato. Io credo che la piazza rappresenti in qualche modo il luogo all'interno del quale il cittadino deve manifestare la sua contrarietà, il suo disagio, e anche la sua proposta. E' troppo vergognoso il fatto che il Presidente del Consiglio dei Ministri non accetti queste manifestazioni o addirittura minacci di mandare la polizia per reprimerle."

Byoblu: "Voglio ricordare che, data l'insufficienza dell'organico della polizia, nello scorso agosto - per la precisione il 4 di agosto - Maroni ha mandato l'esercito nelle strade, con una spesa di 30 milioni di euro. Quindi si taglia sulla scuola ma si spendono 30 milioni di euro per mandare l'esercito nelle strade per aiutare la polizia, che poi viene tolta dalla lotta alla criminalità e viene mandata a far sloggiare gli studenti che manifestano. E' arrivata recentemente una circolare ai presidi che impone loro di chiamare la polizia anche soltanto per un sit-in pacifico."

Costantini: "Sì ma questa è la propaganda di Berlusconi: due militari di fronte ad un punto sensibile rappresentano visivamente una risposta al bisogno di sicurezza dei cittadini, ma la rappresentano solo visivamente, non rappresentano certamente una risposta concreta. Così come la riforma dell'istruzione: si è spacciata per riforma un intervento di taglio della spesa. Hanno preso le tabelle con i vari costi, hanno fatto un taglio del 5, del 10, del 20% e hanno detto Ecco la riforma!. Però avevano un problema: come spacciare per riforma un taglio di spesa? Ci hanno riflettuto un po', hanno fatto qualche sondaggio e alla fine gli è venuta l'idea geniale: il grembiulino, il 7 in condotta e il maestro unico. Prendiamo queste tre cose, spacciamole per riforma e nel frattempo tagliamo in maniera indiscriminata i fondi per la scuola e per l'istruzione, e perseguiamo il nostro tornaconto. E' la propaganda che mettono in campo, ovviamente con la forza di mezzi non di informazione, perchè sono diventati mezzi di persuasione di massa dei quali Berlusconi dispone, ma la gente comincia ad accorgersi di tutto quello che c'è dietro. Il fatto che la gente vada in piazza, il fatto che le scuole rischino di essere occupate da studenti e da insegnanti è la prova provata, è la dimostrazione concreta che la propaganda da sola non basta. Non si governa attraverso i sondaggi, non basta fare una domanda al cittadino attraverso il sondaggio: ti piace il maestro unico o non ti piace?. Il 60% dice Sì, mi piace il maestro unico e allora io ti do il maestro unico ma poi sotto sotto ti taglio 9 miliardi e mezzo. Questo modo di procedere evidentemente ha vita breve, e io credo che questa luna di miele tra Berlusconi e i cittadini italiani stia davvero per finire."


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