le intuizioni ovvie di claudio messora

lunedì 15 settembre 2008

Byoblu incontra Di Pietro - I blog e la legge sull'editoria


Vasto 2008 è iniziata in maniera febbrile. Di Pietro, da buon padrone di casa, si occupava personalmente di qualsiasi cosa, dalle previsioni del tempo al pranzo. Anna, sua figlia, sembrava un messaggio di posta elettronica: imperversava in lungo e in largo, attraversando Palazzo d'Avalos a velocità quantiche, trasportando allegati di varia natura ora all'organizzazione, ora agli ospiti, ora al suo adorato papà.
Tutti estremamente gentili e disponibili. Tutti anche estremamente indaffarati. Non era francamente il luogo adatto per affrontare le decine di questioni che avete posto qui sul blog. Così ho concordato con il suo ufficio stampa una giornata a Roma interamente dedicata a fare chiarezza sulle vostre perplessità. Tempi brevi. Vi tengo aggiornati.

Una bella chiacchierata informale con il Presidente dell'Italia dei Valori è comunque servita a sciogliere il ghiaccio. Nella prima parte abbiamo parlato di blog e di editoria. Ecco cosa ci siamo detti.

Byoblu: «Dott. Di pietro, innanzitutto la ringrazio perchè avvicinarsi in questo modo al mondo dei blogger è un segnale di trasparenza e di quell'essere diretti di cui in questo momento il paese ha bisogno.»

Di Pietro: «Io su questo vorrei ribadire il mio impegno non solo nelle feste di partito che può anche fare comodo, ma in sede istituzionale. Abbiamo lanciato infatti, in questa assemblea programmatica dell'Italia dei Valori, l'idea del comune trasparente. Ogni consigliere comunale, assessore, sindaco, assessore provinciale e così via, ogni eletto dell'Italia dei Valori, ogni amministratore dell'Italia dei Valori ha ricevuto l'ordine di mettersi a disposizione di coloro che con una videocamera vogliono andare a videoregistrare ciò che accade nelle sale dove si decide, e quindi in questo modo facendo sì che tutti i cittadini possono sapere quel che accade. So che alcuni comuni già lo fanno direttamente in streaming, alcuni comuni lo sopportano, alcuni comuni chiamano i carabinieri, li fanno sloggiare. Noi dell'Italia dei Valori vogliamo avocare a noi questa responsabilità. Laddove noi siamo presenti voglio vedere come fanno a dire al consigliere comunale, provinciale, regionale non fare entrare la telecamera del tuo collaboratore.»

Byoblu: «Dott. DiPietro, quando l'Italia dei Valori mi ha invitato qui a Vasto, io ho lanciato l'iniziativa sul blog, ai miei lettori, tra i quali vi sono molti elettori IDV, di porle direttamente delle domande. Ne ho ricevuto tantissime, e ho ricevuto anche l'assicurazione dal suo ufficio stampa che troveremo il tempo nel prossimo futuro per evaderle tutte. Per ora gliene faccio tre. La prima è questa.
Il mondo dei blog è scosso per la sentenza che di recente ha condannato lo storico Carlo Ruta per il reato di stampa clandestina. L'Italia dei Valori ha presentato una interrogazione parlamentare con Giuseppe Giulietti, definendo la cosa un attacco alla libertà di espressione. Qualcuno ha fatto osservare, in rete, che Giulietti era la stessa persona che nel 2001, probabilmente non con l'Italia dei Valori, è stato relatore di questa legge, ed assicurava che non sarebbe mai stata strumentalizzata per attaccare la libera informazione in rete. Prima di tutto volevo sapere se una tiratina d'orecchie a Giulietti gliela diamo, e secondariamente qual'è l'impegno di Italia dei Valori per consentire che questa legge possa essere riveduta perchè anche in Italia, come avviene nel resto del mondo a parte certi paesi che non vogliamo nominare, si arrivi ad una effettiva libertà di espressione sul web.
»

Di Pietro: «Andiamo con ordine. Innanzitutto io ricordo quando Giulietti disse, nel 2001, che tutto sommato è una norma che attiene ad avere il riconoscimento, lo storico di chi svolge una certa attività di informazione ed è bene che ci sia. Già allora noi abbiamo avuto modo di dire guarda che in un paese normale è così. In un paese anormale finisce per diventare tutta una censura. Finisce per impedire al cittadino di informare e di essere informato. E infatti adesso si è ricreduto e l'ha dovuto porre.
Ma non è tanto questa la questione quanto il fatto che l'Italia dei Valori ha assunto direttamente come proprio onere, come proprio impegno di lavoro quello di portare all'interno del parlamento questo impegno di libertà e di trasparenza, il diritto alla stampa, questa evoluzione del diritto alla stampa. Non solo con l'interrogazione parlamentare di sostegno a quello che è stato condannato - la colpa non è del giudice, la colpa è della norma -, ma noi abbiamo anche messo insieme una proposta  - i nostri uffici legislativi su questo stanno lavorando. Stiamo facendo pressione presso i presidenti dei gruppi parlamentari affinchè sia messa all'ordine del giorno una proposta che abroga quella norma. E' una norma senza senso, senza logica, fuori storia, anacronistica. E' una cosa senza nè capo nè coda, è stata fatta quando non c'era tutta questa possibilità di comunicare, quando bisognava andare in giro con il megafono.
Seconda questione è che l'Italia dei Valori ha preso posizione nei confronti del blogger che è rimasto imbrigliato in questa vicenda. Noi prendiamo occasione da questa vicenda per lanciare questo allarme, tanto che noi assisteremo cammin facendo la vicenda personal giudiziaria di questa persona perchè riteniamo che il giudice, con un'interpretazione secundum legem ma anche secondo il buon senso della legge, senza forzare la legge, possa arrivare lo stesso ad un proscioglimento, ad una assoluzione perchè deve rendersi conto che siamo in un mondo completamente diverso. Non ha senso assimilare la carta stampata all'autoinformazione cui ogni cittadino ha diritto. Io ho diritto, grazie a Dio ho la parola. Allora quello che è sordomuto cosa fa? Avrà un suo altro modo, e quando l'evoluzione tecnologica mi da la possibilità di parlare attraverso un blog, perchè a voce posso dirlo e col blog no? Io, oggi, nessuno mi può impedire qui, in mezzo a questo giardino, o sul marciapiede, di mettermi in piedi e di cominciare a urlare a tutti che il mondo è quadrato. Il problema è cosa dico, se sono credibile o meno. Non ho capito perchè lo posso dire in mezzo a una piazza, e non lo posso dire in una piazza virtuale. Cosa c'entra questo con l'organizzazione di una filiera di stampa e quindi con la necessità di registrarsi in tribunale? Per andare a parlare in mezzo alla strada e dire il mondo è quadro non ho bisogno di nessuna autorizzazione.
»

Byoblu: «E' un po' come lo Speakers' Corner a Londra.»

Di Pietro: «Ma questo è uno Speakers' Corner. Il blog è come uno Speakers' Corner mondiale e virtuale.»

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