I nuovi mendicanti. Blogger e donazioni
Siamo abituati a vederli sulle panchine. Oppure seduti per terra. O magari in piedi, fuori dai negozi. Hanno la mano tesa, qualcuno porge un cappello. Non parlano, a volte affidano il loro laconico messaggio ad un cartello vergato grossolanamente, con improbabili pennarelli: aiutatemi, ho fame.
In cambio di un'elemosina non offrono nulla, se non quella gradevole e provvisoria sensazione, vagamente natalizia, di essere stati buoni. Racimolano pochi spiccioli. Non bastano a fare niente. Accade, di rado, che qualche ricco mecenate esca di casa e decida che è la giornata della buona azione. Così preleva un barbone, uno a caso, senza particolari meriti, gli fa fare una doccia, lo rifocilla, lo veste a nuovo e gli mette qualche soldo in tasca. Il giorno dopo, puoi scommetterci, lo ritrovi lì, sullo stesso marciapiede, nella stessa stazione della metropolitana. Perchè una società è fatta di interconnessioni, di equilibri, di fiducia e di scambi. Se non hai niente da scambiare, non vali niente.
Eppure, nascosto sotto la giacca sgualcita potresti avere un tesoro inestimabile. Una ricchezza fatta di storie, di visione laterale, di amore, di limpidezza. Magari sei anche disposto a scambiare tutto questo per un tozzo di pane. Ma un tesoro non vale niente se non è convenzionale. All'oro si è attribuito un certo valore di scambio, è un metallo prezioso. Ma chi la stabilisce, questa sua preziosità? Forse il fatto che sia raro? L'onestà e la trasparenza sono doti altrettanto rare, oggi come oggi. Eppure nessuno le accetta come forma di pagamento. Cosa fare?
Beh, ci sono tanti barboni in giro. Forse si potrebbe pensare di appendergli un cartello pubblicitario sulla schiena. Già, ma quale azienda accetterebbe di legare il suo nome a un vagabondo, uno che non ha niente, se non la dignità? Ci vorrebbe qualche giovane pezzente di sesso femminile, che si aggira per le vie del centro con gli abiti strappati, seminuda... Allora sì! Si potrebbe tappezzarla di slogan, con la matematica certezza che sarebbero guardati e letti con attenzione, uno ad uno. Già, ma se ci fossero giovani barbone femmine bisognose d'aiuto, i ricchi mecenati se le sarebbero già portate a casa tutte. Anzi, anche i meno abbienti si darebbero da fare. Tutti, a dire il vero! Ci sarebbe un'esplosione di solidarietà, una profusione di volontari. Una gara al benefattore più generoso!
No, l'economia del dono non rende, e tanto meno l'accattonaggio fine a se stesso!
Tuttavia, esiste un'altro motivo per mendicare. Accade quando qualcuno fa un lavoro in apparenza non riconosciuto, non codificato, per il quale nessuno potrebbe metterlo a libro paga. Di solito si tratta di scopi nobili. In passato c'erano gli anacoreti, se ne stavano sulla loro colonna a pregare e meditare. In fondo, pregavano anche per noi, quindi meglio passare loro una cesta colma di cibo, di tanto in tanto. Era tutto quello di cui avevano bisogno.
Anche i predicatori e i profeti hanno sempre raccolto qua e là contributi al loro sostentamento. Certo, magari si accontentavano di mangiare cavallette o di parlare con gli uccelli, ma venivano aiutati perchè vendevano una merce che non si trovava in nessun mercato: una mappa per andare alla ricerca di se stessi. Nel tempo, questo concetto si è istituzionalizzato. Ci sono alcune confessioni religiose, privilegiate rispetto a tanti altri, che possono perfino prendere un elemosina di stato, che ognuno può scegliere di devolvere in ragione dell'otto per mille.
Ahh.. se si potesse devolvere l'otto per mille ai blogger. Già, perchè oggi i predicatori e i profeti non stanno più nelle grotte. Non salgono su una cassetta della frutta e non sono costretti a urlare per farsi sentire. Oggi chi ha qualcosa da dire, apre un sito internet.
