le intuizioni ovvie di claudio messora

domenica 14 ottobre 2007

Vietiamo per legge le lacrime in televisione!

Lo stupro di Montalto di Castro diventa occasione per l'ennesima riedizione di Carramba, che sorpresa!


Domenica 14 ottobre 2007. Circa le dieci del mattino. Cerco di riprendere i sensi davanti ad un buon caffellatte bollente.

Accendo la televisione. Appare RAI uno: c'è un talkshow sullo stupro di Montalto di Castro.


Gli ospiti si alternano nell'usuale carosello di opinioni, come di tradizione orchestrato un tanto al chilo dal mediatore di turno. Si parla solo se interrogati e, soprattutto, vietato approfondire! Non importa cosa si abbia da dire, l'importante è che lo si dica in fretta.
Sui trasgressori si abbatte la mannaia del censore mediatico: via il microfono e avanti la prossima mini-riflessione confezionata, possibilmente conformista e politically correct. Del resto per le situazioni che sfuggono di mano, quelle in cui un ospite vuole a tutti i costi terminare l'esposizione del suo pensiero magari esprimendo opinioni personali, non predigerite, che mettono a rischio l'establishment e fanno tremare le poltrone, c'è pur sempre un'arma finale che all'occorrenza toglie d'impaccio: la dissociazione immediata. Basta dire fermamente: mi dissocio dalle dichiarazioni del signor Pinco Pallo.


In questo quadretto idilliaco, ove si muovono generalmente i talk show nostrani, ecco dunque che si dibatte amabilmente di questa ignobile vicenda. Un giovanotto, in occasione dei festeggiamenti per il suo diciottesimo anno d'età, invita una sedicenne di Tarquinia a fare una passeggiata nella vicina pineta. La sventurata risponde, parafrasando Manzoni, e si inoltra tra gli aghi di pino con il suo galante cavaliere. I due discorrono del più e del meno, quand'ecco sette compari, in combutta con il festeggiato, appalesarsi dal nulla e realizzare quella che a tutti gli effetti può definirsi un'imboscata. La vittima viene stuprata collettivamente, a turno, per ore ed ore.


Di per sè niente di strano: la cronaca nera di questo paese ci ha ormai abituato a episodi simili, anche più efferati.
In questo caso però, spicca il fatto che la simpatica comunità di Montalto di Castro sembra esprimersi a favore degli otto piccoli birichini: la maggioranza dei cittadini intervistati dichiara infatti che si sa, gli uomini queste cose le fanno, la colpa è della ragazzina che non è stata capace di farli smettere.

Montalto di Castro

Un caso di povertà estrema e di isolamento culturale in un paesino appartenente al profondo sud? Niente affatto: la ridente località si trova nel lazio, in provincia di Viterbo. E' dotata di un sito web che eroga servizi evoluti quali pagamenti online, distribuzione di modulistica e iscrizione via RSS agli aggiornamenti su bandi e concorsi. C'è persino un apposito spazio dove si accettano proposte e suggerimenti.
Sul sito manca però - ho controllato - una pagina informativa su come accedere ai fondi per ottenere tutela legale dopo avere stuprato una forestiera.
Si sa: queste cose succedono. Così almeno la pensa il sindaco (tale Salvatore Carai, dei DS) il quale, imbeccato dai servizi sociali, ha messo a disposizione degli otto simpaticoni denaro pubblico perchè potessero difendersi nelle opportune sedi.


Ma andiamo, suvvia! Son ragazzi! (due dei quali, pare, siano imparentati con un qualche membro della giunta comunale) sembrano pensare gli abitanti dell'amena cittadina. Con che cuore si è potuto denunciarli? E così, in questo clima da caccia alle streghe, per la giovane vittima meglio l'esilio, inflittole dalla madre per tutelarla. Oltre al danno, la beffa!



