le intuizioni ovvie di claudio messora

lunedì 22 settembre 2008

La rete dentro.

La rete dentro è la prosecuzione di Isole, pubblicato il 7 settembre.
Leggerlo ti aiuterà a ricollegare il filo di Arianna.


Ogni petalo senza fiore lentamente avvizzisce, poi muore. Ogni lago senza fiume, presto o tardi evapora. Essere vivo significa essere in movimento. Così ogni isola, senza un ponte, non ha nessuna possibilità di sopravvivere al tempo. Non potendo cambiare, è destinata a divenire arida roccia.

I ponti sono necessari. Ognuno di essi è una possibilità, una via di fuga. Un giorno, lontano o vicino, potrebbe fare la differenza tra vivere o morire. Una cellula lo sa istintivamente. Ha una membrana selettivamente permeabile, una frontiera che lascia passare solo ciò che deve. Riceve cose, trasforma cose, rilascia cose che chiama prodotti di scarto. Le stesse cose che altri, là fuori, considerano una vera prelibatezza.

Questo baratto primordiale non si verifica solo nell'infinitamente piccolo. Basta girare al contrario la rotellina del microscopio e dare un'occhiata agli organismi animali. Al loro interno, sofisticati aggregati pluricellulari collaborano inviandosi messaggi, scambiandosi elementi nutritivi, filtrando ciò che non è utile. Instancabili trebbiatrici, i denti, triturano il cibo. Le ghiandole salivari lo reimpastano e, attraverso l'esofago, riempiono la vasca di pretrattamento, lo stomaco. Nel giro di tre o quattro ore un piccolo laboratorio chimico e meccanico separa, sminuzza, discioglie e invia la merce catalogata al centro di smistamento, l'intestino. Da lì, un lunghissimo nastro trasportatore organizza il carico e lo prepara per la grande distribuzione: il sangue. Nella sua corrente transitano miliardi di operosissimi autoarticolati che ogni minuto percorrono a tutta birra una rete autostradale fatta di vene, arterie e capillari. Ecco come i beni di consumo finiscono dritti dritti negli organi, vere e proprie metropoli estremamente specializzate nella lavorazione dei materiali e nell'erogazione di servizi di incalcolabile valore.

E' la rete dentro! Una micro società attenta e sensibile all'ambiente. Non brucia combustibili fossili per produrre energia: funziona ad aria. Usa l'ossigeno per bruciare il carbonio di cui ogni cosa è composta. Poi, come una stufa a legna, rilascia anidride carbonica. Là fuori, le piante ringraziano.

L'interno di un organismo animale non ha strade lastricate di munnezza, a meno che non arrivino troppi container di hamburger, ketchup e patatine, impossibili da smaltire. Alcune Città-organo sono specializzate nel trattamento dei rifiuti: mantengono tutto pulito ed efficiente. Ci sono reni che filtrano, villi intestinali che, villani, accompagnano gli ospiti indesiderati alla porta, e abbiamo perfino la raccolta differenziata. I liquidi da una parte, il solido e l'umido dall'altra, mentre i sali minerali e i feromoni vengono scortati al confine, zone periferiche al limitare del territorio, e da lì espulsi clandestinamente. Una volta fuori, attraggono e irretiscono i turisti.

Tutto è sincronizzato. Tutti danno una mano, specialmente le braccia! Se qualcosa non funziona, le forze dell'ordine hanno anticorpi speciali che in breve tempo riportano l'ordine per le strade. In un organismo animale non si scherza: per gli sbarchi clandestini c'è la pena di morte. Talvolta qualcuno riesce a trovarsi un lavoro utile, e collabora simbioticamente.

Ma non è tutto lì, un'altro giro di rotellina e il nostro microscopio mette a nudo analogie a dir poco impressionanti. Eh sì, ai piani alti della scala evolutiva scopiazzano!
In un termitaio, migliaia di organismi interagiscono a un livello di complessità superiore, replicando lo stesso paradigma organizzativo al fine di garantire la sopravvivenza del gruppo. Visti tutti insieme, essi costituiscono un corpo unico, un vero e proprio esoscheletro che li identifica come un individuo. Le loro città fatte di terra e fango possono arrivare ad essere alte anche 12 metri.

Gli esempi sono infiniti. Potremmo parlare dei formicai, degli alveari, degli stormi di uccelli che mutano direzione di volo all'unisono e apparentemente senza guida. Potremmo perfino parlare dell'uomo, l'Isola per eccellenza, il pontificatore. Potremmo descriverlo minuziosamente, questo insieme topologicamente sconfinato di atolli di varia forma e natura, ognuno con i suoi codici, la sua lingua, che si affanna nell'immane tentativo di entrare in contatto con chi possa non solo acquistare le sue merci e vendergli le proprie, ma anche e soprattutto... comprenderlo.
Ogni uomo è un organismo unico ed irripetibile, eppure è fuor di dubbio che le interazioni con i suoi simili rispondano agli stessi stimoli, alle stesse leggi che governano i rapporti fra le cellule elementari, tra le città-organo, all'interno dei termitai, dei formicai, degli alveari e degli uccelli che volano in formazione.

Sì, adesso potremmo finalmente parlare dell'umanità!
La prossima domenica.


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