La sigla di apertura di Troppo Facile, con Gianni RIso
Il 1993/94 è l'anno di Gianni Riso.
Non proprio il suo anno, perchè lui è già sulla cresta dell'onda fin dagli anni settanta. E' l'anno in cui collaboriamo strettamente alla realizzazione di una striscia quotidiana su Antenna3 Lombardia: Troppo Facile.
Troppo Facile andava in onda più o meno verso l'ora di cena, aveva nella catena Bennet lo sponsor principale ed era sostanzialmente un telequiz farcito di angoli culturali che Gianni amministrava con la sua consueta verve.
Oltre ad avere scritto e arrangiato la sigla iniziale e tutti gli stacchetti musicali all'interno della trasmissione, io ero quello che dalla regia sottolineava in realtime con suoni ad hoc, più o meno buffi, le situazioni che Gianni creava di volta in volta: insomma facevo il rumorista.
Fare il rumorista implica avere una certa sintonia con i... rumorati, perchè è una continua improvvisazione che deve esprimere sintonia esattamente come accade per il comico e la spalla su un palco tradizionale.
Ricordo almeno un caso in cui il mio commento audio su Gianni che parlava della mamma portò ad un divertente siparietto che mi stava quasi costando il licenziamento!!
La sigla introduttiva della trasmissione fu realizzata, per la parte video da La Magic, studio di produzione audio/video di Claudio Barbieri. La parte audio fu invece realizzata da me, così come tutti gli stacchetti della trasmissione. La mia strumentazione constava allora di una GEM S3 e un registratore DAT ( o un Revox? Non ricordo!). Niente male. Più niente che male!
Il set delle riprese fu il mitico Caffè Rosso, storica paninoteca di piazza Beccaria, a Milano, di cui Gianni era da poco diventato socio.
Nella sigla, oltre a Gianni Riso, i tre baristi riprovevoli e ributtanti dietro al bancone siamo da sinistra a destra, nell'ordine: io (versione con capelli), un noto caratterista che Gianni si portava spesso dietro e Maurizio Quaglio, mattatore delle serate di Milano e Hinterland che gravitava intorno a Rete105.
Dietro le quinte di questo cast d'eccezione, una Ivana Passoni infaticabile provvedeva a ripulire le copiose gocce di sudore che stillavano a riprova dello sforzo interpretativo disumano.
p.s. I cartelloni rossi erano gli spazi che sarebbero poi stati riempiti dai titoli di testa.
Non proprio il suo anno, perchè lui è già sulla cresta dell'onda fin dagli anni settanta. E' l'anno in cui collaboriamo strettamente alla realizzazione di una striscia quotidiana su Antenna3 Lombardia: Troppo Facile.
Troppo Facile andava in onda più o meno verso l'ora di cena, aveva nella catena Bennet lo sponsor principale ed era sostanzialmente un telequiz farcito di angoli culturali che Gianni amministrava con la sua consueta verve.
Oltre ad avere scritto e arrangiato la sigla iniziale e tutti gli stacchetti musicali all'interno della trasmissione, io ero quello che dalla regia sottolineava in realtime con suoni ad hoc, più o meno buffi, le situazioni che Gianni creava di volta in volta: insomma facevo il rumorista.
Fare il rumorista implica avere una certa sintonia con i... rumorati, perchè è una continua improvvisazione che deve esprimere sintonia esattamente come accade per il comico e la spalla su un palco tradizionale.
Ricordo almeno un caso in cui il mio commento audio su Gianni che parlava della mamma portò ad un divertente siparietto che mi stava quasi costando il licenziamento!!
La sigla introduttiva della trasmissione fu realizzata, per la parte video da La Magic, studio di produzione audio/video di Claudio Barbieri. La parte audio fu invece realizzata da me, così come tutti gli stacchetti della trasmissione. La mia strumentazione constava allora di una GEM S3 e un registratore DAT ( o un Revox? Non ricordo!). Niente male. Più niente che male!
Il set delle riprese fu il mitico Caffè Rosso, storica paninoteca di piazza Beccaria, a Milano, di cui Gianni era da poco diventato socio.
Nella sigla, oltre a Gianni Riso, i tre baristi riprovevoli e ributtanti dietro al bancone siamo da sinistra a destra, nell'ordine: io (versione con capelli), un noto caratterista che Gianni si portava spesso dietro e Maurizio Quaglio, mattatore delle serate di Milano e Hinterland che gravitava intorno a Rete105.
Dietro le quinte di questo cast d'eccezione, una Ivana Passoni infaticabile provvedeva a ripulire le copiose gocce di sudore che stillavano a riprova dello sforzo interpretativo disumano.
p.s. I cartelloni rossi erano gli spazi che sarebbero poi stati riempiti dai titoli di testa.
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