I blogger stanno diventando giornalisti, e i giornalisti diventano blogger. A differenza di un giornalista, però, un blogger non ha un editore. Un blogger può dire quello che vuole. Senza filtri. Accidenti, questa sì che è una merce preziosa! Certo, nel mondo dei media tradizionali ci sarebbe bisogno di un controllo sulle sue affermazioni, ma è qui che interviene l'autentica magia della rete. Proprio perchè puoi dire quel che vuoi, c'è una maggiore diffidenza. Se ci fosse la stessa diffidenza nei confronti di televisione e giornali, sarebbe un mondo perfetto. Invece la televisione, autoritaria per natura, crea sudditanza psicologica, mentre il blogger ha bisogno di essere autorevole. Deve cioè guadagnare e saper mantenere una ragionevole credibilità. E' la natura distribuita della rete che lo rende possibile. Chi mente o è anche solo impreciso, viene immediatamente distrutto. Qualcuno prende immediatamente la parola e lo sbugiarda. Con la televisione non si può fare.
Entro 3 o 5 anni al massimo, i blog saranno la fonte di informazione più autorevole, saltando ogni intermediazione editoriale. Sarà un'informazione nuova, costruita su un rapporto diretto tra chi scrive e chi legge. E tanto più un blogger sarà autorevole, tanto più la sua informazione si potrà considerare libera e indipendente.
E quanto vale l'informazione libera e indipendente? A parole molto, moltissimo.
E' la base su cui devono fondarsi l'opinione pubblica, la coscienza collettiva e le scelte politiche. Dove l'informazione è controllata, non c'è democrazia. Oggi i grandi gruppi editoriali garantiscono ai loro giornalisti la libertà di parola? Ci sono numerose evidenze che indicano il contrario.
Ora, un blog di informazione non può essere un passatempo. Tanto meno un videoblog. E' un impegno costante, in termini di fatica e di soldi. Un lavoro a tempo pieno. E chiunque lavora, deve poter guadagnare per vivere.
Tuttavia l'informazione è un bene prezioso. Deve essere libera, incondizionatamente! Per questo motivo non può essere pagata da chiunque abbia anche un solo interesse nello strumentalizzarla. Come si può uscire da questa contraddizione?
Molti hanno abbandonato il lavoro, o pensano di farlo, e hanno preso a ...mendicare!
Sì, proprio così! Su alcuni blog potete trovare un cartello, con scritto tengo famiglia. Solo che, a differenza di un barbone o di un profeta, un blogger non vive in una scatola di cartone, e non mangia cavallette. Ha una casa, magari dei figli, deve mantenersi e ha delle spese vive, perchè oggi per fare informazione non basta più salire su una cassetta della frutta. Si potrebbe pensare che un blogger, rispetto a un mendicante di strada, abbia qualcosa in più da offrire in cambio. In realtà non è così: i valori che può offrire sono gli stessi che il barbone non sa come monetizzare: la trasparenza, l'onestà, la sua esperienza di vita. Merce pericolosa. Non va tanto d'accordo con il business. Un'azienda di energie rinnovabili alla quale ho proposto di sponsorizzare il mio canale energia, mi ha risposto che condivideva appieno la mia linea di pensiero. Tuttavia, se un imprenditore cinquantenne avesse visto la loro pubblicità su un sito che a prima vista potrebbe scambiare per un covo di comunisti, avrebbero perso un cliente. E per un'azienda i clienti sono tutto.
Ci sono alcune realtà che hanno già lanciato un disperato grido d'aiuto. Uno su tutti: Ammazzateci tutti. Anche Byoblu.Com è agli sgoccioli. Così, un paio di settimane fa ho lanciato un sondaggio, per capire se e in quale misura i tempi fossero maturi per il cambiamento. Per capire quanto vale, davvero, l'informazione libera e indipendente in Italia.
Avete risposto in tanti, oltre seicento. In discussione c'era la possibilità di ricevere donazioni libere - elemosine! - di inserire qualche annuncio pubblicitario, di vendere libri e dvd tratti dalle attività del blog, e poco altro. Inutile dire che il modo più rapido per uscire dall'emergenza è il primo: il cappellino.. oops: le donazioni. Ed è proprio da lì che inizieremo ad analizzare i risultati.