Cittadini di Montalto di Castro. Vi sentite davvero rappresentati da queste dichiarazioni? Se c'è qualcuno che si dissocia, lo faccia adesso o taccia per sempre.


Perchè siamo qui a parlarne? Perchè nel talk show di questa mattina, dal titolo apparente de 'Il Dolce e l'Amaro' (così perlomeno recitava il logo in basso a sinistra), la madre era ospite della trasmissione, voltata di spalle per tutelarne la privacy. La carrellata di opinioni, condotta con la consueta stitichezza, si svolge tutto sommato senza infamia e senza lode, quand'ecco sul finire il coup de théatre. In collegamento telefonico da Roma: la figlia!


Lei: il clou dello show! La protagonista indiscussa. Colei a cui, in un lasso di tempo doverosamente ampio, si sarebbero potute fare cento, mille domande rivelatrici sui come e sui perchè. E che cosa le viene chiesto?


Vuoi dire qualcosa a tua madre?


Come? Ma perchè.. una madre ed una figlia non hanno altra occasione di parlarsi se non davanti ad una telecamera accesa? A quale scopo? Non staremo mica cercando di provocare un'emozione artificiale, dosando sapientemente ingredienti testati secondo un antica ricetta?


La figlia dice che vuole tornare a vivere con la mamma, a Montalto di Castro, e non a Roma. Tutte cose che avrà avuto molte altre occasioni di dirle. Siamo in fondo nel ventunesimo secolo, abbiamo a disposizione auto veloci, telefoni e telefonini, videotelefonini, email, chat, videochat... Senza contare che, a voler guardare il pelo nell'uovo, ci sono serie probabilità che la registrazione della puntata sia avvenuta a Roma. Ragion per cui è plausibile che la figlia non fosse poi così distante: a voler essere benevoli sarà stata al più nel baretto degli studi televisivi, se non addirittura in regia con un paio di cuffie e un microfono a collare.


Nel frattempo, a ricreare il senso di un'apparizione fugace cui dedicare la massima attenzione prima che tutto sia perduto per sempre, dalla regia mandano i titoli di coda. Quel tipo di titoli che scorrono veloci radenti al fondo dello schermo, tanto veloci che per leggerli bisogna mettersi i pattini.


L'ansia sale. Il tempo stringe. Ed è a questo punto che la conduttrice interrompre la ragazzina.


Tua madre queste cose le sa già.


Ci è arrivata anche lei! E cosa avrebbe mai potuto dire, che probabilmente sua madre non sapesse già? Ma forse l'interruzione nasconde un altro motivo.


In questo momento sta piangendo. (ndr: la donna è voltata di spalle)


Ohhh.. finalmente comprendiamo il motivo di quest'intervista e di quella domanda apparentemente priva di senso. E' l'effetto Carramba che sopresa! il nostro obiettivo: la mamma piange! Ora sì che il dibattito si fa interessante, mica prima, con tutte quelle opinioni profondamente noiose di psicologi e magistrati. Ma il meglio deve ancora venire.


Scusami per la domanda che ti farò, ma è il mio dovere di giornalista che me lo impone.
Hai qualcosa da dire ai tuoi aggressori?


Dovere di giornalista? Io credevo che i giornalisti servissero a fare delle inchieste, a riportare dei fatti. Non credevo che facessero anche da ambasciatori di missive. La prossima volta che avete qualcosa da dire a qualcuno e non avete tempo, o non avete voglia, o non ci volete parlare, chiamate un giornalista della RAI e mandateci lui!


La ragazzina ovviamente dichiara che non se la sente di dire loro niente, perchè dovrebbero già essere consapevoli del male che le hanno fatto; non c'è niente da aggiungere.
La conduttrice però insiste. C'è bisogno di qualcosa di forte per chiudere la trasmissione che sta inesorabimente scivolando a nero.


Capisco. Ma dì loro almeno una frase, una sola parola!


Dì soltanto una parola, e io (l'incasso) sarò salvato! Ma niente, non c'è niente da fare. La ragazzina ribadisce quanto saggiamente detto poco prima.
Se solo avesse detto, che so 'Animali!', oppure 'Bastardi!", allora sì: quanto se ne sarebbe parlato!
Invece la puntata è condannata a restare in un anonimato mediatico senza scalpore, preda di un oblio giornalistico che avvolge i suoi protagonisti non appena il video sfuma. Che disdetta!


Come dite? Non credete che le cose in televisione vadano così? Non credete che i conduttori televisivi, e in misura minore anche quelli radiofonici, scatenino guerre per cinque secondi in più o in meno di popolarità? Restate sintonizzati: prossimamente ve ne racconterò delle belle!


Nel frattempo vorrei lanciare una proposta di legge popolare.


Vietiamo le lacrime in televisione!


E se si verificano, che sia vietato sottolinearle. Fanno parte della sfera intima, non vanno nè reclamizzate nè strumentalizzate.


Tra l'altro, potremmo avvalerci di un precedente legislativo più che mai attuale. Infatti, una lacrima che velasse una pupilla su cui fosse applicata una lente a contatto, equivarrebbe a detergere la lente stessa. Un simile atto, già se dovesse avvenire entro i confini del comune di Firenze, potrebbe essere interpretato come la pulizia di un cristallo, e quindi ricadere nella famigerata ordinanza che vieta di lavare i vetri. Nella prima versione di tale ordinanza, infatti, non era specificato esattamente in quali frangenti fosse legittimo lavare un vetro, nè cosa si intendesse di preciso per vetro.

9 commenti:

pncnet ha detto...

Sono daccordo sulla bassezza della banalizzazione della cosa, ma non mi sento in animo di giudicare il comportamento di una persona che ha subito tanto. Non ora almeno.
Daccordo anche che i fatti propri dovrebbero restare tali invece che essere pubblicati al mondo attraverso banali e piagniucolose trasmissioni. Sono convinto anche però che di certe cose si debba parlare, in modo che si abbiano ad indignare sempre più persone... chissà che prima o poi qualcosa migliori, che certe cose comincino ad accadere di meno.
Ciao. Ste.

Anonimo ha detto...

Grazie per aver visitato il mio blog!
Ciao. Ste.

Claudio ha detto...

Ciao Stefano,
infatti il mio non è un giudizio sulla ragazza nè sulla madre, vittime due volte, prima per quanto accaduto, e poi del sistema mediatico dello share.

Ciao,
Claudio

Anonimo ha detto...

Ciao!!!Beh, oramai apostrofare un individuo come montaltese equivale come a dargli dello stupratore. Cosa dire? Resto dell'idea che, nello specifico della nostra comunità, i media si siano accaniti in maniera eccessiva. E' semplice preconfezionare un servizio dove si vuol far dipingere un intero paese come "esaltatore dello stupro di gruppo come metodo di conoscenza tra giovani", quando invece la gran parte della popolazione si è schierata contro questi otto imbecilli. Si intervista i vecchi che bivaccano sotto "l'albero della maldicenza" (un luogo nefasto di Montalto dove si straparla di chiunque), qualche bifolco qua e la, ed eccoci qua: "Montalto di Castro, il paese dello stupro legale". Un trattamento del genere ci è stato riservato non solo dal demenziale "Il dolce e l'amaro", ma anche da una trasmissione come "W l'Italia diretta". Solita scena. La giornalista passeggia per il paese nell'intento di raccogliere delle dichiarazioni per le strade di Montalto. Bla, bla, bla. Lei è pro o contro e cosi via. La cosa bella è che in questo caso sono testimone diretto della "manipolazione" attuata dalla giornalista in questione. Infatti, mentre sto davanti ad un edicola, me la vedo spuntare improvvisamente dietro di me...no, per fortuna non vengo intervistato (sono timidissimo e poco telegenico), bensì viene ascoltata una donna la quale espone in maniera impeccabile le proprie idee riguardo l’oramai famigerato episodio. Un discorso sul quale non ci sarebbe nulla da obiettare. Passano alcuni giorni e il servizio viene mandato in onda…ed eccoli di nuovo!!!I vecchi dell’albero della maldicenza!!!Ti lascio solo immaginare il loro filosofeggiare…dell’intervista alla donna con me in edicola nemmeno l’ombra. Riflessioni sul caso? Tu parli giustamente di mancanza di approfondimento che, in un fatto come questo, dovrebbe essere essenziale per non cadere nella banalità e nelle inesattezze più abiette. Invece no. Si parte con un prodotto già preconfezionato. La linea editoriale comanda: “bisogna demonizzare quella comunità. Il nostro servizio dovrà essere indirizzato in questo modo”. Con buona pace del vero giornalismo d’inchiesta.

