le intuizioni ovvie di claudio messora

lunedì 30 giugno 2008

Storie di ordinaria manipolazione

Lunedì 30 giugno 2008. Rai o mediaset, non fa differenza: la scaletta dei telegiornali è dettata da un'unica agenzia di stampa. Proprio come voleva Licio Gelli nel Piano di Rinascita Democratica di Propaganda 2. Arriva il dictat: giustificare Maroni che prende le impronte digitali ai piccoli rom. La strategia di comunicazione è semplice. Prima si mostra Maroni con un modulo in mano, zeppo di impronte già rilevate, mentre con fare tranquillizzante è intento a spiegare come l'operazione in sè e per sè non costituisca alcuna violazione dei diritti umani. Nel servizio che segue, a immediato supporto della tesi precedente, si da notizia dell'arresto di otto rom che obbligavano i figli a rubare nelle case. Diversi telegiornali, stesso identico copione. Bambini rom che rubano nelle case! Che notizia da premio Pulitzer! Era talmente una novità che valeva senz'altro la pena darla, a reti unificate, subito dopo Maroni papà buono che prende le impronte ai bambini rom. Probabilmente gli stessi bambini rom. Non mi interessa se sia giusto o sbagliato schedare un'etnia, voglio mostrarvi come si imbandisce un'informazione e la si serve sul tavolo dell'opinione pubblica. Licio Gelli si frega le mani soddisfatto.

Il TG5, immediatamente dopo, parla dello scandalo delle intercettazioni. Anzi no. Dovrebbe! Invece mostra un Berlusconi in doppio petto blu, circondato da eleganti collaboratori mentre sfoggia uno smagliante sorriso a scimitarra. La stessa con cui decapita l'informazione libera. Mostra anche un Bossi, anche lui papà buono, che insegue il dialogo, ma a patto che quell'irresponsabile di Di Pietro la smetta di essere così irragionevole! E poi mostra un Casini duro, che suggerisce a Veltroni di scaricare l'Italia Dei Valori. Tutti esponenti della stessa fazione anti-Di Pietro. E Di Pietro? Dove sono le sue dichiarazioni? Dov'è il suo doppio petto blu, il suo sorriso smagliante mentre espone le sue ragioni? All'opinione di Di Pietro viene dedicata solo una frase nel finale di servizio, scontornata e priva di incisività. Ma come! Non è questo il bel paese della Par Condicio? Quello dove ci si scandalizza delle dichiarazioni di un giornalista che non può nemmeno essere intervistato se non è presente un membro del regime a demolirlo?
No, questo è il paese dove un Presidente del Consiglio può utilizzare il servizio pubblico per elargire favori e guadagnare consensi per i suoi affari. E' il paese dove i dirigenti che assecondano i desideri del Rais e vengono scoperti, vengono reintegrati dalla magistratura nel loro incarico come se nulla fosse (è di oggi una sentenza che impone alla RAI di rimettere Saccà al suo posto). Ma come? I magistrati non erano tutti rossi mangiabambini? No, evidentemente solo quelli che fanno indagini scomode. E' il paese dove i telegiornali non parlano dei processi del premier, ma si occupano di screditare i suoi contestatori.

Storie di ordinaria manipolazione.

Nel prossimo post vedremo come tutto quello che sta avvenendo corrisponda minuziosamente ad un piano che risale agli anni 70, scrupolosamente messo in atto dal disceplo numero 1816.

Nessun commento: