le intuizioni ovvie di claudio messora

sabato 3 gennaio 2009

Discorso alla Blogosfera - Dalla P2 alla RETE

Discorso alla blogosfera
La rete è potente, molto più potente della P2

Cos'era la P2? Una grande rete di persone professionalmente eterogenee, dislocate sul territorio, apparentemente disconnesse ma accomunate da un unico grande scopo: impadronirsi delle istituzioni e del governo per sovvertire l'ordine delle cose. Condividevano una visione sociale e una strategia di azione: conquistare i mezzi di informazione per influenzare l'opinione pubblica, al fine di acquisire il consenso necessario al raggiungimento e alla conservazione del potere. Di per sè non vi è nulla di male. Ogni cittadino ha il diritto ad avere un proprio orientamento ideologico e ad esercitare l'arte della persuasione affinchè attraverso la diffusione delle idee tale orientamento si traduca in una precisa linea politica, la quale può diventare prevalente e determinare trasformazioni reali del contesto istituzionale e normativo.

La democrazia ha però una serie di vincoli. Se uno solo di essi viene disatteso, tutto il resto cade come un castello di carte. Uno di questi presupposti chiave è l'informazione. Meglio non essere informati affatto che essere informati male. Qualsiasi decisione è il frutto di un ragionamento che per essere corretto ha bisogno delle giuste premesse. Affrontare un viaggio sulla base di previsioni metereologiche sbagliate comporta il rischio di ritrovarsi in una bufera di neve, così come dare la preferenza ad un candidato senza avere avuto la possibiltà di mettere a confronto la sua storia personale e le sue proposte nel contesto di un contraddittorio leale, pluralista e paritetico, risulta in un gioco d'azzardo dagli esiti imprevedibili. Così, perché l'esercizio del voto sia una misura attendibile della volontà collettiva, è necessario che gli elettori abbiano tutte le informazioni utili al processo decisionale. Per uno scienziato questo è l'ABC. Assunti errati portano a dimostrazioni sbagliate: teorema su teorema, tutta la teoria è destinata a franare con conseguenze fatali. E' proprio questo il passaggio inaccettabile del teorema messo a punto da Licio Gelli nel suo Piano di Rinascita Democratica. I piduisti hanno acquisito il consenso giocando scorretto, violando le regole. Hanno falsificato l'informazione, piegandola ai loro scopi e corrompendo il processo decisionale che, attraverso la valutazione obiettiva dei fatti, determina il formarsi dell'opinione pubblica. Se fosse una partita a scacchi, sarebbe come dire che uno dei due avversari prende i pedoni e inizia a muoverli sulla scacchiera con i privilegi di una regina. Non c'è storia: fine della partita.

Oggi in Italia non c'è storia. La partita è finita da un pezzo. La P2 ha vinto il suo girone a punti pieni, e poi via via tutte le sfide a eliminazione diretta. Tre reti televisive ufficiali, più simili a un organo di partito che a imprese commerciali; tre reti ufficiose, effetto collaterale della presa della Bastiglia – il Governo; il principale editore, la Mondadori, acquisito mediante corruzione del giudice Vittorio Metta; la stampa annichilita; i giornalisti addomesticati. Non si fanno più domande. Di conseguenza non si ascoltano più le risposte. Si va a votare come si entra al supermercato, acquistando un prodotto in offerta, propagandato in uno spot commerciale. E’ proprio questa la chiave per leggere i nostri tempi: la propaganda. P2 significa Propaganda Due, e se ci riflettete bene, nessuno sembra più interessato all’obiettività dei fatti, ma solo alla loro deformazione strumentale. I programmi televisivi sono appositamente studiati per defocalizzare, sono armi di distrazione di massa. Abbiamo cominciato da lontano. Hollywood ha creato la cultura dell’immagine. Ha costruito storie stupefacenti che hanno trasformato la nostra percezione della realtà. La nostra vicina di casa ha improvvisamente perso qualsiasi sex-appeal, di fronte alla carica sexy tanto irresistibile quanto artificiale di Marilyn. Le storie d’amore estreme e improbabili del maxi schermo hanno reso inadeguate e poco interessanti le nostre. Le immagini perfette, le luci studiate nei minimi dettagli, i dialoghi brillanti, le sceneggiature incalzanti che non lasciano spazio a nessuna riflessione, i suoni irrealistici che colpiscono lo stomaco, le storie impossibili. Tutto questo realizza una grande ipnosi collettiva che ci ha progressivamente alienato dalla nostra vita reale, relegandoci ad un sogno indotto che Matrix ha brillantemente descritto metaforicamente. Poi è arrivata la televisione. Forse seguendo i dettami del grande maestro venerabile, Licio Gelli, forse grazie al suo stesso intuito, Silvio Berlusconi ha preso il superfluo e lo ha elevato alla dignità dell’essenziale. Ha costruito un grande luna-park fatto di giochi demenziali, donne giovani, ammiccanti e seminude, gossip, soap opera... In mezzo a questo nuovo Olimpo fatto di Dei e semidei creati ad arte, è stato facile contrabbandare notizie drogate, rese autorevoli dal contesto illusorio entro il quale vengono generate. L’ultima prova? Oggi abbiamo decine di migliaia di disoccupati, in costante aumento. Abbiamo 80 miliardi di debito pubblico annuo che non potremo più rimborsare. Stiamo fallendo, eppure l’altra sera il TG5 ha dedicato diversi minuti al movimento di liberazione dei nani da giardino, che pare essersi esteso ai Babbo Natale che si arrampicano sui balconi. Silvio Berlusconi e i suoi mandanti hanno dato al popolo panem et circenses, ovvero tutto e solo ciò di cui la Roma decadente aveva bisogno. Quanto alla libertà, nessuno se ne è più interessato.

Come abbiamo detto all’inizio, la P2 era, anzi è una grande rete. Tuttavia io ne conosco un’altra, molto più potente, estesa e potenzialmente inarrestabile. Sto ovviamente riferendomi a Internet, la rete delle reti. Come la P2, i suoi nodi sono formati da persone eterogenee per formazione professionale e localizzazione geografica. Anche se non tutti condividono le stesse idee, tuttavia coloro che si identificano nell’unico, grande scopo di ristabilire il buon senso e la ricerca del bene comune al vertice di una nuova scala di valori, coloro che desiderano tornare ad occuparsi in maniera semplice di cose semplici, e in maniera seria di cose serie, coloro che si sono svegliati dall’incantesimo lanciato da Segrate e adesso guardano compassionevolmente i loro fratelli e le loro sorelle dormienti, tenuti in coma pubblicitario, coloro che vogliono porre fine alla decadenza dell’Era di Arcore, che vogliono spodestare la casta di faraoni, dei e semidei che a fronte di dosi massicce di circenses sta perfino fallendo nella somministrazione del panem... coloro insomma che vogliono riprendersi questo paese sono tanti, molti di più rispetto al centinaio di imprenditori e ai direttori d’orchestra che tirano le fila alle marionette di palazzo.
Tra di loro, o meglio tra di noi, ci sono anch’io. Ciò che serve è solo un po’ di autoconsapevolezza, di coscienza collettiva, di sinergia, di fiducia e di spirito di sacrificio. Sembra poco? Non lo è. Le battaglie non le vincono i più forti, ma chi combatte con più ardore. E il nostro campo di battaglia è uno solo: il seggio elettorale. Il 2009 è l’anno in cui LA RETE dovrà auto-organizzarsi per fornire un’alternativa a questo paese. Come è stato per la loggia massonica deviata Propaganda 2, l’obiettivo sarà quello di prendere il potere. A differenza della P2, tuttavia, LA RETE giocherà in maniera trasparente, secondo le regole della democrazia, contando unicamente sulle infinite professionalità di cui dispone e sulla numerosità degli uomini e delle donne che la compongono. LA RETE deve lasciare che emergano le idee migliori in maniera spontanea, autoaggregante, orizzontale. LA RETE non imporrà una verità ufficiale a discapito di altre marchiate come apocrife, ma lascerà ogni suo membro libero di accedere a qualsiasi informazione, in un ecosistema di Par Condicio naturale dove non si vince perché si hanno più soldi, ma solo perché si hanno idee migliori. LA RETE si autofinanzierà. Tutti potranno rappresentarla, tutti potranno eleggerne i candidati, e tutti saranno sottoposti al giudizio costante di tutti gli altri membri. Chi verrà eletto in ruoli chiave dovrà operare in regime di trasparenza totale. Dovrà essere disposto a farsi seguire in diretta streaming, dovrà auto intercettare le proprie conversazioni telefoniche, dovrà dimostrare di lavorare per la collettività e non per il proprio tornaconto. Ne LA RETE non ci saranno mandati irrevocabili: chi non incontra più il consenso collettivo verrà sostituito. E’ giusto che venga percepito uno stipendio, perché non vi sia discriminazione tra chi è benestante e chi invece vorrebbe e potrebbe fare molto, ma non può permettersi di lasciare i propri incarichi di lavoro neppure temporaneamente. LA RETE avrà un proprio organo di informazione ufficiale. La sua redazione sarà la collettività intera dei suoi membri, che periodicamente selezionerà gli articoli dei blogger ritenuti più interessanti, e con il solo meccanismo del voto deciderà in merito alla loro pubblicazione. LA RETE avrà un motto: non contano le persone, contano le idee. Le idee non saranno né di destra né di sinistra. Saranno semplicemente le idee migliori, da qualunque parte esse provengano. LA RETE non avrà necessariamente un presidente, ma solo amministratori, tranne il caso in cui la collettività decida che un presidente sia necessario: la collettività è e sarà sempre sovrana. Verranno create funzioni cui potranno assolvere uno o più membri scelti democraticamente. Tutti i documenti prodotti verranno costantemente rilasciati in rete, accessibili a tutti, in tempo reale. Chi assolve a una funzione potrà così lasciare il testimone ad altri che avranno tutti gli strumenti per proseguire il suo lavoro. LA RETE sarà la prima vera democrazia digitale.

L’Italia sta precipitando nel vuoto, senza rete.
Chissà che non si riesca ad aprirgliene una sotto, all’ultimo momento.
larete@byoblu.com

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