Il 13% di voi sarebbe disposto a contribuire con una certa regolarità. La cadenza non era stata specificata ma non ha importanza: le donazioni sono e resteranno libere. Immagino comunque che un mese sia un ragionevole lasso di tempo. Il 39% dichiara di voler contribuire saltuariamente, il che è indubbiamente un ottimo proposito, infonde fiducia. Il 28% potrebbe effettuare una donazione una tantum, mentre per il 20% non se ne parla proprio. Tirando le somme, la campagna donazioni potrebbe aprirsi con un 80% dei lettori più assidui (quelli che hanno partecipato al sondaggio) che mettono mano al portafoglio.
Quale strumento preferireste usare per effettuare il vostro versamento? Io stesso ne avevo indicati tre, voi ne avete aggiunti altri. Ecco i risultati: il 55% delle contribuzioni arriverebbero tramite PayPal (Carta di Credito online); il 14% di chi è disposto a fare una donazione, preferisce invece il bonifico bancario; al vaglia postale si affiderebbero invece gli aiuti umanitari del 6% del totale; a queste possibilità voi avete aggiunto il versamento su carta Poste Pay (il 2%), il bollettino postale (1%), l'SMS e i contanti consegnati a mano.
E ora la fatidica domanda: quanto sareste davvero disposti a sborsare per avere un'alternativa in più sulla quale informarvi? Il sondaggio indicava delle fasce di contribuzione generali, non perchè la donazione non dovesse essere libera, quanto per elaborare più facilmente i dati.
Bene, la maggior parte delle donazioni (il 36%) si attesterebbe su una cifra compresa tra i 6 e i 10€. A seguire, come era logico supporre, le donazioni simboliche, tra 1 e 5€, con il 29% sul totale. Il 21% di voi sarebbe poi disposto a regalare tra gli 11 e i 20€, mentre qualcuno (l'11%) potrebbe anche spendere fino a 50€. Su tutti un manipolo di benemeriti, nella misura del 2%, che potrebbe superere i 50€ ma non il tetto dei 100€, e per finire un illustrissimo 1% che potrebbe contribure con cifre superiori ai 100€.
Curiosamente, tra coloro che donerebbero con regolarità o saltuariamente si annidano anche quelli che spenderebbero di più, mentre chi ha dichiarato di poter effettuare una donazione una tantum è anche quello disposto ad autotassarsi meno. In buona sostanza: chi ci crede davvero è disposto a spendere un po' di più e con costanza. Questi potrebbero essere lo zoccolo duro dell'informazione libera, mentre il contributo degli altri sarebbe fondamentale per affrontare spese extra o situazioni di emergenza.
Ho deciso quindi di girare il cappello e lasciarlo in un angolo del blog, nell'attesa che qualcuno decida di buttarci dentro qualche spicciolo. Come si fa all'edicola la mattina. Come si lancia una monetina dentro alla fontana dei desideri. Il mio, che più che un desiderio è ormai una vera speranza, l'ho espresso ormai tanto tempo fa: Byoblu.com, ovvero informazione libera in avanscoperta, un aratro che vorrebbe tracciare una rotta nel cui solco tanti potranno camminare liberi.
Prima o poi le cose andranno esattamente così. Si tratta solo di stabilire quando. Per far sì che sia adesso, entrando a buon diritto nel futuro, basta iniziare a sostenere l'informazione libera, basta fare una donazione.
A chi se la sente, potrei dire che i soldi serviranno a pagare i server web, o l'ampiezza di banda piuttosto che una nuova videocamera, un viaggio in treno verso un convegno a cui nessuno è potuto andare. Potrei ringraziarlo perchè ha contribuito a pagare i computer, l'allacciamento a internet, la bolletta della luce, il mutuo, la scuola di mio figlio. Potrei dare un resoconto dettagliato di quello che farò dei soldi, pochi o tanti che siano, ma credo francamente che non avrebbe senso.
Quello che davvero conta è questo: che chiunque possa venire qui, spesso oppure ogni tanto, frettolosamente oppure nei suoi momenti di relax e trovare informazioni, opinioni, ricostruzioni con la sicurezza che nessun altro le ha pagate, che non servono a nessuno ...se non a voi!
Questo è lo scopo, ed è ciò che continuerò a fare, di più e meglio, se il progetto andrà avanti.
Il futuro, nessuno sa esattamente come sarà. Certamente potrebbe iniziare così, con il tuo sostegno all'informazione indipendente.
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