Beppe Grillo non si candiderà alle elezioni. Ecco le prove!
Grillo non si candida! Io ne ho le prove...
Dopo il Vaffa-Day, in cui finalmente milioni di italiani sono caduti dal pero e hanno scoperto brutalmente cosa stava accadendo in rete, il toto-candidatura grilliana ha superato in popolarità il superenalotto, il gratta & vinci, la schedina e il mondo sommerso delle scommesse clandestine.
C'è una buona parte dei sostenitori del Grillo nazionale che non disdegnerebbe una sua discesa diretta in campo, per beneficiare di una marcia in più e calare su Roma al seguito del loro condottiero al grido di: "Cacciamo gli invasori dal parlamento".
C'è poi La Casta, e tutti i loro supporters disseminati tra i mezzi di informazione, che accusa Grillo di ordire un piano perpetrato ai danni della società e perseguito a colpi di populismo, qualunquismo, demagogia e altre simpatiche arti. Tale piano mirerebbe a creare una nuova forza politica di cui il profeta-untore sarebbe egli stesso leader, pur privo di quelle qualità essenziali per fare della buona politica: mediocrità, ipocrisia, opportunismo, volubilità ecc. ecc.
Dopo le iniziali accusa di deriva fascista, e dopo il tentativo poco fruttifero di cavalcare un'improbabile ondata di indignazione per offese mai recate alla memoria di Biagi (che in realtà non ha mai firmato nè approvato la legge che porta il suo nome, a cui meglio ci si dovrebbe riferire come Legge Maroni), un nuovo tentativo in extremis di affondo viene portato da Mauro Mazza, direttore del TG2. Mauro Mazza teme che qualche squilibrato, ebbro di vaffa su vaffa, imbracci un kalashnikov e al grido di "Beppe Grillo è grande!" corra a sterminare La Casta. Fini lo chiama dopo cinque minuti e gli chiede se per caso non sia diventato scemo.
Vistosi alla mal parata, Mazza da buon partigiano della Seconda Repubblica non si da per vinto, e oggi (sabato 22 settembre 2007, n.d.r.) commissiona e fa trasmettere un servizio che fa le pulci sulla vita privata di Beppe Grillo.
Dal servizio, di dubbia utilità diffamatoria, emerge però un fatto di cronaca estremamente importante, che rende un impagabile servigio alla comunità degli scommettitori, mettendo fine al business di bagarini e allibratori. L'episodio non è di per sè inedito, perchè a ben vedere è lo stesso Grillo che ne parla, nel suo post dal titolo La Paga Di Giuda del 16 settembre 2005. Però l'elemento che nelle intenzioni di Mazza sarebbe il più diffamatorio, in realtà viene in sostegno delle affermazioni di Grillo stesso.
Accade purtroppo che nel 1980 Grillo sia protagonista di un tragico incidente stradale, dal quale egli esce miracolosamente vivo, mentre i suoi passeggeri (tre persone in tutto) non ce la fanno...
Imputato e processato per l'episodio, Grillo viene condannato a quindici mesi.
Al di là della spiacevolezza dell'accaduto, che non è (sia beninteso) oggetto dell'ironia di questo post, la formula magica che emerge dalla cronaca è "Grillo è stato condannato in via definitiva".
Essendo il fatto accaduto ben 27 anni fa, nessuno potrebbe mettere in dubbio che Grillo non ne fosse conscio quando ha lanciato la sua campagna per la legge di iniziativa popolare il cui primo obiettivo è l'eliminazione dal parlamento di tutti gli onorevoli condannati in via definitiva, di qualsiasi specie fosse la loro condanna.
Allo stesso modo non è pensabile che egli non fosse consapevole di un avvenimento tanto tragico tanto indelebile sulla sua fedina penale, quando ha specificato i requisiti per ottenere il bollino di certificazione grillesco per autenticare qualsiasi lista civica che voglia presentarsi alle elezioni con la sua benedizione.
Perchè Grillo avrebbe dovuto imporre due vincoli così forti e così inequivoci quando sapeva benissimo che in questo modo si sarebbe dato la zappa sui piedi da solo?
Semplice: perchè non ha mai avuto l'intenzione di candidarsi direttamente in politica. Che è quello che ha sempre sostenuto.
Oggi, grazie a Mauro Mazza, tutta l'Italia ne ha le prove!
Grazie Mauro.
1 commento:
il colmo!
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