Mi sa che il commento mi è venuto un filino lungo
Bel post il tuo, mi piace il taglio ironico che gli hai dato;-)Complimenti!!!

Anonimo ha detto...

Ah, dimenticavo...il sindaco si fa di cognome Carai;-)

Anonimo ha detto...

Grande Kass...l'ho sempre detto...devi metterla a frutto sta laurea in scienze della comunicazione ke sta prendendo un pò troppa polvere!!!cmq per rispondere al post (bellissimo e anke divertentissimo)..sono d'accordo su praticamente tutto...sia sula reclamizzazione di lacrime di coccodrillo in tv...ma anke sul fatto ke bisogna approfondire...non è mai stata riferita la realtà dei fatti riguardo all'episodio del presunto...e sottolineo presunto stupro!!!
Sinceramente sono stufo di sentirmi dire ke i montaltesi sono tutti stupratori...e la colpa è dei media...COME SEMPRE!!!!!

Giorgio IL FORESTALE,
montaltese stufo

Anonimo ha detto...

bravo

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo il GRANDE per Kass anche se discuto la scarsa fotogenicità dichiarata!E BG ne ha le prove! ;-)
Aggiungerei all'accanimento mediatico di cui siamo stati vittime anche la squallida strumentalizzazione politica che- attraverso gli stessi media - è stata fatta della vicenda sia dalla dx che da buona parte del centro sinistra, provinciale, regionale e nazionale! Per non parlare delle troppe dichiarazioni delle tristi quote rosa - che tanto ciarlano e nulla fanno - sulle quali evito di accanirmi solo perchè sarebbe inutile!
Come dici? Non crediamo che i giornalisti sarebbero in grado di scatenare guerre e lacrime per 5 secondi in più o in meno di popolarità? Tutt'altro!!
Crediamo, pittosto, che oltre a loro, non uno dei componenti degli altri 3 Poteri sarebbe in grado di rinunciarvi per veder apparire, sulla cronaca locale del peggiore giornalaccio di provincia, anche solo il proprio nome senza alcuna dichiarazione.
... Che non uno di questi si farebbe scrupoli di fronte alla possibilità di utilizzare la più disumana opportunità per falciare un avversario o un antagonista lavorativo e di avere un proprio tornaconto personale!
No!..non sono affatto ottimista!Li vedo brutti, gli vedo fare cose brutte.. e non posso che prevedere un peggioramento!

Complimenti davvero per il blog.

cari saluti.
Monica

Anonimo ha detto...

Grande brother...quello che hai detto è giustissimo e sacrosanto. Montalto è della gente che crede alla buona fede del nostro sindaco, che ha fatto tanto per questa caccola di paese, rendendolo all'avanguardia per quanto riguarda il sociale e tutti i problemi legati a questo mondo.
Anche Monica ricorda che i nostri COMPAGNI della provincia, regione e della nazione hanno sparato a zero senza sapere niente dell'accaduto. Che merdacce! mi vergono di essere italiano in questo secolo e orgoglioso del nostro sindaco e del nostro paesello.